Lonely
Day.
Era
il giorno di
Capodanno.
Un nuovo giorno, un nuovo anno:
stessa vita. Ai Haibara non
si sentiva particolarmente eccitata da ciò. Era un giorno,
solingo e grigio,
come tanti altri: persino il cielo, piovoso e carico di nubi
temporalesche,
sembrava suggerirle di non essere poi tanto contenta di
quell’anno appena cominciato. Non era realmente triste, solo
malinconica. Non avvertiva la gioia che
coinvolgeva praticamente tutti i veri bambini e una grande maggioranza
degli
adulti; anche se, in effetti, nel caso di Kogoro forse era il
sakè a causargli quella gioia. La sera prima erano stati
tutti insieme: il magnete per
cadaveri, il detective incapace, la donna dei sogni del magnete, la sua
amica
ereditiera, i Detective Boys, il dottor Agasa e lei; una serata
divertente, per
gli altri, e tranquilla. Ma lei non aveva voglia di festeggiare. Certo,
aveva
una figura paterna finalmente, e anche degli amici… ma non
si era mai sentita
tanto sola. Erano copie sbiadite di una realtà mai esistita:
Agasa non era
davvero suo padre, i suoi amici non avevano davvero la sua
età e Ran non
sarebbe mai stata davvero Akemi. Forse era solo una giornata storta,
generalmente non era così negativa;
“E’
un giorno così
malinconico… nemmeno il sole sembra voler venir fuori oggi.
Inoltre non mi
capitava da un po’ di pensare a coloro che mi stanno intorno
in questo modo…”
Era uno di quei giorni malinconici,
ed erano proprio quei
giorni ad averla quasi fatta ammazzare un paio di volte. Le
tornò in mente il
dirottamento dell’autobus: si sentiva così
colpevole da preferire la morte
piuttosto che una vita triste, solitaria e portatrice di pericolo per
coloro
che le stavano intorno. Se solo lui non si fosse intromesso, quello
sciocco
fissato con le deduzioni e col cuore troppo grande, non avrebbe mai
scoperto le
gioie della sua nuova vita o il semplice star bene con qualcun altro. E
che
dire dei suoi messaggi vocali alla segreteria di sua sorella solo per
sentire
la sua voce? Quanto aveva rischiato, solo per quei pochi secondi di
voce
registrata? Era stato lui a scoprirla e ancora una volta le aveva
ricordato che
non era sola… ricordava di aver persino sorriso a quello
stupido investigatore.
Ma oggi era un giorno stranamente malinconico per Ai, e tutti quei
brutti
pensieri e gli spettri del suo passato sembravano essere tornati dentro
il suo
cuore con rinnovato vigore.
“E’
un giorno così
malinconico… ha cominciato a piovere, mi sento sola come
poche altre volte
nella mia vita. Non è giusto, ho fatto così tanti
passi avanti da quando sono
tornata bambina… perché ora sto così?
Non dovrebbero esistere giorni come
questo…”
La pioggia batteva forte sui vetri,
davvero un inizio anno
niente male. Quanto valeva la sua vita? Lo avessero chiesto a lei,
avrebbe
risposto un qualcosa come: “Praticamente
niente!”. Ma per gli altri? Agasa la amava come
avrebbe amato una figlia, e
Ai gli era grata oltre ogni umana comprensione: avrebbe fatto di tutto
per lui,
come una figlia avrebbe fatto tutto per il padre. I suoi nuovi piccoli
amici?
Tsuburaya era infatuato di lei, era lampante, ma le voleva bene
all’infuori di
ciò, Ayumi era la sua migliore amica e, anche se spesso
assumeva nei confronti
di lei un atteggiamento più materno che da amica, le voleva
un gran bene
nonostante la grande differenza di età e
mentalità. Kojima? Era diffidente perchè era un
bambinone, in più sensi, ma le voleva comunque un gran bene.
E poi c’era il detective.
Non sapeva cosa Conan provasse per lei: era davvero amicizia
ciò che la legava
a lui? O Conan Edogawa, falsa identità di Shinichi Kudo,
aveva solo bisogno
dell’antidoto al veleno che lo aveva rimpicciolito? Ogni
tanto aveva paura a
domandarselo. Voleva bene a Conan, un bene superiore a quello dei
semplici
amici, anche se non lo avrebbe mai ammesso, e temeva sinceramente che,
una
volta tornato alle sue reali fattezze, avrebbe dimenticato tutto della
sua
“Partner” per tornare dal suo Angelo che tanto
fedelmente lo aspettava.
“E’
un giorno così
malinconico… perché mi tormento pensando a certe
cose? Non mi sentivo così giù
da… da quella volta in cui ho pianto davanti a lui,
aprendogli il mio cuore.
Gli ho mostrato un lato del mio aspetto così profondo che
pensavo fosse sparito
anni fa. Perché pensare a lui mi causa questo? Che io sia
meteoropatica a tal
punto?”
