cap3 sacred cat warrior
Il mistero dei Guerrieri della Luce
Capitolo 3 -"Sacred" Cat-Warrior
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Piccola leggenda:
- parlato pg normali -
"
pensieri
pg normali "
- parlato
spiriti -
" pensieri
spiriti "
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-Uccidilo-
Il pianto di un bambino,
i mugugni disperati di una madre.
-Uccidilo, ti ho
detto-
Continuava a strepitare.
E Lei non aveva che
occhi per quella sua figurina dibattente fra le braccia della donna.
-Uccidilo!!-
La goccia che fece
traboccare il vaso.
Lasciò la
presa sulla spada, la lasciò cadere per terra, immobile, con
orrore.
E sentì come
un cenno di disapprovazione, un mugugno stizzito.
-..non lo
farò..-
Furono le unica parole
atone provenienti da Lei.
E Lui allora si
alzò, del tutto infervorato.
Il bambino piangeva
ancora.
Vide il volto di Lui
tanto vicino, tanto orrendamente sfigurato da ciò che
rappresentava. E ne ebbe disgusto. Come poteva star servendo uno della
sua risma?
Glielo
ricordò Lui stesso.
-..ubbidiscimi..!..Altrimenti
lo ucciderò-
-..avevi detto di averlo
liberato..!-
-Posso sempre andarlo a
riprendere, sai..?-
Digrignò i
denti, facendoli schioccare.
-Uccidili, entrambi e
dimostrami ancora una volta la tua fedeltà..-
Folli parole.
Lei non le
sentì. No. Aveva il pianto del bimbo nella testa. E poi la
sua immagine davanti agli occhi.
-..non posso..-
Suo unico mormorio.
E lo schiocco rumoroso
che s’ebbe nell’aria fu seguito da uno sfrigolare
di metallo per terra.
La guancia in fiamme,
vittima di quel violento pungo. Lo guardò, immobile, con la
sua lama in mano.
-..No!!Non
farlo…!-
Fu giusto un secondo
prima che in uno sgualdricio di vesti la lama venisse conficcata nel
petto della donna, trapassando al contempo anche il bambino.
Finì il
pianto. Solo quel tonfo, quel rumore di liquido vitale che lascia il
corpo..e quei due cuori spegnersi..gli ennesimi.
Spalancò gli
occhi, le ginocchia cedettero. Fissava quel rosso e le sue due vittime
mancate, quelle che avrebbe voluto salvare.
E ebbe uno scatto.
Artigliò l’aria dove prima c’era stato
il collo di Lui, ma non vi trovò nulla. Lo vide
già lontano. Allora si avventò su di Lui.
-..M..Maledettoooo!!-
Fu il suo sibilo
terribile e disperato.
Rosso, rosso, rosso.
-Incapace!!Non mi
servono armi con i sensi di colpa, brutta puttana!!-
Fu bloccata prima di
raggiungerlo. Una lancia la ferì di striscio a un fianco, le
altre le inchiodarono le vesti a terra, un’altra le si
conficcò così a fondo in un braccio da
trapassarglielo.
-..Guardie!Portatela
via..!-
E Lei
digrignò nuovamente i denti, mostrando i canini puntuti e
affilati come rasoi. Il suo ringhio, Lui, lo liquidò con un
sorriso sardonicamente sarcastico.
-..Spero che le prigioni
possano allietarti l’animo, mia cara MidlNight..-
Fu l’unico
sibilò che sentì giungere dalla sala, prima che
le porte si chiudessero dietro di Lei, trascinata a forza da tre
guardie e attorniata da almeno il doppio.
Pericolosa.
Fiutava la paura di
quegli uomini come se fosse acqua di rose con cui abbondare.
Ma quelle loro maledette
armi avvelenate erano altrettanto pericolose.
Non si sentiva
più il braccio, divorato da fitte dolorose e spasimi..che
l’avesse fatta colpire solo per testare su di lei un nuovo
veleno?..
In quel caso,
l’ultimo raggio rossiccio del tramonto che vide mentre la
spostavano dalla residenza principale ai portici secondari, fu
l’ultima luce che potè
ammirare…l’ultima che osservò da viva.
**
Sentì che il battito cardiaco di Fei era tendente al
“folle, impazzito”.
E allora chiuse per un momento gli occhi ghiacciati e cercò
di calmare il suo animo.
“Fei..Fei, so
che stai sognando..so cosa
stai sognando..ma non puoi tormentarti così..segui la mia
voce, seguila ed esci dall’incubo..segui la mia voce, Fei.
Fallo, altrimenti ti perderai.”
Nonostante il suo tono calmo..Benedetta ragazza!
Si stava facendo solo del male da sola, a continuare a fossilizzarsi su
quelle sue antiche sensazioni, sui suoi vecchi ricordi.
