Avvertimenti
Iniziali:
Innanzitutto
mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato ^^'.. Inoltre volevo
ringraziare mille e mille volte ancora la mia amica Dodo, che mi ha
prestato il computer per pubblicare la flash-fic di Harry e Draco x3
Grazie tesoro, ti vogghio bbeine xD
Adesso
vi lascio definitivamente alla storia... spero compensi l'attesa^^
Leave
Me Into Your Darkness
Capitolo
4
My
Mood Swings
<<
Ma si può sapere che ti è preso?! >>
Al
cercò di controllare la voce per non svegliare Ariana.
<<
Perché? >> domandò Aberforth << Non sono
stato io a... >>
<<
Certo che no! >> lo interruppe il fratello maggiore <<
"Tu te ne intendi di punizioni,no?" Questo me lo sono
sognato, vero? >>
Aberforth
distolse lo sguardo e si concentrò sulle sue braccia
incrociate
<<
Abe, perché non possiamo evitare questo tipo di situazioni? >>
implorò Albus << Potremmo finire col litigare con zia
Batty... E poi non è meglio stringere nuove amicizie? >>
Abe
alzò lo sguardo sul fratello maggiore. Lo vide sorridere
speranzoso, con gli occhi azzurrissimi brillare. Aveva ragione,
dannazione! Nonostante ciò, però, non riuscì a
trattenere un ultimo commento.
<<
E' meglio per noi ... o meglio per te? >>
Albus,
che si stava dirigendo verso le scale, si fermò di botto.
<<
Come? >> disse voltandosi
<<
Andiamo, Al... a chi vuoi darla a bere? >> rispose Aberforth
guardandolo dritto negli occhi e alzando man mano la voce << E'
la tua occasione... Hai finalmente l'opportunità di
confrontarti con un cervellone come te... Avrai la tua scusa per
mollare tutto e andartene...>>
<<
Abe, non puoi dire sul serio... >> disse Al scuotendo la testa
con un sorriso nervoso
<<
Oh, si che posso! >> continuò suo fratello imperterrito
<< Tu non hai mai voluto stare qui, con noi.. Io lo so,
Albus... Tu avresti voluto essere in Grecia, adesso... con Elphias,
vero?... Se non vuoi stare qui, perché non te ne vai, Albus?
Che stai aspettando?... >>
SCIAFF!
Il
rumore dello schiaffo risuonò forte in tutta la casa Silente.
Fortuna che non svegliò Ariana!
Abe
capì subito di aver fatto una grandissima stronzata... suo
fratello non l'aveva mai colpito in quel modo... non l'aveva mai
colpito in generale, a parte magari le botte occasionali per
scherzare... Rimase col viso voltato nella direzione dello schiaffo,
con gli occhi sgranati.
<<
Ma che cosa stai dicendo? >> mormorò Albus con la voce
che tremava appena << Credi che per me sia facile questa
situazione? Non lo è per niente! Ma io.. ce la sto mettendo
tutta, Aberforth... davvero... Farsi carico di una casa e di una
famiglia non è mai semplice... ma io l'ho fatto volentieri..
ho scelto da solo, nel pieno delle facoltà mentali, nessuno mi
ci ha costretto... non l'ho fatto solo perché dovevo, ma anche
perché volevo... e di certo non mi sono mai lamentato con
te... perciò adesso non rinfacciarmi le tue stupide
congetture... >>
<<
Al, io.. >> cominciò Aberforth desolato
<<
Adesso andiamo a dormire, Aberforth. Ne parliamo domani. Buonanotte.
>>
Detto
questo, Albus si voltò e si diresse verso le scale e salì
in camera, senza neanche attendere la risposta.
Abe
lo guardò finché non sparì dal suo campo visivo.
Sospirò e si diede mentalmente dell'idiota... anzi, dello
stronzo! Ma perché doveva fare casini uno dietro l'altro? E
perché dovevano essere l'uno peggiore dell'altro?! Sospirò
di nuovo e si avviò in camera sua; prima di entrare però
diede un'occhiata alla porta della stanza del suo fratellone. Si
ritrovò a sospirare per la terza volta.
Notte,
Al...
Albus
si era rintanato nel suo letto subito dopo aver messo il pigiama.
Tremava dalla rabbia e dalla delusione. Non si sarebbe mai aspettato
che parole simili potessero uscire dalla bocca di suo fratello... Lui
aveva scelto da solo di stare a Godric's Hollow e prendersi cura dei
fratelli, rinunciando al suo viaggio... Non ci si sentiva
costretto... Era la soluzione più ovvia...