No, non era meteoropatia. Era paura,
nostalgia, repressione
di un qualche sentimento e ansia. Era tutto, ma non meteoropatia. Aveva
paura
dello scontro con quei criminali, aveva paura di morire, aveva paura di
perdere
lui; aveva nostalgia dei tempi in cui, talmente era piccola, che la sua
unica
preoccupazione era di stare con Akemi. E reprimeva tutto, pur di non
farsi
vedere debole. Ma Conan le vedeva dentro, persino quando, in maniera
piuttosto
fanciullesca in verità, aveva cercato di ringraziarlo per
averla salvata dalla
situazione di quel treno, o aveva paura delle scosse causate
dall’elettricità
statica… o quando la rassicurava nei momenti di maggiore
difficoltà e paura.
“E’
un giorno così
malinconico… non lo rimpiangerò mai! Questi
giorni dovrebbero essere banditi
dalle vite delle persone. Non è giusto…
perché oggi, in un giorno che dovrebbe
essere di speranza e di gioia, io provo così tanta paura di
perdere tutto? Già…
è un giorno così malinconico che sento quasi
addosso il peso del male che ci
perseguita. E’ un giorno malinconico, il più
malinconico della mia vita, ed è
solo mio… sono sola.”
Il campanello suonò, e Ai,
stanca dal continuo pensare, andò
ad aprire. Era proprio Conan; ancora una volta era la persona
giusta… ma era il
momento giusto?
<< Ti andrebbe di
venire con me al cimitero…? Potresti
salutare tua sorella. >> Mormorò Conan,
chiudendo l’ombrello.
Lei lo guardò
profondamente: era lì, era sempre lì. Quando
aveva bisogno era sempre pronto ad aiutarla.
<< Non possiamo,
Edogawa-kun. Che succede se ci
vedono loro? >> S’impose una freddezza alla
voce che avrebbe ingannato
chiunque… ma lui non era chiunque.
<< Ho chiesto a
Jodie-sensei di assicurarsi che il
perimetro del cimitero sia coperto; mi ha anche dato un percorso sicuro
per
raggiungere il posto. Se prendi l’ombrello e camminiamo a
passo lento, ci
arriviamo in meno di un’ora. E’ un nuovo
anno…ma nonostante la felicità e la
gioia che ciò comporta, non dovremmo dimenticarci del
passato. Specie se questo
ci è così caro… >> Il
suo sorriso è una fonte di sicurezza: una persona
tanto forte che aiutava una persona così fragile
è quasi incredibile, ma Ai
sapeva di quanto fosse incredibile il suo amico.
<< Va bene
allora… >> Ai afferrò il suo
ombrello
scuro e indossò una sciarpa e un cappello: sarebbe stato
più difficile essere riconosciuta dai loro nemici
Non lo ringraziò e non lo
guardò: Conan non si stupì
dell’atteggiamento dell’amica e, sorridendole in
maniera calda, la accompagnò
in quel giorno piovoso.
Ai riuscì a reprimere le
lacrime con fatica: non importava
quanto potesse fare la dura, lui l’avrebbe sempre capita,
sempre.
“E’
un giorno così
malinconico… eppure tu, Conan, sei quel raggio di sole che
mi fa superare
giorni come questi. Sei sempre stato tu; e nonostante i miei guai e le
mie insicurezze, so che posso confidare in te,
sempre e comunque; se andrai contro quei criminali, ci andremo insieme.
E se
morirai, morirò con te. Siamo partner dopotutto.. giusto? E
i partner lavorano insieme, fino alla fine. Si, questo è
indubbiamente il
giorno più malinconico della mia vita. Ma è
soprattutto uno di quei giorni in
cui sono felice di essere scampata all’incendio e a tutti i
pericoli che mi
hanno causato quelli dell’Organizzazione; oggi è
uno d quei giorni in cui sono
grata di essere sopravvissuta.”
Ehm…
boh. Avevo promesso due shot su
Detective Conan: una natalizia e una sul capodanno. Ma oggi, ascoltando
Lonely
Day dei System Of A Down, mi ha
assalito
una gran tristezza e ho scritto praticamente scritto ora questa roba,
saltando
la shot natalizia. E’ scritta totalmente di getto, non ho
controllato se ha
errori o orrori di ortografia ed è… ConanxAi,
anche se qui è più basata sul
legame che li avvicina e sui sentimenti di Ai. Ah ovviamente le
ripetizioni
sui pensieri di Ai e “l’essere
incredibile” di Conan sono volute, non sono
così a pezzi. u.u
Che
dire… auguri a
tutti di un sereno anno nuovo! Ci rivediamo l’anno prossimo
con la mia long sui
Digimon, qualche altra shot su Detective Conan (migliore di questa,
giuro!) e
la mia futura Iperlong sempre su questo manga. Grazie a chi
leggerà, a chi
recensirà e a chi farà entrambe le cose. Alla
prossima!
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