-..Fei..Fei..Fei..-
Lo mormorò fra sé, scuotendo lievemente il capo,
i sopraccigli tesi e contorti.
E sbuffò. Piano. Ancora più piano di quei suoi
sussurri.
Il moretto, il ragazzino, continuava a mandargli certe occhiatine che
la stavano facendo tendere più di quanto già
fosse. Odiava
essere squadrata da cima a fondo.
Ma in fondo era sempre stata consapevole di essere una bestia strana.
E Fei non faceva affatto eccezione.
Rialzò il capo giusto per coglierlo sul fatto.
Il suo inferno ghiacciato nel dorato in cui si specchiavano le fiamme
del fuoco attorno al quale stavano.
Un colore tanto caldo e bollente da far male. E lei tanto fredda da parere di nuovo morta.
Si fissarono giusto un mezzo minuto o giù di lì.
Poi lei scoccò all’altro un’occhiata
decisamente intimidatoria. E terribilmente gelata.
Rei abbassò subito lo sguardo, il capo chino e vergognoso.
-..scusami..-
Biascicò piano, riattizzando il fuocherello.
Da mattina che era, s’era fatta sera.
Ed era anche abbastanza fresca.
Lei, nella sua attuale situazione, non soffriva affatto quel
freddolino, ma il corpo di Fei era ancora febbricciante e per quanto
Lei non lo sentisse, quando la ragazza sarebbe tornata cosciente, si
sarebbe sentita ancor peggio, se si fosse allontanata da quel calduccio.
Così si limitò unicamente a un mugugno
stizzito, a quelle scuse dell’altro.
E corrucciò le labbra, contrariata.
Fei continuava ad agitarsi, quel
suo maledetto battito palpitante mica si fermava!
-..chi siete?-
La voce del ragazzino le fece sostare il respiro per un minuto buono.
Poi si ricordò che Lei era costretta a respirare. In fondo
Fei, lei,
era ancora viva.
Dopo l’iniziale, piccola sorpresa, non alzò lo
sguardo sul moro. Affatto.
Però mostrò una sorta di mezzo sorriso, un mezzo
sorriso ghignante.
-Perspicace, Rei-
Fece soltanto, portando i suoi occhi ghiacciati solo allora
sull’altro.
E stavolta fu lei a vedere più che stupore sul volto del
ragazzino.
Avrebbe azzardato a una risata.
-..c..come sai il mio..-
-..il tuo nome? Oh,
bhè, se è per questo so anche il tuo cognome. Rei
Kon.-
L’espressione sul volto del ragazzino era
pressoché basita.
L’aveva visto irrigidirsi nella sua posa seduta, le pupille
dilatate.
Era un accenno di paura.
Ma tutto scomparve più che presto.
Anzi, troppo
presto.
E lui rimase silenzioso, a osservarla fisso sott’ecchi.
-..allora..cosa
c’è?..Non sei più curioso di sapere chi
siamo?-
Lei lo guardò con un amorevole ghignetto sul volto.
-Perché mi hai salvato?-
-Eh, no, questo non
posso dirtelo-
La sua fu una risposta più che rapida. Istantanea. Il volto
di botto divenuto serio e pacato.
Accidenti, che argomentoni che andava toccando quel moretto
lì!
Ma..di certo,"buon anima,
non mente", no?
-Allora dimmi cosa siete?-
Bene.
Davvero, ma davvero perspicace.
Ammirò veramente la sua capacità di ragionamento.
In fondo aveva-ora che fosse stato consciamente o inconsciamente, non
importava- sostanzialmente capito che loro due non erano
un qualcuno..ma piuttosto un qualcosa
di umano. O forse di sovraumano?
Si alzò, piano, dalla sua posizione immobile, con la spada
poggiata su di una spalla.
Si sgranchì giusto un secondo le ginocchia e poi si
chinò su queste, di fronte all’altro, inclinando
lievemente il capo di lato. E fissandolo con quei suoi occhi
ghiacciati. Spalancati e atoni.
Giusto giusto a fargliene mostra.
-Piacere, Rei Kon. Io sono MidlNight-
Fece, senza azzardarsi a tendere nessuna mano, senza scostarsi di un
solo centimetro, le mani sulle ginocchia flesse, la spada adagiata in
grembo. E l’espressione sul volto che da atona diventava
quasi divertita.
-Perché hai gli occhi diversi?-
Se la sentì quasi di sorridergli beffarda in faccia.
Eppure Rei non sembrava affatto intimorito da quel suo tono tanto
ambiguo usato prima.
-Noi siamo in due, sai. Questi sono i miei-
Rispose con un tono quasi assurdamente candido, mostrando i canini
puntuti. Decisamente troppo puntuti.
Rei, però, per quanto avesse una sorta d’aria
incerta che gli aleggiava attorno, annuiva piano alle sue risposte.
