Il
vento le sfilava tra i capelli, le lunghe ciocche corvine ondeggiavano,
si drizzavano a mezz’aria e, come fili di seta nera,
luccicavano sotto il riflesso di uno dei primi limpidi tramonti di
primavera.
Aspirare ad occhi chiusi quell’odore di ciclamino e fiori di
pesco non poteva che inebriarle la mente e offuscarle i
pensieri… era rilassante stare seduta a gambe incrociate su
quella vecchia e larga panca di legno massiccio, spettatrice di tutte
le sue erranti emozioni passate.
Rifugiarsi li, davanti a quel piccolo pezzo di paradiso significava
riappacificarsi con i propri pensieri, allineare le emozioni e
riequilibrare la mente.
I raggi caldi di quel nitido tramonto le sfioravano le braccia e le
lunghe gambe scoperte rendendo la sua pelle chiara ancora
più lucente, un senso di quiete e distensione avvolgeva la
sua figura minuta accovacciata su quell’enorme piano legnoso.
Una folata di vento più forte la destò dalla
meditazione e con un sospiro profondo aprì gli occhi,
riempiendosi i polmoni spalancò le iridi non preoccupandosi
di incrociare quegli ultimi sprazzi di luce solare, ma il riflesso di
quest’ultima sulla calma superficie del lago le
rimbalzò sulle pupille, costringendola a socchiudere le
palpebre.
Non solo il vento ma un fruscio improvviso fu a scuoterla, un
calpestio molesto che schiacciava le poche foglie secche ancora reduci
dell’inverno passato… erano passi a lei familiari.
Sentì sfiorarsi le braccia da due grosse mani, senti due
gambe avvolgersi alle sue… arti fasciati da una ruvida e
grezza stoffa color arancio. Il profumo pungente di muschio selvatico
si insinuò surclassando quello dolce dei fiori di pesco,
avvertire il suo respiro sul collo le destabilizzò di nuovo
i pensieri e le emozioni cominciarono a sparpagliarsi per la mente.
< Ancora con la "posizione del loto"? > Le
sussurrò nell’orecchio.
< Mi rilassa! Dov’eri?>
< Da Genio! > Cominciò a sfiorarle le braccia
e risalire sul collo cercando di rendere il suo tocco rude un
po’ più delicato.
< Ah, capisco!>
Volto leggermente il viso, incrociò i suoi occhi tra le
proprie ciocche color carbone e si rigirò davanti
continuando ad ammirare il sole che cadeva nelle acque cristalline del
lago.
Da dietro, lui affondò il proprio mento tra il niveo collo e
la spalla appena scoperta da una t-shirt dal collo troppo largo.
< Profumi di buono!>
Sentì la mascella vigorosa muoversi sulla sua spalla, un
sorriso le attraversò le labbra.
< E’ il profumo dei fiori degli alberi! Forse hai
fame? >
< Forse…>
Una scia umida la fece rabbrividire… sentire la sua lingua
sulla sua pelle le stava quasi facendo perdere i sensi, chiuse gli
occhi buttandoli al cielo.
Dischiuse leggermente le labbra emettendo un gemito, sentì
che le forti braccia la strinsero ancora di più,
appoggiò la sua schiena al petto robusto dell’uomo
dietro di lei, lasciò cadere la testa all’indietro
poggiandola sul suo collo vigoroso.
Apri gli occhi solo quando lui smise di carezzarle ogni centimetro di
pelle scoperta.
Rialzò la testa e vide che il sole era quasi scomparso
facendo spazio al buio della notte.
< È l’ultimo spicchio di sole che cala nel
lago. >
Disse lui con voce roca e profonda, forse lei non l’aveva mai
sentito parlare così.
Si voltò e, un po’ per dispetto per averla
lasciata sola tutto il giorno e un po’ per divertimento, fece
per baciarlo ma ritrasse le labbra prima che lui le potesse fare sue.
Si alzo di scatto dalla panca, gli fece una linguaccia, un piccolo
sberleffo e si avviò verso la casupola a poche decine di
metri di distanza.
Con gli occhi spalancati che luccicavano alle prime ombre della notte
lui si portò una mano alla nuca non capendo cosa volesse
fargli capire la donna.
Uno sbuffo di vento lo fece leggermente rabbrividire, si
alzò dalla panca e stirò le muscolose braccia,
girò il collo a destra e a sinistra e si avviò
anch’egli verso la piccola dimora nel bosco.
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
Aprì la porta di casa, il silenzio aleggiava sovrano, la
cucina era quasi del tutto inondata dall’ombra notturna, un
cigolio attirò la sua attenzione: era l’anta della
finestra che veniva mossa dal vento, un po’ di inquietudine
trapassò il corpo dell’uomo… meglio
accendere le luci.