Era
tuo dovere, Al... L'hai fatto perché era la cosa più
giusta da fare.... Tu sei il maggiore... Era logico che saresti
rimasto...
Albus
continuava a ripetersi quelle cose ormai da giorni, ed era sempre più
scettico.
Insomma..
tu avresti preferito che una situazione del genere non si creasse
mai... ma ormai era così... questa è la tua famiglia,
Al.. e per quanto sembri ingiusto rinunciare a una cosa come il
viaggio in Grecia con Phias e prendersi una famiglia sulle spalle a
18 anni, è quello che che andava fatto... Insomma, se non
volevi potevi sempre non farlo, no?.. Tu volevi farlo, Al... vero?
No
che non volevi!
Albus
si sedette sul letto di colpo. Che diavolo era quella vocina perfida
nella sua testa?!
E'
assurdo che un ragazzino rinunci alla sua adolescenza per prendersi
cura della sua famiglia... continuò la vocina Andiamo,
Al... Tu sai che Abe ha ragione...
No,
no e no! Albus scosse la testa Loro sono la mia famiglia, io
li amo, voglio che stiano bene, voglio stare con loro e voglio
prendermene cura finché loro vorranno...
Nervo
scoperto, Al?...
Albus
scosse la testa più vigorosamente, deciso a reprimere quella
vocina malefica il più presto possibile... Si ristese sul
letto e si girò su un fianco, cercando di non pensare a
niente...
Il
mattino dopo, Al si svegliò, come al solito abbastanza presto,
dopo una nottatina niente male. Aveva infatti dormito poco e male,
facendo oltretutto strani sogni, di cui però ricordava molto
poco...
Scese
in cucina per preparare la colazione, come d'abitudine, ma mentre
scendeva le scale sentì dei rumori provenire proprio da dove
era diretto. Una volta entrato si accorse che era il fratello minore
a trafficare attorno ai fornelli. Rimase un momento a guardarlo,
prima che lui si accorgesse della sua presenza.
<<
Buongiorno, Al! >> lo salutò con un gran sorriso
<<
Buongiorno, Aberforth. >> rispose lui
Abe
si accorse che era ancora un po' arrabbiato per la sera prima, visto
che aveva usato il suo nome per esteso,e non il diminutivo.
<<
Siediti,e rilassati! >> continuò sorridente spostandogli
la sedia << Oggi faccio io! >>
Al
annuì e sorrise, sedendosi al tavolo.
Abe
ne fu felice, così cercò maggiormente di fare del suo
meglio per farsi perdonare.
<<
Sei sicuro di non volere una mano? >> domandò Albus
osservando il fratello trafficare col fuoco
<<
Non ti preoccupare, Al! Posso farcela! >> rispose lui
Ed
effettivamente una decina di minuti dopo stavano mangiando una
colazione decisamente non male, anche se la cucina era sporca un po'
dappertutto.
Non
parlarono molto, solo qualche commento sulle doti culinarie di
Aberforth e sulla fatica che avrebbe comportato il pulire la cucina.
A
un certo punto Abe prese un tono serio. << Al, senti... >>
<<
Dimmi >> sorrise lui
<<
Io ... ecco... volevo chiederti scusa... per tutto... >>
Albus
guardò il fratello, che aveva un'aria speranzosa e mortificata
insieme. Non disse nulla, anche perché non sapeva cosa dire;
allora distolse lo sguardo, riflettendo. Non aveva senso tenere il
broncio ad Aberforth... in fondo aveva detto solo quello che gli
passava per la testa in quel momento d'ira... aveva detto quelle cose
senza pensarci, dopotutto...
<<
Pensavi davvero quelle cose? >> chiese infine
Abe
lo guardò incerto << Non lo so... probabilmente no...
sono cose che la rabbia mi ha portato prima a pensare e poi a dire...
mi dispiace... >>
Al
annuì e poi sorrise << Sempre a scusarti tu eh? >>
Abe
rispose al sorriso e alzò le spalle ironico
Verso
metà mattina, la porta di casa Silente bussò
inaspettatamente. I due fratelli si guardarono e poi il maggiore andò
ad aprire.
Si
ritrovò davanti Zia Batty e Gellert, la prima con un sorriso
severo e l'altro con l'espressione di chi è stato trascinato a
forza, ma sorrise lo stesso.
