Lo
ripeto in caso qualcuno non avesse notato
l’avvertimento: non è che è spoiler, di
più! Non legga chi non segue le scan!
Protesi
di colpa
«
Come sta? » le chiede Naruto entrando in sala,
senza badare al rumore stridente che provoca quando, sbadatamente, fa
scivolare
la tazza sulla superficie neanche troppo liscia del piano da lavoro
della
cucina. Le sembra
che con le dita della
mano destra riesca a fare qualche piccolo movimento, come se volesse
battere il
ritmo di una qualche canzone sulla coscia.
« Uguale. » dice, tornando a guardare
Sas’ke, rispondendo al suo posto per
evitargli qualsiasi sforzo. Gli poggia una mano sulla fronte.
« Sembra solo un
po’ più fresco. »
« Mh, » mugugna Naruto. Lo guarda versarsi il
tè nella tazza con il braccio
sinistro, quello buono che non gli pende sul fianco senza muoversi,
riuscendo a
versarne la metà sul piano.
« Ne rimarrà un po’ per
Sas’ke? » chiede, dubbiosa.
« Sempre che riesca a mettersi seduto per bere...»
Naruto schiva il cuscino che lei gli lancia all’ultimo
momento. Lo vede
sorridere a tal punto da riuscire a fare emergere i lati della bocca
dalla
tazza appoggiata sulle sue labbra.
« Idiota. » lo rimbecca., però anche a
Sakura viene da sorridere.
« Già. » dice una voce apparentemente
fuori campo. « Idiota. »
Gli ci vuole più di quanto tutti e tre si aspetterebbero, ma
Sasuke riesce a
sollevare la schiena dal divano e si siede, senza però
riuscire a mantenere una
posizione che possa sembrare composta. Le ginocchia cominciano ad
allontanarsi
l’una dall’altra e il sedere a scivolare in avanti,
mentre la testa raggiunge
con un tonfo sordo la spalliera. Sakura si alza e va a prendere una
sedia.
Sasuke cerca di collaborare quando capisce che Sakura sta poggiando le
sue
gambe sulla sedia per farlo stare comodo, ma smette quando lei gli dice
quello
“Smettila” divertito di chi crede di non stare
facendo niente di così
importante o faticoso. Gli si siede di nuovo affianco e Sasuke, con un
movimento lento, molto lento, della
mano, la fa cenno di sedersi dall’altra parte del divano, sul
suo lato destro,
quello buono. Lo accontenta ed
è
felice di averlo fatto quando la mano di lui si lascia cadere sulle
proprie
cosce, pronta per essere carezzata alla stregua di un gatto. La mano,
nota
Sakura, è sudata.
« Tè? » chiede Naruto
dall’altra parte della sala.
« No. » risponde lui. Sakura vorrebbe ammonirlo
dicendogli di non parlare
affatto a meno che non sia strettamente necessario, e di limitarsi a
semplici
gesti del capo. Ma Sasuke ha abbandonato l’idea di non essere testardo ancor prima di
prenderla davvero in
considerazione, forse all’età di sette anni.
Lancia uno sguardo vagamente
irritato a Naruto, per la prima volta sperando che ci sia il silenzio
più arido
che abbia avuto il piacere di ascoltare in quella stanza, per non far
sforzare
Sasuke, per non farlo partecipe delle conversazioni a cui, da qualche
tempo a
quella parte, sembra essere più avvezzo.
« Forse Tsunade è un po’ troppo
ottimista riguardo a questi cosi.
» dice però Naruto pochi minuti
dopo. Vede Sasuke aprire un occhio, come per voler far vedere di
riuscire a
prestare attenzione.
« Il tuo sembra funzionare. » lo rimbecca,
stancamente e con un tono di voce
che si affievolisce ad ogni parola. Naruto neanche se
l’aspettava una risposta
ma quando Sasuke smette di parlare e richiude il suo occhio sonnolento, lui le lancia uno sguardo
speranzoso per chiederle
“Ti prego Sakura-chan, fammi rispondere a quel bastardo come
si deve, anche se
questo dovesse comportare un suo ulteriore sforzo!”
Sakura manda gli occhi al cielo ma poi annuisce.
« Non così tanto, » Naruto da
un’occhiata al braccio fasciato, Sakura vede gli
occhi assottigliarsi nella concentrazione e poi il volto rilassarsi
nuovamente
dopo pochi secondi. « Lo muovo solo di qualche centimetro.
