Titolo: It
took me a while...
Rating: verde
Prompt: //
Ship: Baatar
Senior/Suyin Beifong
Warning:
Pre-canon, slice of life, spoiler (eventualmente per il Book 3 e il
Book 4, ma niente a livello di trama)
NdA: A fine
pagina :)
i.
Baatar ha sette anni e sta testimoniando un
fatto speciale quando per la prima
volta vede Suyin. L'Avatar e i rappresentanti del concilio di Republic
City
sono in visita a Ba Sing Se, ma il dominatore dell'aria non vuole
rimanere nel
cerchio alto e insieme al capo della polizia e a sua moglie cammina per
le
strade del cerchio medio. Hanno un'aria felice, e ovviamente lui
può
immaginarne il perché, avendolo studiato a scuola:
durante la Guerra dei
Cent'anni erano arrivati nella capitale, ricevendo però
un'accoglienza non
troppo degna, mentre ora possono apprezzare l'apertura della
città nei
confronti del resto del Regno e persino delle altre nazioni. Katara, la
dominatrice dell'acqua moglie dell'Avatar, entra nel loro negozio di
seta
insieme a tre bambine e al capo della polizia di Republic City, non
badando
troppo ai saluti stupefatti e riverenti che dai genitori di Baatar sono
loro
porti.
Baatar è nel retrobottega a studiare e non si incuriosisce
troppo nel sentire
il baccano, c'è bisogno infatti che suo fratello gli dica di
venire a vedere e
lo trascini per le spalle affinché decida di sbirciare dalle
file di perline
che coprono la porta. Se fosse abbastanza alto da vedere oltre il
bancone
scorgerebbe sia la moglie dell'Avatar che il capo della polizia, ma
incrocia
solo lo sguardo annoiato di una bambina più grande di lui
mentre le sue amiche
litigano per una sciarpa, facendo un baccano tremendo.
Quando smettono
di
urlare, Baatar scorge anche gli occhi verdi della bambina
più piccola e trova
che abbiano un cipiglio particolare. Quella, comunque, pare non
accorgersene e
ben presto trova altro su cui litigare con la sua amica.
Baatar saluta con un cenno l'altra bambina, quella più
grande, e si ritira di
nuovo nel retrobottega.
You know, before I built this city, there was nothing here.
ii.
Baatar ha diciotto anni e ha appena finito di assistere ad una lezione
sulla
storia dell'architettura di Ba Sing Se quando incontra per la prima
vera volta
Suyin.
Sulla strada di casa passa davanti ad un negozio di
té dal quale
proviene un po' troppa confusione e lui, curioso com'è,
decide che in fondo una
deviazione di qualche minuto non avrà un gran peso sulla sua
giornata: sia i
suoi genitori che i suoi fratelli rimangono fino a tardi nella filanda
di seta
e per lui le lezioni di oggi sono finite.
Entra e subito capisce il perché di tanto baccano: uno
straniero. Di certo a Ba
Sing Se non sono rari, ma di solito rimangono nel cerchio
più basso. Baatar è
sorpreso di trovarne uno nel cerchio medio, ancora di più in
un negozio di té,
ma la sua attenzione è definitivamente catturata nel momento
in cui la
sente parlare e non ne riconosce l'accento. Ha una parlata rumorosa e
concitata, in parte anche insolente, un po' volgare e soprattutto
sfacciata-
niente che abbia mai sentito in tutta la sua vita.
Ordina un
té che non si cura
di scegliere attentamente e, appena lo riceve, si aggrega al gruppo che
si è
formato intorno alla ragazza, che sembra avere più o meno la
sua età ma parla
come se avesse già conosciuto il mondo. E forse è
davvero così, pensa lui, dato
che parla in un modo così assurdo nientemeno che di Republic
City, la città
creata dal Signore del Fuoco Zuko e dall'Avatar Aang da più
di una decina
d’anni, ormai.
Baatar è rapito dai suoi racconti,
Satomobili e palazzi,
grattacieli alti e grandi più del Palazzo Reale, una
mescolanza di lingue e
culture per cui prova invidia e fascino, la presenza dell'Avatar quasi
costante
tra la gente, la possibilità di avere a che fare con persone
veramente
importanti. Mano a mano che i racconti proseguono, il pubblico cambia e
le
tazze vuote di té aumentano.
