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Fall
Non era riuscita a emettere un fiato dalla bocca che le forze era
cominciate a mancarle e il respiro farsi sempre più corto.
Qualcosa le aveva punto il collo, non sapeva cosa ma era certa che non
era niente di buono visto gli effetti che stava avendo sul suo corpo.
Gli occhi si girarono su se stessi, le forze vennero meno e a rallentatore cadde svenuta tra le braccia di Michelangelo.
*
Era accaduto tutto in una frazione di secondo, stavano aspettando che
Angel parlasse ed invece era svenuta, per fortuna l'aveva presa al volo
evitando che sbattesse la testa a terra provocando ulteriori danni.
Il cuore di Michelangelo aveva cominciato a battere velocemente, il corpo di Angel stava diventando freddo e le labbra viola.
Aveva sbarrato gli occhi, che diavolo stava succedendo alla sua amica?
Senza accorgenese aveva cominciato a tremare e a stringere forte il
corpo freddo della ragazza, aveva paura solo di pensare che Angel fosse
morta.
Tremava come mai aveva fatto, lui amava quella ragazza determinata con due buffi codini magenta sulla testa.
L'amava come non aveva mai amato nessuna, lei era speciale, lei era
tutto per lei, se fosse morta lui sarebbe morto insieme a lei.
"Angel?" L'aveva chiamata, la voce un lieve sussurro, gli occhi lucidi sul punto di lacrimare ma lei non accennava a risondere.
Non poteva essere vero quello era un sogno, un brutto sogno da cui si
sarebbe svegliato presto, si era sicuro che si trattasse di un orribile
incubo del quale si sarebbe presto dimenticato.
*
L'aveva vista cadere tra le braccia di suo fratello, le aveva staccato
il dardo dal collo e ne aveva odorato la punta, era impregnato di
veleno non vi erano dubbi.
Michelangelo stava avendo una crisi di nervi, si era avvicinato ed
aveva messo due dita sul collo della ragazza non sentendo alcun battito
cardiaco.
Il petto non si alzava ne si abbassava segno che il respiro non vi era,
per di più era fredda e le labbra viola portavano a solo una
verità: Angel era morta.
Aveva alzato lo sguardo per guardare i suoi fratelli, il leader capendo
lo sguardo disperato di Donatello prese Angel dalle braccia di
Michelangelo.
"Do-Donnie Angel è morta?" aveva chiesto tremando e affannato.
Non aveva il coraggio di dire quella terribile verità al suo
fratellino, come poteva dirli che la sua migliore amica se ne era
andata e nel peggiori dei modi per di più.
"Mikey..." ma non aveva concluso perchè aveva visto il fratellino cominciare a negare col capo ed a indietraggiare.
Sapeva quello che stava per seccedere, li era capitato solo poche ore
prima, in un attimo gli occhi si erano chiuso ed aveva perso i sensi
lasciandosi cadere a peso morto a terra.
*
Guardava spaventato gli occhi di Donatello, era tutto vero Angel non c'era più, in un attimo era andata via per sempre.
Dentro il suo corpo vi era uno strano combattimento di sentimenti, amore, rabbia, paura...
Non sapeva come comportarsi.
Lui era morto insieme a lei di queste ne era certo, come poteva immaginare un esistenza senza di lei e le sue pazzie?
Come poteva alzarsi al mattino sapendo che non avrebbe mai più rivisto due codini color magenta?
Era così giovane, aveva solo diciotto anni ed una vita davanti, non poteva morire, no non lo poteva accettare.
Leonardo le aveva preso la sua Angel dalle mani mentre Donatello
cominciava ad avvicinarci dicendo parole che a lui in quel momento
sembravano incomprensibili.
Ogni volta che suo fratello di avvicinava lui faceva un passo indietro,
il fiato corto e la respirazione cominciava ad essere dolorosa e
affaticata.
Tutti intorno a lui cominciava a diventare sfocato, vedeva solo macchie
nere, le gambe tremavano, si sentì girare gli occhi e poi era
stato solo buio, ma prima di svenire aveva lasciato cadere una lacrima
dai suoi occhi.
*
Con la coda dell'occhio aveva visto qualcuno sul palazzo opposto con un
fucile in mano, senza dare spiegazioni aveva lasciato tutti e si era
diretto verso quella losca figura, qualcuno doveva pagare per
tutto quello che era successo, e quel qualcuno lo aspettava dall'altra
parte della strada.
Non l'avrebbe passata liscia, chiunque fosse stato avrebbe pagato per
la morte di Angel, era una promessa che aveva fatto a se stesso e lui
manteneva sempre le promesse o non si sarebbe più chiamato
Raphael.
*
Aveva aperto piano gli occhi, il naso le pizzicava dall'odore di
farmaci e la luce al neon sopra di lei le dava fastidio agli occhi.
Al braccio destro aveva diversi tubi attaccati e alla sua sinistra vi era la macchina per il controllo del battito cardiaco.
Era in ospedale ne era certa, ma non ricordava il perchè,
l'ultima cosa che ricordava era Leonardo che l'abbracciava e
Michelangelo che sveniva, poi aveva il buio totale.
"Finalmente si è svegliata signorina O'neil, la sua amica l'ha
portata in tempo, qualche minuto in più e sarebbe stato troppo
tardi".
Cosa cercava di dirli quel medico? Non riusciva a capire dove volesse arrivare.
"Avete già eseguito il raschiamento?" Aveva chiesto con il magone e le lacrime pronte a scendere.