»
Naruto si siede affianco a Sasuke sul divano, quasi sul bracciolo visto
il poco
spazio, e gli scompiglia i capelli sapendo che non ha la forza
necessaria per
reagire. La mano di Sasuke si muove sulle sue cosce, pronta ad
azzardare una
contromossa, ma Sakura gliela blocca tra le sue e prende a massaggiarne
il
dorso con il pollice.
« Solo tu stai reagendo male all’impianto,
Sas’ke. » lo schernisce, giusto un
attimo prima che Sasuke, dopo averla distratta con uno sguardo
carezzevole che
si era spostato dalle loro mani intrecciate alle sue labbra –
perché conosce le
sue debolezze, lui – fa sgusciare via la mano da quelle di
Sakura e, con un
movimento tremendamente semplice e repentino, fa rovesciare il
tè bollente
addosso a Naruto. Naruto che impreca, anche poco elegantemente.
« Basta per favore. » dice prima che Naruto possa
azzardare un pugno e Sasuke
accogliere ben volentieri la sfida. Fa segno a Naruto di sedersi al suo
fianco,
opposto a Sasuke, e lui non fa troppe storie. Sussurra solo un
“dannato
bastardo” tra i denti digrignati, e Sasuke, in risposta,
blatera “Come vedi non
mi serve l’impianto”.
Cade di nuovo il silenzio mentre Naruto, alla sua destra, cerca di
sventolare
la maglietta che ha indosso per far asciugare e raffreddare il
tè, e Sasuke,
alla sua sinistra, chiude nuovamente gli occhi e porge di nuovo la mano
a
Sakura, sicuro che lei non lo priverà delle attenzioni solo
a causa di una
docile disobbedienza.
Nonostante gli impianti non stiano funzionando propriamente, le sembra
che la
situazione sia quasi normale se non deliberatamente adatta
a loro tre. Come se essersi disintegrati due braccia sia il
modo di far entrare Sakura nel mezzo e farli funzionare lo stesso, in
un modo o
nell’altro.
« Sono solo i nervi. » dice a bassa voce. Nessuno
dei due si gira a guardarla
ma sa che entrambi sono in ascolto.
« Ci vuole solo un po’ più di tempo. Le
cellule sono ben irrorate, e sono vive,
i vasi sanguigni sono stati connessi. Sono solo i nervi...»
porta la sua mano
libera alla bocca e si morde un’unghia prima che Naruto le
blocchi il polso,
trascinando la sua mano giù, sulle cosce, accanto a quella
aggrappata a Sasuke.
« Ci vuole solo un altro po’ di tempo. Gli serve
più tempo e poi funzioneranno
anche i nervi. »
« Certo, Sakura-chan. » conclude Naruto con un tono
di voce che non ammette
repliche. Sakura si rende conto che il suo, di tono, è stato
a malapena
convincente. Naruto si alza e le rifila un bacio sulla fronte, mentre
Sasuke si
becca la solita scompigliata di capelli a cui, stavolta, rinuncia di
reagire,
abbandonando coscienziosamente la battaglia.
« Passo da Hinata. » dice mentre si dirige alla
porta, « A dopo. »
« A dopo. » gli risponde. Sasuke sembra tirare un
sospiro di sollievo quando
sente i passi allontanarsi e farsi a malapena percepibili.
« Adesso potrai riposare. » gli dice poggiando la
testa sulla sua spalla.
Sasuke si lascia scivolare addosso a lei nello stesso modo, Sakura vede
le
ciocche più lunghe di Sasuke ricaderle sulla fronte dopo che
lui ha poggiato la
propria testa sulla sua. Lui grugnisce qualcosa di incomprensibile.
Sakura sa
che dovrebbe stare zitta e farlo dormire.
« Sas’ke-kun...» però si
ritrova a dire all’improvviso. Sente fisicamente i
suoi occhi aprirsi, come se le sue palpebre facessero rumore.
« Sono un medico. » gli dice. Sasuke non emette un
suono che sia uno.
« So riconoscere quando un paziente rifiuta le cure.
»
Sasuke sospira e si allontana da lei, e Sakura si pente di aver aperto
bocca e
di averlo fatto faticare. Lui si alza a sento e, senza riuscire ad
arrivare
troppo lontano, si lascia cadere sulla sedia su cui poco prima teneva
poggiati
i piedi. Sakura si lascia sfuggire un sospiro al pensiero che lui abbia
sentito
il bisogno di allontanarsi, anche se solo di un metro.
