- Eppure...
-
Pairing: LysandreXDolcetta
Lei
è sposata
con Lysandre.
Lo
ama e lui ricambia
esattamente come il
primo giorno che si sono conosciuti.
Possibile
che dopo tutti questi anni, non saprebbe neppure dire
quanti, lui dimentichi ancora cose tanto fondamentali?
Lei
è una
donna paziente, lo è
sempre
stata, ma ha dei
limiti e
suo
marito ha
la capacità più unica
che rara di farglieli superare. Sempre.
Ad
esempio oggi:
si è di nuovo scordato il suo quaderno
da qualche parte.
Lei
lo sta cercando
da ore.
Sa bene
che, senza
quell'ammasso
di carta,
Lysandre si
sente perso. Al
fine di evitare crisi isteriche e traumi da non-so-dove-appuntare-i-miei-pensieri-come-farò-a-sopravvivere, lei ha messo a
soqquadro
l'intera casa.
Non
ha trovato
nulla.
In
compenso, ha scoperto
che qualcuno ha
scordato di pulire sotto al divano come gli avevo chiesto,
facendo accumulare un sacco
di polvere, briciole, qualche bottone e delle
monetine, ma nessuno stupidissimo quaderno
nero.
Sa benissimo
che quel coso riapparirà quando meno
se l'aspetta,
precisamente ai suoi piedi,
precisamente nel momento peggiore, al solo scopo di farla cadere
come un sacco di patate. Guai
a gettarlo
via o dargli
fuoco nel caminetto: Lysandre non si
darebbe più pace e, soprattutto, non darebbe più
pace a lei.
Sospira,
rialzandosi
faticosamente dalla posizione assunta per esplorare i meandri del
divano. La schiena le chiede
pietà e, con una smorfia di dolore, si
stiracchia.
"Caro... Mi spiace, ho cercato per tutta la casa, ma non trovo il tuo
quaderno."
Invia il
messaggio di malavoglia, già immaginandosi
l'angoscia di Lysandre quando
tornerà a casa.
Le toccherà
cercare assieme a lui, costringendolo a fare mente locale.
Probabilmente
se l'è scordato su una panchina al parco, a casa
di Castiel,
oppure a lavoro.
Accantona la
questione, per il momento non può fare
altro.
Sarà
meglio,
piuttosto, iniziare
a stirare
quella schifosissime camicie.
Si
dice che prima
inizia, prima se
le leverà
dalle
scatole.
Era
affascinante, il suo Lysandre,
con quegli stravaganti abiti
vittoriani. Lo trovava originale, distinto, principesco.
Dopo
il matrimonio ha dovuto imparare
a lavarli
e stirarli, quegli abiti, e ha
concluso che
l'epoca vittoriana fa
schifo.
"Amore,
non vorrai mica usare la lavatrice, vero? Guarda che è tutta
seta!
Ricordati
il detergente alla
vaniglia del Guatemala!
Inamida il
colletto con Mr. Appretto
Facile.
I
polsini stirali
bene, che l'ultima volta faticavo ad allacciarli!
Già che ci
sei mi lucideresti anche i gemelli? Ma con quella
cera speciale..."
Fottiti, Lysandre. Tu,
e tutte le tue camicie
da frocio vittoriano!
Raggiunge la
lavanderia e, sconcertata, non trova alcuna traccia
delle odiate camice, né tantomeno
degli altri abiti vittoriani.
Cerca
in
camera loro.
Apre gli
armadi e trova solo
una manciata di vestiti
normalissimi, di cui nemmeno ricorda la
provenienza.
Oh,
mio Dio... Cos'avrà combinato suo
marito
questa
volta? Se
li sarà dimenticati
da qualche parte? Starà girando per
la città completamente nudo?
"Tesoro,
dove hai messo tutte le camice...
E il resto dei tuoi vestiti?"
Vorrebbe aggiungerci
un'imprecazione, ma si
trattiene inviando
il messaggio così com'è. Sperare
che Lysandre lo
ricordi e pressoché inutile, ma tanto vale provare.
Sospira pesantemente
e decide che
è ora di andare a nutrire i
conigli.