Baatar riesce sempre di
più a immaginare la città
e si rende conto che vedere il mondo gli piacerebbe più di
quanto si è sempre
permesso di pensare. Poi si rende conto che è un'idea
stupida e che deve finire
di studiare per diventare un architetto, deve cercare di essere tanto
brillante
da entrare nella corte reale e permettere alla sua famiglia una vita di
tranquilla nullafacenza. Si rende conto che è davvero tardi
e che deve mettere
da parte tutti i pensieri di un'avventura e che si deve alzare, per
tutti gli
Spiriti, si deve davvero alzare e andare a casa e preparare la cena. Si
tira su
di scatto, anche se questo non impedisce alla ragazza di continuare a
parlare,
e, dopo aver pagato in fretta, esce dal locale con passo veloce. Dietro
di lui,
Suyin (ne ha scoperto il nome qualche ora prima e cerca di toglierselo
dalla
testa senza successo) comincia a raccontare di un suo grande progetto
di
costruzione di una città tutta sua.
Baatar chiude gli occhi
sentendo i versi
meravigliati di coloro che la ascoltano, ma lui non ci crede molto.
Potrà anche
essere un sognatore e non saperne molto di come gira il mondo, non
essendo mai
uscito dalle mura della Capitale, ma di certo una ragazzina non ha le
capacità
per costruire una città.
Riprende la via verso casa
spingendosi gli occhiali
sul naso.
When I was sixteen, I left home
to explore the world.
iii.
Quando ha vent'anni, un certo rispetto tra gli studiosi del cerchio
alto di Ba
Sing Se e un promettente futuro da architetto, decide di andare a
vedere il
circo senza un motivo ben preciso.
Non ha mai avuto una grande voglia
di uscire
di casa, né da bambino né da ragazzo, ma decide
che potrebbe persino trarre
qualche idea dallo spettacolo, dato che si tratta di un gruppo formato
da
persone di culture diverse. È un circo famoso che si
esibisce nel cerchio alto,
ma lui può comunque permettersi di assistervi, e si rende
conto di non aver mai
visto un elefante o uno struzzo con le ali, se non in qualche libro.
Durante le
diverse esibizioni scopre di divertirsi parecchio e potrebbe anche
avere
qualche assurda idea per certe fontane che starebbero bene nei giardini
del
palazzo reale, ma dopo non molto entrano tre danzatrici e i suoi occhi
cadono
subito su una figura particolare. Sulle prime non ci crede ma si sporge
un po'
e si sistema meglio gli occhiali- possibile che sia quella ragazza?
Nella
perplessità non presta veramente attenzione alla danza in
sé, vede solo
parecchio fuoco e si domanda come riesca a non finire ustionata, e lo
spettacolo
finisce in fretta per Baatar.
Quando infine il presentatore si reca al
centro
del gruppo di circensi per ringraziare il pubblico e annuncia con un
po' di
tristezza che quella sarebbe stata l'ultima esibizione di Suyin, Baatar
non ha
più dubbi. Comincia così un lungo
temporeggiamento sugli spalti nell'attesa che
il circo si svuoti e lui possa perlomeno avvicinarsi alla ragazza e
parlarle.
Sa che è una cosa stupida e che lei probabilmente -no,
sicuramente- non si
ricorda di uno dei ragazzi che l'hanno ascoltata per ore e ore qualche
anno
prima, ma è troppo curioso.
Che fine ha fatto il suo
progetto di costruzione di
una città? Ci crede ancora? Perché lavora nel
circo? Vorrebbe porle un sacco di
domande e prova a figurarsi come potrebbe andare la conversazione,
quando
all'improvviso viene tirato fuori dai suoi pensieri da uno dei ragazzi
del
circo, che gli dice che loro stanno per andarsene e che probabilmente
dovrebbe
andare a casa perché è tardi e non è
certo che quel posto sia sicuro. Baatar
sbatte un paio di volte le palpebre prima di chiedergli se
può parlare con
Suyin.
Il ragazzo ride e dice che se vuole provarci con lei non ne vale
la
pena.
Lui balbetta per un attimo all'idea ma subito gli assicura che
no, non
sono quelle le sue intenzioni. Il ragazzo scrolla le spalle e gli fa
cenno di
seguirlo, mentre Baatar pensa concretamente all'idea di avere una
ragazza,
stupendosi nel rendersi conto che non è mai successo. Che sia un'idea così assurda?
