Chapter V - One and Only
You've been on my mind,
I grow fonder every day,
Lose myself in time,
Just thinking of your
face,
God only knows why it's
taken me so
long to let my doubts go,
You're the only one that
I want.
I don't know why I'm
scared,
I've been here before,
Every feeling, every
word,
I've imagined it all...
Quando si materializzarono nel salotto di casa sua era ormai sera, la
neve aveva ricominciato a scendere fuori dalle finestre e una lieve
elettricità aleggiava nell'aria. Hermione si teneva ancora
vicina a Fred, che l'aveva stretta a sé, lo sguardo basso e
le gote arrossate. Quella vicinanza, insieme al ritmo cadenzato dei
loro cuori, avevano il potere di scaldarle l'animo.
Le luci erano spente, così prese la bacchetta da una delle
enormi tasche del cappotto e mormorò
- Lumos - un bagliore
si espanse dalla punta della bacchetta, illuminando le loro figure e
parte dell'ambiente circostante. Quella luce le colpì gli
occhi, costringendola a chiuderli per qualche istante e riaprirli solo
quando sentì una mano carezzarle il viso, trovandosi davanti
gli occhi di Fred. L'unico che riuscisse a vederla, in ogni singolo
aspetto, dietro ogni sorriso o parola non detta.
Inspirò, mordendosi un labbro, desiderando con ogni fibra
del suo essere, per la prima volta in maniera cosciente, che lui la
baciasse. Poteva contare le lentiggini sul naso e notare tutti quei
particolari di cui fino a quel momento non si era resa conto,
consapevole di avere ancora tanto da imparare sul suo conto, ma che non
le sarebbe mancato il tempo per farlo
- Puoi
aspettarmi qui? - gli chiese, un po' impacciata, pigiando finalmente
l'interruttore che illuminò il grande lampadario situato
nella stanza e mormorando un Nox
- Devo cercare alcune cose.
- Cosa? -
non accennava neanche a staccarsi da lei
- Lo
vedrai. - sciolse l'abbraccio e con un sorriso si defilò
verso il corridoio.
Era felice, quasi si mise a canticchiare mentre avanzava verso lo
sgabuzzino. Aprì la porta e tirò la catenella che
azionò la lampadina, rivolgendo uno sguardo sconsolato agli
scaffali ricolmi di cianfrusaglie che prima o poi si sarebbe dovuta
decidere a riordinare. Formulò un incantesimo di appello e
poco dopo si diresse verso il suo ospite con due pacchi sottobraccio,
uno per ogni lato
- Ti sei
forse data ai traslochi? - chiese Fred, occhieggiandola
- Ah-ha,
divertente. - fu il suo commento - Davvero, ma no. Quando vedrai cosa
nascondo ci divertiremo, ne sono certa.
- Bene,
allora fammi vedere... - allungò le mani, ma lei si
scansò
- Eh no,
bello mio! Dovrai aspettare.
-
Aspettare cosa?
- Di
essere nel luogo giusto. - rispose sibillina, il ragazzo
sogghignò
- Non
posso credere che tu sia così crudele! Adesso
imploderò per la curiosità, lo sai vero?
- Il punto
è proprio questo.
- Che
donna senza cuore sei - l'accusò con fare melodrammatico -
Dovresti avere pietà per una mente semplice come la mia, non
infierire a questo modo!
-
Semplice?! Ah! Fred, se Freud fosse ancora vivo, credo che tu e tuo
fratello sareste capaci di far impazzire persino lui!
- Chi?!
- Lascia
perdere. - concluse, sbuffando - Piuttosto, perché non
cerchi di fare il gentiluomo e prendi una di queste scatole? - lui
incrociò le braccia al petto, arricciando le labbra
-
Così io dovrei fare il gentiluomo, ma tu puoi essere crudele
e farmi cuocere a fuoco lento?
-
Esattamente.
- Non ci
penso neanche!
- Fred!
- Mia cara
Hermione, - esordì, cirdondandole le spalle con un braccio,
aumentando – consapevolmente?
– il peso che le gravava addosso - sai in cosa consiste un
compromesso?
- Non
scenderò mai a patti con te.
- Dovrai
farlo, se vuoi che ti aiuti.
- A volte
mi chiedo se tu e il tuo compare non sareste stati splendidamente a
Serpeverde...
- Adesso
mi offendi!
- Non
credo affatto, visto il modo in cui stai cercando di ricattarmi.
- Persuaderti.
-
Persuadermi, certo...
- Potrei
usare anche altri mezzi, volendo, ben più piacevoli... - lei
gli rivolse un'occhiata sarcastica
- E tu
credi davvero che io mi lascerei convincere da te?
- Le
persone sono capaci di fare cose inaspettate, a volte.
- Non io.
- Oh,
invece anche tu, dovresti ricordarlo. - la ragazza sbatté
gli occhi un paio di volte, spaesata.
Possibile...?
-
Ricordare cosa? - chiese candidamente, mentre lui piegava le labbra in
un sorriso forzato
- Niente,
lascia stare.
- Oh
bè, come vuoi. - disse lei, continuando sulla scia di
quell'atteggiamento finto inconsapevole - Mi è venuta
un'idea! - esordì infine, lasciando cadere dalla braccia i
due pesanti pacchi, i quali caddero esattamente sui piedi di Fred
- Merlino,
Granger! Adesso tenti addirittura di uccidermi?! -
- Su,
quante lagne. - il suo tono di voce era lo stesso che avrebbe usato per
rivolgersi a un bambino di cinque anni, continuando a trafficare con il
cassetto della scrivania - Trovata! - esclamò infine,
mostrandogli una cravatta leggermente sgualcita, nera, di certo
appartenente al padre - Mio padre non è mai stato una
persona molto ordinata, sai com'è...