Nonostante
vivano in
una modesta villetta in
pieno centro, Lysandre ha
deciso di non poter rinunciare alla compagnia di
quegli animaletti pelosi che
tanto gli ricordano la sua infanzia in campagna.
In
città nessuno tiene una decina di conigli in casa. Quei cosi puzzano,
Cristo santo! Ma a lui non sembra importare e passa
gran parte del suo tempo libero accarezzandoli, oppure
osservandoli saltellare e abbuffarsi con un mezzo sorriso dipinto sul
volto, di solito mentre
appunta
pensieri e frasi nel suo
fedele quaderno.
Sono
passati anni, lei
non
saprebbe
neppure dire
quanti, ma Lysandre è
rimasto sempre lo stesso sognatore e questo lato di lui, quando non la esaspera, le fa
quasi tenerezza.
Pensa stizzita,
non per la prima volta, che Castiel si
accontenta di un
cane. Vecchio, pulcioso e burbero (un po' come lui), ma un cane
è un animale che può comprendere.
I conigli invece... Lei
non
capisce cosa ci
trovi, suo marito.
Apre la
porta che da sul retro
del giardino e rimane
per
qualche secondo a contemplare il recinto.
Si
avvicina alle
gabbiette, trovandole abbandonate,
solo qualche filo di paglia rinsecchita a testimoniare che sono
effettivamente state usate.
"Amore... Che fine hanno fatto i conigli?"
Lysandre non
ha ancora risposto agli altri messaggi ma,
conoscendolo, avrà perso il cellulare da qualche parte.
Lei
si massaggia le
tempie. Anche se non ha combinato
molto, mi sente parecchio
stanca, quindi si
trascina verso
la cucina, lasciandosi
cadere su una sedia.
In
qualche modo, sembra che
si
sia liberata dei conigli.
Non
le mancheranno, ma capire
come sia
successo sarebbe
d'aiuto.
Guardando
l'orologio, lei attende con
pazienza che Lysandre torni
a casa. Sono sposati
da tanti anni, non riesce proprio
a ricordare quanti, e sa
bene
che a momenti lui busserà alla
porta (si dimentica sempre le chiavi,
da incorreggibile
smemorato qual è), si
scuserà per la propria sbadataggine,
quindi la saluterà con un
bacio e le
chiederà
cos'ha preparato
per cena.
Si alza di
scatto, soffocando una mezza imprecazione quando le ginocchia, ancora
doloranti da prima, protestano.
C'è
poco tempo e ormai crede di
potergli cucinare solo una frittata veloce. Meglio di nulla.
La frittata è pronta, un po' bruciata perché ad
un certo punto l'ha dimenticata
sul fuoco, ma crede sia
mangiabile.
Di suo marito,
tuttavia, nessuna traccia.
Ricontrolla il
cellulare, che però non segnala nessun nuovo messaggio.
"Amore,
dove sei finito? Sei in ritardo e la cena è pronta."
Scrive.
Invia.
Uno strana angoscia le attanaglia
la bocca dello stomaco.
Il
quaderno, i vestiti, i conigli, il ritardo... Lysandre non le risponde
ancora. Perché?
Sono sposati
da così tanto (da
quanto?)...
Eppure non si era mai comportato così. Si
chiede se abbia fatto
qualcosa di sbagliato.
Oppure è
successo qualcosa al suo Lys?
Cerca di non
pensarci, ma i minuti passano e diventano mezzora, poi un'ora, poi
due ore
e di lui nessuna
traccia.
"Amore,
inizio a preoccuparmi."
"Amore,
chiamami appena puoi."
"Amore,
hai perso ancora il cellulare?"
"Amore,
c'è qualcosa che non va?"
"Amore,
mi diresti se c'è qualcosa che non va, vero?"
Due
ore e mezza dopo, una
lacrima le solca
la guancia. Se n'è andato? Perché?
Lei
lo
ama,
credeva che
anche lui...
Qualcuno
bussa alla porta.
Corre ad
aprire
ignorando
il
dolore fisico.
Lysandre
le sorride,
ma il suo sorriso si spegne appena scorge le sue lacrime.
- Ehi - mormora entrando
in casa. - Che succede?
Lei
lo abbraccia.
- I tuoi vestiti sono spariti, così come i conigli
e tu... Tu non rispondevi al cellulare. Pensavo mi avessi lasciata
- ammette soffocando
un singhiozzo.
