Ghirlanda

di avalon9
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# Malachite

# Malachite

 

 

Non crede.

I luoghi comuni alle spalle.

Conserva se stesso.

 

            Orgoglioso.

                        Ribelle.

                                   Complesso.

 

[Intelligenza.

È la tua fede]

 

Seto richiude il portatile.

Abitudine. Scontata.

La sigaretta annoiata in mano.

 

Un’ombra leggera. Sul viso

Di soddisfazione latente.

Molteplice.

 

E Mokuba lo aspetta.

Ogni sera. Sempre.

Ci crede.

 

Conosce.

Le convinzioni mature.

Un grido lasciato.

 

[Non azzardarti.

Sei vincente.]

 

Vincitore.

Nelle cadute.

Negli sberleffi vuoti.

 

[Tu.

Solo tu e tuo fratello]

 

[Sei volontà.

Stabilità costante.

Creatore insondabile]

 

Perseveri in desideri silenziosi.

 

 

 

In explicit

 

 

Per Lete89.

Per ringraziarla dell’aiuto e del sostegno che mi ha dato.

Per ringraziarla di esserci.

 

Sesto personaggio: Seto Kaiba.

Difficile, devo ammettere. Estremamente difficile. Perché Seto è complesso. Me ne ero accorta in Garasudo no Uchi; ma qui si è rivelato uno sfida. Davvero.

Facile cadere; facile sbagliare. Facile appiattire.

Spero di non esserci caduta, nell’appiattimento.

Ma Seto è superficie che cozza con il dentro. E mi fa dannare. Nel senso pieno.

Nessuna situazione precisa, questa volta. Anche perché non amo legarlo alla trama del manga. Non lo conosco abbastanza, probabilmente, come manga.

Ma l’impresa.

L’impresa è stata la pietra. Perché l’acquamarina, lo zaffiro e il topazio no. Sono facili, sono ovvi. Scontati. Perché è il clichè degli occhi di Seto. E allora: retino e pazienza.

Si va a caccia di pietre.

Alla fine, ho scelto la malachite, la pietra del computer.

Una pietra velenosa, se non la si sa prendere con le dovute attenzioni. Un po’ come Seto.

È la pietra che rappresenta maggiormente la volontà e l’aspirazione, la perseveranza e il desiderio, e assieme al colore che la caratterizza, il verde, indica la sicurezza e soprattutto l’autosicurezza e autoconsapevolezza. Mi è apparsa l’ideale.

Ma all’azzurro non ho comunque rinunciato; anche perché spesso, nel verde della malachite si trovano venature azzurre. E allora dall’azzurro (meglio, dal blu) ho preso l’ultimo elemento: il silenzio. Perché Seto è taciturno, ma non muto. Perché Seto trasmette la conoscenza del gioco di riflessione e frecciata: il peso del riempito e del vuoto.





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