Ciao a tutti!
Questa FF
è frutto della mia mente bacata che si è
immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da
Jacob, spero che vi piaccia
Attenzione!!!
Spoiler Breaking Dawn
Il mio incubo più bello
Capitolo 1
Ritorno
a casa
[…]
trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita
mia. Premetti il tasto e incrociai le dita.
“Pronto?”,
rispose una voce simile al suono di campane dorate.
“Rosalie?”,
sussurrai. “Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi”.
Dall’altra
parte del telefono ci fu un attimo di silenzio. Sicuramente dovevo
averla colpita con la mia chiamata… ma non sapevo che altro
fare, e poi solo lei poteva capire cosa significasse volere un bambino
così ardentemente, tanto da morire per lui.
“Bella?
Cos’è successo?”
“Rosalie….
Per favore devi aiutarmi… Edward è fuori ma
potrebbe tornare tra pochissimo…”
“Avanti…
dimmi cosa ti serve.”
“Sono
incinta Rosalie…”
Silenzio.
Chissà
se si stava domandando se avessi fatto sesso con qualcun altro. Ma non
mi importava adesso. Avevo bisogno di lei, a qualsiasi costo.
“Per
favore Rosalie, solo tu puoi aiutarmi!”
“Ho
sentito prima che ne… ma come diavolo
è…. “
“Per
favore….”
“Okay
Bella…. Non preoccuparti, dovranno passare sul mio cadavere
se vogliono uccidere il bambino.”
“Oddio!
Grazie Rosalie, veramente… non avrei saputo come
fare… io…” improvvisamente mi bloccai,
non solo per il conato di vomito che mi saliva su per la gola, ma per
un movimento impercettibile che sentivo venire da fuori.
Edward
stava tornando.
“Rose,
Edward sta…”
Tuuuuuuu…..
tuuuuuuuuuuu…..
Aveva
messo giù immediatamente, e questa volta non era
perché non volesse sentire la mia voce, ma perché
se Edward avesse sentito la sua si sarebbe insospettito.
Misi
già il telefono e mi precipitai in bagno, subito di fianco a
me che rigettavo trovai Edward, forse accorso a vedere cosa fosse
successo per mettermi a correre improvvisamente.
Mi
alzai dalla tazza del water, mi girai per sciacquarmi il viso e mi vidi
allo specchio, avevo un colorito quasi verde. Edward dietro di me aveva
un’espressione addolorata e infuriata insieme.
“Vedrai
tesoro, fra poche ore sarà tutto finito, ti salverai, non
succederà nulla. Te lo giuro.”
Non
riuscii ad aprire la bocca. Come poteva dire o solo pensare una cosa
del genere? Il mio… il NOSTRO bambino… e lui
voleva ucciderlo…
Mi
limitai ad annuire.
Mi
prese in braccio e cominciò a correre attraverso la foresta,
sicuramente per raggiungere la piccola barca che ci aveva condotti li.
Ed infatti poco dopo eccoci arrivare. Mi mise giù solo una
volta dentro e mi coprì con una coperta.
Lo
guardai stupita.
“Ma
non fa freddo, siamo in piena esta..”
“Lo
so, ma non voglio che tu stia male più di quanto tu non stia
già.”
Sapevo
che sarebbe stato inutile ribattere, così mi accoccolai alla
coperta e dopo poco mi addormentai, con le mani in grembo, a proteggere
il mio piccolino dal mondo.
Mi
svegliai solo per pochi minuti, quando Edward mi prese in braccio e mi
mise sul taxi, e poi mi riaddormentai. Poco dopo, mi sentii chiamare
dalla voce del mio angelo.
“Bella?
Bella… non posso portarti in braccio in aeroporto,
penseranno che ti ho rapita…”
“Umpf,
okay.”
Mi
alzai a stento, guardai le mie mani appoggiate alla pancia, e subito mi
resi conto di una cosa, era più rotonda.
Edward
seguì con lo sguardo il mio, e emise un basso ringhio che
gli usciva dalle profondità del petto. Gli misi una mano sul
petto, per cercare di calmarlo, e sul viso apparve di nuovo
quell’espressione tormentata, ma non disse nulla.
Una
volta fatto il check-in salimmo sull’aereo, e mi addormentai
immediatamente su quegli splendidi sedili. Ma prima che il sonno
prendesse il sopravvento mi chiesi come avrebbe reagito alla notizia
che avrei tenuto il bambino, ma non riuscii ad immaginarmi la sua
reazione perché la sua ninna nanna sussurrata al mio
orecchio mi fece smettere di pensare e mi fece addormentare.
Mi
svegliai dopo un po’ di tempo con la voce
dell’hostess che diceva di allacciarsi le cintura
perché si stava per atterrare, ma me le trovai
già allacciate, ed Edward che sorrideva triste.
Guardai
oltre il suo viso meraviglioso e vidi nell’oblo che eravamo
finalmente a Seattle.
Ora
era arrivato il momento della verità.