<<
Buongiorno! Ma... perdonate l'insolenza, ma cosa ci fate qui? >>
domandò stupito
<<
Siamo venuti a dare una mano a mettere a posto la casa! >>
rispose la zia
<<
Vi ringrazio, ma non abbiamo lavori particolari da fare.. >>
disse Al << Non voglio sembrarvi scortese, è solo che
non vorrei vi affaticaste inutilmente... >>
<<
Ma come non mi avevi detto che oggi volevi cominciare a selezionare
le cose da buttare? >> insisté la donna
Al
si batté una mano sulla fronte << Giusto! E' vero! Ma
prego, accomodatevi! >> aggiunse con un sorriso cordiale,
facendosi di lato.
<<
Buongiorno Abe! >> salutò la zia
<<
Ciao zia! Che sorpresa! >> l'abbracciò lui
Gellert
salutò Albus con un sorriso e un semplice << Ciao, Al >>
<<
'Giorno, Gellert >> rispose il ragazzo sorridendo
<<
Buongiorno, Aberforth. >>
Abe
sciolse l'abbraccio con la zia. << Buongiorno, Gellert >>
rispose cortese
L'atmosfera
era un po' tesa, ma Al sperò vivamente che si sarebbe
attenuata col passare delle ore... se dovevano lavorare nella
soffitta con quel clima, stavano freschi! Addio regole del buon
vicinato!
<<
Abe, ti ho detto di usare lo strofinaccio! Non puoi aspettarti che
faccia tutto io con la magia! >>
I
presenti in casa Silente avevano passato la mattinata a pulire tavolo
e cucina, per poi rilassarsi fino all'ora di pranzo in salotto.
Avevano pranzato e chiacchierato tranquillamente per tutto il tempo.
Adesso stavano rimettendo a posto la cucina e Abe si stava lamentando
del fatto che non poteva usare la magia e che Albus non lo facesse al
posto suo.
<<
Aaaaal!! Ma io mi scoccioooo!! (ndA sembro io quando devo studiare
xDD) >> si lamentava il ragazzo << Non voglio fare le
cose tipo i babbaaaniiii!! Perché non usi la magia, tu che
puoooiii?? >>
<<
Santo Merlino, avevo detto che tu e la zia vi occupavate dei fornelli
e io e Gellert dei piatti! Possibile che non ti va mai bene niente?!
>> ribatteva il maggiore, sotto lo sguardo divertito dei due
ospiti
<<
Ma se siamo dei maghi, perché non sfruttare quella bella dote
che è il saper usare la bacchetta? >> ribatté
allora il minore sbattendo le ciglia per convincere il fratellone
<<
Perché non puoi usare la magia per ogni cosa, Abe! Devi
imparare a usarla per le cose importanti... per le piccolezze,
potresti fare anche da solo! >>
Il
ragazzo sbuffò e si arrese prendendo lo strofinaccio e
cominciando a pulire con gran foga, seguito dalla zia, che
sghignazzava.
Albus
e Gellert tornarono a dedicarsi ai piatti. Avevano riempito il
lavandino a metà, quando Al si voltò furtivo verso il
fratello. Una volta appurato che non li stava guardando, prese la
bacchetta e fece alzare l'acqua fino ad un livello plausibile,
cosicché sembrasse che il lavandino era pieno. Prese un
piatto, lo lavò con l'incantesimo e poi lo passò a
Gellert per farli asciugare.
<<
Sei furbo tu, eh? >> disse quest'ultimo
<<
Ti confesso un segreto >> sussurrò avvicinandosi al
ragazzo << Anch'io odio fare i lavori domestici! >>
Gell
rise di gusto prendendo il piatto che Al gli porgeva e asciugandolo
con un incantesimo. << Hai molte facce, Albus Silente. >>
osservò
<<
Imparerai a conoscermi >> rispose lui
Lo
spero...
Albus
si voltò sorpreso verso il ragazzo che stava accanto a lui. <<
Si, lo spero anch'io >> sorrise poi
Gellert
alzò la testa dal piatto di scatto. L'aveva detto ad alta
voce? No, l'aveva solo pensato! Che l'avesse letto nel pensiero?
Andiamo
Gell, non può averti letto nel pensiero senza averti nemmeno
guardato!... oppure si?... oddiooddioodddiiiioooo!!!.. ma .. mi sta
sorridendo? E io perché sto arrossendo?? oddio.. Gell,
insomma! Datti un contegno! Zia Batty che fa il bagno, zia Batty che
fa il bagno, zia Batty che fa il bagno.. Bleah!
<<
Bleah! >>
<<
Cosa? >>
Al
lo guardava con aria interrogativa, e Gellert capì di aver
detto l'ultima parola ad alta voce.
