Bet
Noticine
dell'autrice -in visibilio-:
La mia prima fic su questo fandom... Che emozione! *-*
Ho soltanto
alcune (?) cose da dire: primo, io sono una fan sfegatatissima di Ran e
Shinichi, infatti mi chiedo ancora da dove sia uscita questa storia XD;
secondo, questa fanfic si è classificata seconda al concorso
per SONG
FIC indetto da sherry90 sul forum (non
me lo aspettavo proprio, nonostante ci abbia lavorato moltissimo!);
terzo,
dovrei scrivere
più spesso su questo fandom
ç_ç; infine, mi
farebbe molto piacere avere un vostro parere, visto che è la
mia prima
storia su Detective Conan e che penso che i personaggi siano OOC...
Ditemi voi. :)
Questo è tutto!
Spero di poter ritornare presto su questa sezione, visto che la adoro
da morire!
Un grazie di cuore a chiunque si accingerà a leggere, dopo
tutte queste fastidiosissime note. XD
Un bacio!
Ayumi
A Sonia,
perché
senza di lei
questa storia non sarebbe mai stata scritta.
Perché
mi ha sopportato
e spronato durante la stesura.
Perché
mi sopporta
sempre.
Perché
non ama questa
coppia ma mi ha incitato lo stesso nello scrivere e nell'andare avanti.
A
Sonia,
perché
le ho promesso
che scriverò una Shinichi/Ran e sarà sempre
dedicata a lei.
Solo
perché le voglio
bene, semplicemente.
Betrayal
– Tradimento
“Carpe diem „
(Orazio
- Odi
1, 11, 8)
Un
pallido raggio di luce filtrò prepotentemente attraverso il
vetro
appannato dell’unica finestra che illuminava la camera da
letto e proiettò la
luna, quella sera tonda e piena, sul pavimento.
Seduta
sui pannelli polverosi del tatami, poco più in
là, se ne stava a
gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto Ran, rabbrividendo ad
ogni ombra
che si stagliava davanti a lei.
Aveva
freddo.
Una
brezza leggera proveniente dall’imposta semiaperta le
solleticava
delicatamente la candida cute, libera da ogni copertura.
Era
completamente nuda.
Sentiva
le cosce tremare al contatto col gelido pavimento, il petto vibrare
sotto il peso del suo respiro ansimante.
Abbandonò
la schiena contro il muro e chiuse gli occhi, cercando di
calmarsi.
Doveva
concentrarsi sul suo respiro.
Inspirò
ed espirò alcune volte, ma improvvisamente
spalancò gli occhi,
presa da una strana consapevolezza.
Da
quella posizione poteva sentire anche un altro respiro.
Un
respiro basso, regolare, terribilmente sensuale e più vicino
di quanto
potesse ricordare.
Di
fronte a lei, tra le lenzuola stropicciate del futon giaceva immobile
Heiji.
Is it love tonight
When everyone's dreaming
Of a better life
È
amore stanotte
Quando tutti sognano
Una vita migliore
Il
ragazzo dormiva profondamente a pancia in su, i capelli ribelli sparsi
sul cuscino, la bocca semiaperta.
Il
suo petto si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro.
Ran
ammirava tristemente la curva perfetta del suo naso e le sue labbra,
che quella notte l’avevano sfiorata con una delicatezza quasi
surreale tante
volte.
Finalmente
avevano fatto l’amore.
Tante
notti non era riuscita a dormire immaginando come sarebbe stato.
Aveva
immaginato di baciarlo, accarezzarlo; aveva immaginato le sue mani
sfiorarla, provocandole piacere; aveva immaginato di lasciarsi andare
per
dimostrarle tutto il suo amore, senza dover fingere di essere semplici
amici
per non insospettire suo padre e le sue amiche.
Aveva
desiderato che fosse solo suo.
E
finalmente quella notte tanto bramata era arrivata.
In this world
Divided by fear
We gotta believe that
There's a reason we're here
Yeah, there's a reason we're here
In
questo mondo
Diviso dalla paura
Dobbiamo credere che
Se siamo qui c'è una ragione
Si, c'è
una ragione
Avevano
deciso di affrontare la paura, di correre il rischio di essere
scoperti e si erano abbandonati all’amore.
Heiji
aveva chiuso a chiave la camera di Ran e si era liberato della sua
felpa.
Poi
qualche bacio, delle carezze e si erano ritrovati nel letto, troppo
stretto per contenere due persone.
Il
ragazzo l’aveva tenuta stretta a sé, esitando.
