Grazie di esistere

di Capitan_ Sciabola050299
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Ace era circondato: da pirati che ridevano di lui e da marines armati fino ai denti pronti a catturarlo. Tra loro c' era anche Garp: "Portuguese D Ace il figlio di Gold D Roger o meglio, del demonio " diceva il vecchio con un sorriso maligno sulle labbra, come se provava gusto di dire quelle cose. "Il figlio di Roger? Farebbe meglio a morire" "Il demonio in persona" dicevano tutti gli altri. Il ragazzo non ce la fece più e cadde a terra lanciando un grido. Ace si svegliò spaventato con il cuore che batteva a mille. Si passò una mano sulla faccia sudata, era stato un incubo ma sembra tutto reale, e c' era del vero. Per Ace essere figlio del re dei pirati era il male peggiore che doveva capitare. Si alzò dal letto e si guardò allo specchio, Garp aveva ragione, lui era il figlio del demonio e figlio che tutti consideravano il mostro della loro era. Non riusciva ancora capire come aveva fatto a vivere nella vergogna per vent'anni, ogni giorno desiderava non essere mai nato e pensava che il mondo sarebbe stato migliore senza di lui.Sua madre era morta solo per salvargli la vita. A lei doveva tutto e gli era molto cara. Ma perchè proprio a lui? Che cosa aveva fatto?. Si da piccolo sapeva che Garp e Dadan lo detestavano e lo consideravano spazzatura. "Perchè?" mormorò cercando di trattenere le lacrime, "Perchè sono nato?".... Ad un tratto il suo sguardo cadde casualmente su Rufy che dormiva . Si ricordò il giorno in cui si incontrarono per la prima volta, per Ace era stato l' inizio di una nuova vita. A Ace gli ritornò il sorriso. Forse il mondo non amava lui, ma Rufy si, per Ace era tutto quello che aveva e gli bastava, a volte era pasticcione e testardo ma gli piaceva così, altrimenti non ci sarebbe stato gusto a proteggere il suo fratellino. Ora per Ace le cose avevano senso. Lui era nato perchè doveva amare e proteggere un giovane di nome Rufy, non aveva mai avuto così bene a una persona come lui. Rufy lo faceva sentire bene, e gli dava la forza per andare avanti. Anche se tra loro non c'erano legami di sangue si consideravano entrami fratelli e nessuno li avrebbe mai divisi. "Rufy" gli disse piano nell' orecchio "Grazie di esistere, mi dai una ragione di vita e ricordati che ti voglio bene" , gli passò una mano tra i capelli e si sdraiò vicino a lui. "Si Ace, lo so e anche io ti voglio bene" disse una voce....Ace avrebbe seguito ovunque Rufy e avrebbe rischiato la sua vita pur di difenderlo.




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