Random Access Memory

di LizzieCarter
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Mi chiedo se sia un'utopia o una distopia, quella in cui viviamo.
Circondati da una tecnologia che ci abbraccia amorevole ma soffocante, come una madre troppo zelante, ce ne fidiamo talmente da donarle tutti noi stessi.
Al punto da affidarle la nostra memoria.
Ormai da anni ogni essere umano cammina accompagnato dal passo ritmato di un androide.
I più ricchi hanno potuto sceglierne le fattezze; i comuni mortali, invece, si sono dovuti accontentare della versione default, uguale per tutti.
Quelli che, come me, stanno ancora più in basso dei "comunemente mortali" nella scala sociale, si sono beccati gli androidi usati di qualche riccone che se ne è stufato e li ha rivenduti a prezzi stracciati.
Il problema è che questi esseri vecchiotti e un po' arruginiti hanno conservato la pretenziosità dei loro vecchi possessori, assieme a qualche frammento mal rimosso dei loro ricordi, e talvolta possono diventare un po' seccanti.
Ma non puoi decidere di mollare per qualche momento la tua Memoria in un angolo solo perchè è snervante, giusto?
Tantopiù che -problema numero due- di questi tempi alcune Memorie hanno iniziato a sparire, e non quelle dei ricchi, che conservano le combinazioni delle loro casseforti, ma le nostre anonime Memorie di bassa lega.
Ora non prendetemi per nostalgico, ma io ci tengo ai miei ricordi.
In particolare, ci tengo a che rimangano privati, per quanto poco preziosi possano essere.




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