- Una
caratteristica ereditaria, a quanto ho potuto vedere. -
mormorò, massaggiandosi un piede
-
Bè, nessuno è perfetto.
- Merlino,
grazie per avermi fatto vivere abbastanza a lungo da poter udire una
simile frase! - disse, inginocchiandosi con le braccia protese verso il
soffitto
- Ma
quanto puoi essere idiota, tu?! - lui la guardò, accennando
ad aprire la bocca - Fermo, non dirmelo! Non lo voglio sapere. - lo
bloccò, mettendogli una mano sulle labbra - Adesso chiudi
gli occhi - ordinò, lui la guardò stranito - E
adesso che c'è?!?
- Non
avrai intenzione di bendarmi?!
- Fred, ti
ho appena dato dell'idiota, non farmi pentire di essere stata troppo
magnanima.
- Ma
Hermione, - iniziò lui, uno sguardo che non lasciava
presagire nulla di buono - se volevi darti a certi... giochini con me,
non c'era bisogno di fare tutta questa scen... Ahia! - lo schiaffo alla
nuca con cui l'aveva colpito non l'aveva visto neanche arrivare
- Giuro
che se non la smetti di fare il pervertito, ti lascerò qui e
me ne andrò da sola. - lo minacciò
- Oh,
andiamo Mione,
- storse il naso a quel nomignolo - non credi di essere già
stata abbastanza crudele nell'avermi taciuto il contenuto di queste
scatole? - le indicò, alzandosi in piedi
- Mi pare
il minimo, dopo tutto quello che mi hai fatto passare in questi ultimi
giorni.
- Vorresti
forse insinuare che le ore passate in mia compagnia non sono state le
più belle e avventurose della tua esistenza?
-
Sull'avventurose potrei anche essere d'accordo, ma sul belle... avrei
più di qualche obiezione.
-
Hermione, così mi ferisci! - il tono finto scandalizzato
- Non puoi
immaginare quanto mi dispiaccia, ma qualcuno doveva pur fare il lavoro
sporco. - affermò incolore
-
Chissà perché, però, alla fine sei
sempre tu a farlo.
- Mi pare
evidente il perché: - disse, tendendo il dito indice - tutti
gli altri sono troppo immaturi o codardi per farlo. - al che lui fece
per ribattere, ma lei lo fermò appena in tempo - Adesso fa'
il bravo e lasciati bendare. - si avvicinò e lui si
coprì il viso con le mani
- Come
faccio ad essere certo che non attenterai alla mia vita?
- Fred...
l'unico modo per ucciderti, sarebbe riuscire farti stare zitto!
- Va bene,
va bene! Hai vinto, contenta? - chiese retoricamente, chinandosi verso
di lei.
Troppo vicino!,
pensò Hermione, i loro nasi che quasi si sfioravano
- Ok,
adesso chiudi gli occhi - esordì, annodando la cravatta non
troppo stretta sul retro della testa - Vedi qualcosa? -
domandò ancora la ragazza
- Stai
facendo qualche gestaccio?
- Certo
che no! - lo udì emettere uno sbuffo deluso
- Allora
no.
- Molto
bene! Adesso prendi questi, - gli ficcò tra le braccia i due
scatoloni - così possiamo andare. -
- Sei una
despota, non so come ho potuto lasciarmi ingabbiare da te!
- Poche
storie e non muoverti troppo, o rischiamo di perdere qualcosa durante
il viaggio.
- Spero di
ritrovarmi tutto intero. - lei fece schioccare la lingua
- Non
posso assicurarti nulla. - si avvicinò a lui, stringendolo
per quanto poteva - Al mio tre. Uno, due e...
Crack! Si
erano smaterializzati.
...If I've been on your
mind,
You hang on every word I
say,
Lose yourself in time,
At the mention of my
name,
Will I ever know how it
feels to hold you close,
And have you tell me
whichever road I
choose, you'll go?..
...And you'll never know
if you never try,
to forgive your past and
simply be mine...
Non era stato affatto un viaggio tranquillo, così come la
materializzazione che, troppo brusca, aveva fatto loro perdere
l'equilibrio e cadere nella neve soffice e fredda. Erano rotolati
brevemente giù dal pendio, ritrovandosi a un paio di metri
di distanza l'uno dall'altra, leggermente confusi e in disordine. Fred
si alzò sulle ginocchia, tossendo per il po' di nevischio
che aveva accidentalmente ingoiato, maledicendo Merlino e le sue brache
immacolate. Hermione, al contrario, dopo un primo momento che le era
servito ad acclimatarsi, era scoppiata a ridere nel vedere le
condizioni in cui versava il compagno, rotolando su un fianco e
tenendosi la pancia
- Granger,
accidenti a te!
- Fred,
non puoi neanche immaginare quanto tu sia buffo in questo momento!
- Se ti
prendo, giuro che ti uccido a mani nude... - si portò una
mano dietro la nuca, nel tentativo di liberarsi dalla benda
improvvisata che gli copriva gli occhi, aiutandosi successivamente con
l'altra
- Aspetta,
non ancora! - Hermione si alzò, inciampando negli stivali,
tentando ancora, finché non si decise a gattonare per
raggiungerlo, in un ultimo disperato tentativo di ritardare
l'inevitabile - Non... - ma quando gli fu vicino, lui aveva
già fatto cadere in terra la cravatta.
