Titolo: In Dreams (Nei Sogni)
Autrice: SeparatriX
Traduttrice: Lori
Beta: Grace
Rating: R
Pairing: HP/DM
Sommario: Harry sogna ad occhi
aperti durante la lezione di Pozioni e ricorda gli eventi dell’ultimo anno. Seguito di “Then He Opened His Mouth”.
Nota
dell’autrice:
Scritta in risposta ad una sfida, che imponeva di includere le frasi:
-- “Signor
Potter, se proprio deve sognare ad occhi aperti durante la mia lezione, quanto
meno abbia la decenza di non sbavare nel suo calderone. Potrebbe provocare
spiacevoli conseguenze…” --
-- …si
svegliò d’improvviso, coperto di sudore e dolorosamente eccitato. “Wow”,
mormorò, “alla faccia della partita di Quidditch…”--
Seguito della mia storia “Then
He Opened His Mouth”. Può anche essere letta da sola, anche se la prima parte potrebbe non
avere molto senso. So che sul fondo c’è la parola “Fine”, ma ho in programma di
continuarla con una serie.
Nota
della traduttrice: Con questa shot concludo le traduzioni di SeparatriX, almeno per il
momento. La storia è scritta da più di un anno, quindi per ora il suo progetto
di continuarla è rimasto tale…
capitolo unico
In Dreams
“Signor Potter, se proprio deve sognare ad occhi aperti
durante la mia lezione, quanto meno abbia la decenza di non sbavare nel suo
calderone. Potrebbe provocare spiacevoli conseguenze.”
La voce brusca del Professor Piton risuonò nell’aula,
svegliando Harry da una fantasia piuttosto piacevole. Sospirò silenziosamente
tra sé e sé. Quella settimana era la terza volta che lo beccavano a sognare ad
occhi aperti in classe. Il volo di fantasia giornaliero riguardava se stesso,
Draco Malfoy e una partita di Quidditch straordinariamente stimolante.
Più che altro, era la prospettiva di quello che sarebbe potuto succedere dopo
la partita ad occupare i pensieri di Harry Potter, che lanciò uno sguardo con
la coda dell’occhio all’oggetto dei suoi pensieri. I loro occhi si incontrarono
ed incatenarono per un brevissimo istante. Draco sollevò un sopracciglio con
aria interrogativa e sorrise, prima di rimettersi al lavoro sulla sua pozione.
Harry non era mai stato uno studente modello. Era riuscito
ad entrare nella classe M.A.G.O. di Pozioni per il rotto della cuffia e solo
grazie all’aiuto e alla determinazione di Draco e Hermione. I due avevano
passato il sesto anno a spiegargli e rispiegargli quanto fosse importante che
cominciasse a prendere sul serio lo studio. Lui aveva accettato il loro
consiglio e si era dato da fare, sforzandosi seriamente di migliorare le sue
abitudini di studio, ed era stato ripagato per lo sforzo. Adesso che era a metà
del settimo anno, voleva fare del suo meglio, quindi, seppur con riluttanza,
riportò l’attenzione alla pozione che avrebbe dovuto preparare, anche se la sua
mente continuava a soffermarsi su alcuni avvenimenti del sesto anno.
~@~
Il sesto anno aveva portato grandi cambiamenti nella vita
di Harry e dei suoi compagni. Ron aveva finalmente trovato il coraggio di
ammettere la sua attrazione per Hermione e i due si erano messi insieme,
diventando inseparabili. Harry aveva scoperto che l’ammiratore segreto che
conosceva come Glenn deWedlour era in realtà Draco Malfoy, dopo che Draco aveva
finalmente rivelato la sua identità a Samhain. E dopo un inizio un po’
burrascoso, gli amici di Harry avevano accettato che Draco sarebbe diventato
una presenza costante nella vita di Harry e che non aveva in mente nessun piano
machiavellico ai danni del loro amico.
Persino Ron, che era stato il più sospettoso di tutti, alla fine si era arreso
e aveva ammesso che Draco non era la feccia di Mangiamorte che tutti credevano.
Sfortunatamente, non si poteva dire lo stesso dei
cosiddetti amici di Draco. Avevano visto il suo coinvolgimento con il Ragazzo
Sopravvissuto come il peggiore dei tradimenti, non solo verso la Casa di
Serpeverde, ma anche verso il Signore Oscuro, e approfittavano di ogni
possibilità che si presentava loro per rendere la vita impossibile a di Draco.
Lo tormentavano con dei presunti piccoli incidenti che capitavano a
Draco o alle sue cose. I suoi compiti venivano fatti a brandelli, boccette
d’inchiostro si rovesciavano per caso sui temi importanti e i vestiti di
Draco spesso tornavano dalla lavanderia scoloriti, spiegazzati o addirittura
strappati.
Poco dopo Samhain, Voldemort aveva rafforzato i suoi
sforzi per sconfiggere Silente e Harry, e di conseguenza gli incubi e le
visioni di Harry erano diventate un pesante fardello fisico e psicologico.