Quando
raggiungono la carovana di artisti, Baatar non vede subito
Suyin: è
davvero bassa e molti dei circensi sono più grandi di lei.
La vede mettersi lo
zaino in spalla e aumenta il passo per raggiungerla prima che se ne
vada,
riuscendo solo a inciampare -nei propri piedi, per gli Spiriti, che
imbecille-
quando è a pochi metri da lei e a perdere gli occhiali
nell'impatto con il
terreno.
Suyin si volta e assume una posizione quasi di difesa, ma
subito si
rilassa nel vedere Baatar a terra che cerca a tentoni i propri
occhiali.
Commenta in modo poco gentile la sua caduta e subito il
ragazzo riconosce
quella voce e quell'accento terribilmente marcato.
Puliti e indossati
gli
occhiali, la vede sfoggiare un sorriso tra il canzonatorio e il
compassionevole
e le offre ospitalità a casa sua in cambio di qualche altro
racconto
emozionante.
I sailed the
seas on a pirate ship, joined a travelling circus for a while, and
lived
in a sandbender commune in the desert.
iv.
Ha appena compiuto ventidue anni e annunciato ai suoi colleghi che non
proseguirà gli studi a Ba Sing Se quando si ritrova Suyin
sulla soglia della
propria porta di casa con aria particolarmente frizzante, dopo quasi
due anni
dall'inizio della loro amicizia.
In realtà era rimasta a Ba
Sing Se solo per un
paio di settimane, giusto il tempo per far innamorare perdutamente
Baatar delle
sue avventure e dei suoi progetti, per poi lasciarlo con la promessa di
scrivergli delle lettere e soprattutto di darsi da fare per trovare
validi
aiutanti nella fondazione della città.
Quando entra in casa
lo abbraccia di
slancio e lo ringrazia infinite volte per cose di cui Baatar in
verità non si
sente nemmeno troppo responsabile. Suyin pensa di fissare la partenza a
tre
giorni dopo, ma lui è già pronto e con lui anche
i suoi bagagli rigonfi di
pergamene e di disegni, che Suyin disapprova quasi immediatamente con
una
rumorosa risata che imbarazza un pochino Baatar: è
perfettamente conscio del
fatto che vivranno all'aria aperta per la gran parte del tempo, ma in
fondo ha
speso davvero ingenti quantità di denaro per alcune
pergamene, e altrettanto
tempo su altri disegni, soprattutto per certe bozze della
città, ma ancora non
le nomina, non volendo rovinare una sorpresa del genere.
Dopo diverse
tazze di
té e quasi tre ore di discussione, Baatar accetta di vendere
la maggior parte
delle pergamene, ma di conservare quasi tutti i disegni. In compenso
riesce a
strappare il consenso per portare con sé anche i colori per
dipingere, oltre
che il carboncino.
Ci sono ancora molti aspetti di Suyin che per Baatar rimangono
incognite -ad
esempio come una persona che sembra provenire da un basso ceto sociale
possa
apprezzare e conoscere tanto il té-, ma appena il carro da
cui si fanno dare un
passaggio fino alla prossima città esce dalle mura di Ba
Sing Se e lui si rende
conto di non essere mai stato così lontano da casa, capisce
che non ci sarebbe
altra persona di cui vorrebbe tanto sapere la storia.
It took me a while,
but...
v.
Ha perso il conto dei giorni che sono passati e si vergogna
terribilmente di
chiedere indicazioni a Suyin in merito, ma sa che indicativamente sono
passati
poco più di due mesi, perché è la
seconda luna piena che ammira da quando è
uscito da Ba Sing Se.
Il bilancio del viaggio per ora è
quasi del tutto
positivo, senza contare qualche imbarazzante episodio nei momenti in
cui hanno
dovuto camminare in ponti sospesi su gole rocciose o su sentieri
ridicolamente
stretti, momenti in cui Suyin ha dovuto prenderlo per mano. Non gli
sarebbe
dispiaciuto se in quel momento non fosse stato sull'orlo del collasso
mentale,
sul quale era e sul quale, grazie tante, non ha intenzione di tornare
molto
presto.
