Titolo: Nella mente e nel
cuore
Autore: Lilya
Generi: Angst
Riassunto: Rinchiuso in una
camera d’albergo, Sasuke riflette… e i suoi pensieri sono trormentati dal
ricordo di un paio di occhi blu.
Protagonisti: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha.
Rating: PG
Disclaimer: I personaggi appartengono a Kishimoto Masashi.
Il flashback – in corsivo – in realtà appartiene a Giovannino Guareschi e al
film “Don Camillo e l’onorevole Peppone.” Chiedo perdono al legittimo
proprietario, ma erano secoli che volevo usare l’ultima battuta, è troppo
bella! E secondo me si addice molto a quei due testoni…
Nella mente e nel cuore
Dalla finestra si vede la strada
piena di gente affaccendata, ognuno con i suoi impegni, i suoi obiettivi e i
suoi sogni, ognuno perso dentro i fatti suoi. Da quassù non riesco a
distinguere i volti delle persone – non che faccia alcuna differenza, comunque.
Sono solo degli estranei. Gente comune di un villaggio che per me non ha nome
né collocazione geografica. Orochimaru e Kabuto fanno molta attenzione perché
io non sappia dove siamo o dove stiamo andando.
Come se me importasse qualcosa.
Per quanto mi riguarda potrebbero portarmi anche in fondo a un vulcano, basta
che mi facciano acquistare potere. Non c’è altro che importi.
Vorrei potermi allenare, ma, come
sempre quando devono andare da qualche parte e non vogliono portarmi con sé, mi
hanno lasciato chiuso dentro questa camera d’albergo. A volte è irritante: lo
sappiamo benissimo tutti e tre che non andrei mai da nessuna parte.
Così, anziché stare ad allenarmi,
sono qui che guardo fuori dalla finestra. Tutta quella gente che va e che viene
senza uno scopo. Le loro voci sono solo un ronzio confuso e senza senso.
Non so perché, ma tutto questo mi
ricorda…Konoha.
Non dovrei pensarci. A che serve?
Non è più il mio villaggio, non è più niente per me. Anche se decidessi di
lasciare Orochimaru, non potrei tornarci: dopo tutto, tradirlo è stata una mia
scelta. Continuo a pensare di aver fatto solo bene: non c’era niente che
potesse offrirmi. Chi se ne frega del dolore sordo che sento nel petto tutte le
volte che mi vedo davanti i cancelli di un nuovo villaggio senza nome, tutte le
volte che mi trovo a girare per strade sconosciute. Non è nostalgia. È solo
un’impressione. Con il tempo se ne andrà.
Basta, non devo più pensare al
Villaggio della Foglia, altrimenti…ecco, lo sapevo. Tutte le volte che penso a
Konoha, immediatamente mi vedo davanti i miei compagni. Il maestro Kakashi,
Sakura…e poi naturalmente c’è lui. Naruto.
Maledizione, come se non ci
pensassi abbastanza!
Perché non riesco a togliermi
quello scemo dalla testa, perché?! Dovrebbe essere l’ultimo dei miei pensieri,
dovrei pensare solo a vendicarmi, ad acquistare potere e invece… invece, per
quanto stia attento, quel maledetto pensiero riesce sempre a sgusciare
attraverso le mie difese e ad esplodermi davanti. È peggio di uno dei colpi di
Gaara.
Non dovrei permetterglielo. Non
devo permettere a niente e a nessuno di distrarmi.
Eppure… non passa giorno che non
mi ricordi di quegli occhi. I suoi occhi. L’ultima volta che l’ho visto, quando
combattemmo sul fiume che segna il confine del nostro Paese.
È quasi un’ossessione. Non riesco
a dimenticarli, non riesco a dimenticare il suo sguardo. Non riesco a
dimenticare le emozioni che ho visto galleggiare in quegli occhi azzurri, che
una volta brillavano sempre di gioia. Che avesse da essere contento quello
scemo, giuro che non l’ho mai capito.
O forse non aveva bisogno di un
vero motivo. Forse era solo gioia di vivere.
È strano, per quanto mi sforzi,
non riesco a ricordare com’era quello sguardo. Chiudo gli occhi e provo a
concentrarmi, eppure tutto quello che vedo davanti a me sono gli occhi che mi
tormentano. I suoi occhi il giorno del nostro scontro. Giorno e notte me li
vedo davanti, è come se il ricordo del suo sguardo si fosse impresso a fuoco
nel mio cervello e non ne volesse sapere di lasciarsi cancellare. Nonostante
tutto quello che faccio, nonostante tutto quello che imparo, non riesco a
dimenticarli. Pensavo che col tempo la loro immagine sarebbe pian piano
svanita, ma non succede, resta sempre lì.