Erano peggiorate tanto che era diventato sonnambulo e la sua più grande paura
era che Voldemort riuscisse a controllarlo attraverso la cicatrice, facendolo
diventare una minaccia per la sicurezza dei suoi compagni di Casa. Per questo
fu deciso che Harry avesse delle stanze tutte per sé, composte da una saletta
d’ingresso con degli incantesimi di guardia molto complessi e una camera da
letto, curiosamente fornita di due letti. Silente dichiarò di aver preso quella
decisione come misura di sicurezza per proteggere sia Harry che i suoi amici,
ma chiaramente era anche un abile sottorifugio per proteggere allo stesso tempo
anche Draco. Silente aveva occhi e orecchie per tutto il castello ed era
perfettamente consapevole dei maltrattamenti che lo stoico Serpeverde subiva
per mano dei suoi compagni di Casa. Con Harry al sicuro nella propria stanza,
anche Draco avrebbe avuto un luogo in cui rifugiarsi, lontano dai dormitori di
Serpeverde.
All’inizio i due andavano ubbidientemente a dormire ognuno
nel proprio letto, ma Harry si svegliava nel cuore della notte gridando
angosciato e stringendosi la fronte, così Draco si alzava e si sdraiava accanto
a lui, prendendo il ragazzo singhiozzante tra le braccia per alleviare il suo
dolore e scacciare i demoni dai suoi sogni. Dopo essere stato svegliato in quel
modo per diverse notti, Draco decise di dormire nel letto di Harry. Nessuno dei
due si sorprese molto quando gli incubi finirono ed entrambi riuscirono a
godersi una lunga nottata di sonno, accoccolati felicemente l’uno tra le
braccia dell’altro.
Harry non era mai stato tanto grato di avere gli incubi
quanto lo fu al sesto anno.
A maggio, l’attività dei Mangiamorte ebbe un picco e
nessuno fu sorpreso quando Lucius Malfoy divenne il secondo prigioniero noto
per essere riuscito a sfuggire senza aiuto dalla prigione di Azkaban. Con
l’assistenza di alcuni Mangiamorte, Lucius aveva progettato di recarsi a
Hogwarts con l’intenzione di catturare sia Draco che Harry. Il suo piano era di
consegnare a Voldemort il Ragazzo-Sopravvisuto-Per-Recare-Fastidio e la sua
progenie traditrice, assicurandosi il suo posto come braccio destro del suo
Padrone. Malfoy era andato su tutte le furie sentendo i resoconti dei figli di
Mangiamorte che andavano a scuola con Draco. Non riusciva a credere che l’erede
che aveva diligentemente cresciuto per odiare tutte le cose babbane si fosse
associato con uno sporco mezzosangue babbanofilo. Per peggiorare le cose, i due
ragazzi non avevano neppure avuto la decenza di tenere segreta la loro
relazione, ma si pavoneggiavano insieme pubblicamente ad ogni opportunità. Fare
combriccola con uno come Potter era stato un grosso errore e aveva
segnato il destino di suo figlio. Per quanto riguardava Lucius, il ragazzo
semplicemente non esisteva più.
E se Lucius avesse avuto voce in capitolo, il ragazzo
avrebbe continuato a non esistere per l’eternità.
~@~
Alla luce dei fatti, Lucius non ebbe affatto voce in
capitolo.
Non appena si scoprì che era fuggito dall’isola-fortezza,
la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts entrò in un fermento di attività.
I gufi facevano avanti e indietro dalla scuola protetti dall’oscurità e diversi
maghi e streghe si incontrarono nella Stanza delle Necessità con i membri
dell’Ordine per concordare un piano d’azione. C’era una persona, però, che
aveva escogitato un piano completamente diverso. Era un piano spettacolare di
cui nessuno era al corrente e lui era certo della sua riuscita.
Quando arrivò il momento di mettere in moto la fase uno
della sua strategia, Draco incedette nella Sala Comune Serpeverde tenendo la
testa alta, come se possedesse quel luogo, e cominciò a confessare a chiunque
lo stesse a sentire che aveva capito di aver sbagliato e aveva intenzione di
tornare alle sue radici Serpeverde. I suoi compagni erano così felici di
riavere il loro Principe di nuovo che lo riaccolsero senza troppe domande.
Rimasero tutti alzati fino all’alba, sorseggiando the e parlando di cose di
poca importanza, finché Draco non sentì che gli si chiudevano gli occhi. Alla
fine trascinò il suo corpo stanco sino alla sua vecchia stanza nei dormitori
Serpeverde e si addormentò non appena la sua testa toccò il cuscino.
La mattina dopo cominciò la fase due del piano geniale di
Draco.