Il medico aveva sorriso, le aveva appogiato una mano sulla spalla per tranquillizarla e poi aveva cominciato a parlare:
"April non abbiamo fatto nessun raschiamento, il suo bimbo è
salvo, è stato un miracolo ma è salvo" non credeva a
quello che le sue orecchie avevano sentito, il suo bimbo era ancora
vivo?
Aveva cominciato a piangere, non poteva crederci, quando lo avrebbe detto ai ragazzi avrebbero fatto i salti di gioia.
Quelle poche parole l'avevano fatta diventare la donna più
felice del mondo, era talmente contenta che voleva gridare a tutto il
mondo la sua gioia.
"Cosa mi è successo, il bambino ha subito qualche danno grave?" Aveva poi chiesto tornando ad essere seria.
Il medico, un uomo sulla quarantina, aveva preso la sua cartella clinica cominciando a leggerla.
April si morse il labbro inferiore, era contenta che il piccolo fosse
salvo, ma il silenzio del ginecologo la faceva preoccupare, sperava
solo niente di troppo brutto da sopportare.
"Vede April, lei ha avuto un iperemesi gravidica che le hanno portato a continui vomiti e anche la perdita di peso."
Ascoltava quelle parole con completa attenzione, non voleva perdersi neanche una frase, voleva assolutamente capire.
Il dottore aveva ragione, in quei due mesi di gravidanza aveva perso parecchi chili, e non finiva mai di vomitare.
"Questa patologia è molto rara, ed è causata da diverse
patologie o disturbi; le faccio qualche esempio: chi soffre di tiroide,
un giovane donna affetta da depressione, ecc..."
Aveva chiuso gli occhi, sicuramente era stato a causa del dispiacere,
ma non poteva escludere che anche il liquido che Casey le aveva
igniettato avesse contribuito.
"Ovviamente chi soffre di questa patologia sono solo le mamme che
portano in grembo un feto femminile" i suoi occhi avevano cominciato a
brillare, il medico le aveva appena assicurato che avrebbe partorito
una bimba era talmente contenta che aveva cominciato a piangere.
"Signorina per il momento la tratteremo qui in ospedale dove doseremo
dei liquidi attraverso le flebo, l'unico rimedio per questo tipo di
patologia. Il cibo solido lo introdurremo un po' alla volta, ma per il
resto può stare tranquilla, vedrà che andrà tutto
bene, può anche avvertire la sua amica."
E con ciò se ne era andato per continuare le visite nel reparto lasciandola sola con una grande gioia nel cuore.
"Piccola mia la mamma è talmente contenta, vedrai quando lo
diremo agli zii...Mi hai reso la donna più felice del mondo non
vedo l'ora di conoscerti piccola mia, di poterti stringere tra le mie
braccia e cullarti" disse poggiando una mano sul suo ventre che
cominciava ad essere un po' gonfio.
Poter parlare con lei e sapere che poteva sentirla, la rendeva talmente
gioiosa che per un attimo aveva scordato tutto quello che le era
successo... Anche l'abbandono di Arnold Casey Jones.
*
"Chi sei e cosa vuoi?" Aveva chiesto un volta fermatosi dalla corsa.
Il fiato era corto e le gambe dolevano, aveva corso per dei chilometri perchè non si trovava più a New York.
La figura che aveva seguito fin li si era avvicinata pian piano, un
ghigno incorniciava il suo volto e gli occhi rossi come il sangue
spiccavano nel buio di quella tetra notte.
"Vedi Raphael, io sono qualsiasi cosa che voglio, posso essere me
stesso, un qualsiasi essere umano oppure..." e aveva cominciato a
sorridere mentre un luce gialla lo avvolgeva in modo da completare la
trasformazione.
"Oppure posso essere Arnold Casey Jones" gli occhi di Raphael erano
usciti fuori dalle orbite, forse tutto aveva un senso il suo amico non
avrebbe mai abbandonato April, non l'avrebbe lasciata morire.
"Tu? Sei stato tu ad avvelenare April vero?" Aveva chiesto digrinando i
denti dalla rabbia, nessuno poteva prendersi gioco di lui e dei suoi
amici, nessuno.
"Certo, era tutto parte di un piano ideato dal mio padrone" aveva risposto avvicinandosi ancora di più.
"Hai ucciso anche Angel maledetto" aveva ribattuto sfoderando i suoi Sai dalla cintura e mettendosi in posa da combattimento.
"Ucciso Angel? No viscido lucertolone, lei non è morta le ho
solo sparato un dardo che da le sembianze di un'apparente morte per
qualche ora; quella ragazzina ci sarà ancora molto utile in
futuro ma adesso dovevo attirare te in una trappola; sapevo che non mi
avresti mai lasciato scappare ed io ne ho approfittato ma ora basta
chiacchere c'è qualcuno che vuole incontrarti" e con ciò
aveva iniettato un narcotico nel braccio di Raphael facendolo cadere
davanti ai suoi piedi.
Il piano era riuscito bene, adesso non doveva fare altro che portare
quel mostro da Shredder e concludere la prima parte del loro piano
malefico.
Angolo Autrice:
Come promesso ho pubblicato il nuovo capitolo.
April e il bambino stanno bene,
Angel a quanto pare non è veramente morta, ma le cose da adesso
in poi si faranno sempre più complicate.
Adesso mi dileguo, oggi i miei piccoli compiono due anni e tra un po' andremo dai nonni per festaggiare.
Ho ricontrollato il capitolo ieri
sera, così approfittando del riposino pomeridiano di Mirko e
Ismaele ho acceso il computer per postare il capitolo.
Spero di non avervi deluso, adesso torno a fare ricerca sui nomi da bambina, sarà un ardua impresa.
Un buona serata e vi lascio con un alla prossima.
Princess_serenity_92
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