Al principio, Fred dovette sbattere più volte le palpebre
per mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava, poi lo vide, un
paesaggio familiare, anche se ricoperto di neve, ed un lago ghiacciato
poco lontano nel quale particolarmente amava nuotare d'estate
- Ma
questo... -
- Dopo
essermi fatta portare a spasso per due giorni, mi sembrava doveroso
ripagare il favore. - Fred si girò verso Hermione, che aveva
la testa china sui pacchi recuperati a casa sua e che, nonostante
tentasse di celarlo dietro i folti capelli, aveva le gote rosse come
due mele mature. Sorrise, finalmente conscio del motivo del suo
imbarazzo, del motivo di quella cravatta, del motivo per cui, per la
prima volta nella sua vita, Hermione Granger sembrava incapace di
pronunciare una frase senza balbettare. E' proprio vero che le cose
più ci sono vicine, meno siamo in grado di scorgerle. Era
stato quasi troppo tardi, quando in una serata qualsiasi alla Tana
aveva scorto Hermione, seduta sul divano, illuminata dalla tenue luce
del fuoco. Leggeva, come al solito, ma qualcosa in quel viso
corrucciato, la bocca che pronunciava muta quella sequenza di lettere
articolate, il dito che arricciava insistente una ciocca di capelli, lo
aveva colpito come un bolide in pieno petto. Si era nascosto dove lei
non potesse vederlo, finché non era giunto Ronald a
riportarlo alla realtà. Era la ragazza di suo fratello,
quella di cui sembrava essere da sempre innamorato, e lui era solo un
sciocco che si era fatto influenzare dall'atmosfera natalizia. Eppure
da allora non aveva più potuto fare a meno di guardarla, da
lontano, come le circostanze gli imponevano, e ad ogni nuova cosa che
scopriva di lei, ogni sfumatura, si ritrovava sempre più
imbrigliato in quella tela di menzogne che lui stesso aveva intessuto.
Mentiva, a sé stesso e agli altri; a George, che aveva
iniziato a sospettare qualcosa, a Hermione, che soffriva a causa di una
scelta troppo avventata, e a Ron, che neanche meritava tutti gli
scrupoli che si stava facendo per lui.
Quando il tradimento di Ron era venuto alla luce, aveva davvero
rischiato di prendere a pugni suo fratello, tanta era la rabbia che
aveva sentito montare dentro al pensiero del viso sofferente di
Hermione. Aveva tentato di esserle amico, in quegli ultimi mesi della
loro storia, nella speranza che la consapevolezza di poter sempre
contare su di lui potesse lenire la fatica che le costava affrontare
tutte conseguenze di quel madornale errore. Era quasi impazzito quando
era sparita senza che nessuno sapesse dove si fosse nascosta, se stesse
bene, se avesse bisogno di aiuto. Aveva smesso di frequentare la casa
di sua madre, perché non sopportava di vedere il fratello e
la sua faccia da ebete, quella che gli era spuntata dopo che era stata
di nuovo Hermione a svolgere il lavoro sporco per entrambi. Non doveva
essere stata una prova facile per la ragazza, mettere a parte la
famiglia della loro rottura, glissando abilmente sulle reali ragioni
che li avevano spinti a tanto, ma delle quali lui era stato
successivamente messo a conoscenza dalla sorella.
I mesi che erano seguiti erano stati per Fred i peggiori, quando aveva
ormai perso ogni speranza di potersi avvicinare alla ragazza, almeno
fino a quando non l'aveva intravista per strada durante una delle sue
solite passeggiate, la Vigilia di Natale. Detestava ammetterlo,
perché si sentiva davvero patetico, ma l'abitudine di
passeggiare tra le strade babbane era nata nel momento in cui il
pensiero di poterla casualmente incontrare aveva per la prima volta
sfiorato la sua mente, non considerando affatto il numero spropositato
di persone che abitavano la capitale inglese. Era stato un vero colpo
di fortuna, dunque, ciò che era accaduto appena qualche
giorno prima, l'occasione che aveva atteso troppo a lungo e che per
nessun motivo poteva permettersi di sprecare. Ed ora erano
lì, nel luogo in cui, per la prima volta tempo prima, Fred
aveva iniziato a sperare che per loro potesse esistere un futuro e che
fosse insieme. Guardò Hermione, che trafficava attorno a due
paia di pattini, e sorrise, afferrandole entrambi i polsi con dolcezza
-
Hermione, guardami. - la ragazza teneva lo sguardo ostinatamente basso,
stringendo le mani a pugno
-
Purtroppo i pattini sono rotti, ma credo che con un incantesimo...
-
Hermione, guardami per favore. - e lei finalmente alzò gli
occhi, il cuore che le batteva talmente forte nella cassa toracica da
farle quasi male, lo stomaco stretto in un nodo. Lui sollevò
una mano, posandola lievemente sulla sua guancia arrossata, per poi
spostarle una ciocca di capelli che le era caduta sul viso. Era bella
Hermione, lo era sempre stata, ed ancor più lo era dinanzi a
lui, innamorata. Quello era il regalo più bello che avesse
mai ricevuto - Perché mi hai portato qui?
- Te l'ho
detto...
- No, non
l'hai fatto. - non ancora, non davvero. E lui aveva tanto bisogno di
sentirle pronunciare quelle parole
- Oh,
Fred...