<<
Niente, mi è solo tornato in mente un ricordo non proprio
piacevole... >>
<<
Mi dispiace, ma adesso dovrai raccontarlo >> rise Al <<
Mai stimolare la curiosità di un Silente! >>
<<
Lo ricorderò! >> rise il biondo << Alcuni anni fa
ero venuto a trovare la zia, e una sera, per caso, entrai in bagno
senza bussare. E trovai la zia che si apprestava a fare il bagno.. >>
<<
Che visione! >> lo prese in giro l'altro
<<
Infatti! Una cosa orribile... >> confermò <<
Fortuna che non se n'è accorta e che ho chiuso la porta in
tempo! >>
<<
Ohoh! Ho appena prestato orecchio a un segreto di Gellert Gridelwald?
>>
<<
Beh, adesso siamo pari... >>
<<
Voi due, avete finito? >> li interruppe la zia
I
ragazzi si voltarono verso di lei annuendo.
<<
Bene! >> continuò << Perché dobbiamo andare
di sopra, in soffitta. Ci sono decisamente troppi scatoloni e bauli
in quella stanza, quindi prima cominciamo, prima finiamo! >>
Detto
ciò si avviò. << Oddio, che cafone! >>
Albus si sbatté una mano sulla fronte << Non ti ho
nemmeno fatto vedere la casa! >> aggiunse rivolto a Gellert
Gellert
rimase un attimo interdetto << Non è il caso adesso,
magari più ta... >>
Non
aveva nemmeno finito di parlare che Al lo stava già
trascinando a fare un tour della casa (ndA come direbbe Massimo
Troisi, una casa umile, ma onesta xD)
<<
Allooora... questa è la camera di Abe, la più vicina
alle scale... >> Al lo teneva per un braccio e apriva le porte
delle stanze che indicava << questa è la mia... >>
camminava abbastanza veloce per non perdere troppo tempo <<
quello è uno sgabuzzino polveroso, che in questi giorni
trasformeremo in uno sgabuzzino pulito e lindo... >>
e
indicò col dito uno stanzino poco lontano << e questo...
è il bagno... >> e aprì velocemente la porta,
guardandolo << Adesso invece ti presenterò la tanto
temuta soffitta! >> rise Al guidandolo verso le scale
Solo
allora Gellert si accorse di una stanza che Al non aveva indicato <<
E quella? >> domandò indicandola << Cosa c'è
in quella stanza? >>
Al
guardò dove il ragazzo indicava e s'incupì un momento.
Gell, che non era abituato a quello sguardo, si preoccupò di
aver fatto qualcosa di sbagliato. << Cosa c'è? >>
<<
Niente >> sorrise Al guardandolo rassicurante << In
quella stanza c'è mia sorella Ariana. Non esce mai dalla sua
stanza, da quando è morta la mamma. Non può stare
troppo tempo all'aperto perché è di salute cagionevole,
però ultimamente non vuole nemmeno uscire da lì... >>
<<
Mi dispiace, io non.. >> cominciò Gell desolato
<<
Non ti preoccupare, non potevi saperlo. >> lo rassicurò
di nuovo con un sorriso
<<
Andiamo? >> aggiunse poi
<<
Si, andiamo! Sono proprio curioso di conoscere questa figura
mitologica che è la soffitta di casa Silente! >>
I
ragazzi risero mentre salivano le scale, e mentre Gellert osservava
lo sguardo divertito con cui Al apriva la botola che portava alla
soffitta.
Soundtrack:
(title track) My
Mood Swings di Elvis
Costello e Her Eyes Are A
Blue Million Miles
di Capitain Beefheart ( Il
Grande Lebowski OST);
The Man
Who Can't Be Moved dei
The Script (solo per te, Mary^^ ti vogghio bbeine xD); Only
When I Lose Myself dei
Depeche Mode (x3);
Ringraziamenti
speciali:
Alle
Tizie^^;
Alle
mie amiche di classe^^;
A
Dodo, mai abbastanza grazie per te^^;
A
Freddy, che mi manca un casino;
A
Bea^^, per il suo supporto;
Ai
bimbi;
A
voi autori^^;
A
voi che leggete fino in fondo^^ (scusandomi ancora per il ritardo);
A
Dave e Martin...
P.S.
Io
e Rula ci siamo atte i buchi alle orecchieee ** siiiii xD!!
Comunque,
a parte questo...So che magari questo chap fa un po' pena.. ma avevo
molta fretta di aggiornare! E poi non preoccupatevi: ho già
delle idee in mente, che il solo parlarne, ha fatto spaventare la
povera Miki xD! Ti vogghio bbeine x3
E
con questo vi saluta^^! A presto!
|