È seduto a terra con il carboncino in mano e l'intenzione di
disegnare qualcosa
mentre Suyin gli racconta per l'ennesima volta uno scontro con delle
vespe
avvoltoio avvenuto nel deserto di Si Wong quando faceva ancora parte
dei
dominatori della sabbia. È uno dei suoi racconti preferiti,
insieme a quello di
quando è entrata a far parte di una ciurma di pirati dopo
essere riuscita a far
cadere fuori dalla nave cinque uomini grossi il doppio di lei usando
solo la
sabbia sotto i loro stivali e una mezza dozzina di pietre raccolte in
spiaggia
poco prima.
Si muove diametralmente opposta a lui rispetto al fuoco che
hanno
acceso e le fiamme la rendono ancora più potente, il loro
riflesso nei suoi
occhi che quasi li trasforma da verdi ad
ambra.
Non gli ha mai parlato della sua vita in città e lui
pensa che sia
semplicemente perché a suo parere è noiosa. Prova
a domandarle comunque se ha
dei fratelli o se aveva degli amici quando abitava a Republic City, e
la prima
cosa che fa Suyin è sedersi con fare annoiato.
Con la testa
appoggiata alla
mano sinistra e le gambe incrociate gli parla di una sorella
insopportabilmente
rigida e di una madre che non si è mai veramente curata di
lei. Il padre, poi,
non lo menziona nemmeno e Baatar decide di non domandare. Si illumina
un po'
parlando della sua migliore amica, una dominatrice dell'acqua che l'ha
sempre
sostenuta durante i suoi viaggi, e poi si zittisce guardando il cielo.
In una
domanda fatta più a se stessa che a Baatar, chiede se manchi
o meno alla sua
famiglia.
Baatar decide che è davvero troppo bella e ne
ritrae il profilo in
quella manciata di minuti in cui rimane ferma con lo sguardo verso
l'alto.
Poi Suyin si alza solo per andare a sedersi davanti a lui -grazie
agli
Spiriti riesce ad arrotolare il ritratto e a nasconderlo insieme agli
altri
disegni prima che lei se ne accorga- e lo guarda negli occhi con
un'intensità
che quasi lo annienta. Gli parla di come sua madre sia Toph Beifong, di
come i
suoi quasi parenti siano l'Avatar e il Signore del Fuoco, del
perché è dovuta
andarsene da Republic City e di quanto sia felice di averlo fatto.
Mano
a mano
che parla vede in lei crescere il nervosismo e arriva a stringerle le
mani e ad
abbracciarla quando comincia a piangere e non vuole da lui essere
vista. Quando
finisce di parlare ha la gola e le labbra secche e Baatar la
costringe a
promettere che avrebbe almeno provato a riappacificarsi con la sua
famiglia.
In qualche modo, quando nei giorni seguenti riprendono il loro cammino,
Baatar
si sente quasi in dovere di doverla trattare con una maggiore riverenza
viste
le sue origini e si rende conto di aver perso la parlata un
po' aulica e
piena di parole importanti che aveva quando studiava a Ba Sing Se.
Appena tenta
di riprenderla, però, Suyin alza un sopracciglio, gli tira
un pugno all'altezza
dello stomaco che lo fa cadere a terra e subito dopo comincia a
prenderlo in
giro, rivelando tutta l'ostilità che ha conservato per
diverso tempo nei
confronti dell'accento degli abitanti della Capitale.
Gli elenca una
serie
molto lunga di insulti ed episodi parecchio volgari e, nel momento in
cui lo
guarda in viso e lo trova completamente rosso dall'imbarazzo, scoppia a
ridere
e continua a farlo per un buon pezzo di strada.
...I
finally realized what I was looking for was a family.
vi.
Dopo circa altri due mesi sono quasi arrivati a Zaofu.
Suyin afferma
che
mancano solo un paio di giorni di cammino e Baatar decide di mostrarle
le bozze
iniziali che aveva disegnato ancora a Ba Sing Se: le confessa di
essersi
ispirato un po' all'esibizione di più di due anni prima del
circo e non può
fare a meno di osservare quanto sia tutto fortemente ispirato
dall'architettura
della Capitale.
Suyin non ha parole per qualche minuto, che lui riempie
continuando a blaterare di tutte le cose che cambierebbe in quei
progetti, ora
che ha viaggiato tanto, ma nel momento in cui arriva a esprimere
l'intenzione
di costruire dei palazzi nel centro principale della città,
Suyin lo interrompe
saltandogli addosso ridendo e lasciandogli un sacco di baci sulle
guance -che
lo imbarazzano non poco.
