REAL GAME.
PROLOGO:
Kieran rovistò
tra i vari giochi per la Play, finalmente era rimasto solo a casa e
poteva godersi un pomeriggio intero in compagnia del suo hobby
preferito ovvero i video game.
Scorse
lentamente le varie custodie fino a fermarsi su “Tomb Raider:
Legend.”
Glielo aveva
regalato suo padre per il compleanno conoscendo la sua passione per
quel tipo di gioco.
Con un sorriso
soddisfatto si diresse alla consolle e vi inserì il disco,
quindi si sedette e si preparò al divertimento.
IN TO THE GAME:
Di colpo si
ridestò come da un sogno. Era confusa e non sapeva dove fosse.
Intorno a lei
era tutto indefinito.
Davanti solo un
sentiero appena illuminato da una luce fioca correva verso quello che
le sembrava un abisso perso nelle tenebre.
Il suo corpo si
mosse involontariamente permettendole di guardarsi attorno.
Alle sue spalle
si intravedeva l'entrata di quella che probabilmente era una grotta.
Intorno a lei
solo pareti rocciose e null'altro.
Ancora una
volta quella forza la costrinse a muoversi verso il cuore della
grotta.
Mano a mano che
avanzava si sentiva sempre più nervosa.
Non voleva
addentrarsi in quel posto, voleva girarsi e uscire di corsa ma il
corpo non le rispondeva.
La mente
lavorava ma il corpo era come se non le appartenesse.
All'improvviso
due pipistrelli l'attaccarono dall'alto cogliendola di sorpresa.
Sentì le
proprie mani correre alle fondine delle doppie pistole di cui era
dotata e sparare con precisione alla minaccia.
I pipistrelli
caddero al suolo a pochi passi da lei che riprese subito a camminare
inoltrandosi ancor più a fondo nella grotta.
Pochi metri
dopo una grosso baratro si aprì davanti a lei bloccandole il
cammino.
Ancora una
volta si guardò intorno non cogliendo nessun indizio quindi
tornò ad osservare la voragine.
Da esso si
alzavano quattro colonne di legno posizionate a disegnare un
percorso.
Con orrore i
suoi piedi si mossero portandola proprio sul ciglio e permettendole
di notare che non riusciva a vedere cosa ci fosse sul fondo della
spaccatura.
Avrebbe tanto
voluto chiudere gli occhi ma nemmeno questo le era permesso.
Sentì i
muscoli prepararsi a saltare e atterrare su primo piolo in perfetto
equilibrio.
La paura le
attanagliò lo stomaco mentre saltava fino a raggiungere anche
i seguenti fino all'ultimo dal quale saltò incolume dall'altra
parte della spaccatura.
Avrebbe tirato
un sospiro di sollievo se solo avesse potuto ma non ebbe il tempo di
riprendersi che già stava camminando verso una parete in
roccia.
Aguzzando la
vista notò dei piccoli appigli fra le rocce che usò per
scalare la parete e raggiungere un'insenatura dalla quale spuntava
una passerella troncata a metà.
Con enorme
terrore si rese conto che si stava muovendo proprio verso di essa
dove avrebbe dovuto procedere in equilibrio perfetto sospesa sopra
l'ennesimo baratro oscuro e apparentemente senza fondo.
Procedette fino
a metà ma poi inspiegabilmente la sua andatura aumentò
portandola a sbilanciarsi verso il vuoto.
Sarebbe caduta
di sotto se prontamente non fosse saltata verso una sbarra di ferro
attaccata ad una roccia.
Purtroppo lo
slancio non fu abbastanza e perse la presa tenendosi attaccata solo
con la mano destra.
Se ne fosse
stata capace avrebbe urlato a squarciagola.
Il suo corpo si
mosse rapido riuscendo a garantirle una presa più salda.
Prese a
volteggiare finché non sentì le mani staccarsi dalla
sbarra e il corpo sospeso a mezz'aria prima di atterrare finalmente
sul terreno della grotta.