Non
voleva che lei lo considerasse uno da una notte e via.
La
amava davvero e non voleva rischiare di perderla.
Ran
si era persa nei suoi occhi tremendamente verdi, dubbiosi e aveva
capito perché lui quella sera avesse addirittura scalato
l’intera facciata del
palazzo per entrare dalla finestra e raggiungerla: voleva dimostrarle
di
esserci, qualunque cosa lei pensasse.
[Non
come aveva fatto Shinichi, che l’aveva abbandonata senza
fornirle
alcuna spiegazione]
Se
Heiji era lì con lei c’era una ragione.
Il
loro amore.
Un
sentimento così semplice, ma così forte, nato nei
lunghi pomeriggi autunnali
che avevano passato insieme a consolarsi l’un
l’altra.
Cause these are the days worth living
These are the years we're given
And these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives
Perché
vale la pena vivere questi
giorni
Questi sono gli anni che abbiamo
E questi sono i momenti
Questa è l'ora
Sfruttiamo al meglio le nostre vite
Heiji
l’aveva aiutata tantissimo.
Mentre
guardavano le foglie secche cadere dai rami degli alberi, perdere i
loro colori e sgretolarsi a contatto con l’asfalto, lui le
era stato accanto e
l’aveva ascoltata, rincuorata.
Aveva
udito tutte le preoccupazioni più segrete e profonde che
turbavano la
sua anima, che portavano tutte lo stesso nome: Shinichi.
L’aveva
vista disperarsi per colpa sua, poi rialzarsi, piena di speranza, e
cadere di nuovo, sconfitta.
Aveva
visto il suo viso delicato contorcersi in smorfie per il dolore
patito, piangere lacrime amare e aveva cominciato ad odiarlo.
Odiava
il suo migliore amico perché faceva soffrire una ragazza
splendida
come Ran, che nonostante tutto continuava a rimanergli fedele e ad
aspettarlo.
L’ennesima
volta che l’aveva vista singhiozzare in silenzio per colpa
sua non
ci aveva visto più.
Le
era corso intorno e l’aveva abbracciata, semplicemente.
Le
aveva fatto capire che le sarebbe stato per sempre accanto.
E
aveva mantenuto la sua promessa.
Ran
sorrise, ripensando a tutti i bei momenti che avevano passato.
Al
Luna Park, sulle montagne russe; ad Osaka, in giro per la
città mano
nella mano; il primo bacio sulla Torre Nord illuminata solo dalla
luna…
Lui
l’amava davvero.
Le
aveva insegnato a reagire al dolore, a non cadere, a non pensare al
passato, a divertirsi, a godersi ogni singolo minuto della sua vita.
Le
aveva insegnato come tornare a vivere di nuovo.
See the truth all around
Our faith can be broken
And our hands can be bound
Vedi
la verità tutt'intorno
La nostra fiducia può essere distrutta
E le nostre mani possono essere incatenate
Però,
nonostante tutto, quella notte gli occhi di Ran riflettevano una
tristezza innaturale.
Continuava
a fissare Heiji rigirarsi tra le lenzuola emettendo strani
rumori, ma non riusciva a sorridere.
Tutto
di lui le ricordava Shinichi.
I
capelli, le labbra, i sopraccigli, gli occhi, il modo di muoversi.
Shinichi.
Lui
e Heiji erano davvero simili.
Erano
due ragazzi splendidi, molto furbi ed intelligenti, bravissimi
detective a soli diciassette anni.
Conducevano
persino delle vite molto simili.
Anche
Heiji, come Shinichi, amava il mistero, praticava uno sport e aveva
un’amica d’infanzia.
Kazuha.
La
ragazza segretamente innamorata di Heiji con la quale lei aveva
condiviso mille avventure, paure, preoccupazioni e segreti.
E
in quel momento le stava nascondendo il segreto più grande,
ingannandola,
così come stava ingannando Shinichi.
Aveva
giurato di aspettarlo fino alla fine, di non amare nessun altro;
aveva giurato che non avrebbe mai ferito la sua amica, che non le
avrebbe mai nascosto
nulla.
Sentiva
come un nodo in gola che continuava ad ingrossarsi, impedendole di
respirare.
Legandosi
a Heiji aveva fatto tutto l’opposto di quello che aveva
promesso.
Aveva
tradito la loro fiducia.
Lacrime
silenziose cominciarono a rigarle le guance.
Il
cuore le faceva sempre più male.
Si
strinse forte le spalle con le mani, chiudendo gli occhi.