Se esisteva un essere umano che Draco conosceva meglio di
chiunque altro, quello era suo padre. Per tutta la vita la sua principale
preoccupazione era stata quella di scoprire tutte le sue forze e le sue
debolezze, tutto quello che amava e odiava. Il martedì, spedì un gufo a Lucius
scusandosi di cuore per il comportamento che aveva avuto negli ultimi tempi,
spiegando che tutto quello che aveva fatto in quei mesi faceva parte di un
piano elaborato per guadagnare la fiducia di Potter. Una volta che l’avesse
reso innocuo, avrebbe contribuito all’avanzata del Signore Oscuro per i sacri
corridoi di Hogwarts. Sapeva che suo padre sarebbe rimasto colpito per la sua
furbizia e gli avrebbe perdonato tutto. Lucius ammirava le persone sveglie e
intelligenti, quindi un piano ben congegnato come quello che Draco aveva in
mente avrebbe di sicuro guadagnato il rispetto di Lucius. Avrebbe riaccolto il
suo figlio ribelle sotto l’ala familiare ed insieme avrebbero costruito un
fronte comune nella guerra contro i babbanofili e Silente. Draco era certo che
le cose sarebbero andate come aveva previsto e il gufo che gli mandò Lucius in
risposta quella sera confermò la sua supposizione.
Il venerdì pomeriggio Draco prese in prestito un gufo
della scuola e lo equipaggiò con un borsellino strapieno di galeoni e una lista
di cose che gli servivano per il passo successivo del suo piano. Aggiunse una
nota per i negozianti perché rimpicciolissero gli acquisti per facilità di
trasporto e inviò il gufo in diversi negozi di Diagon Alley. Poi passò la mattinata
e gran parte del pomeriggio a lezione. Dopo si dedicò ai suoi compiti e si unì
ai suoi compagni di Casa (che erano fuori di sé dalla gioia di riaverlo con
loro) in Sala Grande per la cena. Fece tutto quello che poteva per distrarsi
mentre aspettava ansiosamente che arrivassero i suoi acquisti.
Era nella Sala Comune di Serpeverde, impegnato in una
partita a scacchi con Blaise Zabini, quando il gufo ritornò dopo cena con tutto
ciò che gli serviva per portare a compimento il suo piano. Si scusò e si ritirò
nella sua stanza per aggiungere il tocco finale alla fase tre del suo perfido
piano.
Quella stessa sera sul tardi inviò l’ultimo gufo, che
trasportava una busta dall’aria elegante con impresso sopra lo Stemma della
Famiglia Malfoy. Non usò Psyche, ma scelse il suo vecchio gufo reale, che senza
alcun dubbio sarebbe riuscito a localizzare suo padre ovunque si trovasse. La
lettera conteneva ora e luogo in cui Draco avrebbe incontrato Lucius per
consegnare un fiducioso Harry Potter nelle sue mani. Draco incrociò le dita,
trattenne il respiro e aspettò che suo padre accettasse l’offerta.
Era sabato mattina quando il maestoso gufo reale fece
finalmente ritorno, lasciandogli cadere in grembo una lettera simile a quella
che aveva inviato. Draco gli offrì una striscia del suo bacon, che il gufo gli
prese ansiosamente dalle dita prima di volare via. Si concesse un sospiro di
sollievo mentre leggeva la risposta. Tutti i pezzi si erano incastrati proprio
come aveva previsto e suo padre aveva accettato di incontrarlo quella notte.
Dopo la colazione, uscì dalla Sala Grande senza parlare con nessuno,
dipingendosi sul viso la sua vecchia maschera di indifferenza e fredda
riservatezza. Si era tirato indietro i capelli con il gel come faceva quando
era più piccolo e aveva evitato di incontrare gli occhi di Harry. Si diresse
nei sotterranei, dove i suoi compagni di Casa cominciarono a ronzargli attorno.
Tiger e Goyle gli stavano spiegando i dettagli di un piano che avevano in mente
e Pansy cercava di coinvolgerlo in una discussione sull’appropriato
comportamento Serpeverde. Draco però aveva problemi ben più grossi a cui
pensare, quindi se li scrollò di dosso sorridendo come se fossero dei suoi
inferiori, proprio come faceva in passato. Alla fine riuscì a sfuggire alle loro
noiose chiacchiere e si sedette comodamente su una poltrona, aspettando che
arrivasse l’ora di incontrarsi con suo padre e consegnargli il suo regalo
speciale.
Mancavano solo un paio d’ore, eppure gli sembrarono
un’eternità.
Quando finalmente giunse il momento, Draco recuperò un
pacchetto dalla sua stanza e nascose la bacchetta in una tasca della divisa.
Mentre andava alla ricerca di Harry era sull’orlo di una crisi di nervi. Quella
era l’unica incognita del suo piano e non poteva certo dire di non esserne
preoccupato. C’era molto in gioco quella notte e bastava che una piccola cosa
andasse storta e sarebbe stato tutto perduto.
Non gli fu molto difficile trovare Harry. Un essere
abitudinario, se ne stava disteso nella sua stanza a scrivere un compito di Trasfigurazione.
Harry mise giù la penna e sorrise al nuovo entrato.
“Sono così felice di vederti, Draco. Mi sei mancato la
scorsa notte.” Si alzò con le braccia aperte per accogliere il suo ragazzo con
un abbraccio, ma la maschera di pietra di Draco era ben salda. Fece un respiro
per calmarsi e si scansò dall’abbraccio, puntando la bacchetta tra gli occhi di
un Harry tremendamente sconvolto.
“Non dire una parola, Potter. Mi dispiacerebbe da
morire doverti staccare quella bella testolina”, sogghignò, prima di
costringere Harry a lasciare la stanza e guidarlo attraverso il castello. La
tensione si tagliava con il coltello mentre i due attraversavano la Sala
d’Ingresso e seguivano il perimetro della Foresta Proibita, appena fuori i
confini di non-materializzazione di Hogwarts. Sul volto di Harry l’incredulità
e l’ansia divennero sempre più evidenti, ma in ogni caso Harry non era mai
stato bravo a mascherare le sue emozioni. Si era fidato di Draco e adesso Draco
stava per tradire quella fiducia consegnandolo a Lucius e ai suoi compagni
Mangiamorte, che, a loro volta, lo avrebbero portato a Voldemort.
Comunque, Lucius fu l’unica persona che incontrarono nella
Foresta Proibita quella notte. Tenendo la bacchetta fermamente puntata contro
la tempia di Harry, Draco si avvicinò a Lucius e lo salutò cautamente. La
maschera di Draco era ancora al suo posto; non c’era nessuna emozione visibile
che tradisse come si sentiva dentro.
Azkaban non aveva avuto pietà di Lucius Malfoy. Il suo
volto era scarno e i suoi capelli, normalmente lucenti, cadevano in ciocche
sporche e flosce. Aveva un aspetto orribile, ma si sollevò in quella sua
posizione imperiosa e guardò suo figlio e la sua preda dall’altro del suo naso
aristocratico.
“Bene, bene, bene. Signor Potter. Non sai che piacere
vederti di nuovo. Non è un peccato non avere più tempo da passare insieme
questa notte?” La voce di Lucius aveva una nota di follia che fece venire i
brividi ad Harry. Lucius rivolse il suo sguardo a Draco. “Sono lieto di vedere
che dopotutto non sei un totale fallimento. Il nostro Signore sarà compiaciuto
della tua lealtà e ti ricompenserà adeguatamente, Draco.”
“Ti ho detto che ti avrei portato un regalo, Padre.” Draco
si dipinse un finto sorriso sul viso mentre tirava fuori una scatola di dolci. “A
dire il vero, te ne ho portati due. So quanto ti piacciono i dolci, quindi mi
sono preso la libertà di andare a Hogsmeade e comprarti una varietà delle tue
caramelle preferite. Sono certo che le guardie di Azkaban non te le abbiano
procurate.” Offrì la scatola a suo padre, che era felicissimo di ricevere delle
rinomate caramelle di Mielandia. “Ti prego, prenditi un momento per gustarne
qualcuna, mi assicurerò io che Potter non vada da nessuna parte. Poi sarà tuo e
potrai farne quello che vuoi prima che lo consegniamo al nostro Signore.” Draco
abbassò lievemente il capo come segno di rispetto per il Signore Oscuro.
Harry impallidì e non poté far altro che chinare la testa
sconfitto mentre Lucius sospirava di piacere e si avventava ansiosamente sulla
scatola di dolci, svuotandosi due intere confezioni di caramelle in bocca in
una volta sola. Nel momento in cui lo fece la sua lingua cominciò a gonfiarsi,
e quando accadde Draco capì che era il momento e abbassò la bacchetta dalla
tempia di Harry, puntandola invece su suo padre.
Assottigliando
malignamente gli occhi, Draco pronunciò il primo incantesimo.
“Petrificus Totalus!”
Lucius non fece neppure in tempo ad estrarre la bacchetta
e, anche se l’avesse fatto, la sua lingua era ormai così grossa che non sarebbe
riuscito a pronunciare un incantesimo neppure se ne fosse andato della sua
vita. Naturalmente, Lucius non aveva idea che quello fosse il piano di Draco
fin dall’inizio. Draco raggiunse suo padre, che adesso giaceva rigido ed
immobile sul manto erboso della Foresta Proibita. Draco non ebbe nessuna
esitazione mentre pronunciava il secondo incantesimo.
“Incarcerous!” Funi spesse serpeggiarono e si avvolsero
strettamente attorno al corpo di Lucius, il cui volto cominciava a diventare di
un’inusuale tonalità violacea per la mancanza di ossigeno. La sua lingua era
così grossa che gli riempiva la gola impedendo l’accesso dell’aria. Draco non
aveva dubbi che le Mou Mollelingua sarebbero servite al loro scopo, ma voleva
comunque legare suo padre contro ogni evenienza. Non aveva davvero nulla di cui
preoccuparsi, la permanenza ad Azkaban aveva reso Lucius una pallida ombra
dell’uomo potente che era stato in passato e il Mangiamorte non aveva avuto il
tempo di rimettersi in forze prima dell’incontro con Draco.
Draco. Suo figlio ed erede, su cui aveva riposto tutte le
sue speranze per un nuovo futuro luminoso. Aveva sottovalutato Draco, che
adesso lo sovrastava con un’espressione di repulsione sul volto, condannandolo
con lo sguardo mentre moriva soffocato.
La magia fuoriusciva da Draco in onde e i suoi occhi erano
accesi di una furia che bruciava fino in fondo all’anima di suo padre. “Sei un
essere miserabile, una vergogna come uomo e una vergogna come padre, e non mi
dispiace affatto che la tua squallida vita finisca stanotte.” Senza mai
distogliere lo sguardo da suo padre, Draco allungò una mano alle sue spalle e
attirò di fianco a sé un Harry tremante. “Non sarai più in grado di ferire me o
Harry. Fanculo, Lucius! Non posso nemmeno dire che sia stato un piace conoscerti.”
L’ultima cosa che Lucius vide prima di lasciare questa
vita fu suo figlio che abbracciava Harry Potter, le loro labbra che si
scontravano in un bacio disperato. Si sarebbe soffocato, se la sua lingua non
fosse già stata impegnata in quell’impresa, quando vide i due maghi che si
infilavano la lingua in gola appassionatamente, baciandosi come se ne andasse
delle loro stesse vite. Ironia, il tuo nome era Lucius Malfoy.
Quando fu certo che Lucius avesse abbandonato le sue
spoglie mortali, Draco mise fine ai due incantesimi e pronunciò la
contro-maledizione per far ritornare l’enorme lingua alle sue normali
dimensioni.
“È una fortuna che mio padre non amasse molto gli
Weasley, o avrebbe potuto riconoscere
le Caramelle Mollelingua dei Tiri Vispi.” Draco ridacchiò silenziosamente. “Più
tardi ricordami di ringraziare Fred e George per aver inventato un prodotto
così eccellente.” Harry rimase lì, sbalordito, mentre Draco faceva sparire con
attenzione ogni traccia del loro coinvolgimento con la morte di Lucius.
Controllò l’interno della sua bocca per assicurarsi che
non ci fosse traccia delle caramelle e raccolse la scatola, prima di prendere
Harry per mano e ritornare al castello. Si intrufolarono silenziosamente
all’interno prima che qualcuno si accorgesse che erano usciti.
La mattina dopo un gufo volò al Ministero della Magia,
indirizzato a Malocchio Moody. L’informatore anonimo descriveva con precisione
dove trovare il corpo senza vita di Lucius Malfoy, il prigioniero evaso da
Azkaban. Fu aperta una breve inchiesta sull’improvvisa morte del signor Malfoy,
perché le circostanze che circondavano il suo decesso sembravano in qualche
modo sospette, ma fu decretato in fretta che Lucius era morto per cause
naturali e il caso fu chiuso.
Gran parte della Comunità Magica gioì alla scomparsa del
Mangiamorte più efferato, mentre da qualche parte un mostro dalla faccia di
serpente sibilava la sua rabbia per la perdita del suo servitore più leale e
malleabile. Il suo sguardo cadde su Codaliscia, che stava cercando di battere
velocemente ritirata dalle stanze del suo Padrone. Era troppo tardi. Voldemort
sollevò la bacchetta sulla figura in fuga e sibilò la peggiore delle
Maledizioni senza Perdono. La luce verde avvolse l’uomo-topo e l’ultimo suono
che sentì prima di morire fu la risata maniacale del suo Signore e Maestro.
~@~
Di conseguenza, Harry sedeva a lezione di Pozioni
ricordando i mesi passati e anche se stava di nuovo sognando ad occhi aperti,
di certo non stava sbavando nel suo calderone. L’ombra di un sorriso gli
incurvò le labbra mentre ripensava a quello che era successo al loro rientro al
castello, dopo che Draco aveva eliminato suo padre con successo.
~@~
Con l’adrenalina che scorreva nei loro corpi, Harry e
Draco rientrarono al castello quasi di corsa e andarono dritti nella stanza di
Harry. Una volta entrati, Harry si sbattè la porta alle spalle e pronunciò un
paio di incantesimi silenzianti e sigillanti, nel caso che qualcuno dei loro
amici decidesse di andarli a cercare. Non che ci fosse molta gente in giro per
il castello a quell’ora della notte, ma un po’ di prudenza non avrebbe certo
guastato. Harry guardò il volto di Draco, adesso libero dalla maschera che
aveva indossato per imbrogliare suo padre. Chiudendo gli occhi, Harry espirò
con forza, rilasciando finalmente con un brivido la tensione che aveva
accumulato.
“Mi hai spaventato a morte, Draco.” Harry sollevò una mano
a sostenere il viso di Draco e posò un bacio leggero sulla sua bocca. “Cercavo
con tutte le forze di non credere che mi avessi venduto con tanta facilità a
tuo padre, ma ammetto di essere stato un po’ più che preoccupato.” Si sporse
verso Draco fino a toccare la fronte con la sua. “Avevo dimenticato quanto sai
recitare bene quando ti serve.”
Draco sospirò e circondò Harry con le braccia, avvicinando
i loro corpi. “Mi dispiace da morire di aver dovuto fare in questo modo, Harry.
Ma se tu avessi conosciuto il mio piano in anticipo, la tua reazione avrebbe
potuto non essere spontanea e Lucius avrebbe capito che era una trappola. Non
potevo rischiare che accadesse.” Draco accarezzò dolcemente la schiena di Harry
mentre gli spiegava tutto. “Spero che mi perdonerai per averti spaventato così
tanto.”
Gli occhi di Harry luccicavano di lacrime trattenute. “Non
c’è nulla da perdonare, Draco. Hai fatto quello che dovevi fare e adesso siamo
tutti e due al sicuro, almeno da tuo padre. Mi dispiace soltanto che tu abbia
dovuto uccidere il tuo stesso padre.” Draco sbuffò soltanto.
“Mio padre.” Scosse il capo tristemente. “Lucius ha smesso
di essere mio padre nel momento in cui ha giurato obbedienza a Voldemort. E
prima che tu dica qualcosa, so che non ero neppure nato quando mio padre ha
deciso di dedicare la sua vita al Signore Oscuro.” Un’espressione triste
attraversò il suo volto ed Harry voleva fare tutto il possibile perché Draco
tornasse ad essere felice.
Allungò la mano e prese quella di Draco, guidandolo verso
il suo letto. Aveva sentito la mancanza di Draco nelle ultime notti, quando
aveva dormito nei dormitori Serpeverde. “Resti con me? Non credo di poter
restare solo stanotte.” Le dita di Harry si fecero strada sotto la camicia di
Draco, accarezzando la sua pelle morbida. “Ti dispiacerebbe dormire nel letto
con me?”
Draco lo guardò stupito. “Mi prendi in giro, vero?” rise.
Nessuno avrebbe mai potuto accusare Draco Malfoy di rifiutare di dormire con il
suo ragazzo, anche se non erano andati oltre a baci e carezze, ma a giudicare
dall’espressione sul viso di Harry, stanotte non aveva intenzione di fermarsi a
un po’ di coccole. Incoraggiato da questa scoperta, Draco si premette contro di
lui e lo fece indietreggiare fino a sbattere con il retro delle ginocchia
contro la sponda del letto. Sorridendo, Draco si sporse e lo baciò, abbassando
entrambi finché Harry non fu seduto sul letto. Draco si inginocchiò davanti a
lui e sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi pieni di desiderio di Harry.
Ad Harry si mozzò il respiro in gola quando osservò Draco
inginocchiato davanti a lui, che lo guardava con un’espressione affamata. Si
abbassò per un bacio, tirando su Draco finché non si trovarono stesi sul letto
fianco a fianco, braccia e gambe intrecciate. Labbra e lingue allettavano e
stuzzicavano quella del compagno, sigillando nuove promesse con ogni bacio.
Il bisogno di ossigeno li costrinse a separarsi e si
osservarono con occhi annebbiati dal desiderio. Senza parlare cominciarono a
svestirsi l’un l’altro lentamente, concedendo alle loro dita di attardarsi
sulla pelle nuda mentre ogni capo di vestiario finiva in un mucchio disordinato
sul pavimento.
La luce della luna fluiva attraverso la finestra della
stanza, illuminando Draco di un bagliore etereo. “Sei così bello”, sussurrò
Harry annegando nell’immagine davanti ai suoi occhi. Le sue dita tracciarono
dei percorsi lungo il petto di Draco, circondando un capezzolo indurito prima
di strofinarlo dolcemente contro le sue labbra gonfie di baci. La lingua di
Draco uscì a leccare le dita di Harry, poi aprì la bocca e le attirò
all’interno, succhiandole dolcemente prima di lasciarle andare. Le dita umide
tornarono sul capezzolo di Draco, girandoci di nuovo attorno prima di colpirlo
appena. Un alito caldo soffiò sulla piccola sporgenza, indurendola ancora di
più. Gli occhi di Harry non avevano mai lasciato il viso di Draco e sorrise
quando il suo ragazzo chiuse gli occhi e gemette di piacere. “Ti piace?” La
voce di Harry era piena di desiderio e Draco non poté far a meno di annuire.
