NOTA
INTRODUTTIVA - Questa storia è un
po' vecchia: infatti l'ho scritta l'indomani dell'attacco USA all'Iraq.
Direi che oggi si possa definitivamente asserire che quella guerra
(come del resto qualsiasi tipo di guerra, a mio modo di vedere) sia
stata un'assurdità. E visto che io penso che chi ama davvero
non possa "dimenticare" questo sentimento neppure durante una guerra,
ho voluto scrivere questo racconto così emotivo per indagare
da estraneo la mente di un fanatico che invece ci crede nella
guerra al punto di concepirla come una "liberazione" dalla
donna (un tempo) amata. Fatemi sapere che ne pensate!
L’AMORE
DEL DOMANI
(Viaggio
nella mente di chi non ha un cuore)
Se
mi guardo indietro vedo la notte.
Un’apocalisse
di sentimenti apocrifi e di strampalati
pensieri. Ricordi che rincorrono i ricordi per torturarli, issarli
sull’albero
maestro dell’ultima nave che parte, verso chissà
quale ultima tempesta.
È
tutto ultimo: le ultime parole, le ultime frasi dolci
sussurrate all’orecchio, l’ultimo quaderno
scarabocchiato dove sono conservati
pezzi del mio passato e frivole chiacchiere da bar. Basta! Basta con
questo
concitato scorrere lento della vita. Non passa niente, non cambia
nulla, e le
ferite non si rimarginano. Anticorpi in pensione, batteri che accendono
dentro
al tuo organismo la scintilla della sedentarietà. Basta con
quei rulli
compressori che sono i tuoi affetti, le tue mani morbide, sinuose,
avvolgenti,
che mi hanno tolto metà della capacità polmonare.
Smettila poi di guardarmi con
quegli occhi, di stare lì, ferma in un angolo, a fissarmi
muta e pallida come
se fossi il protagonista di un film horror. Ma non lo capisci? Non lo
vedi che
l’orrore è quello che ci sta attorno?! Queste mura
ad esempio…guarda che
schifo! “Ma no, a mamma piacciono
tanto”…E chi se ne frega! E la mamma qua, e
la mamma là, …ed io? Io che sono?
“L’Amore” e dimostralo allora! Baci,
carezze,
tenere effusioni non significano amore! Sono solo il delirio
dell’onnipotenza
umana, del fanatismo che lega due individui. Piuttosto guardami la
pancia: dove
sono quegli addominali possenti che sfoggiavo quando ti ho conosciuta?
Persi.
Persi come ogni attimo, ogni istante vissuto accanto a te. Le mani che
giovani
costruivano la strada del mio futuro mattone per mattone, sbaglio per
sbaglio,
vittoria per vittoria. Ora non mi resta che un vago ricordo affumicato,
nebuloso, che mi disgusta ancor più se paragonato con
l’oggi. Io e te, sempre
io e te, solo io e te. Neanche l’aria scorre più
tra noi due; neanche il sole
riesce con i suoi raggi a filtrarci. Assorbiamo tutto e non rigettiamo
niente,
ma è come se non accadesse nulla intorno a noi. Siamo due
schermi che stanno
l’uno innanzi all’altro, a proiettare ognuno il
proprio film. Tu con il tuo
sdolcinato happy end che nasconde il fango del mondo. Io con il mio
neorealismo
prima maniera, dove ogni parola ed ogni gesto svelano la
realtà più nuda e cruda.
Non
siamo fatti per stare assieme, tutto qui.
Ora,
grazie al cielo, mi sono ritrovato. Sono di nuovo
vivo. Non credevo potesse accadere di nuovo: dopo tutto questo tempo
è come se
mi fossi risvegliato da un interminabile brutto sogno, e sono in piene
forze,
come prima di addormentarmi. C’è il nemico che ha
oltrepassato il confine. Ma
secondo me non è imbattibile. Anche lui ha le sue rivolte
interne, i
dissenzienti che sfaldano l’apparente compattezza esteriore.
Anche lui è fatto
di uomini, e di donne. Già da un po’ di tempo si
sentivano voci premonitrici. E
tu non ci volevi credere. Ora stai lì, rintanata in te
stessa a guardami come
se ti facessi paura, quando dovrei essere io invece ad avere paura. Ma
no, dopo
quello che ho vissuto il domani non può che essere sereno.
Una guerra è pur
sempre una guerra, no?! È solo in questi casi che il vero
uomo viene fuori, che
l’uomo capisce di essere tale ritrovando la propria natura.
Non è l’amore, il
tuo amore, a farmi sentire vivo. Migliaia di persone unite da un solo
ideale:
vedere il sangue dell’invasore scorrere nelle nostre piazze.
Il freddo di un
fucile in mano, il vero silenzio, quello che delimita
l’attesa e riempie le
lacune tra sparo e sparo. Il silenzio che passa tra un morto ed il
successivo.
Questo sono io. Potermi specchiare negli occhi di chi ha paura e
leggere nelle
lacrime degli altri la mia vera Storia.
E
così ci siamo. Da domani le nostre vie si divideranno:
tu cercherai di abbracciare il tuo mondo che avrà il volto
di un altro uomo, ed
io ti porterò sempre dentro di me, perché
è dagli errori che si impara ad
essere santi.
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