- Quanto
ancora pensi di farmi aspettare, Hermione? - successivamente, neanche
lei seppe dirsi cosa le diede coraggio, forse lo sguardo di Fred che si
posava amorevolmente su di lei, il modo in cui aveva pronunciato il suo
nome, o forse, semplicemente, quel sentimento che aveva sentito
crescere dentro di lei ogni giorno per un tempo talmente lungo che non
sarebbe stata capace di quantificare. Fu così che, con
estrema lentezza, prese la mano che lui teneva sul suo viso, baciandone
il palmo, gli occhi socchiusi per l'intensità delle emozioni
che tentavano si sopraffarla. Sospirò, inumidendosi le
labbra secche e cercando dentro di sé le parole giuste. Non
avrebbe mai creduto possibile che un giorno avrebbe faticato a trovarne
di adatte
- Ti ho
portato qui... - Fred non staccava gli occhi da lei, probabilmente non
stava neanche respirando - Ti ho portato qui, perché
è questo il posto in cui ho capito di essere innamorata di
te. - e finalmente, con un movimento deciso, gli si
avvicinò, afferrandogli il viso con entrambe le mani, e lo
baciò.
Al principio fu solo il cauto sfiorarsi di due bocche, complici
l'imbarazzo e il timore che rendevano i gesti di Hermione quantomeno
impacciati, ma quando Fred si fu finalmente ripreso dallo stupore
l'avvicinò a sé, portandole una mano dietro la
nuca e approfondendo il loro contatto con un sospiro. Hermione
avvertì un intenso calore al petto propagarsi per tutto il
corpo, non sentiva più il freddo, la stanchezza, la paura,
c'era solo Fred che la baciava come se ne dipendesse la sua stessa
vita, come fosse ossigeno puro. Gli circondò il collo con le
braccia, mentre lui le sfiorava la schiena, il collo, le spalle,
raggiungendo qualsiasi parte di quel corpo gli fosse concesso.
Quante volte l'aveva sognato?
Hermione, completamente abbandonata nel suo abbraccio, le guance rosse,
le labbra gonfie a causa dei baci. La scrutò con attenzione
per qualche istante, cercando di imprimersi a fuoco quell'immagine
nella mente, intrecciando una mano alla sua e baciandone il dorso. La
sentì trattenere il fiato e sorrise, avvicinandosi quel
tanto che bastava a che potesse posare la fronte sulla sua. Si perse
nelle mille sfumature dei suoi occhi, che aveva visto spegnersi e
illuminarsi nel corso di quegli anni, ma che mai, mai, erano stati
belli come in quel momento. Occhi che guardavano lui, seguivano ogni
sua mossa, che si crucciavano arrabbiati o si piegavano sorridenti.
Occhi che si erano posati su di lui forse più di quanto si
fosse reso conto.
Le spostò nuovamente una ciocca di capelli che le ricopriva
il viso, affondando le dita in quella chioma ribelle, avvicinandola
ancora a sé, per poi fermarsi a pochi centimetri dalla sua
bocca
- Avessi
saputo, avrei usato più spesso questo metodo per distrarti
quando eravamo a scuola. - non poteva fare a meno di provocarla,
neanche in un simile frangente. Adorava la smorfia imbronciata che le
deformava il viso, il cipiglio severo dietro al quale si nascondeva
tuttavia una scintilla di divertimento. Per anni l'aveva osservata
trincerarsi dietro una ostentata austerità, quando in lei
percepiva una natura diversa, più passionale di quanto non
osasse ammettere a sé stessa. E lui l'avrebbe scoperta, poco
a poco, l'avrebbe spogliata di tutte le sue insicurezze,
finché non si fosse mostrata nella sua vera essenza.
Hermione si perse nei suoi occhi, così vicino da toglierle
il fiato. Tutto il tempo che le era servito a dissipare i suoi dubbi,
ad accettare il passato e volgersi ancora una volta speranzosa verso il
futuro, neanche lui poteva immaginare quanto le fosse costato. Sorrise
appena, divertita da quel modo tipico che aveva Fred di stuzzicarla,
per nulla disposta a concedergli una vittoria
- Forse
sei tu che dovresti imparare a parlare di meno e agire di
più, Weasley. - rispose, avvicinandosi a sfiorargli le
labbra, per poi scostarsi, dispettosa
- Tu dici?
- Io dico,
- continuò, sporgendosi fino a quando non lo spinse a
stendersi sotto di sé - che adesso potremmo impiegare meglio
il nostro tempo.
- Una
simile intraprendenza merita decisamente una E, signorina
Granger.
- Dovrebbe
saperlo che è mia abitudine eccellere in tutto quello che
faccio, signor Weasley. - terminò, tornando a baciarlo. E
rise Hermione, quando Fred Weasley ribaltò le loro posizioni
e, con una espressione malandrina, iniziò a farle il
solletico.
...I dare you to let me
be your,
your one and only,
I promise I'm worth it,
To hold in your arms,
So come and give me a
chance,
To prove that I am the
one who can
walk that mile,
Until the end starts.
Adele – One
and Only
Apparvero nel salotto di casa Granger per la seconda volta quella sera,
scostandosi immediatamente l'uno dall'altra, fiondandosi Fred ad
accendere il camino ed Hermione a recuperare qualche asciugamani. Si
tolsero in fretta i giacconi, saltellando sul posto, sfregandosi
successivamente con forza per asciugarsi i capelli bagnati. Hermione
non ricordava di aver mai sentito tanto freddo, neanche negli inverni
più rigidi trascorsi ad Hogwarts, quando erano costretti a
seguire le lezioni di pozioni in quegli umidi sotterranei, dove di
certo il professor Piton non si premurava di scaldare l'atmosfera. Dopo
essersi baciati e rotolati nella neve per circa mezz'ora, si erano
infine ritrovati fradici dalla testa ai piedi, con un vento gelido che
soffiava su di loro e la previsione di una quasi certa polmonite se non
si fossero sbrigati a cambiarsi.
