Uomini... giocattoli degli dei?

di Fakir
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Le verdi distese arcadiche erano inondate dall'oro delle artemisie e dal loro dolce profumo, il sole splendeva caldo nel cielo blu e una tiepida brezza faceva cantare le foglie degli ulivi.

La “luce dei miei occhi”, il mio amato sedeva su di una roccia tra i cespugli con il volto abbassato, ombreggiato dai morbidi riccioli d'oro.

Mi avvicinai a lui e lo sentii rabbrividire quando con la mia mano fresca gli sfiorai la pelle ardente. Levò il volto di fanciullo si di me, nei suoi occhi, che avevano lo stesso colore azzurro dei sogni, brillavano le lacrime...

 

“Devo andare” sussurrò,”sono troppi giorni che sopporto la pena straziante di queste anime … non ho che tre frecce al mio arco ma...”

 

“No!” risposi “aspetta lo sai che non puoi farlo!”

 

“Non posso evitarlo Psiche ...” rispose spiegando le candide ali e librandosi libero nel cielo.

 

“Che cosa posso fare?” pensai

Sapevo che per ora non potevo fare nulla così rimasi li, avvolta dal vento che portava con se il dolce profumo delle artemisie mentre egli scompariva tra le nuvole.

Non si sarebbe fermato finchè non fosse riuscito a rendere la libertà a quelle anime afflitte, attraversando anche il confine dell'Universo.

 

Lui è così, imprevedibile come un fulmine a ciel sereno, le sue frecce sono il più dolce dolore che può trafiggere un'anima, e nessuno nè uomini nè Dei potranno mai fermare la sua mano.

E' così... un suo sospiro, un suo sorriso, una sua lacrima e anche l'ordine cosmico né sarebbe sconvolto.

Lui è cosi, libero e ardente come il fuoco!

Lui è... Amore.

 





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