Nota
dell'autrice: Chrono
Crusade... un manga che mi resterà per sempre
nel cuore, che rileggerò sempre, nonostante il tragico
finale (e questo è dir molto, per una dipendente dai lieti
fini come la sottoscritta). Allegria e tristezza vanno sempre a
braccetto, come si suol dire - e che miscela perfetta in questo manga
<3 al livello di Ruroni Kenshin oserei dire, sebbene la
ricostruzione storica non sia altrettanto impeccabile *pensa ai vestiti
dei personaggi* Se non l'avete letto, correte a farlo ^^
A proposito di questa flashfic, leggendola capirete che è
una sublimazione positiva del finale XD perché io non mi
smentisco mai.
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Stelle cadenti
“Futili
― i venti ― per un cuore
in porto ―
Inutile la
bussola ― inutile la
mappa!"
Emily Dickinson
Tu-trun tu-trun tu-trun
tu-trun…
Il treno
andava, immerso nella notte.
Non era
sgomenta: era già stata a bordo; si trattava di un
semplice ritorno.
Osservò
i dintorni con calma placida. Non più sospesa nel
limbo delle anime perdute anzitempo, non più brutalmente
strappata a quanto
conosceva, poteva specchiarsi con onestà nel finestrino,
effigie a quel tempo
di un’inconscia, crudele ossessione. Anche quello era
diverso, liberato dai
denti della bufera di ghiaccio, mentre fuori la notte si stendeva calma
e
pacifica, buia ma traforata di stelle e struggente come il cielo del
Selvaggio
West sotto il quale, sessantun anni prima, Chrono e Maddalena avevano
stipulato
il contratto.
Chrono…
C’era
qualcos’altro di diverso.
Sorrise,
abbandonando il vetro.
Un’altra
cosa, la più importante: non era sola. Chrono le
carezzò una guancia, stringendola piano contro il suo
fianco. Alla fine aveva
tenuto fede alla sua promessa.
Anche se,
pensò Rosette, non era così che avrebbe voluto.
Avrebbe
preferito stare con lui nel mondo dov’erano nati,
ognuno inerme nella pioggia ma forte nel sole, caldo
sull’erba o per le strade
o nel traffico di New York, bambini e amici e poi qualcosa di
più e tutto
quello che risplendeva nei suoi ricordi, così lontani e
unici. Il luogo in cui
si trovavano i loro cari.
…Ma
non importava.
In quello
strano mondo di spirito, dove il tatto e i sensi
erano sempre più ovattati, nuova la vicinanza negli aloni
mescolati delle
anime, erano
insieme.
Finché avesse potuto vederlo sorridere e sentire
la sua voce, non avrebbe avuto rimpianti. Non c’erano
più ragioni per gettarsi
dal treno in corsa.
Con un
pensiero ai tanti amici lasciati indietro, si preparò
a proseguire per una destinazione ignota e divina.
Forse
sarebbero giunti sino alla scia sfavillante della
Linea Astrale, forse in un altro remoto angolo di cielo ― in pace,
finalmente.
E poi,
forse, un giorno…
Chi
poteva saperlo? Forse un giorno, come le avevano detto
che accadeva, i loro corpi di luce sarebbero scivolati ai confini della
Via
Lattea, tremanti di gioia e d’emozione, e avrebbero potuto
ritentare la sorte
gettandosi sulla terra come stelle cadenti.
Per
ritrovarsi ancora, pur non sapendolo. O per riconoscersi
sotto volti diversi…
Oltre
monti lontani sorse l’alba e, sul volto illuminato di
Chrono, Rosette lesse tutte quelle promesse.
Finis
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