Are we just friends?

di cute and cuddling
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POV Alice
Sono nell’armadio di Jake, pregando che suo fratello se ne vada il prima possibile e sperando allo stesso tempo di rimanere lì per sempre, ma tanto lo so che prima o poi dovrò affrontare la situazione, dovrò saper dire qualcosa, porre fine al silenzio.
Sento delle voci... cavolo stanno salendo!
“Jake devi ridarmi la mia maglietta! Te l’ho prestata da un secolo e ancora non me l’hai restituita!”
Sento la porta aprirsi, qualcuno si sta avvicinando all’armadio.Sto per avere un attacco di panico. Chiudo gli occhi, sento lo sportello aprirsi.Faccio un respiro profondo.Apro gli occhi... grazie al cielo è Jake!Vorrei saltargli addosso ed abbracciarlo, il che, ora che ci penso, non depone proprio a favore della situazione, anche perché poco dopo  suo fratello entra nella stanza, ma per fortuna Jake si mette perfettamente davanti a me e mi copre.
“La maglietta con Homer, la rivoglio indietro!”.
Jake mi guarda come per chiedermi qualcosa in modo supplichevole e io inizialmente non capisco, poi abbasso lo sguardo sulla maglietta che sto indossando, la maglietta con Homer, ovviamente…
Ottimo! Quindi devo ritornare seminuda! Cercando di non farmi sentire me la tolgo velocemente e la do a Jake, che invece di darla a suo fratello rimane con lo sguardo imbambolato per un po’, poi scuote la testa, si gira, sempre stando attento a coprirmi, e gliela lancia chiudendo l’armadio.
“ Ma che hai fatto?! Hai una faccia! Sembra chissà che hai visto!”. Urla Chris.
Sento la mia faccia scaldarsi, probabilmente sono diventata viola per l’imbarazzo, afferro una maglietta, assicurandomi che sia di Jake e me la metto, come se questo migliorasse un po’ le cose.
“Sta zitto! Ora hai la maglietta! Lasciami in pace!”.
“Mammamia che acido! Lo vedi, questo è perché non scopi!”
Se solo il deficiente sapesse…
“Comunque io ora mi cambio al volo e esco di nuovo, anzi guarda ho già fatto ciao!”. Continua, poi lo sento scendere dalle scale e quando sento la porta di casa chiudersi spalanco gli sportelli dell’armadio, prendo aria e mi siedo sul letto. Jake si siede vicino a me:
”Ti chiedo scusa… per lui, per la maglietta… è che… mi è preso il panico, non sapevo che fare, in realtà nemmeno adesso lo so! Non so che fare, non so che dire, so solo che il silenzio mi distrugge!”
“Jake, prima di tutto non ti devi scusare, poi io non credo ci sia qualcosa di giusto da dire o da fare, è tutto così dannatamente assurdo e io non voglio che tra me e te ci sia silenzio!”.
“La verità è che eravamo ubriachi e abbiamo perso il controllo, ma non possiamo permettere che questo rovini la nostra amicizia”
“E se facessimo finta che non sia successo niente?”.
POV Jake.
Quelle parole mi provocano subito sollievo ma poi, sento che mi fa quasi male sentirle, è come se le dessi poca importanza annuendo, è come se le mancassi di rispetto,è come se dicendo di sì diventassi come tutti quei ragazzi che, dopo aver ottenuto quello che vogliono scappano via, si comportano come niente fosse, ma io non lo volevo, non volevo tutto questo, è solo successo.
Alice mi guarda:”Ti prego, dì qualcosa! Dimmi quello a cui stai pensando, qualsiasi cosa sia”.
“Non voglio che tu pensi che io ti abbia usata, perché non lo farei mai”. Le dico
Lei mi prende le mani:
“Jake, io ti conosco, forse anche meglio di me stessa, lo so benissimo- dice, poi si ferma un attimo e fa uno sguardo preoccupato- tu non pensi che io ti abbia usato vero?”.
Mi viene da ridere, quanti problemi che ci poniamo tutti e due!
“No! Diamine, se è così puoi usarmi quando vuoi!- ma che diamine ho detto?! Ma che mi dice il cervello?- cioè, volevo dire… nel senso, per parlare, cioè nel senso che lo sai, io ci sono sempre per te… oh Dio Alice non so quello che sto dicendo io…”.
Mi ammutolisce mettendomi una mano sulla bocca e comincia a ridere, poi rido anche io, siamo due cretini ancora mezzi ubriachi.
Continuando a ridere mi dice:
“Ascoltami bene, quello che è successo ieri non deve succedere più, anzi ieri non è successo niente, è stata una normale giornata, siamo stati normali amici che sono stati ad una festa, tutto dimenticato! Affare fatto?”.
Mi porge la mano, io la stringo.
“Affare fatto!”




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