Lui
la stringe,
cullandola dolcemente.
- Non potrei mai lasciarti.
Il mio cellulare è rotto, non ricordi?
Rotto? Ah, l'aveva
rotto due giorni fa.
Sente cedere
le gambe per il sollievo. Lysandre se ne accorge
e la conduce
verso la loro camera,
aiutandola a sdraiarsi
sul letto.
-
Stamattina
ti ho lasciato un biglietto sul comodino
- prosegue indicando il foglietto con la mano. - Ho
scritto che sarei tornato tardi.
Ora
se
ne ricorda.
L'avevo letto solo poche
ore prima,
eppure l'aveva
completamente scordato.
D'improvviso rammenta
e la rivelazione le mozza il respiro.
I
vestiti: Lysandre li ha
dati via, tutti quanti, e se n'è comprati di più
semplici. L'ha fatto per
lei,
perché faticava ad
occuparsi
dei suoi appariscenti vestiti vittoriani.
I
conigli: Lysandre li ha
regalati ad alcuni bambini del vicinato. L'ha fatto per amor
suo, perché sapeva
bene quanto tempo impiegasse a
pulire tutte le gabbie e sfamarli.
Il
quaderno: Lysandre se
n'è disfatto anni fa, dopo che, per cercarlo, hanno litigato
furiosamente e rischiato
di lasciarsi.
Ha detto che non voleva
mai
più rischiare di perderla per una
sciocchezza simile.
Sono sposati
da cinquantaquattro anni, tre mesi, sei giorni.
I suoi dolori
dipendono dalla vecchiaia.
A causa
degli anni, dimentica tutto. Continuamente.
Non
come succede e succedeva a Lysandre:
la sua è
una malattia.
Ogni
giorno è un po' più
difficile ricordare,
ogni giorno lei
è un po'
più persa.
Lysandre, però, le
rimane
a fianco.
Lysandre
si
occupa di lei,
ripetendo ogni
sera le
stesse parole, come una cantilena, sperando che così
lei non dimentichi.
Ripete
anche ora, rassicurandola
dolcemente.
-
Non importa se dimentichi, ricorderò
io per te - dice
carezzandole il
viso, incurante di tutte le rughe.
-
Tu
l'hai fatto tanti anni per me, quando eravamo più giovani.
Ora è il mio turno - s'interrompe per stringere la sua mano
sottile fra
le proprie. - L'unica cosa che non
devi scordare
mai, mai, è
che
io ti amo. Capito?
Ti amo e non ti abbandono.
La guarda
con una tale intensità, un tale
amore e una tale disperazione che lei sente
stringersi
il
cuore.
- Mi
ami- ripete,
e lui
annuisce. -E
io amo te - Conclude
lei baciandogli
il dorso di
una mano.
Si
dice che questo
è tutto ciò che deve ricordare.
Lei
è sposata
con Lysandre.
Lo
ama e lui la
ricambia
esattamente come il
primo giorno che si sono conosciuti.
Possibile
che dopo tutti questi anni, non saprebbe neppure dire
quanti, lui dimentichi
ancora cose tanto fondamentali?
Note
dell'autrice: e
questo è quel che succede quando parto con l'idea di
scrivere una one shot comica...
O___O''
Tralasciando
la mia coerenza, ci tengo a far sapere che la seguente parte del testo
mi è stata suggerita da
Kiritsubo durante
una messaggiata su Skype:
"Amore,
non vorrai mica usare la lavatrice, vero? Guarda che è tutta
seta!
Ricordati
il detergente alla
vaniglia del Guatemala!
Inamida il
colletto con Mr. Appretto
Facile.
I
polsini stirali
bene, che l'ultima volta faticavo ad allacciarli!
Già che ci
sei mi lucideresti anche i gemelli? Ma con quella
cera speciale..."
Fottiti, Lysandre. Tu,
e tutte le tue camicie
da frocio vittoriano!
Arigatou Kiri-senpai!
U_U
In
quanto a voi lettrici, perdonate la pesantezza di questa one shot che non
mi soddisfa ma era in cantiere da questa estate quindi o la pubblicavo
o mi davo all'ippica.
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