Quando lo lascia per prendere in mano i
progetti e
stringerli, lui ha gli occhiali storti sul naso e il viso completamente
rosso.
Suyin sembra troppo felice per accorgersene o curarsene, gli occhi
verdi
illuminati di una gioia che gli scalda il cuore, e gli spinge il
carboncino in
mano chiedendogli cosa pensava di fare riguardo ai palazzi di cui
parlava
prima.
Baatar si sistema gli occhiali sul naso e prende a disegnare
l'ennesima
bozza, una città divisa in nuclei collegati da rotaie, il
cui nucleo principale
sarebbe costituito da una piazza pubblica ed edifici amministrativi. Si
ferma
un attimo e la guarda poco prima di cominciare a parlare delle zone
abitate,
evitando accuratamente di andare sul particolare, perché in
fondo gli piace
davvero molto immaginare un futuro in cui vivono insieme sotto lo
stesso tetto
e ha paura di essere rifiutato, lui, che è così
debole e ha così tanta paura di
molte cose, da una come lei, coraggiosa ed entusiasta e splendidamente
pronta a
tutto.
Solo diverse ore dopo, quando si sveglia all'alba e Suyin dorme ancora,
osservando un fiore colpito dalle prime luci del sole sbocciare, lo
colpisce
l'idea di far racchiudere i diversi nuclei da ampie volte che sembrano
petali.
Non ne parla a Suyin fino a quando non si fermano per il pranzo, e la
ragazza
dimostra subito un grande interesse.
Quando arrivano a Zaofu si uniscono alle persone che Suyin era
riuscita a
convincere per fondare la nuova città e appena cominciano i
lavori, dopo
ulteriori modifiche ai progetti, Suyin e Baatar si vedono sempre meno
durante
il giorno, un po' forse perché una è
impiegata nei lavori di effettiva
costruzione mentre l'altro si occupa dei materiali e della
distribuzione delle
persone nelle varie zone.
Quando giunge la sera, però,
trovano sempre il tempo
di cenare insieme o di sedere vicini mentre tutti si preparano a
dormire. È
sotto le stelle che, dopo le prime due settimane di lavoro, concordano
sul
fatto che costruire una città non sia per niente facile, per
poi cominciare a
ridere e addormentarsi stremati dopo pochi minuti. È sempre
sotto le stelle che
Baatar le parla di architettura e archi e volte e cupole e un milione
di altre
cose che Suyin non capisce quasi mai del tutto- molte non riesce
nemmeno a
immaginarle.
È alla luce pallida della luna che Suyin lo
guarda parlare di ciò
che ama e si rende conto di volere che parli così anche di
lei.
So I bought this plot of land,
found a brilliant architect who later became my husband...
vii.
Dopo quasi tre anni dall'inizio dei lavori hanno quasi completato la
costruzione del nucleo principale e stanno anche terminando di
rivestire con le
volte due dei cinque nuclei minori.
Baatar e Suyin festeggiano il
secondo
anniversario del loro fidanzamento -avvenuto in un modo più
o meno imbarazzante
e disastroso- inaugurando una delle prime abitazioni. Nel corso del
tempo Suyin
è cambiata parecchio, ha veramente abbracciato la
città e tutte le
responsabilità che da essa derivano: Baatar riconosce in lei
ancora la
scintilla di euforia che non le mancherà mai nel fare le
cose, ma questa viene
celata, quasi come i nuclei della città, da calma e
giudizio.
A lui spetta
spesso il privilegio di farla sbocciare come un fiore in tutta la sua
meraviglia e bellezza, anche se in realtà passa la maggior
parte del tempo
ritraendola mentre dispensa indicazioni per decorare i giardini
pubblici o prova e riprova continuamente a
scrivere alla sua famiglia a Republic City.
Quando una sera la vede rientrare con un'aria un po' scossa e scopre
che sua
madre si è praticamente invitata da sola per venire a fare
visita, è a metà tra
una piacevole sensazione di attesa e il terribile presentimento che
qualcosa
potrebbe andare storto. Sono passati più di otto anni da
quando Suyin è stata
costretta a lasciare Republic City e Baatar spera solo che Toph Beifong
sia
pronta a perdonare veramente sua figlia.