Ora
avrei visto come avrebbe reagito.
Ora
era il momento di mettermi in gioco per la vita del nostro bambino/a, e
speravo ardentemente che Rosalie mi avrebbe aiutata come aveva promesso.
Edward
mi aiutò ad alzarmi visto che ero ancora piuttosto
intorpidita e lentamente dietro la coda di gente, scendemmo
dall’aereo. Sulla scaletta vidi tutti i Cullen, la stessa
maschera di dolore dipinta su ogni viso. Tranne su quello di uno. O
meglio di una. Rosalie mi sorrideva comprensiva, e in quel momento
capii che mi ero messa in buone mani. All’istante
però inorridii. E se Edward avesse letto i pensieri di
Rosalie prima che l’avessi raggiunta? Cosa diavolo sarebbe
successo allora in quel caso?
Lo
guardai di sottecchi, ma dal suo sguardo capì solo che era
felicissimo di vedere Carlisle, poiché era a lui che
rivolgeva tutta la sua attenzione.
Sospirai,
mi guardò incuriosito, ma non mi chiese niente.
Scesi
dalla scaletta vidi Rosalie ampliare il sorriso, e ancora prima di
abbracciare Esme o Alice, mi permisi di fare un gesto mai fatto, ma che
le avrebbe fatto capire quanto le fossi grata: corsi verso di lei e
l’abbracciai. E lei non mi allontanò come avrebbe
fatto di solito, con uno sguardo di odio, ma anzi lo
ricambiò.
Dietro
i suoi capelli vedevo lo sguardo esterrefatto di Alice. Mi dispiace
Alice, ma tu non mi avresti mai aiutata, e da quello sguardo si
capisce. Vuoi troppo bene ad Edward per metterti contro di lui e
accettare la mia decisione. Per questo mi sono rivolta a Rosalie. Mi
serviva un giudizio imparziale. Dietro di me improvvisamente sento
arrivare un ringhio. Sapevo a chi apparteneva, era la prima cosa che mi
sarei aspettata da lui, infatti mi girai e lo trovai in posizione
acquattata, con i muscoli tesi, la stessa che aveva usato in passato
per proteggermi. Vidi immediatamente Emmett mettersi davanti a Rose,
non avrebbe mai permesso che le si fosse torto un capello.
Fu
Carlisle a cercare di calmarlo.
“Edward
per favore controllati. Siamo in un luogo pubblico. Torniamo a casa e
parleremo in pace.”
“Carlisle!
Non permetterò che quella vipera di Rosalie aiuti mia moglie
a morire!”
“Edward
vedi di abbassare i toni!”
Questa
volta a parlare era stato Emmett, aveva in viso uno sguardo furioso e
addolorato insieme. Sapevo quanto gli costasse mettersi contro Edward,
perché gli voleva bene, ma non voleva nemmeno che attaccasse
Rose, la sua unica ragione di vita.
Edward
continuava a ringhiare lanciandomi sguardi imploranti.
Lo
so cosa mi stai chiedendo Edward. Ma non posso. Mi dispiace ma questa
volta non esistono compromessi. Come sono sempre stata disposta a dare
la mia vita per te, sarà lo stesso per il nostro bambino.
All’improvviso
non sentii più ringhiare. Lo vidi guardarsi intorno, e solo
in quel momento che c’era quasi una folla radunata intorno a
noi, incuriosita e spaventata dalla posizione innaturale di Edward.
Cercò
immediatamente di riprendere un minimo controllo di sé. E
stessa cosa fece Emmett.
“Andiamo
a casa!” disse Edward con uno sguardo furioso.
Rose
mi prese sottobraccio e delicatamente mi accompagnò alla sua
macchina. Edward subito si bloccò quando vide che sarei
salita con Emmett e Rose, ma subito sentii una calma innaturale che
scendeva su tutti noi, capii subito che era stato Jasper, e lo
ringraziai con un sorriso, che lui ricambiò, ma nel suo
c’era una vena addolorata. In quel momento avrei voluto
sapere cosa provava Edward. Lo vidi girarsi dall’altra parte,
furioso, e salì in macchina con gli altri.
L’ultima a salire fu Alice, che mi lanciò uno
sguardo che non seppi interpretare. Dopo che furono tutti saliti,
salimmo anche noi tre.
All’interno
sentii Rose spiegare a Emmett cosa era successo e quali erano le mie
ragioni, e le sue, per aver accettato di aiutarmi. Non sapevo se lui
fosse d’accordo o meno con la mia decisione, ma disse che era
un mio diritto decidere cosa avessi voluto fare, non avrebbero potuto
obbligarmi con la forza a fare il contrario. Non adesso che
c’erano Emmett e Rose dalla mia parte.
Senza
quasi rendermene conto eravamo arrivati a casa Cullen. Dio come mi era
mancata. Vidi gli altri cinque vampiri scendere dalla Mercedes.
Chissà cosa si erano detti nel frattempo.
Sapevo
solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia
decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre.