Aoi, Aoi, Ano Sora! - Verso quel cielo così blu... di K i t s u n e _ (/viewuser.php?uid=57509)
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Aoi, Aoi, ano Sora !
Verso quel cielo
così
blu...
Ecco,
come al solito.
Non capiva.
Anzi, peggio, per quanto si sforzasse, non riuscima minimamente a
comprendere.
Si detestò e si sentì immensamente stupido.
I suoi amici parlavano di ragazze, e lui non riusciva a capire.
Cosa voleva dire?
Cosa ci trovavano di tanto interessante?
Perchè
nessuno glielo diceva?
Ma cosa voleva dire scopare?
"
Sei ancora troppo piccolo, per queste cose "
" Ti spiegherò quando sarai più grande "
" Ah! A dieci anni ero più sveglio di te! "
Ecco, le frasi che si sentiva dire in continuazione.
Roxas era il suo fratello più grande.
Parlava tranquillamente con quegli individui.
Ecco, ecco cosa erano, per Sora: individui
.
Non capiva, come al solito.
Parlavano di ragazze e strani termini che lui, puntualmente,
fraintendeva.
Quello stupido linguaggio in codice.
Roxas aveva 14 anni.
Andava al liceo, ormai, e il suo bell'aspetto non aveva fatto altro che
giovare.
Capelli corti, scompigliati, occhi azzurro chiaro incredibilmente
affascinanti.
Le ragazze lo adoravano, e per lui non era stato un problema infilarsi
nel gruppo di quelli popolari di quarta.
Sora aveva 11 anni.
Aveva appena cominciato la prima media, e le figuracce che puntualmente
si svolgevano non facevano altro che renderlo ancora più
impacciato di quanto non fosse.
Gli occhi blu erano troppo, troppo grandi,
e troppo, troppo
innocenti.
"E' solo un bambino!!" dicevano tutti di lui. E si ritrovava triste,
ritrovando ottusamente il sorriso ogni volta.
Sora appoggiò l'orecchio (troppo, troppo a
sventola!) alla porta bianca e fredda della camera del fratello.
- ... e quindi?
Riconobbe la voce: Axel! Uno degli
individui che avevano cominciato a girare attorno a suo
fratello.
Un fastidiosissimo individuo.
- Ma come, e quindi! E quindi ci siamo baciati... ovvio...
Oramai Sora aveva rinunciato a capire perchè dicesse sempre
"ci siamo baciati" con quel tono rilassato.
- E basta?
- Eh, si... cioè, insomma, io sarei andato anche oltre, ma
eravamo in un'aula, alla fine il bidello Vexen ci avrebbe scoperti...
- Eh, dici sempre così... ma dimmi... sei vergine?
Sora non aspettava altro, per irrompere nella stanza del fratello.
- No! E' Acquario!- urlò, con tutta la voce che aveva, per
mostrarsi più grande di quanto non fosse.
Quattro paia di occhi si alzarono verso di lui.
- Che... che c'è? E'... è vero! -
balbettò, arrossendo improvvisamente. - E'... è
vero... è nato.. il... 20 gennaio. Io... io sono Vergine, ma
lui è Acquario.
Axel scoppiò a ridere. - Ah, beh, che te sei vergine non
avevamo dubbi!
Il gruppetto di ragazzi grandi (anche troppo, per Sora)
sghignazzò.
Il piccolo sbarrò gli occhi e arrossì ancora di
piu, come un bimbo.
Seduto sul suo letto, rannicchiato.
Gli occhioni blu come il mare ridotti a fessure, squadrava il muro.
Girò la testa verso Teddy.
Fissò Teddy negli occhi.
Teddy rimase vacuo.
Fissò Teddy.
Teddy rimase vacuo.
Fissò Teddy.
Teddy rimase vacuo.
- Anche tu credi che sia uno stupido, non è così?
- chiese a Teddy. - Beh... beh, sappi che non è
vero!
Roxas, appoggiato alla porta, sorrise.
Sentiva i borbottii di Sora, in quella posizione.
Da quando se n'erano andati gli altri era lì appoggiato, e
finalmente il fratellino si era deciso, come tutte le altre volte, a
parlare con Teddy.
Ecco, adesso lo avrebbe detto.. si, mancava solo un secondo... mosse le
labbra anche lui, teneramente, mentre il fratello pronunciava quelle
parole.
- Piantala di fissarmi, Teddy! Perchè io...
perchè io... perchè io non sono un bambino
stupido! Ho solo un ritardo nella crescita, lo ha detto anche il
dottore!
Una raccolta di
storielle inutili, dedicate tutte alla ingenuità infantile
del piccolo Sora. Che amore.
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