Guardò Fred che, dopo essersi avvolto in più di
un asciugamani, aveva preso a frizionarsi il torace e a sbuffare come
una locomotiva a vapore. Ci volle poco perché il tepore del
caminetto si diffondesse e la faccia del gemello iniziasse ad
arrossarsi, rendendolo sempre più simile ad un addobbo
natalizio. Hermione ridacchiò appena, cercando poi di
nascondersi dietro una finta tosse quando lui le rivolse uno sguardo
offeso
- E
così ti diverti, strega dei miei stivali! - l'aveva
accusata, puntandole contro un dito, ma affrettandosi a nasconderlo di
nuovo sotto gli indumenti
- Non
posso farci nulla, se la tua faccia ha deciso di illuminarsi a festa.
- Piccola
impertinente! Fossi in te non mi vanterei tanto, caro Rudolph.
- Ma come
osi!
-
Bè, da' un'occhiata allo specchio se non mi credi. Con quel
naso potrebbero localizzarti fin dal Polo Nord!
- Brutto
cafone! - poi strabuzzò gli occhi, vedendolo spogliarsi -
Che diamine stai facendo?!
- Granger,
vuoi smetterla di essere così scurrile? Non vorrei essere
costretto a lavarti la bocca col sapone, sai com'è.
- Oh,
taci! Perché diamine ti stai spogliando, di grazia?! - lui
si fermò: in terra giacevano già il mantello e
uno dei tanti maglioni rosso-arancio che gli aveva cucito la madre, con
una bella F sul davanti nel caso un giorno avesse dimenticato il suo
nome. Era rimasto con indosso solo la camicia e i pantaloni, le cui
mani alla cintura avrebbero già sfilato se la ragazza non
l'avesse bloccato. La guardò, sbattendo un paio di volte le
palpebre, l'espressione confusa
- Merlino,
Granger, vuoi farmi credere che la tua rinomata intelligenza era tutta
una truffa?! - esclamò - Mi pare evidente che mi sto
spogliando!
- Questo
l'avevo capito anche io, Weasley!
- Ebbene!
- Ebbene,
perché diamine ti stai spogliando?! - chiese ancora, la voce
che le si era alzata di una ottava
-
Perché si da' il caso che, dopo essere quasi morto
assiderato, io desideri solo fare una doccia calda.
- Oh.
- Eh
già.
-
Bè, si da' il caso che tu non possa.
- E
perché mai, di grazia?! - adesso era Fred ad avere la voce
nettamente più acuta del normale
-
Perché mi pare ovvio che debba essere io a farla per prima.
- Ma
davvero!
- Ovvio
che sì, visto che sono la padrona di casa e che, oltretutto,
se mi ritrovo fradicia fino al midollo è solo colpa tua!
- Colpa
mia, eh?
- Esatto.
- Eppure
non mi pareva affatto ti dispiacesse, mentre rispondevi così
appassiona... Ahi! Granger, sei una donna violenta!
-
Così impari a chiudere quella boccaccia!
- Sei una
despota!
- Credo
riuscirò a farmene una ragione.
- Ma io
non ho nessuna intenzione di sottostare alle tue regole.
- Ah,
davvero? - gli lanciò uno sguardo di sfida, poggiando le
mani sui fianchi - E cosa avresti intenzione di fare, mh?
-
Sfidarti, mi sembra ovvio.
- E in
cosa? - domandò ancora Hermione, spazientita dall'abitudine
che il ragazzo aveva di tirarla per le lunghe. Lui parve pensarci su
per qualche istante, finché non si illuminò
- Faremo
così - le si avvicinò, portandosi di fronte a
lei, le braccia conserte e lo sguardo divertito - Ognuno di noi
dovrà comandare all'altro di fare qualcosa, qualsiasi cosa,
e nel caso questi dovesse rifiutarsi o fallire, avrà
automaticamente perso. - concluse trionfante
- E' la
cosa più idiota che io ti abbia mai sentito dire, Weasley, e
non sono state poche.
- A-ha,
certo. Di' piuttosto che hai paura di ciò che potrei
chiedere. - le disse, in tono tanto malizioso che Hermione non
poté fare a meno di arrossire
- Non
essere sciocco, Fred. Tu non potresti mai farmi alcuna paura.
-
Dimostralo, allora! - lo spirito da fiera Grifondoro di Hermione
vibrò
- E sia!
Non mi lascerò certo battere da te, Fred!
-
Così mi piaci!
- Non
tergiversare e procediamo.
- Insomma,
Granger, quanta fretta hai di perdere?
- Continua
a sognare, Weasley.
- Staremo
a vedere... - la osservò compiaciuto per qualche istante,
come stesse pregustando già la vittoria,
dopodiché si accovacciò per recuperare qualcosa
da una sacca del suo mantello. Quando si rialzò, le
mostrò tre caramelle dai colori scintillanti sul palmo della
sua mano - ...ecco, a te. Hermione lo fissò
scettica
- E queste
cosa sarebbero?
- Hai
l'onore di ammirare in anteprima il nuovo prodotto dei Tiri Vispi
Weasley, un vero capolavoro.
- E cosa
dovrei farne?
-
Mangiarle.
- Cosa?!
- Non
tutte, solo una. - aggiunse, come se questo migliorasse la situazione -
Scegli tu quale.
- E che
effetto dovrebbero avere su di me? - chiese, leggermente allarmata
- Oh
bè, ognuna ha un effetto diverso, ovviamente...
-
Ovviamente...
- ...ma
non ho alcuna intenzione di dirti quale.
- Fred!
- Insomma
Hermione, dove sarebbe la sfida altrimenti?
- La cosa
preoccupante è che inizio quasi a trovarli sensati, questi
tuoi ragionamenti contorti... - allungò una mano, per poi
ritrarla immediatamente - Non mi faranno star male, vero!?