Aggrottò leggermente le sopracciglia quando la luce
artificiale delle lampadine inondò la stanza, si
voltò in cerca di una piccola figura familiare…
ma dov’era finita?
Salì con molta calma le scale che l’avrebbero
portato alle camere da letto e ai bagni, forse stava in camera? Magari
sotto la doccia?
Tese l’orecchio in attesa di scoprire la verità,
restò fermo dinanzi alla porta d’entrata del bagno.
Ebbe un sussulto quando due esili braccia lo tirarono e lo
trasportarono con non poca fatica nella camera da letto alle sue spalle.
Si lasciò portare, poi attraversata la soglia della stanza
la donna lo lasciò e lui potè voltarsi.
Accese la luce e la trovò con le mani sui fianchi, le lunghe
gambe piantate a terra una dietro l’altra in posizione da
combattimento e gli occhi neri rilucenti e birichini che lo scrutavano
in attesa.
La squadrò da capo a piedi, non l’aveva notata
prima, la “posizione del loto” e
l’imbrunire non gli avevano permesso di analizzare bene cosa
avesse indossato: una sottilissima t-shirt di cotone giallo,
era abbastanza lunga da poter essere indossata da sola, il collo era
slabbrato e cadeva sul lato scoprendole la spalla…
Le lunghe gambe scoperte… il tessuto sottile…
stava andando troppo oltre con la mente, meglio ascoltare
cos’aveva da dire.
< Sei arrabbiata con me? >
< Mi hai lasciata da sola tutto il giorno! >
Abbassò lo sguardo < Mi dispiace >
si morse le labbra, forse aveva ragione, non doveva lasciarla sola
troppo tempo.
Il cuore della donna ebbe un piccolo fremito, sentire la voce
dell’uomo più forte del mondo pronunciare quelle
parole era davvero molto strano.
< Non farlo mai più! > incalzò con
voce rotta abbassando le braccia lungo i fianchi.
Al suono esitante di quelle parole lui alzò lo sguardo, e in
quel momento, quando vide la sua donna con i pugni serrati e lo sguardo
abbassato senti qualcosa scoppiargli nel petto, il cuore non aveva
retto?
Lei sapeva di non essere del tutto convinta di ciò che aveva
detto, era impossibile che non l’avesse lasciata mai
più da sola in casa…
Tuttavia si ammorbidì quando senti il corpo caldo
dell’uomo avvicinarsi a lei e stringerla contro il suo petto,
una mano le prese la testa e l’appoggiò sui
pettorali scolpiti, l’atra mano le accarezzava la schiena e
le spalle.
< Mi dispiace > sussurrò di nuovo baciandole
la testa e appoggiandone il viso sopra.
Le piccole mani scorsero lungo la linea di quella angusta cintola blu
che indossava, ne trovo il nodo e la sciolse, la tuta arancione si
gonfiò quando la cinta si slegò e cadde a terra.
Staccò leggermente il viso e il corpo dall’uomo e
con quelle stesse mani impertinenti aprì la tuta per
accarezzargli il petto nudo.
Lui la lasciò fare, quando sentì poi la manina
della donna insinuarsi al di sotto del bacino la fermò, le
blocco i polsi e la costrinse a guardarlo, quando i quattro occhi neri
si incontrarono i loro respiri affannati si fecero ancora
più intensi.
Le alzò le braccia, si sporse in avanti per baciarla, lei
fece altrettanto...
“Il bacio è un dolce ritrovarsi dopo essersi a
lungo cercati”… mai massima è stata
più vera!
Quel gesto così inconsulto spazzò via tutte le
incertezze della donna e tutte le preoccupazioni dell’uomo.
La prese in braccio, lei aprì le gambe e lo
avvinghiò a se, continuavano a baciarsi e divoranti di
passione sospiravano e gemevano.
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
Una ventata spalanco la finestra facendo ondeggiare la leggera tenda.
I capelli corvini del ragazzo semi-sdraiato sul letto con una mano
dietro la testa, si mossero sotto il soffio imponente del vento.
Abbassò la testa e lo sguardo si posò su quella
esile ragazza che si era appena addormentata sul suo petto.
I lunghi capelli neri sparpagliati sulle piccole spalle ricadevano
fluenti come le onde alla foce di un fiume, il viso rilassato e gli
occhi chiusi la rendevano davvero indifesa.
Non erano i fiori degli alberi a profumare di buono…
Rialzò lo sguardo verso la finestra e vide oltre le ante il
lago calmo e tranquillo, nella sua superficie si specchiavano tutte le
miriadi di stelle di quella splendida notte di primavera.