« Mi sono fatto impiantare il braccio. » risponde
lui cercando di suonare il
più aspro possibile per contraddirla; Sakura lo guarda, quel
braccio fasciato.
« Le suggestioni psicologiche- »
« Sakura. » dice, mettendola a tacere. Lei si morde
un labbro prima di dire
cose di cui poco dopo si pentirà sicuramente.
« Forse dovresti smetterla di sentirti in colpa, per una
volta nella vita. »
Sasuke apre gli occhi che non le sembrano più molto
febbricitanti nel momento
in cui si fissano nei suoi. Il rimorso ha già fatto strada
nel suo corpo. Lui
si alza e Sakura sta per imitarlo quando lui le fa cenno di rimanere
seduta. Sa
che se non riuscirà a risolvere la situazione entro pochi
minuti lui non le
parlerà per giorni. Lo guarda attentamente mentre si versa
una tazza di tè
senza riuscire ad ottenere un risultato migliore di quello di Naruto.
Lei si
alza e disobbedisce ai suoi ordini. Gli si avvicina e gli prende il
volto tra
le mani, consapevole del fatto che ora può permetterselo,
anche se lui non
vuole.
« Ci ho lavorato anche io a questo braccio, lo so come
è fatto. È perfetto.
» Sasuke la guarda mentre
prende piccoli sorsi di tè. Sakura si chiede non sia
già abbastanza per fargli
capire che la colpa non è della medicina. Sempre che ci sia
colpa, in quella
situazione, a parte quella che prova Sasuke.
« Non possono esserci complicanze. » aggiunge
quando vede che lui ha
ricominciato ad ignorarla. « Non c’è
nessun post-operatorio. È perfetto.
Ma tu hai la febbre,
continuamente Sas’ke, e i nervi...» non riesce a
nascondere la preoccupazione e
la prima – o meglio, l’unica – a versare
lacrime è come sempre lei. Sasuke posa
la tazza di tè sul piano e le cinge la vita con il braccio
sano, lei si poggia
di nuovo sulla sua spalla.
Sas’ke era diventato così sensibile alle lacrime,
ultimamente.
« Cosa vuoi che sia un braccio in meno. » le dice
quasi a cuor leggero, e le
costringe la testa sulla propria spalla quando lei cerca di alzarla, di
guardarlo, con quegli occhi enormi.
Sakura stringe le labbra, quasi offesa quando realizza che, dopo tutto
ciò che
la vita era riuscita a riservare a Sasuke – tutte le disgrazie che era riuscita a riservargli
- , lui ha iniziato ad
assumere quella sgradevole tendenza ad accontentarsi.
Per un solo attimo si chiede se non sia anche lei, anche il suo
accettarla
nella propria vita, un accontentarsi.
« Smettila e basta. » sussurra al suo collo mentre
Sasuke comincia a toccarle i
capelli. « Smettila e basta. Tu meriti
tutto questo, Sas’ke-kun. »
Lui blocca la mano a metà lunghezza e Sakura alza la testa
dalla sua spalla quando
capisce che ha perso la concentrazione, e lo guarda dritto negli occhi.
Lui si
china poco in avanti e lei lo ferma nonostante si sia ripromessa di non
impedire mai a Sasuke di manifestare affetto, quelle poche volte che lo
fa.
« Te lo meriti. »
E nella sua mente fa una nota mentale che dice di ripetere ogni cosa
– ogni
cosa di valore –almeno due volte, perché solo dopo
averle ripetute sembrano
sortire davvero un effetto su di lui.
Sasuke cerca di nuovo un minimo di distanza dopo il suo rifiuto ma
Sakura non
gliela concede stavolta. Si mette di fronte a lui, poggiato al piano
della
cucina, e cerca il suo sguardo che vaga ovunque. Lo vede irrigidirsi.
Sa che
lui potrebbe elencarle milioni di motivi per cui non si meriterebbe
nulla dalla
vita, ma gli è grata perché, nel momento in cui
lei poggia una mano sulla sua
guancia, lui la lascia vincere, e rimane in silenzio. Sakura lo sa che
la lista
è lunga, e spera che a poco a poco, con il passare del
tempo, Sasuke possa
dimenticarsi punto per punto.