Finisce quasi tutto bene e,
anzi,
viene approvato persino il loro eventuale futuro matrimonio (l'unico
colpo
basso è una serie di pacche sulla schiena e pugni da parte
di Toph, che,
secondo Baatar, sono i principali responsabili della rottura di un paio
di
costole che gli provocheranno poi fastidio a ogni cambio di stagione).
Quando la costruzione della città
viene portata a
termine, è primavera e Suyin danza con altre dominatrici del
metallo nei giardini in fiore.
...and created a place I could
truly call...
viii.
Ormai Baatar ha quasi trentasei anni e più di qualche figlio
a
cui badare.
Mentre raccontava la storia Opal gli si è
addormentata in grembo e Baatar Junior, stancatosi verso la
metà
del racconto, è andato a cercare tra le pergamene della
libreria
quelle che aveva portato con sé durante il viaggio, vecchie
più di una decina d'anni. Il padre sa che probabilmente si
è addormentato nello studio e che ad un certo punto della
notte
si risveglierà cadendo dalla sedia- è
già
successo, lui e Suyin si sono già spaventati, ma da qualche
mese
si limitano a ridere piano uscendo dalla camera per controllare che
vada tutto bene.
Quando Baatar tenta di mettere a letto Opal questa non sembra
intenzionata a staccarsi dal suo petto, a metà tra il sonno
e la
pace cosciente nell'abbraccio del padre: una volta entrati nella camera
dei genitori, Suyin le fa il solletico fino a farla cadere sul letto,
ridendo e stringendosi le gambe al petto per cercare di sfuggire alle
mani terribili della madre.
Dopo ulteriori ma brevi discussioni, la
bimba guadagna la concessione di dormire nel lettone con i genitori,
cosa che non accade spesso perché insieme i fratelli sono
davvero
troppi e, semplicemente, non ci stanno.
Suyin
si stende su un fianco e Opal subito si accoccola vicino a
lei, mentre
Baatar si sfila gli occhiali e tira su di loro le coperte. Sorride nel
vedere il sorriso sfocato di Suyin nella penombra e, con quel pensiero,
si addormenta.
...home.
♦♦♦
Buonasera!
Ammetto di essere felice ed emozionata insieme nell'entrare finalmente
in questo fandom, pur non essendo assolutamente sicura di rimanerci per
chissà quanto tempo :') Ci giro da un po' di mesi, ma non ho
mai avuto veramente voglia di scrivere qualcosa che non fosse soltanto
abbozzata. Che dire, evidentemente le coppie sposate mi sbloccano i
chakra o qualcosa del genere. (in realtà non sono nemmeno
soddisfatta di questo scritto ma ho deciso di non voler lasciare che
marcisca, anche perché ben due dei miei cari amici,
Albicocca e RaffyRen97 su Efp, me l'hanno betato e hanno sopportato i
miei deliri di ansia, quindi non potevo proprio evitare)
Baatar Sr non è certo un personaggio con una grande
introspezione psicologica ma, soprattutto dopo gli eventi dell'episodio
10 del Book 4, non ho potuto fare a meno di notare quanto sia
interessante- intendo, hai una paura folle del vuoto ma non ti pieghi
al volere di una dittatrice e affronti senza battere ciglio tuo figlio
che ti urla contro? C'è del coraggio in tutto questo! Per
non parlare di questo
post su tumblr, che mi ha quasi fatta rovesciare dalla sedia dal
ridere. E ancora adesso ogni volta che guardo la povera faccia di
quell'uomo faccio fatica a non scoppiare a ridere.
Le frasi in corsivo sono dette da Suyin nell'episodio del Book 3 in cui
Korra e gli altri arrivano a Zaofu.
Comunque, a parte tutto, spero che il tutto vi sia piaciuto almeno un
pochino e, se non avete voglia di lasciare un commento, almeno
mandatemi un apprezzamento spirituale. Sia mai che vi proiettiate
davanti a me Jinora-style. (?)
Il finale del book 4 è venerdì aiuto aiuto non
voglio vivere la giornata del 20 sarò in lutto salvatemi
regalatemi altre dodicimila serie animate e altrettanti fumetti aiuto
-helianthus, o Catey o come vi pare
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