I dannati 27 - Janis Lyn Joplin

di Ronnie92
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Lettera all’umanità  – 3 Ottobre 1970

Mi rivolgo agli uomini e alle donne libere, di buono spirito, dell’imminente futuro. Non tremate innanzi alle avversità.  Credete nella liberà, nella vera libertà. Di parola, di stampa, ma soprattutto di ideologia. Non lasciatevi schiavizzare dalle cose terrene.
Amate apertamente e non odiate, non portate rancore.
Lasciate scivolare l’odio come l’elemento malsano che rovina la vita.
Quando non potete affidarvi ai vostri occhi, affidatevi alle vostre orecchie.
Quando non potete affidarvi al vostro cuore, affidatevi al vostro stomaco.
Molti penseranno sia facile, altri impossibile, ma la realtà è tutto ciò che c’è dato, e sta a noi valorizzarla con i nostri talenti.
Non esiste bianco o nero, esiste uomo.
Non esiste luce e ombra, esiste giorno.
Non lasciatevi ingannare da ciò che vi diranno, o da ciò che vorranno farvi credere, la verità è sempre più profonda di ciò che appare, e spesso è la cosa più semplice.
Perché come direbbe M.L.K. :
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.”

- Raise Your Hand: Uomo libero

Libera come granelli di cenere, ora vago nelle profondità dell’Oceano.
E’ forse questa la libertà che tanto anelavo per l’uomo?
Il semplice lasciarsi andare, trascinare dalla corrente, ora che non è più per me, ma è per gli altri.
Vivere tra gli anni 40’ e gli anni 70’ non è stato facile, ma è stato necessario, quasi un segno del destino.
Tutte le libertà si creano con il sudore e il sacrificio di decine di migliaia di anime.
Ricordo ancora quando presi la mia prima matita in mano, credetemi fu magia.
Fu quasi come cantare a Woodstock.
La magia del piccolo, la perfezione del tutto.
La matita su foglio bianco, l’immaginazione mi permetteva di creare tutto ciò che volessi, di immaginare e sognare un mondo più forte, più unito.
Unito dall’amore e dall’uguaglianza della vita.
E dopo qualche anno, la musica sarebbe stato il mio secondo sogno da realizzare.
Nessuno avrebbe scommesso un nichelino sull’emancipazione della donna, eppure ho cantato e urlato, fino a sentir bruciare la gola, e ho continuato ancora, finché la voce non è andata via, finché non è andata via per sempre.
E’ sempre stata dura essere la sorella maggiore, soprattutto quando si ha, o meglio, quando si aveva un spirito libero, una voglia matta di gridare al mondo.
Ho ascoltato e fatto musica. Non per sogno, ma per convinzione.
Si, ho gridato e amato, e mi sono disperata per questo mondo, per la gente, la mia gente.
Se potessi dare uno sguardo oggi, cosa vedrei?
Si è conquistata quella libertà che tanto sognavo? La discriminazione è davvero scomparsa, svanita?
Eppure ho questo moto perpetuo nello stomaco, un senso di malessere che non mi abbandona.
Anche ora che sono cenere sparsa nell’Oceano, sento tutto dentro, come se tutto, al di là delle apparenze, fosse rimasto sempre uguale.
Bianchi che si arrogano diritti, neri che si incattiviscono. Ma davvero c’è ancora differenza di pelle, religione, cultura?
Quante cose brutte si sentono da qui, quanto dolore provi, non potete immaginarlo.
Per tutte le persone che nella loro vita hanno cercato di cambiare il mondo, di stravolgerlo in meglio. Per loro, ma soprattutto per voi, siate la forza che cambi tutto questo.
Emancipatevi dalle convinzioni che vi radicano nel cervello. Siate liberi fratelli e sorelle, amando ogni goccia di sacrificio e sudore che avete impiegato per raggiungere la vostra libertà, come chi nel canto ha sacrificato se stessa.
                                    
                                                                                                                  Per sempre vostra      Janis L. Joplin 

 
 




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