- Jonathan, alla fine ci ritroviamo sempre in punizione a pulire questa stupida soffitta di questo stupido orfanotrofio! E a questo giro è solo colpa tua! -
-Ehi, se ricordo bene mi ha aiutato una certa Davina Morrow a far finire la Signora Millitz in un piatto di spaghetti al sugo!-
Rimanemmo in silenzio a guardarci, ma dopo un attimo siamo scoppiati a ridere.
- Su dai, mettiamoci a lavoro! -
Così, pulimmo perfettamente quella soffitta, ma ad un certo punto mi son sentita qualcosa di pesante, piombarmi addosso.
-Ahi!....E questo cos'è?-
Per terra, davanti a me, trovai un gigantesco libro alquanto strano e pieno di polvere. Dopo un attimo mi piegai per raccoglierlo da terra e ci soffiai per togliere la sporcizia. Vidi che c'era una scritta, ma non si leggeva molto bene da quanto era logoro.
-Jonathan, vieni qua! Guarda cosa ho trovato!-
Jonathan venne incontro a me, guardò incuriosito il libro e disse:
-Aprilo! Vediamo che cosa contiene!-
Aprii il malloppo di libro e subito, alla prima pagina, trovammo scritto:
" Per entrare nel mondo di Allend mettere la propria mano sinistra sopra questa pagina."
Nel momento in cui finii di leggere vidi la mano sinistra di Jonathan sopra la pagina.
- Proviamo, tanto che vuoi che succeda. È uno stupido libroooo.... AHHHH!! AIUTOOOO!!!-
-JONATHAN!- gridai io.
Il libro, non so come, aveva appena risucchiato il mio migliore amico. Era svanito nel nulla.
Così, presa dal terrore e dallo stupore, posizionai la mia mano sopra la pagina e in un attimo mi sentii come se fossi in un tornado.
Gridai, ma non servì a nulla.
Ad un tratto mi sentii scaraventare per terra.
Mi guardai in torno.
Ero in un bosco, pieno di alberi.
Mi alzai da terra e in preda al panico, e iniziai a chiamare il nome del mio migliore amico.
Dopo un po' udii una risata, e guardandomi intorno intravidi due occhi che mi fissavano incuriositi.
Mi avvicinai a lui, anche se ero un po' impaurita, e gli chiesi:
- Ehi, scusa, mi potresti dire dove diavolo sono?!-
Mentre mi avvicinavo mi resi conto in che strana creatura mi ero imbattuta.
Era un fauno.
Vidi che era un ragazzo, più o meno della mia età, credo, e della mia stessa altezza.
Si avvicinò a me, incuriosito e misterioso, e mi disse:
- Sei ad Allend, la città di specchi.-
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