Quel
dolore l’avrebbe consumata lentamente, fino a farla
scomparire.
“Perdonatemi”
mormorò con voce rotta.
Poi
abbandonò la testa contro il muro respirando affannosamente.
Non
avrebbe sopportato ancora quella realtà, sarebbe morta.
Sempre
per colpa dell’amore.
But open our hearts and fill up the emptiness
With nothing to stop us
Is it not worth the risk?
Yeah,
is it not worth the risk?
Ma
apriamo i cuori e riempiamo il
vuoto
Non lasciamo che qualcosa ci fermi
Non vale la pena rischiare?
Non vale la pena rischiare?
Le
lame di un paio di forbici scintillavano sulla scrivania, accarezzate
dalla luce della luna.
Ran
si trascinò con difficoltà fino al mobile e le
prese in mano,
ammirandole.
Il
giorno prima le aveva utilizzate per aiutare Conan con il suo costume
per lo spettacolo scolastico a cui doveva partecipare nel
finesettimana, ma le
sarebbero state altrettanto utili quella notte.
Mossa
da un’inquietante convinzione avvicinò
l’oggetto al braccio,
cominciando a tracciare una linea imprecisa sulla carne.
Non
faceva abbastanza male.
[Ma
forse, da qualche altra parte, ne avrebbe fatto di più.]
Camminò
fino a trovarsi di fronte al futon dove dormiva Heiji e lo
fissò
ancora una volta.
In
quel momento era calmo; aveva smesso di agitarsi.
Sospirò.
Si
sedette sul pavimento, le forbici strette in mano di fronte a
sé, e
sbatté le palpebre per controllarne la traiettoria.
Dritto
fino al cuore.
Chiuse
gli occhi, piegando la mano in avanti e procedette, avvicinando
sempre più le lame dell’oggetto al suo petto.
La
cima ben appuntita avrebbe terminato l’opera.
La
fine era arrivata.
Abbozzò
un sorriso amaro, cercando di trattenere le lacrime.
Sentiva
le lame spingere contro la pelle con forza, ma non esitò a
continuare a premere con forza l’oggetto contro il suo petto.
“Perdonami
Heiji” disse con un filo di voce.
“No,
non lo faccio!”
Improvvisamente
il suo braccio non riuscì più ad avanzare verso
il petto.
Ran
spalancò gli occhi, spaventata.
Davanti
a lei, in ginocchio, c’era proprio lui: Heiji.
Il
ragazzo teneva fermo il suo braccio con tutta la forza che aveva il suo
polso, lo spavento dipinto negli occhi.
“Ran…”
Le
dita del detective scottavano sul suo polso.
Strattonò
il braccio e si liberò dalla sua presa, cominciando a
fissare il
pavimento.
“Ran,
cosa ti prende?”
Il
tono di Heiji era preoccupato.
Lei
si portò le mani al volto e ruppe un singhiozzo.
Poi
lasciò le forbici, che ricaddero sul tatami con un tonfo
sordo, e di
scatto lo abbracciò.
“Heiji…”
mormorò.
Il
ragazzo spinse la testa di lei sulla sua spalla, stringendola forte a
sé.
Sentiva
le sue lacrime sfiorargli il collo e lasciare tracce indelebili sulla
pelle.
“Ran,
perché piangi?”
La
sua risposta lo lasciò disarmato.
“Ho
paura.”
“Di
cosa?”
“Di
tutto.”
Heiji
sorrise in modo amaro, stringendola ancora più forte.
Avrebbe
dovuto immaginarlo. Erano in una situazione che lei non avrebbe mai
potuto sopportare.
“Anch’io.”
Le rivelò.
Ran
sgranò gli occhi e li puntò sui suoi. Era
incredula.
“Io…
credevo… che tu non avessi paura di nulla”
ammise con un filo di voce.
“Ti
sbagli. Anche i detective hanno paura, Ran.”
Heiji
le accarezzò piano i capelli.
“Molta
più di quanto tu possa immaginare.”
La
ragazza singhiozzò ancora, frustrata, coprendosi il volto
con le mani.
“Ma
so che tu sei accanto a me e mi sento al sicuro.”
L’espressione
di lei era cambiata. In quel momento non era più triste, ma
esterrefatta.
“Dici…
sul serio?”
balbettò con
difficoltà, il volto un po’ rosso.
“Certo.”
Finalmente
Heiji poté riconoscere la ragazza di cui si era innamorato
qualche tempo prima: Ran si asciugò le lacrime col dorso
della mano e gli
mostrò quel sorriso che a lui piaceva tanto.