Chissà..magari la credeva addirittura pazza!
Bhè, poco male.
Tanto la luna sarebbe stata piena in pochi giorni.
E tutto lì si
sarebbe deciso.
-..perchè..avevi questi, nella tasca interna della tua
giacca…?-
Il moretto aveva cavato dalla tasca dei suoi pantaloni larghi e blu un
pugno chiuso.
Ma quanto lo aprì, mostrando un minuscolo e liso sacchettino
di pelle, gli occhi di Lei erano già orrendamente
spalancati, la bocca socchiusa, ritta. E lo sguardo perso.
Rei era tremendamente serio. E forse anche preoccupato.
Nella stessa tasca aveva trovato un taccuino di appunti.
Sui BladeBreakers, sulle loro vittorie, sui loro tornei. E con gli
indirizzi di Takao e Max, in America.
Chi era..cos’era
quella strana ragazza dai tratti così felini e selvaggi? Con
quella lunga spada affilata e pesante? Come riusciva a maneggiarla se
era addirittura lievemente più bassa di lui?
Una sorta di ringhio sottile gli fece sbrogliare l’attenzione
dai suoi pensieri per tornare alla ragazzina che aveva di fronte.
E che aveva puntato con forza un pugno a terra, che stava..soffiando
letteralmente come una tigre.
Il cinese fece per tirarsi indietro, rintanando la mano in tasca.
Ma la mano dell’altra fu più veloce.
In fondo la distanza era pressoché minima.
Lo prese per il polso.
Lo agguantò, tirandolo verso di sé, lievemente,
ma continuando a stringere d’impatto la presa sulla sua pelle.
E continuando a tirare le labbra sulla dentatura, a mostrare i canini
affilati.
Fece per torcere lentamente e con forza il braccio del ragazzino,
tirandolo di più verso se stessa.
Vide un’espressione troppo seria, per quanto impaurita, in
quegli occhi dorati.
Allora portò anche l’altro mano libera addosso al
moretto, artigliandone il collo quasi con delicatezza. E poi
cominciò a stringere pian piano anche lì.
-Piccolo ladruncolo! Ti
farò vedere io cosa succede a chi prende le cose altrui
senza permess..!!-
Sbarrò gli occhi.
Rei li guardò sciogliersi poco a poco, il respiro affannoso.
“Smettila subito, Midl!Subito, ora!”
“Zitta, Fei e
lasciami stare!!Sei ridotta peggio di uno straccio, dormi!”
“Non gli farai del male!”
“Non
sarà nulla di pericoloso”
“In questo periodo non sai controllarti, me lo hai detto tu
stessa!Quindi vattene tu a dormire e lascialo stare!ORA!”
Rei vide le espressioni sul volto dell’altra mutare in modo
drastico.
Stringeva gli occhi, corrucciava le sopracciglia, affondava i denti nel
labbro inferiore, frustrata, infastidita, arrabbiata.
E poi lo fissò, avvicinando tanto il suo volto a quello di
Rei, che lui ne sentì il flebile respiro sottile.
Poi quel respiro scese piano, verso il collo dell’altro. E
alitò lì ancora, soffiando ringhiosa, di tanto in
tanto, sulle sue stesse dita che cercavano di soffocarlo.
Rei si chiese spasmodicamente se la sua vita stesse per finire in quel
preciso istante.
E si convinse che ogni secondo, in quel momento, poteva essere
l’ultimo.
Cosa poteva lui contro una spada o contro quei canini così
affilati da far invidia a una tigre?
Lanciare il suo beyblade?
Era forse divenuto folle?
..e poi.
E poi..quel
sacchettino..
La ragazza gemette, mollando la presa sul suo polso, sul suo pugno
chiuso su quel sacchettino.
Kami, quasi non si sentiva più le falangi!
Però non poteva affatto smettere di preoccuparsi. La mano
sottile e ferrea dell’altra gli circondava ancora il collo,
quasi fosse stata una collana pallida e bellissima. Una collana drasticamente fatale.
Non osò reagire.
Non sapeva come avrebbe potuto comportarsi quella…insolita macchina per
uccidere.
C’era..qualcosa di strano.
Forse stesso il fatto che fossero…due…?
Lei invece continuava con quella sua stramba sinapsi di minuscoli
gesti, di invisibili contrazioni facciali.
Come se stesse combattendo..contro se stessa.
Per lo più la faccenda era proprio quella: Fei stava
cercando di riprendere bruscamente il controllo.
E pezzo pezzo..ci stava riuscendo.
Era una vera e propria battaglia inconscia, interna. Tessuto per
tessuto, organo per organo, cellula per cellula.
E poi il colpo finale.
Lei sentì come se un flusso abnorme di sangue, caldo,
bollente, le avesse invaso il braccio destro, quello oramai libero. E
si sentì quasi male al solo pensiero di quel sangue sulla
sua pelle.
