The doctor and I

di sofcwrites
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Dolore, sangue, e poi più nulla.

Tutti la guardavano sprezzanti, con disgusto, quasi; ma lei camminava a testa alta, fiera di sé e di ciò che era. Dichiarare la propria omosessualità fu un passo avanti per lei, e non aveva intenzione, proprio ora, di rinnegare la sua vera natura, solo per far felice qualche povera anima destinata probabilmente all’inferno. Ma questo, loro, sembravano non capirlo. Coglievano il suo sguardo fiero come uno di sfida. E questa sfida, la accettavano.

Non capiva dove si trovasse, sentiva solo delle voci, soffuse, quasi le sue orecchie non fossero improvvisamente capaci di captare i rumori esterni; o almeno non come prima.

Una ragazza le si avvicinò. Era una di quelle “popolari”, che lei disprezzava a tal modo da averle sempre odiate a prescindere; un po’ come faceva con il resto del mondo, d’altronde. Il suo sorriso gridava cattiveria, i suoi occhi dolore. Probabilmente l’avrebbe insultata solo perché era ciò che tutti i “popolari” facevano, ciò che loro consideravano essere il massimo del divertimento, probabilmente; probabilmente lei nemmeno voleva farlo, a differenza degli altri, ma doveva, per mantenere la propria cerchia di amici intatta. Ma non per questo doveva essere perdonata, non per questo doveva odiarla di meno, anzi. Le precedenti esperienze le avevano insegnato che proprio quel tipo di persone è quello che ti pugnala alle spalle.
-Be’, cos’è quel sorrisetto che hai sulla faccia? Probabilmente una cosa “gay”, o sbaglio?-
Si mise a ridere goffamente, quasi soffocando con la sua stessa risata.
“Se soffochi ora, saprò per certezza che il Karma esiste, puttana” pensò Noemi.
-Ti sbagli, infatti. E’ fierezza. Sono fiera di ciò che sono. Dovresti imparare cosa vuol dire, invece che nasconderti dietro la maschera che porti-
Quest’ultima frase sembrò colpire la ragazza nel profondo e, per un attimo, sembrò aver perso le sue precedenti intenzioni. Nel frattempo, un gruppo di ragazzi dietro di lei stava raccogliendo una piccola folla che le accerchiassero e le voci di tutti rumoreggiavano nel sottofondo. La ragazza si girò di spalle, e fece un cenno al suddetto gruppo. I maschi camminarono verso la loro direzione e, poi, si fermarono, immobili, di fronte a Noemi.

I sensi cominciarono a riprendersi e sentì tutto il dolore che fino a quel momento era stato coperto dalla confusione. Ora le voci erano ben distinte e, quando percepì le parole “sala operatoria”, improvvisamente ricordò ciò che era successo, e capì, in conseguenza, ciò che stava succedendo in quel momento.
Era stata picchiata, di nuovo. Stavolta un po’ più forte. Si trovava all’ospedale.
Un dolore lancinante le premette lo stomaco e, piano, tutto tornò buio. 


ANGOLO AUTRICE:
Spero che questo prologo possa catturare la vostra attenzione; deciderò se proseguire in base a voi e alle vostre opinioni :)

 




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