Occhi traditori

di Anmami
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    OCCHI TRADITORI

 

-Lo sai.-
-Dai, perché hai cambiato idea?- chiese lei tenendo lo sguardo fisso sull'uomo che le sedeva affianco.
Lui non proferì parola. Si limitò ad osservarla. La guardò intensamente con quei suoi profondi occhi chiari, che nascondevano grandi verità ed una tristezza profonda.
Quelle sue iridi azzurre, porte di quel complesso ed intricato labirinto che era il suo mondo interiore, la scrutavano con una forza tale da farle avvertire un brivido alla base del collo. In quell'occhiata poté leggere con chiarezza la risposta alla sua domanda.

"-Perché hai cambiato idea?-
-Per te...-"


L'uomo distolse prontamente lo sguardo, non appena si rese conto che i suoi occhi avevano rivelato troppo, ma ormai era troppo tardi avevano già dato troppe risposte a quella ragazzina.
Si era presa buona parte di lui, un pezzetto alla volta era riuscita a tirare fuori il suo vero io. Una tale confidenza, per lui inconcepibile, non l'aveva mai avuta neanche con suo fratello Merle. Nessuno lo aveva mai fatto sentire così vulnerabile ed esposto, nessuno gli aveva mai dato quell'aria di "casa". Nessuno gli aveva mai provocato quella sensazione di calore nel petto.
Beth elaborò per qualche secondo quella scoperta e non seppe come rispondere, non trovò nulla che le sembrasse sufficientemente intelligente da dire in quel frangente.
-Oh!- fu tutto quello che uscì dalla sua bocca e maledì la sua goffaggine per quello.
La consapevolezza di essere la causa del cambiamento di prospettiva di Daryl la lambì come una piacevole brezza estiva, aumentando ancora di più la sua speranza in un futuro migliore.
Lui non reagì, continuò ad osservarla di sfuggita, posando il suo sguardo su di lei quasi con timore.
-Per me?- chiese lei con un filo di voce.
Daryl proseguì con il suo silenzio, i suoi occhi, traditori, avevano già fatto un gran casino, rivelando molte cose, più di quante lui avrebbe voluto.
Non era mai arrossito per quanto ricordasse, neanche da bambino, ma in quel momento era certo che le sue guance avessero cambiato colore.
-Stai arrossendo Signor Dixon!- disse Beth con l'intento di smorzare l'imbarazzo della situazione.
-Non dire stronzate.- fece lui cercando di riacquistare il suo solito atteggiamento glaciale.
-Puoi provarci sai?- affermò lei, realizzando un secondo dopo che la frase appena uscita dalle sue labbra potesse risultare fraintendibile.
-Con te?- la incalzò lui sfoderando il suo migliore ghigno strafottente.
-No! Non intendevo quello!- disse lei mentre le sue guance si facevano paonazze.
Lui scosse la testa mentre il suo ghigno diveniva sempre più divertito.
-Intendevo dire che puoi provarci... puoi provare a nasconderti da me, ma i tuoi occhi... mi dispiace per te, ma loro parlano senza bisogno di parole.- affermò Beth ormai al limite del disagio.
Daryl non rispose. Quella specie di sorriso si spense, la sua espressione si fece più seria e ricominciò a fissarla.
Lei allungò una mano sopra il tavolo e tentò di avvicinarla al viso dell'uomo, il quale però si tirò indietro come per paura di scottarsi.
Beth sorrise. Le ricordava molto un gatto selvatico, timoroso e refrattario alle dimostrazioni di affetto.
Si sporse ancora di più verso di lui e poggiò delicatamente la mano sulla sua guancia ruvida. 

"Così micio micio... da bravo... non voglio farti del male."




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