È lei a sporgersi in avanti quella volta, pensando che un
bacio non gli costerà
comunque troppa energia.
°°°
«
Sono torna- oh, e che diamine! »
Sakura ritira la lingua e la richiude dentro la bocca, rossa in viso,
mentre
sente lo sguardo di Sasuke addosso e quello di Naruto su entrambi loro.
« Non dovevi andare da Hinata? » Sasuke ha le
labbra rosse, terribilmente
umide, e gliele guarda mentre lui le muove e parla, finalmente senza
affanno.
Si morde le proprie per trattenersi dal baciargliele di nuovo.
« Mh, » risponde scocciato Naruto. «
Aveva da fare. »
Sakura vorrebbe girarsi, dare le spalle a Sasuke e iniziare una normale
conversazione con il team 7 al completo, ma qualcosa
la blocca.
« Come va il braccio? » chiede Naruto sdraiandosi
sul divano quasi
disinteressato, senza aspettarsi nessun cambiamento –
consistente o meno.
Sakura guarda il braccio fasciato di Sasuke e scorge quel qualcosa che
non le
permettere di muovere un solo muscolo. Due, solamente due dita sono
aggrappate
alle sue. L’indice e il medio di Sasuke sono arrotolati
intorno al suo indice e
al suo medio, quasi unite in un segno di pace un po’ lento ma
non per questo
meno importante. Guarda Sasuke e le sembra che sia stato preso alla
sprovvista
anche lui, come se non se ne fosse reso conto.
« Credo che Sas’ke-kun stia vincendo. »
dice Sakura.
C’è un attimo in cui vede Sasuke ghignare e sente
Naruto rizzarsi sul divano in
cui le sembra di essere tornata al tempo delle sfide pericolose tra
compagni di
squadra. E la cosa la fa sentire terribilmente a casa.
«
Che cosa?! Ma come è possibile! Fino a cinque
minuti fa era un vegetale!
»
Ed
eccoci qui. Beh, non la prima cosa a cui i fan
del manga di Naruto penserebbero considerando che tutto è
finito bene, sono
tutti felici, tutti hanno felicemente procreato tranne qualche impavido
che ha
deciso di andare controcorrente, ma io, ovviamente,
avevo bisogno di angst. Questo non gli si avvicina neanche lontanamente
in
realtà, ma non poteva essere tutto rosa e fiori, no. Quindi, in caso qualcuno avesse
percepito quelle atmosfere
tese, quei botta e risposta, quel Naruto non poi così
scintillante - non sono
molto brava con le sottigliezze, lo so, dovrei smettere di provarci e
metterci
una pietra sopra –, ma se qualcuno ci fosse riuscito, e in
questo caso vi ringrazio
infinitamente per essere andati alla ricerca di angst tra il mucchio di
fesserie che ho scritto, allora sì, sappiate che era tutto
voluto. Perché ho
bisogno di angst. Qualcuno. Mi dia. L’angst.
Per favore.
Un giorno
scriverò cose gioiose. Un giorno. Forse.
In
compenso le vostre recensioni potrebbero rendermi
un po’ più gioiosa, sì, quindi aspetto
con ansia i vostri pareri. In caso
vogliate leggere qualcosa di agnst, beh...allora restate pure in
silenzio, e
tra qualche giorno vedrete apparire sulla bacheca una storia
tremendamente
tragica.
Beh,
basta lagnanze comunque. Spero abbiate
apprezzato!
A
presto
umavez
Ah,
piccola spiegazione del titolo (i miei titoli
diventano sempre più brutti, io davvero non so come
rimediare!): detta in
maniera molto semplice, è come se la protesi al braccio,
l’impianto, fosse la
materializzazione dei sensi di colpa di Sasuke, che dopo tutti i
macelli che ha
creato, non riesce a mandare giù il fatto di essersela
cavata piuttosto bene
alla fine, senza neanche una minima mutilazione (io mi aspettavo almeno
la
cecità! Almeno da un occhio, insomma!). Quindi Sasuke
continua sulla strada già
tracciata da anni delle paranoie mentali, e sente di dover essere
privato
almeno di qualcosa per punizione, e quindi ecco qua la storia del
braccio e
delle suggestioni psicologiche. Se adesso state pensando “che
cagata”, allora
complimenti, avete seguito il mio stesso filo di pensieri!
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