Quando sentì una leggera pressione sulla pancia
abbassò di nuovo gli occhi e incrociò quelli
vispi della moglie.
< Che ore sono? Devo preparare la cena! >
l’estrema dolcezza con il quale pronunciò quelle
parole fece si che il marito le strappasse un bacio.
< Non è mai troppo tardi per mangiare! > le
disse l’uomo schioccandole un altro bacio.
Si alzò a mezzo busto coprendosi il seno con il braccio,
infilò gli indumenti ancora sul letto e si drizzò
in piedi.
Lui la vide scavalcare con un piede il suo corpo e piazzarsi davanti,
sentiva i piedi freddi sfiorarle i muscoli del bacino, la scrutava dal
basso in tutta la sua bellezza poi con un gesto rapido lei si
curvò su di lui con la schiena dritta e lo fissò
negli occhi
< Non credere che sei perdonato!>
Rimasero entrambi incatenati, occhi negli occhi, come se
un’attrazione sopita e un impulso irrefrenabile impedisse che
guardassero altrove.
Un piccolo sbuffo d’aria, entrò dalla finestra e
scostò il tessuto sottile della t-shirt sul fondoschiena
della moretta destandola dall’ipnotico sguardo del marito e
facendola rabbrividire.
Scattò come una molla e ritornò a sovrastare la
nerboruta figura dell’uomo sotto di lei che continuava ad
accarezzarle ogni parte del corpo con lo sguardo.
Con un piccolo saltello scese dal letto e si avvio versò il
piano di sotto.
< Sta molto attento!> si sentì in
lontananza.
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
Scese in cucina attirato da un profumino invitante, la vide trafficare
con padelle, pentole e tegami di vario tipo e genere, sempre con
indosso quel misero pezzo di stoffa.
Si appoggiò allo stipite della porta e continuava a
scrutarla.
Finito di cucinare, mise tutto sulla tavola e si sedette stizzita, lui
la raggiunse e insieme cenarono.
< Ehi, amore, mi spieghi cos’è
successo?>
Gli rivolse uno sguardo eloquente che celava mille interrogatori,
mentre lei continuava ad andare su e già dalla tavola al
ripiano della cucina.
Lei si bloccò e si voltò
< Come non noti nulla di diverso? > fece due passetti in
avanti, posò le mani sui fianchi e scostò la
testa.
< … hai tagliato i capelli? > disse
l’ingenuo marito grattandosi la nuca.
Si fermò di botto e lo fulminò con lo sguardo
< No! Non ho tagliato i capelli, vedi
meglio…> con una piroetta girò su se
stessa, la leggera t-shirt si riempi d’aria e i lunghi
capelli si alzarono leggiadri.
Non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di diverso nella sua donna
quella sera, un solo pensiero era fisso nella mente: la t-shirt gialla
iper-leggera e cortissima.
< Beh, tesoro, non riesco proprio a capire!>
Lei sconfitta tirò giù le spalle,
rilasciò il fiato sospeso e si rigirò per
trafficare con i tegami di terracotta e le padelle in pietra lavica.
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
Dopo due ore era stesa di nuovo sul letto, stavolta con indosso una
leggera canotta e un pantaloncino e guardava il soffitto.
La luce della lampada illuminava solo metà stanza,
il vento passava attraverso la finestra socchiusa e
continuava a muove la sottile tenda... all’improvviso si
ricordò del marito e si affacciò proprio al bordo
del giaciglio coniugale e lo scorse intento a fare degli esercizi per
gli addominali.
< Ma davvero non hai capito nulla? > gli chiese mettendo
su un mezzo broncio.
< ..mmm…> fu la risposta, poi smise di
faticare e si alzò.
Scostò il lenzuolo e si stese sul letto, la moglie
scrutò tutti i suoi movimenti con fare interrogativo.
Con una dolcezza infinita prese la donna, la trascinò a
sé, la fece accomodare, di spalle, tra le sue possenti gambe
e l’abbracciò.
Affondò la bocca sotto il suo collo profumato e liscio, la
riempi di tanti piccoli baci, poi alzò la testa e disse:
< Se sarà maschio che dici di chiamarlo Gohan?
>
Un fremito passò nel cuore della donna, aveva capito!
Socchiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle forti braccia
del suo unico amore.
< Tutto ciò che vorrai, Goku! >
OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
un figlio...
una parte di
me è in lei...
lei...
la mia donna...
mia moglie...
la mia
amante...
la madre di
mio figlio....
il mio
più grande amore!
Eccomi di nuovo con
una nuova One - Shot... stavolta Chichi/Goku.
che ne dite? Forse
non dovevo pubblicarla... se devo toglierla di mezzo basta dirlo!
Grazie. Un bacio iza
Altra questione...
la continuo?
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