DESINCRONIZZAZIONE
Devo colpirlo...devo...
Non ho più voce, sulla gola le sue mani stringono sempre
più forte, eppure riesco ancora a respirare. Attorno a noi
solo fumo, i colpi di cannone si susseguono, ma alle nostre orecchie
suonano come un eco lontana. Davanti ai miei occhi vedo solo il volto
di mio padre. Sopra di me, mi sta offrendo infinite
possibilità di ferirlo, di ucciderlo anche...è
completamente scoperto, basterebbe solo alzare il braccio e azionare la
lama eppure...io...
io non...
AHHHHHHHHHHHHHHH
----DESINCRONIZZATO----
L'urlo risuonò per tutta la caverna nel momento stesso in
cui l'animus perdeva il contatto, schermi rossi con il segnale di
desnicronizzazione lampeggiante su di esse. L'onda mentale
destabilizzata.
Shaun e Rebecca si alzarono dalle loro sedie in tutta fretta
avvicinandosi a Desmond che ancora sdraiato ansimava, sudando in preda
a deliri verbali.
«E' in pieno effetto osmosi!»
decretò Rebecca cercando di sfilargli il visore dal volto,
ma Desmond continuava a dimenarsi, scacciandola con una bracciata. Lei
cadde indietro andando a sbattere sulla nuda pietra del terreno.
Shaun le fu subito vicino aiutandola ad alzarsi.
«Non aiutare me, aiuta lui!» gridò
lei infuriata.
In quel momento arrivò di corsa anche William che pochi
istanti prima era davanti alla porta sigillata per poterla analizzare.
«Che succede?» chiese con tono allarmato avendo
anche lui sentito le urla del figlio.
«Desmond è sotto un effetto osmosi e non riusciamo
a calmarlo» dichiarò Shaun mentre finalmente
riusciva a sfilare il visore dal volto del ragazzo.
«No, no, NO!!! Non posso!» gridava lui tenendosi la
testa tra le mani. «...è mio padre, non posso! Anche
se è lui a volerlo io non...»
«DESMOND!» urlò William sedendosi di
fronte al figlio.
Il tono del più grande dei Miles sembrò
funzionare. Desmond si bloccò di colpo, aprì gli
occhi ponendoli sulla figura paterna.
«Non posso...» continuava a ripetere, ma ora
sembrava più un mantra senza senso che una vera intenzione.
«Dobbiamo cercare di riportarlo in sè. Direi che
Connor non era poi così determinato nel voler uccidere suo
padre» constatò l'unica donna del gruppo.
«Oh ma non mi dire, Rebecca, non lo avevo
notato...» Shaun rispose ironico, guadagnandosi
un'occhiataccia dalla giovane Assassina.
«Non era mai successo prima... non in questo modo
almeno» commentò lei cercando di trovare una
soluzione nei collegamenti dell'Animus.
«Connor e Desmond hanno entrambi dei piccoli problemi
paterni, è possibile che la similitudine della situazione
abbia scatenato...»
«Shaun!!» urlò lei alzando gli occhi
dallo schermo e ponendoli verso William. Il collega seguì lo
sguardo della consorella e si morse la lingua.
«Oh mi scusi Mr Miles...»tentò, ma
William non se ne curò. Mise le mani sulle spalle di Desmond
e le fece scendere lungo le braccia del figlio, si fermò a
metà e diede uno scossone.
«Desmond, figliolo mi riconosci?»
«Lui vuole che lo uccida, Anche se non lo dice, anche se le
sue parole dicono il contrario ... Haytham, mio padre vuole che
io...» continuò il ragazzo, lo sguardo vacuo
indirizzato verso il volto del vero genitore ma senza al contempo
guardarlo sul serio.
«Haytham non è tuo padre Desmond!!» il
vecchio Miles scosse ancora una volta il corpo del figlio alzando
nuovamente il tono.
«Sono io tuo padre Desmond! Ascolta la mia voce!»
«Rakeni, nontié:ren?»
«Oh bene adesso passiamo al mohawk»
commentò Shaun con un gesto di frustrazione.
«Shaun! dannazione, fa qualcosa invece di star li a
guardare» lo riprese la donna con un sguardo di fuoco
«Cosa vuoi che faccia? Che mi metta a prendere un
tè con lui parlando in mohwak dei suoi problemi
familiari?»
«FATE SILENZIO TUTTI E DUE!»
Lo voce di William tuonò per la caverna. I due giovani
Assassini ammutolirono all'istante, mentre il vecchio Maestro
abbassò il capo, sempre tenendo forte la presa sulla braccia
del figlio.
«Ti prego Desmond, torna in te... non c'è nulla che
possiamo fare per aiutarti ad uscire da un effetto osmosi... Solo tu
puoi uscirne... Ti prego, Connor e Haytham sono morti da
secoli... Noi... Io... sono qui ad aspettarti...»
Desmond non disse più nulla. I due Miles si guardarono, lo
sguardo del più giovane ancora perso, le pupille dilatate e
la sofferenza nelle iridi scure. Sofferenza che si rispecchiava
però simile negli occhi più stanchi dell'altro.
William resse quello sguardo per qualche istante ancora...
«Rak...»cercò di sillabare Desmond, ma
suo padre fu più veloce delle sue parole. Lo trasse a
sè con un movimento veloce, abbracciandolo forte, come mai
ricordava di aver fatto.