- Granger,
ti pare che potrei mai darti qualcosa che potrebbe farti star male?
-
Bè...
- Insomma,
forse quando eri un prefetto avrei anche potuto farci un pensierino, ma
adesso andrei contro i miei stessi interessi... ahia!
- La
smetti di fare l'imbecille?!
- Allora
sbrigati, - la esortò, sorridendole - a meno che tu non
abbia paura.
- Adesso
stai rasentando il ridicolo, Fred Weasley.
- Ebbene,
mia coraggiosa Grifondoro...
- Avanti,
da' qua! - disse, afferrando una caramella a caso.
La poggiò sulla lingua, lasciando che si sciogliesse
lentamente, mentre Fred la osservava scettico e lei era assorta nel
percepire qualunque cosa non andasse nel suo corpo, ma non accadde
nulla. Con un certo stupore, dovette constatare che il sapore non era
affatto male, simile a miele ma con un vago retrogusto di fiori. Aveva
sempre saputo che i gemelli erano dei veri geni nel loro lavoro, anche
se non l'avrebbe ammesso ad alta voce neanche sotto tortura, e
probabilmente quella sarebbe stata solo l'ennesima prova di quanta
intelligenza sprecassero nell'inventare sciocchezze potenzialmente
letali. E proprio quest'ultimo pensiero fece sì che
prestasse nuovamente attenzione al ragazzo che aveva di fronte e che,
con suo sommo sconcerto, ritrovò a contorcersi nel vano
tentativo di non scoppiare in una risata troppo fragorosa
- Per la
barba di Merlino! Fred, cosa ti prende?! - ma lui non poteva
risponderle, perché stava ridendo così forte da
farsi venire le lacrime agli occhi. Un pensiero improvviso le
attraversò la mente, facendola impallidire e voltare verso
il grande specchio che la madre aveva posizionato nel corridoio. Si
avvicinò a passi misurati, temendo che la vista le stesse
giocando un brutto scherzo, reprimendo un urlo di puro orrore alla
vista di ciò che le era accaduto - Fred! Ho i capelli blu! -
e non di un blu qualsiasi, ma di un accesissimo blu elettrico che, ne
era sicura, si sarebbe illuminato al buio come un segnale al neon. -
Sono blu! - perfetto, adesso aveva anche completamente perso la
capacità di articolare una frase di senso compiuto!
- Eh
sì Granger, sono proprio blu. - confermò lui,
asciugandosi gli occhi con il dorso di una mano - Ma ti stanno davvero
benissimo. - a queste parole lei lo fissò truce e per un
istante valutò quanto possibilità avesse di
ucciderlo e farlo sembrare un incidente - Neanche una. - rispose lui
-
Cos'è, adesso mi leggi anche nel pensiero?!?
- La tua
faccia parla per te, Granger.
- Merlino,
Weasley, giuro che questa te la faccio pagare cara...
- Non fare
promesse che non sei sicura di poter mantenere. - le rispose lui,
sorridendole furbo
- Staremo
a vedere!
- Bene,
allora coraggio! Questa è la tua unica occasione. - oh, se
l'avrebbe colta. Poteva giurarci
- Adesso
sta a me dirti cosa fare.
- Sono
tutto orecchi. - a quel punto Hermione aprì la bocca, ma fu
costretta a richiuderla subito dopo. Con suo immenso dispiacere, si
rese conto di non avere alcuna idea su quale punizione infliggere a
Fred. Ad ogni modo, nulla che lui non si aspettasse o che fosse
abbastanza imbarazzante da appagare il suo desiderio di vendetta. - Sei
a corto di ispirazione, Granger?
- Certo
che no!
-
Bè, allora che aspetti? - Merlino, quanto poteva essere
irritante quando le si rivolgeva in quel modo?! Avrebbe voluto
strozzarlo, o baciarlo...
a quel pensiero quasi si prese a schiaffi.
Contegno, Hermione!
- Ecco...
-
Sì? - il sorriso sulle sue labbra si allargò
ancora, al che lei fece vagare lo sguardo all'interno della stanza,
cercando di non pensare a quanto avrebbe voluto... ma la sua attenzione
fu calamitata da qualcos'altro, un grosso volume che giaceva
indisturbato sulla mensola del camino e che le procurò
un'idea geniale
- Credo
che stavolta sarai costretto a superare te stesso... -
iniziò, intimamente trionfante
- Oh-ho,
staremo a vedere!
- Ebbene,
Fred, come ben sai sono un'avida lettrice di romanzi...
- Diciamo
pure divoratrice...
- Che hai
detto?!
- Nulla,
continua. - tossì, recuperando la concentrazione
- Dicevo:
e come tale sono divenuta esperta di molte cose, tra cui una in
particolare.
- Sarebbe?
- Le
dichiarazioni d'amore. - Fred per poco non si strozzò con la
sua stessa saliva
- Che hai
detto?!
- Sei per
caso diventato sordo, oltre che scemo?
- No,
ma... Ehi! Aspetta un secondo...
- Oh,
adesso taci! Allora, dove ero rimasta? - era possibile che Fred fosse
arrossito?
- Alle
dichiarazioni d'amore...
- Giusto!
- sogghignò, terribilmente felice di vederlo un po' in
imbarazzo - Ebbene, voglio che tu mi faccia la dichiarazione d'amore
più bella che esista. - cincischiava
- Tu
vorresti che io...
- Oh,
andiamo Fred! Devi solo fingere, non dovrebbe essere così
difficile. - la guardò in modo indecifrabile
-
Fingere...