Non ho bisogno di sforzarmi per
ricordare il suo sguardo. Non ho bisogno di interrogarmi sulle emozioni che vi
si leggevano dentro – maledetti quegli occhi chiari e la chiarezza con cui si
poteva leggerci dentro!
A dire il vero, se volessi essere
onesto, dovrei maledire me stesso. Dopo tutto, sono stato io che ho spento la
loro luce. La rabbia, il rimorso, il dolore per il tradimento…sono io che ce li
ho messi.
Per questo, forse è giusto che
ora mi perseguitino.
Ma per raggiungere i propri
scopi, a volte si è costretti a sopprimere anche le cose che ci piacciono.
Brrrr. Pessima scelta di
vocaboli. Così sembra quasi che io abbia ammazzato quello scemo. Ma Naruto non
è morto…o no?
Non scherziamo… Andiamo, non può
essere morto!
Ma se lo fosse? Se io… se
l’avessi davvero ammazzato? Ho ottenuto lo Sharigan speciale, come sarebbe
stato possibile se lui fosse ancora vivo? Oh, dei del cielo… no. Non può
essere.
Naruto…
No…non è possibile, non può
essere vero, non può essere morto!
Calma. Devo calmarmi. Diamine,
sto tremando! Calma. Rifletti.
Lo Sharigan si è attivato mentre
stavo ancora combattendo contro di lui. E quando me ne sono andato, lui
respirava. Sì, sì, respirava, ne sono sicuro. Era ancora vivo. Conciato da far
spavento ma vivo. Innegabilmente vivo.
Che stupido che sono a
preoccuparmi… di sicuro avranno mandato una squadra sulle nostre tracce. L’avranno
trovato e portato all’ospedale, a quest’ora ha fatto in tempo a rimettersi tre
volte.
Però… un momento… nonostante
l’arrivo del Quinto Hokage, il villaggio non è ancora tornato al pieno della
sua forza. E il fatto che abbiano mandato Naruto e gli altri ad inseguirci
indica chiaramente che non avevano uomini a disposizione. Quindi non è detto
che abbiano mandato qualcuno a cercarci! E anche se l’avessero fatto, forse…
forse non sono arrivati in tempo!
Se le cose sono andate così…se
Naruto è morto, allora sarebbe davvero colpa mia. Non gli ho dato il colpo
finale, ma è come se l’avessi ucciso io. Anzi, l’ho ucciso io.
Sono un assassino. Proprio come
Itachi.
E per quanto odi ammetterlo,
forse alla fine aveva ragione lui. Alla fine, ho perso.
<< Per te è davvero così importante? >> urlò
Naruto, furibondo. << Sei davvero disposto a perdere tutto? >> Dove
riuscisse a trovare tutta quella voce dopo l’ultimo colpo che si erano
scambiati, quando non riusciva neanche a reggersi in piedi, Sasuke non riusciva
proprio a capirlo. Gli occhi del ragazzo biondo erano due fuochi azzurri, in
cui galleggiava una miriade di emozioni.
<< Io non ho niente da
perdere! >> ringhiò l’erede degli Uchiha.
<< Davvero? >>
replicò il biondino. << Hai perso Sakura, che ti ha sempre voluto bene.
Hai perso il tuo villaggio, dove avevi la tua casa, le tue radici…dove eri
qualcuno! E per cosa, poi? Per diventare soltanto uno strumento, una cavia da
laboratorio…uno tra tanti! >> Il dolore era atroce, ma Naruto continuò a
parlare, sforzandosi di non cedere alle lusinghe dell’oscurità che minacciava
di avvolgerlo. << Ma quel che è peggio è che alla fine hai lasciato che
quel bastardo di tuo fratello l’avesse vinta! Per lui hai perso la tua vita! >>
<< STA ZITTO! >>
urlò Sasuke, sferrandogli un calcio.
Naruto non cercò nemmeno di
pararlo, era troppo debole. Il colpo lo raggiunse alle costole, facendogli
tossire sangue. Ma neanche allora chiuse gli occhi.
