Allora.. AVVERTENZE:
Questo non pretende di essere l' Edward Cullen della Meyer.. ero
già ricca. eheheh.. E poi.. se ci sono delle somiglianze
credo sia normalissimo, ho utilizzato Twilight e seguirò
quella linea con qualche aggiunta dove la Meyer magari tace o declina.
Speriamo possa essere di vostro gradimento!! :-)))) Malia
Io intanto ringrazio chi ha commentato: GRAZIE!!! Sulla fiducia
praticamente..
Stella Del Sud:
Grazie tesoro.. sei una delle mie fan più assidue e ora per
fortuna anche una mia cara amica! O almeno spero! non voglio
deluderti.. non ci tengo. Anzi.. (ANSIA)
saraligorio1993:
Saretta.. ma chi si sente.. che novità.. anche tu sempre al
mio fianco!! Me commossa.. eheheh :-P
Potterina1993: Ciao
aiutante privata!! E se non ci fossi te a leggere.. intanto posto
questo poi qualche idea mi verrà speriamo..!!! GRAZIE!!
Black_DownTH:
Ciao.. devo dire che ti sei basata molto sulla fiducia. E' molto
pesante questa come storia.. spero di non deluderti. Speriamo!!
cassandra 287: Dici
che è un' idea stupenda??? Speriamo che tu non cambi idea
dopo il primo capitolo. Vediamo dai.. aspetto con ansia.
A prima vista.
Noia.. come ogni
lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco
dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo
giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il
mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi
“normali”, immobili, o forse il termine adatto
poteva essere, sì.. “privi di senso”..
la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione
perenne. Sbuffai alla ricerca di qualcosa di minimamente interessante.
Fuori dalla finestra l’aria umida di Forks non ammetteva
anomalie e le nuvole sembravano voler indicare che di lì a
poco sarebbe scoppiato un temporale, sorrisi.. l’atmosfera
frizzante della mattina poteva essere profondamente rinfrescante se ad
accoglierti durante la tua folle corsa nel sottobosco ci fosse stata la
rugiada. Dopo una caccia gratificante però.. Fastidio..era
ormai da ore che cercavo di distogliere l’attenzione dalle
mille voci che quel giorno rendevano gli umani immensamente
insopportabili, chiedendomi cosa ci fosse nell’arrivo di una
nuova alunna di così esaltante. “Paese che vai,
impiccione che trovi..”. Il destino di quella poveretta forse
avrebbe dovuto farmi pena, assaltata da un branco di imbecilli
incuriositi, ma.. poco me ne importava di faccende che non
riguardassero me, me, me e la mia famiglia. Sospirai scocciato.. odiavo
l’affollarsi di quelle menti dentro la mia, soprattutto
quando rendevano i miei giorni comuni da studente così
irritanti. “ Uff.. sarebbe stato meglio rimanere a casa
oggi”. Era più di una settimana che quella
marmaglia indistinta non faceva altro che parlare, chiacchierare,
pensare e persino sognare ad occhi aperti l’arrivo della
figlia dell’ispettore di polizia Swan. Atteggiamento
patetico.. tipico degli esseri umani. Aspettative di vita.. a che pro
quando non sapevano esattamente cosa aspettarsi da quella ragazza. Di
nuovo le loro teste vorticarono nella mia cercando di distogliermi da..
da..già da cosa? Tutto era terribilmente monotono, anche la
lezione. Simulai uno sbadiglio..divertito. “Sicuramente so lo
spagnolo meglio del professore..”. Sorrisi mentalmente..quel
poveretto si azzardava poche volte a lanciarmi occhiate torve a causa
della mia disattenzione. Avrebbe mai potuto competere contro un
plurilaureato? E poi io ero uno dei fratelli Cullen, accuratamente da
evitare agli occhi di tutti. E come avrebbe potuto non essere
altrimenti.. gli umani percepivano la nostra pericolosità,
non la riconoscevano, ma la sentivano, perciò si tenevano
alla larga. Eravamo vampiri. Mi portai una mano tra i capelli
spettinati, socchiudendo attento le labbra e inspirai con studiata
lentezza cercando di apparire il più possibile normale..