Il cuore andava
a mille minacciando di uscirle dal torace ma da fuori non trapelava
nulla del suo stato d'animo, era come un manichino, un burattino
mosso da fili invisibili.
Fu costretta a
proseguire ancora su un terreno accidentato, tra buche, spaccature
nel terreno e pericoli nascosti.
Improvvisamente
appoggiata alla parete scorse una moto.
Una lucida moto
nera.
Vi salì
e sgommò a tutta velocità verso un percorso a rampe.
La velocità
era così elevata che non scorgeva nulla di più che
oggetti confusi, e fu grata del fatto che chi la stava comandando
fosse particolarmente abile nella guida.
Improvvisamente
davanti a lei si aprì un profondo crepaccio.
Non riuscì
a vederlo in tempo e solo per un colpo di fortuna riuscì a
frenare prima che fosse troppo tardi.
Lentamente
trasportò la moto all'indietro fino a una giusta distanza.
Diede gas e
partì a tutta velocità imboccando solo per un pelo la
rampa appena sopra il crepaccio.
Sentì la
moto inclinarsi pericolosamente verso il basso, si sarebbe schiantata
contro la roccia ne era certa.
La parete si
avvicinava ad una velocità pazzesca ma appena prima dell'urto
si mise in piedi sulla sella e si diede la spinta aggrappandosi al
bordo del crepaccio mentre la moto cadeva nel nulla.
A fatica si
issò mentre pregava che tutto questo finisse al più
presto.
Con la paura
nel cuore invece proseguì fino a raggiungere una stanza ampia
con una grossa fontana al centro.
Ai bordi varie
statue si innalzavano fino al soffitto.
D'improvviso un
ruggito sordo riempì la stanza e un enorme pantera apparve
dietro ad una delle statue.
Dopo averla
osservata una manciata di secondi si scagliò su di lei che
prese a correre alla cieca in cerca di una via di fuga o di un rialzo
per potersi salvare.
Vide una
piattaforma dall'altra parte della stanza, troppo lontana da lei.
Non ce
l'avrebbe mai fatta a raggiungerla in tempo.
Si fermò
di colpo e si girò fronteggiando la belva.
Una paura folle
si impossessò di lei mentre guardava la pantera balzare su di
lei.
Tutto si fermò
improvvisamente, la pantera nel bel mezzo di un salto era sospesa a
mezz'aria.
Si mise a
pregare piangendo dentro se stessa.
Il cellulare di
Kieran prese a suonare con insistenza obbligandolo a mettere il gioco
in pausa mentre sbuffava irritato per l'interruzione.
Ci mancava solo
sua madre che l'avrebbe tenuto mezz'ora al telefono.
Rispose
guardando lo schermo dove l'immagine di Lara Croft che veniva
attaccata da una pantera riempiva tutta l'inquadratura.
Si chiese
quanto ancora avrebbe atteso.
Pregò
che quel momento finisse presto, se doveva morire sarebbe morta
piuttosto che vivere eternamente quel momento.
Di colpo la
pantera si mosse e finì per balzarle addosso scagliandola a
terra e mordendole il polso.
Un dolore
immenso sgorgò dalla ferita mentre l'animale incideva la carne
con le zanne.
“Ci
siamo” si disse.
Priva della
possibilità di difendersi venne azzannata a morte.
GAME OVER
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti.
Lo so, è
una storia un po' stupida ma in una serata in cui mi annoiavo mi sono
casualmente ritrovata davanti al pc....e la storia è venuta da
sé.
Dovete sapere
che da sempre ho una passione per Tomb Raider e spesso mi trovo a
pensare cosa farebbe Lara se fosse in qualche modo “viva”
all'interno del gioco.
L'avrò
fatta morire nei modi più cruenti milioni di volte nei vari
giochi della saga...poveraccia...mi odia sicuro...
Ditemi cosa ne
pensate, siate buoni vi prego ogni tanto scrivo cavolate me ne rendo
conto...
spero che fra
voi ci sia qualche patito/a di videogiochi...
Un bacione
dalla vostra Fly90
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