Seven Notes

di the spirit eater
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L'Eva era buio, tutto era silenzioso.
Shinji era rannicchiato in un angolo dell'abitacolo. Le lacrime si erano asciugate, un sottile strato di sale gli rigava la guancia. Bruciava.
Un attimo, una luce.
Shinji si ritrovò in uno spazio oscuro. Era molto più ampio dell'abitacolo dell'Eva, era molto più vasto di quanto si potesse pensare.
Prima uno, poi due e infine mille globi di luce iniziarono a volare nell'aria. Ma era ancora tutto vuoto. Non c'era nessuno.
E poi eccolo arrivare. Era lui. Era la stella più brillante di tutte quelle che erano in quel mondo oscuro e vacuo. Una stella che nel suo mondo si era spenta poco tempo prima.
"Ciao Shinji"
Il Second Children era basito, gli occhi si riempivano nuovamente di lacrime,un sorriso nasceva sul suo volto.
"Ciao Kaworu" la voce spezzata del ragazzo riuscì a sibilare solo queste parole.
"Queste stelle sono veramente belle, vero?"
Shinji batté gli occhi e si ritrovò in un mondo nuovo per la seconda volta.
Era steso a terra vicino a Kaworu e stava guardando un cielo stellato. Ma le luci continuavano a muoversi ed erano milioni, miliardi più di quelle delle fredde notti in cui loro due avevano suonato assieme.
"Quanto ancora potremo stare assieme Kaworu?"
"Pochi minuti, mi dispiace Shinji"
"Va bene così, grazie Kaworu. Mi hai salvato e io almeno posso ringraziarti, questo vuol dire molto per me. Io ti voglio bene Kaworu."
"Shinji"
"Sì?" I due si guardarono negli occhi: il rosso fuoco delle pupille dell'angelo si scontravano con il nocciola dei gonfi occhi di Hikari.
"Posso chiederti un ultimo favore?"
"Certo" Shinji chiuse gli occhi mentre si sforzava di sorridere.
Kaworu si alzò in piedi porgendo la mano all'amico.
Solo quando Shinji si alzò si rese conto che anche sotto i suoi piedi vi era un oceano di luci in perpetuo movimento. In mezzo a quel piano magico, tra realtà e sogno, tra luce e ombra, vi era un pianoforte bianco come i capelli di Kaworu, la tastiera era bianca e rossa, vermiglio era anche lo sgabello.
I due si sedettero spontaneamente e iniziarono a suonare.
"Shinji allora ti posso chiedere quel favore?"
Le dita dei ragazzi scorrevano dolcemente sul pianoforte facendo risuonare quella melodia già provata centinaia di volte.
"Dimmi Kaworu"
La testa dell'angelo ondeggiava delicatamente.
"Volevo farti una domanda"
"Dimmi Nagisa"
Le voci non parlarono per un po', la melodia proseguiva dolce e struggente.
"Shinji, tu non è che potresti amarmi?"
I globi di luce cominciarono a invadere anche il piano in cui erano i due ragazzi.
La risposta del ragazzo si perse nell'ultima nota della canzone, nell'ultima delle sette note.
La luce si fece accecante. 

Seven Notes 

-The End-


 




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