tornai a guardare fuori. “Decisamente più
interessante di ciò che c’è dentro,
sicuramente più intelligente”. Non disprezzavo gli
umani, semplicemente li ignoravo come loro ignoravano me. Sapevo quanto
la loro vita potesse sembrare preziosa ai loro occhi, così
breve e fragile, e certo non l’avrei disturbata proprio io
imponendomi sul loro cammino. Ero capace resistere al loro
sangue.. ero bravo, o meglio ero abituato, tanto da poter sopravvivere
ai morsi della sete. Ormai per me non era quasi più un
problema, potevo controllare le mie reazioni: la gola secca e
bruciante, l’eccessiva salivazione, il veleno aumentare di
quantità all’interno della bocca .. tutto sotto
stretta sorveglianza. Poiché io avevo scelto. Ero stato io a
volere questo della mia vita, forse per sentirmi meno mostro.
Il suono della campana
mi riportò bruscamente alla realtà e io mi
diressi verso la mensa ricongiungendomi con i miei fratelli.
- Che lezione
edificante..- ridacchiò Emmett ironicamente.
Come dargli torto. Una
mente limpida la sua, anche troppo per i miei gusti.. ma noi eravamo
nettamente superiori a quel livello di istruzione elementare.
Camminai al suo fianco
ignorando gli sguardi delle ragazzine che si scostavano da noi mentre
imboccavamo il corridoio. “Alla larga arrivano i
Cullen..”. Pensava Em divertito, avanzando con passo da divo.
Sorrisi divertito a
mia volta.. di fan ne avevamo abbastanza, forse troppe, e
fortunatamente la loro adorazione si fermava agli sguardi. Almeno
quella esplicita.. odiavo i loro pensieri sfacciati su di me
più di ogni altra cosa. Una tortura.. doveva essere un
incubo per loro sognare ad occhi aperti di poter poggiare le labbra
sulle mie, di potermi toccare e accarezzare, non certo il desiderio
più importante della loro breve esistenza. Ovviamente,
però, al momento opportuno sapevano scostarsi..quello era
l’importante. Di fronte ad un vampiro non si può
fare nient’altro che indietreggiare.. anche se eravamo
coscienti di sembrare affascinanti e sensuali ai loro occhi.
Esercitavamo un certo fascino tre loro e spesso poteva tornare utile,
decisamente..
Ci ricongiungemmo a
Rosalie che afferrò la mano di Emmett gentilmente e gli
sorrise innamorata.
Disgustoso.. poteva
essere adeguato alla mia sensazione? Meglio tralasciare. Rose aveva la
mente completamente vuota.. ossia vuota di logica, pensieri prettamente
femminili privi di spessore, anche se la sua personalità era
infinitamente acida.. per nulla sopportabile. Quei due erano perfetti
per stare insieme.. senza dubbio. Continuammo ad avanzare verso la
mensa quando davanti a noi sbucarono Jasper e Alice, anche loro a
lanciarsi sguardi di intesa.
Com’è
andata Edward? Chiese Alice.
“
Mpf”. Ridacchiai.. i suoi pensieri erano totalmente
concentrati su Jazz, come sempre. Raro che li schiodasse, ogni sua
mossa era totalmente concentrata su di lui e sul suo poco
autocontrollo. L’ultimo di noi ad aver accettato di non
nutrirsi di sangue umano.. era sempre sofferente, insoddisfatto.. ma
l’amore profondo che lo legava a lei era in grado di fargli
superare qualsiasi cosa. E Alice non era da meno, la sua mente si
concentrava nel prevedere qualsiasi cosa potesse riguardarlo, da brava
veggente si interessava completamente all’uomo che adorava.
Poverino
è spacciato.
Formulò
Emmett e io mi lasciai andare ad una risata cinica.
Entrammo in mensa tra
gli sguardi diffidenti e adoranti degli studenti. Ma quel giorno non
eravamo noi l’attrazione da circo per fortuna, ma Isabella
Swan. Sospirai quasi felice.. un’altra mente dallo spessore
inesistente. Ultimamente Forks ne faceva ghiotta collezione..
Prendemmo i nostri
vassoi del pranzo, ovviamente come copertura, e ci andammo a sedere al
nostro solito tavolo.
- Allora che pensano
della nuova arrivata?-.
Fece Em mostrandosi
interessato.
Alzai gli occhi
distrattamente e lo fulminai. “Che discorsi”.
- E’
carina.. ha grandi occhi nocciola, le labbra carnose, guance tonde e
viso angelico.. ah è pallida..-.
