Il lungo
fiammifero si insinuò nel braciere della pipa, la sua fiamma anelante ossigeno
e tabacco. L’inspirazione del giovane fece scoccare la scintilla.
All’accensione, una prima lingua di fumo scaturì, tracciando una sottile e
languida spirale, prima densa, poi sempre più evanescente.
L’espirazione
successiva fu di totale e completo soddisfacimento.
Le
circonvoluzioni diventarono sempre più ampie, disperdendosi lente nella piccola
stanza. Era giunto il momento: si alzò, prese la sua copia di Narciso e
Boccadoro e si adagiò sulla consumata poltrona, immergendosi nella ragione
ascetica e nei vagabondaggi passionali.
Lysandro era quel genere di persona che amava prendersi
tutto il tempo di cui aveva bisogno, per riflettere, ascoltare e scrivere. La
sua stessa voce denotava questa posatezza: era bassa e profonda, monotona ma
rassicurante. Francamente, non comprendeva proprio perché avessero scelto lui,
durante il liceo, per recitare la parte del frettoloso Bianconiglio.
Ma, dopotutto, c’erano state così tante assurdità in quella scuola che si
sorprendeva di aver avuto il tempo di studiare.
Un debole toc toc lo
riportò alla modesta realtà con la quale doveva convivere. La voce del fratello
risuonò attutita nella camera.
-Lys, è arrivato Castiel-
Leigh aveva
adottato la consuetudine di non disturbare il fratello, quando sapeva che
questi si concedeva di fumare. Lysandro apprezzava la
cortesia, anche se aveva l’impressione che il fratello maggiore evitasse
volutamente di guardarlo, per timore di lasciar trasparire una malcelata
commiserazione. Questo ambiguo sentimento, rifletteva Lysandro,
era forse dovuto al fatto che Leigh attribuisse l’abitudine del fratello più ad
un malinconico ricordo che non ad un reale desiderio. Essa era cominciata negli
anni della scuola, da una scommessa persa e un’amicizia dissipata nel tempo.
Assorto in
questi nebulosi pensieri, il giovane si avviò alla porta. Il fratello e l’amico
erano vicini, l’uno con uno sguardo accogliente, l’altro con un ghigno stampato
in volto.
-Amico, mi devi
una birra-
-Anche io sono
felice di vederti- replicò Lysandro a Castiel, inarcando un sopracciglio. –Vuoi entrare?-
Castiel diede una rapida occhiata alla stanza fumosa e fece
una smorfia poco convinta.
-Non sai quanto
vorrei farmi una paglia in tua compagnia, ma non abbiamo tempo. Devo
assolutamente portarti in un posto-
Lysandro fissò l’amico per qualche attimo. Forse
quell’attimo durò troppo a lungo, poiché Castiel si
spazientì subito.
-E allora?!-
-Che posto
sarebbe?-
-Dobbiamo
davvero parlarne adesso? Ti dico solo che te ne pentirai, se non mi segui-
Qualche altro
secondo di silenzio. Lysandro lanciò un breve sguardo
a Leigh, che sfuggì alla sua occhiata. Sapeva che, se il fratello non avesse
distolto l’occhio, lui avrebbe compreso tutto. La curiosità e l’inquietudine si
agitarono nel suo stomaco. Non avrebbe retto un altro istante.
-Arrivo-
Rientrò in
fretta in camera, prese il lungo cappotto -la stagione era gelida- e il suo
quaderno sgualcito.
Sperò che
valesse la pena di portarlo, ma soprattutto pregò di non perderlo.
Alcuni Nota
Bene
-
Sto scrivendo in questo fandom, ma
personalmente trovo questo gioco abbastanza superficiale per quanto riguarda la
caratterizzazione dei personaggi (anche se comunque mi piace abbastanza,
altrimenti non ci giocherei). La necessità di scrivere una fanfiction
deriva proprio dal fatto che sentivo il bisogno di carpire meglio la loro
personalità. Se li trovate un po’ Out Of Character,
ho fallito nella resa.
-
Ho scelto Lysandro come protagonista
perché il “poeta maledetto” esercita sempre un fascino potente.
-
Se non si fosse capito, la storia è ambientata qualche anno dopo
la fine del liceo. I personaggi sono tutti maggiorenni e perlopiù universitari.
-
Nella mia testa questa storia non ha una fine: è solo una
“raccolta di momenti” tra i personaggi. Non so se avrò voglia di continuarla,
perché sono una persona molto scostante. Spero comunque che possa piacere.
-
Il titolo viene dalla poesia di Montale “Nuove Stanze”. Il motivo
per cui l’ho scelto è piuttosto semplicistico e si capirà durante la storia.
Adieu.