Piccole bugie

di Axaelys
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"Sono a casa!" Annuncia Makoto, aprendo la porta. 
 
Va fino in cucina e poi chiede sorridendo "Rin, cosa vuoi per cena?"
 
"Ok, ordino la pizza va bene?" La domanda che fa è praticamente inutile. Sa bene che il suo ragazzo non sa resistere a una pizza appena fatta con le patatine fritte. 
 
Cammina fino alla camera degli ospiti, nel contempo cercando con lo sguardo il suo ragazzo. Si spoglia della divisa da pompiere per andare a farsi una doccia come tutte le sere.
 
Esce dalla vasca e si mette l'accappatoio morbido che piace a Rin-Rin, quello verde pallido. L'asciugamano di Rin è proprio di fianco al suo, stirato anche se ormai è inutile.
 
Infila le ciabatte e il corridoio, verso la camera da letto chiusa a chiave, che emette un rumore metallico quando la gira nella toppa. Socchiude piano la porta, fino ad avere spazio sufficiente per entrare.
 
Dentro il letto è sfatto, i vestiti di Rin sono sparsi per la camera come tutti i giorni. Le sue scarpe preferite sul tappeto. Il suo cappello blu da poliziotto è lacerato e attaccato al gancio dell'anta dell'armadio aperta, nella stessa posizione da tempo. 
 
Makoto chiude la porta, e si mette seduto sul letto. Fissa la targa di metallo che gli ha donato la caserma di polizia datata due mesi fa, che si trova sulla scrivania impolverata.
 
"Rin, ti amo" sorride al nulla. Rin non è morto. È solo in ritardo, come tutte le sere.




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