Alessandra
Ottobre è il mio mese preferito.
Genova è così bella con le strade rosse di foglie e col sole che splende sempre, ma poco, come se avesse paura di abbagliarti troppo.
Dalla finestra di camera mia vedo un pezzo di mare, e ogni settimana da qualche anno gli faccio una foto, all'ora che capita, un giorno le metteró tutte insieme e ci faró un album.
È martedì sette Ottobre, le sei e mezza di mattina per essere precisi, faccio una breve colazione, mi vesto, metto il dizionario di Greco nello zaino insieme a un po' di quaderni ed esco un quarto d'ora dopo.
L'autobus passa alle sette e venticinque, sono in anticipo di una mezzora, lo faccio sempre.
Abito a San Fruttuoso, un quartiere di semi-centro ma comunque lontano dal Mazzini, il Liceo Classico che frequento.
Amo il mio quartiere, soprattutto a quest'ora, non c'è mai nessuno, solo i vecchietti che fanno le loro passeggiate e che mi sorridono sempre, e il vento che mi scompiglia i capelli.
Oggi c'è il sole.
Il tempo passa velocemente, sedici anni sono pochi, ma sono anche il periodo più bello della vita e io voglio godermeli il più possibile.
Prima ancora che me ne renda conto passa il Diciotto, l'autobus che prendo tutti i giorni, salgo e mi siedo in fondo, vicino a una donna sudamericana e davanti a un ragazzo che credo si chiami Daniele, viene nella mia stessa scuola e non so mai se salutarlo o no, ma nel dubbio gli sorrido sempre.
È una persona incredibilmente interessante.
È alto, abbastanza magro e ha delle mani bellissime, sono una delle prime cose che guardo quando incontro qualcuno.
Ha i capelli castano scuro sempre scompigliati, qualche lentiggine sul naso e gli occhi di un colore indefinito tra il verde e il marrone chiaro.
Il suo sguardo è perso fuori dal finestrino, vede le cose ma non le guarda davvero, è come se non lo interessassero.
Ha sempre le cuffie nelle orecchie, io invece mai, amo la musica, ma se la ascolto fuori mi isola e io odio isolarmi, odio sparire.
Quando mi siedo mi guarda, non mi vede, mi guarda, gli sorrido e per un centesimo di secondo lo fa anche lui, prima di tornare nei suoi pensieri.
A cosa pensi, Daniele?
Salve!
Questa è la mia prima storia,
Il format farà schifo, ma scrivo dalle note dell'iphone visto che non ho il computer e non lo posso cambiare.
Spero si veda lo stesso.
Alessandra e Daniele sono (quasi) completamente inventati, mentre le descrizioni di Genova no, io vivo effettivamente qui e non mancheranno perchè è una città meravigliosa davvero.
Beh, spero che la storia vi piaccia e che la seguirete.
Ciao!
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