Odora di morte la mia bestia mordace

di Cyanide_Camelia
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Odora di morte la mia bestia mordace

 

Odora di morte la mia bestia mordace.

 

Ma non di morto, di carcassa.

 

Odora proprio di morte, di un acre selvatico, di terra umida nella bocca e sangue rappreso sulla pelle livida e fredda di pioggia.

 

Si accuccia nel mio letto, e suda e ansima tra le lenzuola, le sporca, perché la mia bestia mordace è un po’ selvatica, e non si lascia mai addomesticare del tutto.

 

Amo la mia bestia. 

 

Amo abbracciarla e sentire quel forte odore di cane bagnato mentre le arruffo il pelo e si divincola e so che vuole fuggire.

 

 

Fugge.

 

 

E ritorna. 

 

Sempre.

 

 

A volte scompare, perché è mordace, la mia bestia, e non morde me, che sono la sua bambola di porcellana, non può farlo, con me, perché se lo facesse mi spaccherebbe in mille pezzi, in un battuto di capelli infeltriti e occhi di vetro.

 

 

No, lei non lo fa, non con me.

 

 

Ha bisogno di me.

 

 

La mia bestia è una creatura del mondo oscuro e deve mordere resina miele terra polvere e insetti e bere acqua di fiume che sa di anima e olio bruciato.

 

 

Io aspetto che torni da me e che mi lecchi e che mi lasci addosso il suo odore di morte.

 

 

Dormiamo insieme, le bacio la nuca, lei si ammansisce e mi infila il muso tra testa e collo. 

 

 

Sento il suo respiro caldo e appiccicoso sotto il mento, il suo odore mi riempie le narici e mi schianta di gioioso disgusto i polmoni, lo gusto nel mio nasino di bambola.

 

Va via.

 

Ritorna.

 

Va via.

 

Ritorna.

 

 

E poi, finiamo sempre così, annegando tra crepuscoli e luce, io e la mia bestia mordace.





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