Avevo parlato con tono
concitato, imitando i maschi assatanati che le erano corsi dietro. I
miei fratelli risero accasciandosi sulle sedie. Alice mi sorrise
calorosamente e tornò a guardare il suo adorato amore. Non
ci feci tanto caso e scossi la testa tornando a guardare in basso.
Edward
Cullen..
Mi voltai di scatto al
suono del mio nome e fissai involontariamente il mio sguardo in quello
nocciola di un volto nuovo, mai conosciuto.. dal mento fino e dalle
guance leggermente tonde. I capelli castani le scendevano lunghi sulle
spalle, la fronte corrugata, il viso dal pallore candido macchiato da
un rosso appena accennato a causa del sangue che l’aveva
fatta arrossire.
“Mhh..Bella..”.
Perché era così che aveva detto a tutti di voler
farsi chiamare.
Ma non era stata lei a
pronunciare il mio nome. No.. era stata Jessica Stanley.
“Mamma che
compagnia si è scelta..”. Ricordavo ancora quando
quella ragazza aveva cercato di avanzare pretese su di me..non era
stata una mossa tanto intelligente.
Non abbassai lo
sguardo, ma tentai di afferrare qualche suo pensiero, non
perché fossi incuriosito, certo che no, probabilmente solo
per consuetudine.
Ma da lei.. il nulla.
Mi voltai allora,
chinandomi leggermente sul fianco e concentrando la mia mente su
Bella.. niente. “Che scherzo è..”.
Lasciai che la maschera da umano perfetto lasciasse il posto ad
un’immensa frustrazione, corrugai le sopracciglia perfette e
mi isolai per poter afferrare meglio qualcosa provenire da quella
ragazza. Eppure mi sentivo bene, ero in piena forma anche se non andavo
a caccia da due settimane, come era possibile che non riuscissi a
sentire nessun pensiero venire da lei? Per la prima volta in vita mia
cercai di capire ciò che dicevano con il mio udito.
“Quanto è deprimente..”. Contrassi
impercettibilmente le mascelle.
Fu allora che Emmett
si chinò verso di me.
- Le hanno
già raccontato di noi?-. Annuii, i Cullen non potevano certo
passare inosservati e la loro storia di figli adottati dal dottore,
medico della città, risultava particolarmente altruista agli
occhi umani, un gesto molto caritatevole. Gli unici ad essere veramente
fratelli secondo ciò che loro sapevano erano Rose e Jazz.
- E cosa ha pensato..-.
“
Già.. avrei voluto saperlo anche io..”.
Feci spallucce
soprappensiero. Non avrei mai ammesso di non saper leggere
ciò che Bella Swan pensava.
La mente dei ragazzi
che le giravano intorno, invece, quella sì che mi
infastidiva parecchio. Mike Newton sembrava un avvoltoio pronto a farsi
notare in ogni momento, ma non era l’unico anche Eric Yorkie
cercava un modo per saltarle addosso appena fosse rimasta sola,
immaginava di poterle offrire il suo aiuto. I pensieri dei ragazzi
erano particolarmente insistenti, ma anche le ragazze non erano da
meno. La invidiavano.. erano gelose da morire perché il
“fantastico” Edward Cullen aveva posato gli occhi
su di lei e l’aveva fissata.
Chissà che
cosa ci ha trovato di tanto particolare in lei.. Lauren Malloy se
avesse avuto le unghie più lunghe le avrebbe sicuramente
graffiato la faccia.
“Poverina..”.
Mi ritrovai a pensare. Sussultai impercettibilmente.. che strano senso
di protezione.
Quella creatura
così pallida mi dava l’idea di non essere a
proprio agio tra il chiacchiericcio coatto di quelle sue
“amiche” e aveva scatenato in me la voglia di
frappormi tra loro e difenderla. Le lanciai un’occhiata in
modo da non farmi notare. Il rossore che le imporporava completamente
le guance eteree era impressionante.. potevo notare persino il sangue
che scorreva al di sotto. Gli occhi bassi e spaventati denotavano
quanto fosse poco incline a stare in mezzo alla gente e quanto non le
piacesse essere notata. Le sue mani non erano per nulla ferme, anzi..
tremavano quando si sporse leggermente per guardarmi imbarazzata.
“E’ interessata a me?” Provai di nuovo a
leggerla.
- Chi è
quello coi capelli rossicci..-.
