kinda there

di walls
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kinda there


Io non lo so come si fa.
Respirare insieme, condividere un letto, scambiarsi il sorriso e una felpa logora: come puoi scordarlo?
Quando le dimentichi le notti passate nel freddo di Dublino, sdraiati sul marmo di una panchina, a chiedersi cosa ne sarebbe stato poi?
É possibile? Lo vuoi? E se sì, ci riesci?
Dove li nascondi i miei tentativi di imparare a suonare la chitarra, le tue risate profonde e i miei occhi umidi? Quanto ti mancano le nostre sigarette rubate e i bracciali che speravi avrei tenuto legati per sempre ai polsi? E i falò appiccati senza motivo all'alba dei giorni più improbabili? Le battute oscene? I drink pessimi e i miei sospiri? Le tue mani sulle mie guance? I miei schiaffi? Le parolacce?
Ci entra, tutto questo, nell'armadio della tua camera enorme?
Ti incrocio spesso, ma non rispondi mai.
"Ancora?" chiedi piuttosto, ogni volta, sconvolto e felice come se fosse la prima.
"Per tutta la vita", dico.
Perché, davvero, io non lo so come si fa. Un amico, un fratello, l’amore si dimentica? Ci si scorda delle braccia che ti hanno tenuta integra per anni, delle mani che ti hanno consolata? Non ce la farei nemmeno se volessi. 
Ti ricordo, mi ricordo, sei indelebile.
E smetterò mai di piangere, se mi stringi così forte? Smetterò mai di perderti e ritrovarti?


Casa tua è a due passi.
Ottocentoventidue metri, ma quasi lì.
La domanda è sempre quella.

"Continuo a volerti"
"Ancora?
"




 

 


 
 




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