Introduzione
A Matilde,
per avermi assillata affinchè io scrivessi,
per avermi aiutata nei momenti di panico,
per essermi stata accanto.
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Sei
mesi dopo
La
figura esile giaceva, inerme, sull'enorme lettino bianco.
I
suoi morbidi capelli color biondo cenere cadevano sparsi per tutto il
cuscino, la pelle pallida lasciava intravedere un'enorme macchia
violacea nera che contornava il suo piccolo occhio sinistro. Dei graffi
erano visibili sulla fronte mentre uno davvero grande ricoperto ancora
di sangue morto, era presente sulla sua guancia destra. Un
taglio era ben presente sulla parte laterale del labbro
superiore.
"Oh
mio dio!"
Un
sussurro echeggiò nella stanza mischiandosi tra l'orribile
silenzio che giaceva. Il ragazzo dalla pelle ambrata, si
avvicinò immediatamente alla ragazza prendendogli le mani e
stringerle tra le sue, che a confrontro, erano molto più
grandi e sicuramente più calde.
Caldi
lacrime rigavano il viso del ragazzo moro, ancora stretto alla ragazza.
Piangeva perché in quel momento conosceva molto bene il suo
stato d'impotenza.
Flashback
'shh'
Era
stretta tra le sue possenti braccia, col capo adagiato sulla sua
spalla, le braccia strette al suo collo mentre lacrime amare ricadevano
dai suoi occhi castani. Il moro odiava vederla
così, odiava vedere il suo volto ricoperto di lacrime,
odiava vedere il suo trucco sciolto, odiava vederla soffrirla. Ormai da
1 mese e passa si ripeteva quest'orribile scena, quasi ogni sera la
ragazza entrava da quella porta e correva subito ad abbracciarlo dando
libero sfogo ai suoi problemi.
Lui
glielo lasciava fare, non diceva nulla se non qualcosa come
'andrà tutto bene' o 'passerà'.
Era
innamorata di un ragazzo che, da quello che gli aveva raccontato, lui
non conosceva affatto. Sapeva solo che era più grande di
qualche anno, che aveva dei bambini ma che non erano suoi, e che aveva
una ragazza che, forse, stava per diventare sua moglie.
Il
ragazzo aveva provato a dirgli di lasciarlo perdere perché
sapeva che non ci sarebbero state speranza. E ci aveva provato davvero,
fino allo sfinimento. Ma non poteva farci un bel niente, aveva smesso
di farlo quando capii che era davvero innamorata di quel
ragazzo.
'piccola
mia'
La
sua voce uscì quasi come un sussurro mentre fece scorrere le
sue mani nei suoi capelli lunghi, lasciandogli delle carezze.
Più la guardava più la trovava perfetta. Adorava
il modo in cui arriciava le labbra, la sua espressione dolce, adorava
tutto di lei.
Ma
però, solo a guardarla, provava un dolore indescrivibile al
petto.
Quello
fu una delle tante volte in cui si sentì impotente.
Fine
Flashback
Il
ragazzo si portò le mani della ragazza alle sue labbra per
poi baciargliele.
"Ti
prometto che quei bastardi la pagheranno molto cara"
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