«No, non Rakeni... non è quella la tua
lingua... Sono tuo padre, quel pezzo di merda di tuo padre!! Desmond
dannazione, torna in te!» urlò il vecchio
Assassino al culmine della frustrazione. Era solo colpa sua se suo
figlio stava passando tutto questo, avrebbe dovuto proteggerlo... Non
sarebbe mai dovuto cadere nella mani di Vidic, non avrebbe mai dovuto
provare tutto ciò. Non suo figlio, non...
«Padre...»
La voce del ragazzo lo riscosse dai suoi pensieri, era ancora debole
come prima ma William sentì una certa fermezza in quella
parola. Lo allontanò da sè e questa volta vide
gli occhi del figlio guardarlo dritti nei suoi.
«Desmond - tentò- mi riconosci?»
Lui sbattè gli occhi un paio di volte. «Sei quel
pezzo di merda di mio padre...» rispose il ragazzo con un
mezzo sorriso, aprendo gli occhi nuovamente vivi.
Il vecchio Miles lasciò andare un sospiro di sollievo che
non si era nemmeno reso conto di aver trattenuto fino a quel momento.
«Mi hai spaventato, figlio degenere!» disse poi,
imitando il sorriso del ragazzo e dandogli una leggera pacca sulla
spalla destra.
«Hai spaventato tutti Desmond!» rincarò
la dose Rebecca alzandosi dalla sua sedia e avvicinandosi al giovane
Assassino per controllare le sue condizioni.
«Io non ero particolarmente spaventato»
sottolineò Shaun incrociando le braccia sul petto. Rebecca
lo guardò, poi si abbassò verso Desmond e
sussurrò nell'orecchio del ragazzo a voce abbastanza alta da
farsi sentire anche da qualcun'altro.
«Non ascoltarlo... quando tuo padre ha urlato son sicura che
si sia pisciato nei pantaloni»
«Cos...? Rebecca!!!»
E mentre Shaun stava per dimostrare il contrario, gli altri
tre presero a ridere di gusto, nel tentativo di dimenticare
ciò che era appena accaduto.
Quando le risa scemarono, rimase nell'aria un silenzio imbarazzante che
nessuno si sentiva di dover spezzare. Ma era vero che c'era un mondo da
salvare e l'orologio continua ad avanzare noncurante dei sentimenti di
nessuno...
«Figliolo, lo so che per te è
duro... probabilmente, no anzi, sicuramente è per colpa mia
che la storia, la situazione di Connor e Haytham ti sia rimbalzata
contro in quel modo, - cercò di articolare il vecchio Miles,
guardando di sottecchi Shaun ripensando al suo commento di qualche
istante prima - ma non possiamo fermarci ora. Connor e Haytham sono
già morti da secoli e qualunque cosa tu voglia fare non puoi
cambiare il passato...»
Desmond annuì.
«Il fatto è che Connor non
voleva...» cercò di spiegare il ragazzo
guardandosi le mani e la lama celata che anch'egli aveva legata al
polso «Mentre ero nella mente di Connor e cercavo di farlo
muovere è stato come se sentissi anche i pensieri di
Haytham. Non so se sia perchè ho avuto una sessione di
Animus anche con lui e quindi il DNA , beh, boh non ci capisco nulla di
queste cose, ma...»
Alzò gli occhi verso il padre e gli altri due Assassini,
guardandoli uno dopo l'altro.
«Era Haytham che voleva essere colpito... stava lasciando il
fianco scoperto apposta... La realtà è che avrebbe
potuto uccidere Connor se lo avesse voluto, avrebbe potuto far vincere
i templari in quel momento, ma ha scelto la vita di suo figlio
e...»
«Desmond...» fu la voce della ragazza a bloccare il
fiume di parole del giovane. «Tuo padre ha ragione... Loro non
ci sono più... non c'è nulla che tu possa fare per
Haytham o Connor. Ma puoi fare molto per noi, per tutti noi, per il
mondo intero.»
Il ragazzo la osservò a lungo. «Loro non sanno -
pensò- loro
non sanno che varcare quella porta per me significa quasi sicuramente
lasciarci la pelle... Loro non lo sanno...ma...»
e i suoi occhi cercarono il padre. Lo vide, ancora seduto di fronte a
lui, guardare verso il terreno, una mano stretta in un pugno appoggiata
sulla gamba. Stringeva quel pugno così forte da imbiancarne
le nocche.
«Tu lo sai
papà? - si chiese - o forse lo intuisci soltanto,
forse vorresti anche tu scoprire il fianco...?»
Desmond sorrise amaramente e si rivolse nuovamente verso la ragazza.
«Hai ragione - disse con fermezza - forza finiamola una volta
per tutte!»
«Figliolo...» la voce di suo padre fu un sospiro,
ma il volto parlò per lui. Desmond gli sorrise con
sicurezza. «Farò la mia parte papà, non
preoccuparti»
William annuì... le mani ancora strette in pugni.
«Bene... vediamo dov'è questo medaglione
allora...» disse il ragazzo riprendendo in mano il visore,
mentre gli altri due Assassini tornavano alle loro postazioni.
«Sei pronto Desmond?» chiese Rebbecca dopo aver
ripristinato i collegamenti del DNA.
«Si» rispose il giovane prescelto.
«Connor, Haytham ... perdonatemi» fu il suo ultimo
pensiero prima di rivedere attorno a sé Fort George e
sentire nuovamente le palle di cannone fischiargli nelle orecchie. In
quel momento sperò che fossero abbastanza rumorose da non
fargli più sentire i suoi pensieri...
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