<< Io non me ne vado
perché ho perso! >>continuò Sasuke, furibondo. << Io me ne vado per
vincere! >>
<< Vincere… >>
ripeté Naruto, fissando il suo rivale di sempre negli occhi. << Proprio!
Ma quando ti troverai lontano, perso in posti che non conosci in mezzo a degli
estranei…penserai a tutto quello che hai lasciato al villaggio. A quello che
vedevi dalla finestra la mattina quando ti alzavi. Penserai alle missioni che
facevamo insieme, alle nostre battaglie e al ponte dove ci incontravamo ogni
giorno. E quando sarai allineato in parata con tutti gli altri burattini di
quello stronzo, senza nessuno a cui importi qualcosa di te o che sappia chi
sei… allora penserai al maestro Kakashi e a Sakura, che non ha mai visto altri
che te. E penserai anche a ME, che non sarò lì a darti una legnata sulla zucca
tutte le volte che te lo meriti – vale a dire almeno una volta al giorno, negli
ultimi tempi!! >>
Sasuke digrignò i denti,
lanciandosi, senza pensarci, in una delle loro “promesse/minacce da rivali”:
<< Quando ritorno… >>
<< MA SE LO SAI CHE NON
TORNI!! >> urlò Naruto, la sua voce piena di rabbia e di dolore. <<
E io non posso neanche dirti “arrivederci, Sasuke” ma soltanto…addio…Uchiha. >>
Quella fu l’ultima goccia:
esausto, Naruto si rovesciò all’indietro, perdendo conoscenza. Sasuke restò per
un attimo a bocca aperta, senza sapere cosa rispondere. Poi serrò la mascella
con uno scatto secco e aprì lentamente le dita della mano destra. Il
coprifronte con il simbolo della Foglia cadde nella polvere con un lieve rumore
metallico, subito soffocato dal rombo del fiume.
Me ne andai senza voltarmi
indietro.
E adesso non mi resta che pregare di poterlo vedere
ancora. Anche solo per ricevere i suoi insulti – me li merito tutti, dal primo
all’ultimo.
È quasi ironico. Io stesso ho
cercato di ucciderlo e adesso non posso sopportare anche solo l’idea che quello
scemo sia morto per conseguenza del nostro scontro.
Ma c’è una bella differenza tra
cadere in battaglia e restare in agonia per ore e ore. Sentire la vita che
scivola via pian piano senza poter far niente per impedirlo, aggrapparsi alla
speranza dei soccorsi, che però si fa di minuto in minuto più debole… Non
potrei sopportarlo. Non potrei fare una cosa del genere a nessuno, nemmeno a
Itachi.
Dio, se ci sei, fa’ che non
l’abbia dovuto patire lui per colpa mia.
Fa’ che non sia morto, fa’ che
non l’abbia ucciso.
Lo so, lo so che volevo farlo –
anche di questo sono capace pur di ottenere ciò che voglio! – eppure… quando lo
Sharigan è cambiato durante il nostro combattimento, non c’è stata solo gioia
per aver finalmente ottenuto ciò che mi consentirà di battere mio fratello. Ho
anche sentito un enorme sollievo, perché non era più necessario uccidere
Naruto. Lui è il mio rivale, ma non è mio nemico – anche se durante quello
scontro, per un momento l’ho pensato. Ma non è così. Qualunque cosa accada, per
me lui non sarà mai un nemico. Anche se, ormai, è quello che io sono per lui e
per tutto il villaggio della Foglia.
Aveva ragione lui, alla fine. Ma
ormai è troppo tardi per tornare indietro: ho venduto la mia anima al diavolo e
non posso riaverla. Avrò il potere che ho tanto desiderato. Tutto il resto –
quello che ho perso e il dolore che provo nel petto – devo solo considerarlo il
giusto prezzo da pagare. Forse renderà tutto più semplice. Una parte di me non
si pentirà mai della mia scelta, non del tutto. Ma l’altra non smetterà mai di
far male. Ed è giusto che sia così. Che questo dolore non mi lasci mai, che
continui a bruciarmi nel petto per tutto il resto della mia.
*************************
Sasuke: Ma l’autrice dov’è? Non
dovevamo fare la scenetta finale un po’ scema per risollevarci da questo mare
di lacrime?
Naruto: Ehm… si è chiusa in
camera sua a piangere.
Sasuke: 0 __0 E perché?
Naruto: Non riesce a capacitarsi
del fatto che la sua prima ff su di noi sia stata scritta su te e dal tuo POV.
Sasuke: =__=