Macchina gialla
Mentre Stark tamburella un allegro motivetto sul volante, lui osserva il panorama fuori dal finestrino: la corsa
sfuggente di un guardrail a lato della carreggiata, un cielo terso e l'oceano immobile sullo sfondo.
“Hai bisogno di relax, dottore. Facciamo tappa a Central Park per il commiato ai due vichinghi, poi ci
concediamo un coast-to-coast, io e te, da scienziati d'armi. Che ne dici?”
Parole di ieri. Parole al tramonto di una giornata di sangue e ferite e proiettili, di una conversazione casuale
fra un boccone e l'altro di kebab.
Poteva rifiutarsi?
Non sia mai. Perfino il più solitario degli anacoluti non volterebbe le spalle a vitto e alloggio e lido gratis
in quel di Malibu. E con uno come Stark quale autista e compare d'avventure, non c'è dubbio che il viaggio sarà
quantomeno memorabile.
Poi un cazzotto sul braccio lo strappa ai suoi pensieri.
«Macchina gialla!»
Dallo specchietto laterale, intravede una Clio color limone che si allontana sulla corsia opposta. Si massaggia
il braccio leso mentre getta un'occhiata truce a un serissimo Stark che continua a guidare serafico come se nulla
fosse successo.
Quando però ispeziona la mappa satellitare sul cruscotto e calcola che rimangono ancora quattromila chilometri
per rendere il favore, si aggiusta gli occhiali sul naso e sorride diabolicamente. Non ci sarà bisogno
dell'Altro per occupare il tempo, anche il mite Bruce sa essere tremendo quando serve.
E con lo sguardo perlustra già l'orizzonte, in attesa della sua occasione.
~fin~