“Grazie
mille.”
“E
di cosa?” le sorrise il ragazzo di rimando.
Poi
la sua espressione si fece seria e i suoi occhi imperscrutabili.
“Ran,
sento che vale la pena
correre questo rischio.” Affermò prendendole le
mani.
“Dopotutto
per amore si fa tutto, oppure no?” continuò in
tono nuovamente
più leggero.
Le
strizzò l’occhio. Lei annuì convinta.
“Sì.”
Cause these are the days worth living
These are the years we're given
And these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives
Perché
vale la pena vivere questi giorni
Questi sono gli anni che abbiamo
E questi sono i momenti
Questa è l'ora
Sfruttiamo al meglio le nostre vite
“Sì.”
Ran
posò la testa sulla sua spalla, rannicchiandosi tra le
sue braccia.
Desiderava
essere coccolata, consolata, ma il ragazzo non
stava pensando a nulla del genere.
Gli
occhi di Heiji erano fissi su un punto impreciso della
parete
e la sua
espressione si era fatta accigliata.
“Cosa
c’è, Heiji?” gli chiese lei curiosa.
Lui
puntò lo sguardo sul suo viso e cominciò a
scrutarla.
“Pensavo…
se ne sei convinta, perché ti sei spinta fino a
quel punto?”
La
ragazza s’irrigidì improvvisamente.
“Cosa?!”
“Perché
l’hai fatto?! Sarei potuto arrivare in ritardo,
avresti potuto morire!”
spiegò
cercando di mantenere la calma. La sua voce tradiva un misto di ansia e
rabbia.
Ran
sorrise amareggiata.
“Sarebbe
stato lo stesso.”
“Come
puoi dire una cosa del genere?”
Si
sentì solo il tonfo del pugno che Heiji aveva sferrato al
pavimento, poi il silenzio li avvolse nuovamente.
La
ragazza sospirò e si preparò a rispondere.
“Come
potrebbe qualcuno vivere sapendo di aver tradito un
amico?” disse semplicemente.
Il
detective corrugò le sopracciglia.
“Di
cosa stai parlando?”
“Kazuha”
mormorò Ran in un soffio “Kazuha ti ama. Come
potremo guardarla ancora in volto, rivolgerle la parola sapendo
ciò che le abbiamo
fatto?”
“Noi
non le abbiamo fatto proprio niente!” sbottò lui
nervoso “Kazuha mi ha mai detto di amarmi? No!
Io le ho mai detto di amarla? No!”
Aprì
le braccia in un gesto di stizza e continuò: “ti
confesso che un tempo ero innamorato di lei, ma non gliel’ho
mai detto. L’ho
detto a te. Mi sono dichiarato a te.”
Ran
strabuzzò gli occhi, disarmata da tanta foga.
“E
adesso stiamo insieme. Dobbiamo andare avanti, continuare
ad essere uniti. Solo così potremo superare tutte le
difficoltà. Dobbiamo
vivere appieno questi momenti e prendere quello che verrà.
Stiamo insieme, non
dimenticartelo. Non sei sola, andremo avanti
insieme.”
Even if hope was shattered
I know it wouldn't matter
Cause these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives
Anche
se la speranza fosse infranta
so che non avrebbe importanza
Perché
questi sono i momenti
Questa è l'ora
Sfruttiamo al meglio le nostre vite
“Andremo
avanti insieme!”
Heiji
si fermò un attimo per valutare l’effetto delle
sue
parole.
Ran
aveva il volto basso e fissava tremante il tatami
polveroso.
Era
in crisi.
Il
ragazzo la trafisse con gli occhi duri e dardeggianti;
poi continuò: “Ci sosterremo a vicenda! Qualunque
cosa accada non riuscirà a
separarci. Te lo giuro.”
Impresse
più forza all’abbraccio e avvicinò Ran
a sé; il
naso della ragazza ormai sfiorava il suo petto.
“Non
devi provare paura di ciò che può
accadere.” le mormorò
dolcemente all’orecchio.
Si
sentiva un po’ in colpa per averla aggredita.
“Anche
se quello che temi accadesse sono sicuro che
riusciremmo a superarlo. E se le cose andassero male penseremo al
passato, a
tutti i momenti che stiamo trascorrendo insieme, e andremo avanti.
Quindi,
godiamoci questi momenti, ti prego, godiamoci questa vita e non credere
mai di
essere sola, perché non è
così.”