- Esatto,
nulla di più semplice. - stettero in silenzio a lungo,
immobili l'uno di fronte all'altra.
Hermione credette di poter fendere l'aria con un coltello, tanto era
tesa e pesante l'atmosfera che si respirava tra loro. Si
massaggiò la tempia, iniziando ad avvertire a sua volta
l'imbarazzo per quella situazione nella quale si era deliberatamente
cacciata, chiedendosi angosciata perché lui non facesse
nulla. Se ne stava così, fermo a guardarla, senza che lei
riuscisse a capire cosa ronzasse in quella zucca vuota che si ritrovava
al posto della testa.
Per favore, Fred, fa'
qualcosa!
Sentiva come una lieve elettricità attraversarle i tessuti,
che la rendeva instabile, vicina alla crisi isterica. Dovette reprimere
l'impulso violento che ebbe di prendere a testate il muro, per poi
andarsi a nascondere e non mostrarsi in pubblico mai più.
Come accidenti aveva fatto ad avere un'idea talmente idiota?
Insomma, a cosa diamine stava pensando?
Ok, poteva tentare in parte di giustificarsi dicendo a sé
stessa che la presenza di Fred rendeva la sua mente altamente
instabile, quasi febbricitante, ma ciò non la liberava dalla
situazione nella quale stava stagnando. Aveva urgente bisogno di
ritrovare tutto il suo sangue freddo e cercare di trarre d'impaccio
entrambi
- Ecco
sì, insomma... - tossì - ...voglio dire, non sei
obbligato. Ma sì, forse mi sono lasciata un po' prendere la
mano e... - abbassò lo sguardo, torturandosi le mani -
...sai, ho sempre qualche altra idea per... - ma non terminò
mai quella frase, perché Fred si era avvicinato, prendendole
il viso tra le mani e sollevandolo verso il suo. Il cuore di Hermione
perse un battito nel vedere l'emozione che lo animava e temette di
poter svenire da un momento all'altro
- Ti hanno
mai detto che parli proprio tanto? - lei abbozzò un sorriso
- Credo
che qualcuno me l'abbia già accennato... - Fred le
passò un braccio intorno alla vita, portando il corpo di lei
ad aderire contro il proprio. Hermione annaspò, alla
disperata ricerca d'aria
- Non sia
mai detto che Fred Weasley si è tirato indietro di fronte a
una sfida. - lasciò scivolare la mano che le aveva lasciato
sul volto lungo il collo, le spalle, per poi risalire dietro alla nuca.
Passò le dita tra quei capelli blu dei quali non aveva
alcuna memoria, accarezzandole la cute, senza che lei riuscisse a
reprimere un gemito per il piacere che quelle attenzioni le
provocavano. Arrossì, tentando di scansarsi, ma Fred si
abbassò, continuando a stringerla, e le baciò una
guancia. Fu un contatto leggero, al quale seguì subito un
altro e un altro ancora. Con una lunga scia di baci tracciò
il profilo dello zigomo, salendo verso la tempia, posandosi delicato
sulle palpebre chiuse, fermandosi sulla fronte. Fred sentiva il respiro
caldo e affannato di Hermione contro la sua pelle e temette di
impazzire, una intensa stretta che gli attanagliava dolorosamente la
gola - Sei così bella. Non credo che tu sia consapevole di
quanto sei bella. - Hermione sospirò, toccandolo finalmente
a sua volta, passandogli le mani tremanti dietro la schiena e
stringendo la stoffa umida della camicia tra le dita - E intelligente,
coraggiosa, affettuosa. E talmente petulante, Merlino! Certe volte ti
soffocherei con un cuscino... - la udì mugolare - e dopo ti
bacerei, prendendo tutto di te, perché alla fine tu non
possa ricordare neanche il tuo nome, perché tu sappia che
prima di quel bacio, prima di me, non c'era nulla, che il tuo cuore non
esisteva, perché ha iniziato a battere nel momento in cui ha
ascoltato il mio. - si era spostato di nuovo, sfiorandole con le labbra
il profilo del naso - Così fragile e delicata... mi spaventa
pensare che tu possa spezzarti con una misera folata di vento, quando
nessun altro sembra preoccuparsene. - le sfiorò le labbra,
senza accontentare l'evidente desiderio che Hermione aveva di lui, e
dedicandosi al mento - Talmente orgogliosa da non permettere a nessuno
di avvicinarsi abbastanza da conoscere le tue debolezze.
Così insicura nella tua femminilità, mentre io
vorrei assaggiare ogni parte di questo corpo e mostrarti quanto piacere
ha da offrirti, quanta passione inespressa, scoprendo parti di te di
cui non conoscevi neanche l'esistenza. - il suo respiro, dov'era il suo
respiro? - Baciare la tua pelle nuda e sentirti fremere, -
iniziò a dedicarsi al suo collo, socchiudendo appena le
labbra umide, in un gesto che le diede alla testa - per una volta
guidata solo dalle tue sensazioni. E ti amerei, di un amore
così assoluto da consumarci. Non esisterebbe altro, solo
noi, perché solo se diventassi ceco e sordo potrei guardare
qualcosa che non sia tu, ascoltare un suono che non sia quello del tuo
respiro. E... - era finalmente tornato alle sue labbra, lambendone il
contorno, mordendole appena, per infine baciarla, con somma gioia di
Hermione.
