Dolce Forza

di manujames
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Il forte odore di bagnoschiuma, invase le mie narici ultrasensibili. Guardai mia moglie camminare sinuosa verso il letto, con una lozione di crema alla fragola tra le mani. Le piaceva l’odore che attecchiva sul suo corpo. Non aveva sicuramente bisogno, che la sua pallida pelle di granito fosse idratata. I soffici capelli lunghi, erano raccolti in un impeccabile coda di cavallo.

 Mia moglie era perfetta. Sempre.

 Mi guardò oltre le lunghe ciglia, con una tenerezza che le apparteneva, ma che mostrava solo a me. Lo sguardo fiero, era ciò che mostrava al mondo, ma era solo un arma per difendersi.

 Mia moglie in realtà, era fragile come una foglia d autunno trasportata dalle note del vento.

Le pallide scapole si muovevano lente, forgiate sotto il peso del mondo.

Io, riuscivo a guardare oltre la finta coltre della sua perfezione.

 Io, riuscivo a vedere, ciò che non avrei voluto. Ciò che era inciso a fuoco nel mio cuore. Guardarla era uno strazio. Uno strazio furioso, ed al contempo lieto e dolce come il miele.

Provavo un amore così intenso, per quella piccola perfetta creatura, che sentivo tutta la pena e la furia che mi divorava.

Sul suo corpo, e sul mio cuore, si diramavano i segni di un antico dolore. Avrei voluto sradicare con la mia forza, quei lacci invisibili che le divoravano il corpo. Avrei voluto addentare la morsa del suo dolore e ridurla in brandelli. Avrei voluto preservarla dalla meschinità, dal buio in cui era stata gettata. Avrei voluto che il mio amore, distillasse come rugiada pura nel suo cuore, e annientasse l’amaro veleno della sua sofferenza.

 Potevo scorgere sul suo corpo, i segni invisibili che hanno raso al suolo la forza, della mia piccola, ormai fragile creatura.

D ‘ora in poi, mai più mani che non servano per accarezzare. Mai più baci, che non servano per amare.

Allungò l ‘elegante braccio verso la mia mano, e per un attimo distolsi lo sguardo.

Non potevo sopportare quell’ amore così forte e intenso, ed al contempo mettere a tacere il mio odio, per coloro che ebbero il coraggio di farle del male.

Le strinsi la mano, che sembrava così piccola nella mia.

 La baciai, promettendo a me stesso, che mai, mai più l’ avrebbero ferita. Le promisi che l’avrei protetta, racchiusa nel castello delle mie braccia.

“Sei al sicuro Rosalie”

 le sussurrai stringendola a me, in un eterno abbraccio.





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