An unspoken connection

di asunsetkindoforange
(/viewuser.php?uid=809667)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Conta 1,2,3 conta – esclamò fra sè e sè Lydia.
I numeri erano l'unica certezza di quel momento.
I numeri. La matematica. La chimica. Qualsiasi materia scolastica.
Sembrava impossibile ma era l'unica cosa che riusciva a pensare.
Lei, rannicchiata in quell'angolo buio di quella stanza, viveva continuamente di incubi. Non i "soliti" incubi urlanti, no.
I loro visi erano un tormento. Allison ed Aiden.

Come poteva una ragazzina di 17 anni affrontare tutto quello che era successo?

O meglio, come poteva elaborarlo.
Neanche per idea avrebbe chiesto aiuto in un consultorio. L'ultima volta che lo fece la presero per pazza.

Il suo mondo stava cadendo, a pezzi.
Pezzi che si sgretolavano, urtavano e graffiavano il suo viso.

Come poteva andare avanti dopo tutto questo?

Come si può superare questo dolore?


Forse, semplicemente, non si può.
Forse doveva andare così.
Forse doveva andare come poteva meglio andare.
Forse.

A volte lei stessa, per prendersi coraggio, pensava a ciò che aveva detto quel filosofo che aveva letto da qualche parte, Leibniz forse?
Sì era sicuramente lui.
Diceva che questo è il migliore dei mondi possibili e che ogni cosa sarebbe successa era la migliore che poteva capitare.
Non era molto confortante questa perla ma era l'unica cosa razionale che le era venuta in mente.
Tanto razionale che non si era nemmeno accorta che la sua mano istintivamente aveva cercato un nome in rubrica.

Stiles.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3003623