Il
ragazzo le scostò il viso dal petto per poterla guardare
negli occhi: Ran stava piangendo di nuovo. Il suo viso era nuovamente
rigato
dalle lacrime.
Abbassò
gli occhi dispiaciuto.
“Scusami
Ran.”
La
sua voce era strana, quasi tremante.
“Non
volevo essere duro, non volevo farti soffrire. Volevo
solo spiegarti come mi sento. Non ce la faccio più ad andare
avanti così, non
posso più vederti soffrire.”
A
quel punto fu lui a rifugiarsi tra le braccia di Ran.
Aveva gli occhi lucidi.
We can't go
on
Thinking it's wrong
To speak our minds
Gotta let out what's inside
Non possiamo andare avanti
Pensando che
sia sbagliato
Per dire quello che pensiamo
Dobbiamo far uscire quello che abbiamo dentro
Heiji
aveva gli occhi lucidi e Ran se ne era accorta
immediatamente, nonostante lui avesse cercato di spingere il viso oltre
la sua
spalla per chiuderle la visuale.
“Heiji…”
mormorò allarmata, ma lui le fece segno di tacere.
Si portò frettolosamente le mani sugli occhi e li
strofinò con forza.
Poi
parlò ancora, gli occhi puntati in quelli di Ran, le
mani strette nelle sue.
“Ran,
non puoi continuare a pensare che tutto questo sia
sbagliato. Perché non me l’hai detto?
Perché non mi hai mai detto che pensavi
questo? Dovevi dirmelo! Ti avrei confortata, rassicurata, aiutata.
Dobbiamo
cercare di aiutarci l’un l’altro, ma come faccio ad
aiutarti se tu non me lo
chiedi? Come faccio ad aiutarti se tu non vuoi?”
La
ragazza si morse un labbro, dispiaciuta, e abbassò lo
sguardo.
“Non
devi vergognarti, né sentirti in colpa. Non abbiamo
fatto nulla di male. E’ semplicemente amore. Come potrebbe
essere sbagliato?”
Is
it love
tonight
When everyone's dreaming
Why can't we get it right?
Yeah, why can't we get it right?
È amore stanotte
Quando tutti sognano
Ma possiamo fare la cosa giusta?
Si, possiamo fare la cosa giusta?
“E’
amore…”
Ran
mormorò inconsciamente quelle parole ancora una volta.
Una
pennellata bianca su una tela scura.
Una
fredda lama scagliata con violenza e precisione.
L’avevano
davvero colpita al cuore. Ma era davvero la cosa
giusta?
Scosse
la testa per provare a scacciare quella confusione
che la attanagliava, quella buia tempesta che le vorticava in testa e
le
impediva di vedere la realtà nel giusto modo.
“Allora,
cosa hai deciso?”
La
domanda di Heiji arrivò secca e inaspettata alle sue
orecchie. Non le aveva dato neanche il tempo di ritornare lucida.
Si
portò una mano sul viso, confusa.
La
sua voce era seria. Desiderava una
risposta definitiva, non poteva –non
voleva- più aspettare.
Lei cercò di riflettere.
Perché
quello che stavano facendo doveva essere per forza
sbagliato?
Perché
doveva sempre sentirsi in colpa?
Perché doveva sempre aver paura?
Heiji
aveva ragione: quella era la verità, lo era sempre
stata, ma lei l’aveva capito solo in quel momento.
Quanto
era stata stupida.
Abbozzò un sorriso.
“Allora, possiamo fare la cosa giusta?”
La
ragazza alzò la testa.
Lui
stava sorridendo, con gli occhi e con il cuore,
esattamente come lei.
Ran
inspirò lentamente, a pieni polmoni per sentire
finalmente l’aria scorrere dentro di sé di nuovo e
gli sorrise di rimando.
Poi
sussurrò convinta: “si!”
Il
ragazzo non disse nulla.
Non c’era più bisogno di parole: i loro sorrisi
radiosi
erano più che sufficienti.
Cause these are the days worth living
These are the years we're given
And these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives
Even if hope was shattered
I know it wouldn't matter
These are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives…
Perché
vale la pena vivere questi giorni
Questi sono gli anni che abbiamo
E questi sono i momenti
Questa è l'ora
Sfruttiamo al meglio le nostre vite
Anche se la speranza fosse infranta
so che non avrebbe importanza
Perché questi sono i momenti
Questa è l'ora
Sfruttiamo al meglio le nostre vite…
(Song:
The calling - Our lives)
-Fine-
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