La sua mente venne sballottata per un secondo da questa confusione, da
questa repulsione, che Lei perse del tutto il contatto con i nervi
della mano.
E si accorse del reale pericolo solo quando la spada era già
stata sguainata e puntata al suo stesso collo.
In.una.precisa.minaccia.
“Ora, Midl, o mi uccido”
E quel rivolo di sangue che corse lungo il filo della lama
servì da ulteriore avvertimento.
Rei vide sfocata lievemente la scena.
Infondo il suo approvvigionamento d’aria si faceva sempre
più rarefatto.
Ma il luccichio pericolo della lama fu alquanto eloquente.
Così come fu sorprendente vedere contro chi era rivolta: la
stessa ragazza.
“Midl!!”
Ultimo avvertimento.
Fei non scherzava. Non scherzava affatto.
E se stava bleffando, il bluff le riuscì bene.
Perché gli occhi di Lei si socchiusero, la mano attorno al
collo di Rei si sciolse.
“..e va
bene…!!”
E mentre lui tossicchiava riprendendo aria, il corpo di lì
affianco si afflosciò come una bambola di pezza.
Rei riuscì ad afferrarla giusto in tempo.
E quando la ragazza schiuse gli occhi, li vide nocciola, di un caldo e
dolcissimo nocciola.
-..scusa..la..-
Mormorò lei, con respiro corto.
Rei crollò piano il capo, come a dire che non importava.
Ma Fei di certo non si sarebbe fatta smentire!
-..no..davvero..!..Midl..è troppo impulsiva..-
Cercò di spiegare lei, articolando bene le parole, senza
lasciarsi scappare nulla di controproducente.
Anche se la data era vicina..sempre meglio essere prudenti.
Si fece aiutare a mettersi seduta.
Rinfoderò la spada sotto gli occhi attenti del ragazzino.
Fu quasi la sua carezza a svegliarla dal suo tepore febbricciante.
Su quel taglio che si era appena procurata lei stessa con la lama.
Alzò il volto, lo sguardo in quel dorato. E sorrise leggera,
poco.
-Tutto a posto, è solo un graffio-
-..non direi..-
Fei gli prese la mano con la sua destra.
Ora la
sinistra non poteva minimamente muoverla. Il braccio sinistro le doleva
troppo.
-Nulla, davvero-
E le dita più calde della ragazza gli posero quella mano sul
grembo dell’altro.
Poi sorrise, chinando il capo lateralmente, come prima aveva fatto
l’altra.
-Me li restituiresti..?..-
E quelle sue labbra così pallide, così ben
piegate in quel bel sorriso incantarono il cinesino.
Lui, solo allora, si ricordò del sacchettino che ancora
stringeva nel pugno.
Lo tese verso la ragazza.
Le pose il sacchettino nella mano che lei teneva aperta e concava in
avanti.
-Grazie, Rei-
Fece lei, riponendo il sacchettino nella tasca interna della giacca.
E mentre il moretto osservava fisso quel suo movimento rapido e
aggraziato, gli venne nuovamente in mente il punto di prima.
-Cosa siete?-
Lo chiese di nuovo, imperterrito, confuso da ciò che gli
era..anzi, no, che gli stava accadendo.
E la ragazza schiuse gli occhi, stirò il sorriso ampio.
-Io sono Feikhuse Taeko-
Si presentò, pacata.
Più che una presentazione, all’altro parve
un’affermazione con la quale cercava di convincere anche se
stessa.
-..noi, insieme,
siamo la sacra guerriera gatto del dio Nasbha..-
Il suo fu un fruscio tanto raro e tanto fluido da confondersi col vento
che scuoteva piano le fronde attorno a loro.
E il silenzio di entrambi-per entrambi di diversa natura-fece da
contorno a quel fuocherello e a quel primo quarto di luna che pallido
si stagliava nel nero profondo sopra le loro teste.
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Bene. Come potete vedere a distanza di poco più di due
settimane.
Ah, non abituatevi ad averne di così veloci.
E' solo che quando sono sotto stress scrivo di più tutto
qui.(e la cosa dovrebbe essere preoccupante>.<).
Comunque..suvvia, ragazzi...fatemi sapere che questa riscrittura vi sta
piacendo, insomma!Mi ci sto mettendo d'impegno, oh, sì,
nonostante oramai Beyblade l'abbia lasciato un po' indietro.
Indi, indi, indi. Questo terzo capitolo ricalca parecchio il suo in
old-version, ma è decisamente più dinamico,
niente dialoghi mode "elenco", niente sfilze di eventi tutti incollati
e compressi.
Bien.
Non voglio annoiare ancora.
Almeno fatemi sapere se è da buttare o meno, anche solo un
parolina.
Ok, la smetto.
Baciottoli.
"You'll comment, if you want"
ColdFire§
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