Gemette ancora più forte quando sentì una mano calda scivolare lungo il suo
stomaco e sfiorare a titolo di prova la sua erezione. “Vuoi…”
Draco emise un lungo gemito gutturale. “Dio, sì,
Harry!” sibilò quando Harry afferrò la sua erezione e cominciò ad accarezzarla
senza fretta, mentre le sue labbra mordicchiavano e stuzzicavano la pelle
dell’addome. Harry sentiva il corpo di Draco tremare sotto le sue labbra e
strofinò il pollice contro la punta del suo membro, stuzzicando il taglio
mentre la sua bocca continuava ad occuparsi dell’ombellico di Draco. Harry
inalò con forza il profumo intossicante del ragazzo meraviglioso steso sotto di
lui, con il desiderio di prenderlo in bocca e scoprire che sapore aveva.
A dispetto delle voci che circolavano per tutta Hogwarts
riguardo alla presunta virilità di Draco, questa sarebbe stata la prima volta
che facevano qualcosa del genere, per entrambi. Harry aveva il terrore che la
sua inesperienza potesse far passare la voglia a Draco, ma non appena sostituì
la mano con la bocca d’improvviso seppe esattamente cosa doveva fare per dare
piacere al ragazzo che amava.
Harry girò con la lingua lungo la punta della sua erezione
e poi la risucchiò all’interno della sua bocca calda. I gemiti e i sospiri di
piacere di Draco si unirono ai suoi e riecheggiarono tra i muri della stanza
altrimenti silenziosa. Le mani di Draco afferrarono ciocche dei capelli di
Harry, attirandolo in basso e cominciando ad affondare nella sua bocca. I suoi
fianchi si inarcarono per spingere più a fondo mentre la lingua e la bocca di
Harry continuavano a lavorare insieme sulla sua erezione pulsante. Gli sfuggì
un grido quando sentì la mano di Harry allungarsi tra le sue gambe e premere
sui suoi testicoli.
Improvvisamente, la bocca di Harry si riempì di un liquido
caldo e amaro. Sorpreso, staccò il viso disgustato e inghiottì. Attirò con un
incantesimo il bicchiere d’acqua che stava sul comodino e si sciacquò la bocca,
sperando di eliminare il retrogusto fastidioso. Poi si accorse che Draco si era
coperto il viso con le braccia e stava imprecando a bassa voce.
“Merda!” Draco si tirò a sedere di scatto e rivolse la
schiena ad Harry, attirando le ginocchia contro il petto. Per quanto ne sapeva
di esperienze sessuali, questa non sarebbe certo finita negli annali per la sua
durata. Comunque, questa era la prima volta che riceveva un pompino e
sapeva che queste cose succedevano – poi Harry aveva fatto quella faccia e si
era precipitato a bere, umiliandolo all’inverosimile. Draco era mortificato. ‘Proprio
degno della mia fama di Dio del Sesso di Serpeverde’, pensò cupamente.
Harry sedeva sul bordo del letto, fissando la schiena di Draco.
Sapeva di averlo ferito, ma era tremendamente imbarazzato. Si rendeva
perfettamente conto di aver gestito malissimo la situazione, ma non aveva idea
di come aggiustare le cose. Decidendo alla fine che probabilmente l’approccio
diretto era la cosa migliore, premette il suo corpo contro la schiena di Draco,
posando la testa sulla sua spalla bianca. Harry circondò il corpo dell’altro
con un braccio, cominciando a tracciare pigramente lettere sulla pelle morbida
del suo petto.
“Draco”, mormorò. “Mi dispiace da morire di aver avuto
quella reazione esagerata. Non… non me lo aspettavo, immagino di essermi
spaventato un po’.” Harry posò un bacio a fior di labbra sulla spalla di Draco
e continuò a tracciare lettere sul suo petto, scrivendo “Ti amo”. Lo sentì trattenere
il respiro e si rese conto che sapeva che cosa stava scrivendo. Draco sospirò
teatralmente e si abbandonò contro il petto di Harry. Dopo tutto, Draco restava
una consumata reginetta del dramma.
“Ti amo anche io, Harry.” Draco si voltò per poterlo
guardare in viso. Lo circondò con le braccia e accoccolò la testa nell’incavo
del suo collo. “Beh, è stato notevole”, ridacchiò. Harry gli accarezzò i
capelli con fare rassicurante e poi li ricoprì di baci.
“Non c’è nulla di cui vergognarsi, Draco. Sono certo che
quando toccherà a me non durerò un secondo di più.” Draco ci rifletté sopra per
un momento e poi decise che c’era solo un modo per scoprirlo. Rovesciò Harry
sul letto, schiacciandolo contro il materasso. Si leccò le labbra
seducentemente alla vista del viso arrossato del suo compagno. Draco si
concesse una lunga occhiata al corpo di Harry e poi fece un largo sorriso
mentre si chinava a baciare quelle labbra arrossate e sensuali.
“Ho sentito dire che ognuno ha quel che si merita,
Potter.”
L’umore di Draco migliorò parecchio mentre passava il
resto della notte a dimostrare ripetutamente di avere ragione.