Fu un bacio diverso da quelli che si erano scambiati fino ad allora,
più profondo, più esigente. Si
aggrappò con forza alle spalle del ragazzo, sentendo le
gambe cedere, al che lui fece scivolare la mano che teneva dietro la
schiena lungo il fianco, arrivando alla coscia. La strinse e lei
ansimò, mentre se la portava al fianco. Gli
circondò il collo con entrambe le braccia e Fred ne
approfittò per sollevarla, facendole stringere le gambe
intorno alla sua vita. Hermione affondò una mano fra i suoi
capelli rossi e strinse forte, udendolo protestare debolmente. Si
staccò da lei il tempo necessario a toglierle il maglione,
scoprendo la pelle lattea coperta da una semplice canotta. Non portava
il reggiseno, constatò ammirato, iniziando a sbottonarsi la
camicia. Impaziente, la giovane lo aiutò sfilandogliela
dalla testa, non potendo attendere che terminasse.
Riprese a baciarlo con foga e avvertì le labbra di lui
tendersi in un sorriso, che la fece scostare per poterlo guardare
- Qualcosa
da ridire, Weasley? - possibile che quella donna dovesse sfidarlo
persino in quel
momento?!
- Oh,
direi proprio di no. - le rispose ridacchiando, stringendo ancora la
mano che era salita lungo la natica e osservando compiaciuto l'effetto
che le suscitava - Solo un piccolo appunto, in effetti... - aggiunse,
avvicinandosi tanto da sfiorarle di nuovo le labbra, ma senza
approfondire il contatto. Hermione sbuffò
- Sarebbe?
- Ho vinto
io. - disse, trascinandola sul divano, scaldando entrambi.
Più tardi quella notte, Hermione Granger dovette
silenziosamente ammettere che sì, lui aveva vinto, e che
l'aveva decisamente fatto con stile.
Libere
Interpretazioni:
Francamente, avevo paura che nell'ultima parte i due protagonisti
potessero risultare molto OOC, per quanto io mi sia impegnata a che
così non fosse. Tuttavia, rileggendo il capitolo in una
delle fasi di editing, devo dire che a mio modesto parere non trovo
affatto che lo siano. Per meglio comprendere, vi spiegherò
le ragioni che mi hanno spinto a prendere certe scelte di trama:
・ La sfida di Hermione: semplicemente,
Hermione sceglie di mettere in imbarazzo Fred colpendolo in quella che
ella ritiene l'aspetto meno estroverso del suo carattere, ovvero la
sfera emotiva. Un capriccio un po' infantile, ma più volte
nel corso della storia ho voluto mostrare come la presenza del ragazzo
portasse alla luce lati del suo carattere che non credeva di possedere,
e che, come abbiamo visto, le si ritorcerà contro, anche se
in maniera molto piacevole;
・ La dichiarazione di Fred: questa
è stata la parte che più ho amato scrivere, ma
che, allo stesso tempo, più ho temuto. Temevo di cadere nel
banale, di essere sdolcinata o esagerata, di rendere il personaggio
assolutamente poco credibile, ma alla fine non è stato
così. Per quel che mi riguarda, ho sempre immaginato i
gemelli Weasley, Fred in questo caso particolare, come individui molto
complessi interiormente, che mostrano agli altri questo loro lato
perennemente scherzoso, ma che in realtà celano dentro di
loro un universo molto variegato, fatto di emozioni forti di cui pochi
probabilmente li riterrebbero capaci. Insomma, in questo senso credo
che il discorso sia stato molto coerente e comunque mai pesante.
・ Per quanto riguarda la questione de La
dichiarazione d'amore più bella che esista, ovviamente non
ritengo che quella che ho scritto io lo sia, non oserei mai affermare
un simile abominio. Semplicemente volevo porre l'accento su come le
parole che ci rivolge la persona che amiamo, per quanto semplici,
possano divenire le più belle e poetiche che abbiamo mai
avuto modo di ascoltare. Come sempre, è tutta una questione
di punti di vista.
Ovviamente, siete liberissimi di dissentire con quanto ho detto e
potete farmelo sapere nei commenti, con la dovuta cortesia. Potete
altresì scrivermi qualora abbiate qualche dubbio,
così che possa spiegarmi meglio.
Note:
- Rudolph, per chi non lo sapesse, è la renna di Babbo
Natale che, grazie al suo naso rosso, riesce a rendere visibile il
sentiero alla slitta durante la consegna dei regali. Il personaggio
è stato inventato da Robert L. May ed è apparso
per la prima volta nel 1939.
Spazio
Autrice:
Ehm, direi che ne è veramente passato tanto di tempo
dall'ultimo aggiurnamento – quasi un anno e mezzo, accidenti!
Mi scuso veramente, soprattutto con quelle persone che hanno continuato
a recensire e, nonostante questo lungo silenzio, non hanno mai
eliminato la storia dalle preferite, seguite o ricordate.
Non mi dilungherò a spiegarvi le ragioni della mia assenza,
anche perché in realtà riguardano esclusivamente
la mia mancanza di ispirazione. Tuttavia, con questo capitolo possiamo
dire di essere finalmente giunti al termine, se non per l'epilogo che
ho già quasi concluso e che punto di pubblicare al
più presto, entro la fine dell'anno o per il termine delle
festività natalizie.
Vi informo inoltre che i miei progetti per questa coppia non si sono
esauriti, in quanto ho l'intenzione di scrivere due One Shot che
facciano da seguito a questa storia e che raccontino due momenti ben
precisi della vita di Fred ed Hermione, ma ve ne parlerò
più approfonditamente nello spazio a cui mi
dedicherò nel capitolo finale.
Se vi fa' piacere, accedendo alla mia pagina su EFP potrete trovare i
link a cui potermi contattare in giro per il web. In serata
inizierò anche a rispondere alle recensioni lasciate in
sospeso, scusatemi ancora.
Spero vivamente che il capitolo possa piacervi, a presto.
La
bambina fantasma.
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