Ancora il nulla.
Ispirai ed espirai per diminuire il mio fastidio. Ma non mi
aiutò.
- Si chiama Edward.
E’ uno schianto ovviamente, ma non sprecare il tuo tempo. Non
esce con nessuna. A quanto pare qui non ci sono ragazze abbastanza
carine per lui-.
La mente di Jessica
formulava insulti verso il mio rifiuto.. non aveva affatto gradito la
mia attenzione per la nuova. Non riuscii a trattenere un sorriso, ma
puntai lo sguardo lontano apparentemente disinteressato.
“Serpe..”. Ecco il termine giusto per definirla, la
falsità fatta a persona. Probabilmente si sarebbe finta
amica di Bella, solo per attirare l’attenzione su di lei.
Continuai a squadrarla
pur non ritenendolo opportuno. Le sue labbra tenere si erano curvate in
un sorriso e non potei esserne certo, ma sembrò che lei
avesse notato anche il mio. Mi faceva sentire fortemente a disagio
quella situazione.. mi mossi sulla sedia per cercare di rimediare a
quell’interesse malcelato. Ero bravo solitamente a fingere di
fronte agli umani, ma sarebbe stato difficile davanti ai miei fratelli
non far trapelare il mio continuo puntare quella ragazzina.
Gli occhi nocciola,
notai profondi, tentarono di girarsi completamente e darmi le spalle.
- Non dovremmo
fissarlo così non sta bene..-.
Jessica storse la
bocca infastidita E mica sono scema..dal canto mio mi dispiacque non
poter ancora osservare le sue reazioni. Non era mai stato
così difficile per me leggere qualcuno. La osservai ancora
preso da una strana ansia. I capelli le coprivano il viso, ma nelle sue
spalle curve potei notare agitazione. “Sta veramente
male..”. Era buffa... decisi di provare a voltare ancora lo
sguardo, giusto per vedere le reazioni del “branco”
e quando lo feci, Jess strabuzzò gli occhi con odio
scuotendo leggermente la spalla di Bella.
- Eih.. Edward Cullen
oggi sembra non avere occhi che per te..-. E ancora invidia, ancora
gelosia.. ancora voglia di prenderla a schiaffi.
Bella si riscosse
portandosi le mani sulla fronte e poggiando i gomiti sul tavolo, mi
fissò di nuovo, intimidita. Il sangue le tornò
sul viso facendole accelerare il battito che come un tamburo
arrivò alle mie orecchie. Tentazione.. mi accorsi che
vederla arrossire mi faceva scorrere l’adrenalina veloce
nelle vene. Cercai di non pensarci e l’istinto di protezione
tornò prepotente a farmi visita. Che strana
ragazza..sembrava un cerbiattino impaurito in una gabbia di lupi pronta
a sbranarla. “Battuta infelice.. tu sei più
pericoloso di loro..”.
Era ora di andare..
ripresi ciò che avevo accuratamente fatto finta di
sbocconcellare e lo riportai indietro, percependo gli occhi
fissi di quelle oche su di me.
Edward
Cullen Edward Cullen Edward Cullen..
“Ora che
lezione hai?”.
Pensò Alice
prendendomi per un braccio.
- Biologia..-.
Jasper, Emmett e
Rosalie erano studenti del quinto anno, mentre io e Alice fingevamo di
essere più giovani.
“In bocca al
lupo”. Mormorò ancora enigmatica.
Alzai un sopracciglio
chiedendomi che intendesse dire, ma la sua mente tornò a
concentrarsi unicamente su Jazz e io non le diedi molto retta. Sapeva
essere molto distratta quando c’era in gioco la salute
mentale del suo uomo. Per quanto mi riguardava la lezione del
professore Banner era interessante quanto la mente della Stanley.
“Due lauree in medicina e lui vorrebbe
stupirmi..?”. Impossibile.
Entrai in aula
focalizzando il mio posto e mi misi comodo. Un’ora di lezione
assolutamente tediosa. Sparsi le mie cose sul tavolo.. sapendo
già che nessuno si sarebbe seduto al mio fianco. E chi
poteva essere così pazzo da sedersi vicino a un vampiro?
Facevano bene a stare alla larga. Finalmente seduto, poggiai una mano
sulla guancia e tornai a guardare fuori.
“Sta
diventando il mio passatempo preferito fissare il nulla..”
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