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A lezione di Pozioni, Harry sorrise al ricordo di quella
notte. Aveva certamente avuto quello che si meritava, proprio come gli
aveva promesso Draco. A dire il vero furono necessari diversi tentativi prima
che riuscissero ad esercitare una qualche forma di controllo sulle reazioni dei
loro corpi alla stimolazione. Naturalmente, si godevano la nuova sessione di
prove sempre di più della precedente e, dopo tutto, lo facevano solo
perché erano alla ricerca dell’orgasmo perfetto.
~@~
L’ora di Pozioni terminò senza che si verificassero
ulteriori catastrofi. Draco aveva ancora una lezione prima di concludere la
giornata, ma Harry aveva finito. Accompagnò Draco in classe, tenendolo per mano
mentre percorrevano i corridoi. “Vado in camera nostra a fare compiti.” Gli
diede un bacio leggero sulle labbra e lo guardò entrare in classe. “Ci vediamo
dopo!” salutò Draco, ed Harry si avviò verso la stanza che adesso dividevano a
tempo pieno.
I compiti erano una noia ed Harry si ritrovò a vagare con
la mente alla fantasia sul Quidditch che l’aveva tenuto impegnato prima. Chiuse
il libro e abbandonò la testa sul cuscino, lasciando che i suoi pensieri lo trascinassero
in uno dei suoi voli di fantasia.
Harry e Malfoy si giravano attorno cautamente sul
campo, Grifondoro contro Serpeverde. Sembravano essere gli unici due giocatori
in campo. Harry volava sulla sua Firebolt quando vide il Boccino che
galleggiava nell’aria sopra la spalla destra di Malfoy. Ma non era interessato
a catturare il Boccino. Un sorriso predatore gli incurvò le labbra mentre
posava gli occhi sul Cercatore di Serpeverde. “Sei mio, Malfoy, non sai
quanto…” ringhiò.
“Solo se riesci a prendermi, Potty!” Malfoy si sporse
in avanti, lanciandosi in picchiata lungo il campo. Dimenticando il Boccino
d’Oro, Harry lo seguì, volando più veloce che poteva. Malfoy riusciva a stare
appena fuori dalla sua portata, quindi Harry forzò i suoi limiti, riuscendo
finalmente a raggiungere il Cercatore dai capelli dorati. La sua mano si stese
ad afferrare il mantello che sventolava nell’aria, con l’intenzione di
rallentare Malfoy il tanto da riuscire a superarlo, ma mancò la presa. La sua
mano fendette l’aria, facendogli perdere l’equilibrio. Roteò violentemente
fuori controllo e perse l’appoggio sulla scopa. Harry sentì che il suo corpo
precipitava rapidamente in direzione del terreno e man mano che scendeva gli
sembrò di vederlo sollevarsi per andargli incontro. Poi divenne tutto nero.
Si svegliò sul pavimento di quello che sembrava uno
spogliatoio. Senza occhiali non riusciva a capire quale fosse esattamente. I
dolori al corpo gli ricordarono cosa era successo. Stava inseguendo Malfoy,
cercando di afferrargli il mantello, quando era caduto dalla scopa. Cercò di
alzare la testa per esaminare l’ambiente circostante, ma fu spinto rudemente
per terra.
“Ho detto forse che potevi alzare la testa, Potter?” La
voce strascicata era surreale, anche se familiare. “Non credo proprio! Hai
bisogno che ti impartisca una lezione su come stare al tuo posto.”
“Malfoy?” Harry strizzò gli occhi nel vano tentativo di
mettere a fuoco.
Una mano cominciò a risalire lungo la sua coscia,
fermandosi sull’inguine. Harry spalancò gli occhi, ma la stanza era scarsamente
illuminata e riusciva a vedere soltanto una chiazza pallida inginocchiata
accanto a lui. L’aria aveva un vago odore di sudore e di qualcos’altro che non
era in grado di identificare. I suoi pantaloni da Quidditch cominciarono a
diventare stretti quando la mano sul suo inguine iniziò ad accarezzarlo. Poi
sentì che la cerniera veniva abbassata e la mano che lo stava massaggiando
d’improvviso fu dentro i suoi pantaloni. Il volto pallido si chinò e catturò le
labbra di Harry in un bacio violento, risucchiandogli tutto il fiato dai
polmoni. Gli occhi verdi si socchiusero mentre attirava la figura pallida su di
sé con forza. Gemette e aprì le labbra alla lingua che cercava di entrare nella
sua bocca. Una vaga domanda gli aleggiò nella mente. Era quello che voleva
davvero?
Il suo corpo rispose alla domanda per lui. “Oh, Draco…
ti voglio, ho sempre voluto soltanto te. Non fermarti, ti prego!” La sua voce
era roca di desiderio e bisogno.
Harry si svegliò d’improvviso, coperto di sudore e
dolorosamente eccitato. “Wow”, mormorò, “alla faccia della partita di
Quidditch….”
“Di nuovo a sognare di giocare a Quidditch con me, Harry?”
rise Draco attraversando la stanza e sedendosi sul letto accanto al suo
ragazzo.
Harry sorrise assonnato. “Sempre, Draco. Sempre.”
Fine