Ma l’avete mai guardato, il mondo al contrario?
Magari non è nemmeno al contrario. Magari la visione giusta delle cose è quella
compresa a testa in giù. Magari è come per il tubo catodico.
Ma queste cose chi se le chiede, a parte me?
A pensarci bene, qualche problema devo pur averlo, per essere qui, a guardare
l’universo al rovescio.
Il marciapiede dovrebbe essere freddo. Provo ad immaginarlo e già penso che non
ha nessun senso. Dovrei ridere. Rido dentro. Mi trema un po’ il cuore. Le punte
dei capelli sfiorano l’asfalto. Sono spezzata a metà.
Qui sul ciglio del marciapiede, spezzata a metà, mi viene da ridere.
Probabilmente mi spegnerò, proprio come le fiamme delle candele, ad un tratto, e
tra pochi istanti.
Probabilmente morirò e non ci sarà nessuno che mi ricorderà per più di due
giorni.
Ma l’unica cosa che mi piace pensare adesso è che il mondo, a testa in giù, è
stupendo.
Ho sempre amato il mio mondo, a testa in giù.
Nel mondo a testa in giù. Se cadi. Voli.
Devo essere nata vagamente tossica.
Tossica
come le droghe. Mi attacco, ti inebrio e non vado più via. Come l’odore del
sesso di quella canzone.
La cosa che so fare meglio è corrodere
la gente. Come le malattie terminali.
Ti prendo, ti giro intorno e ti conquisto. Ti faccio capire che sono
indispensabile. Risucchio le energie, prosciugo le identità. Poi scompaio. Come
in un trucco di magia. Mi lascio
dietro il mio odore acido e il mio
fumo psichedelico, e non mi si trova
più.
Ma rimango dentro, come le erbacce. I miei sorrisi esagerati, il mio rossetto
troppo rosso e i capelli schizzati di
biondo platino, le frasi troppo lunghe e il vizio di fumare a colazione. Cresco,
e soffoco tutto.
E le persone poi impazziscono. Muoiono d’overdose per astinenza. E non ha nessun
cazzo di senso. Perché l’ho detto, io travolgo il mondo. Trascino a testa in giù
gli altri con me. Peccato che non sopravviva nessuno al mio travolgimento.
Quindi mi ritrovo puntualmente sola, con la mia visione distorta e una serie di
volti collezionati negli anni, tutti da dimenticare.
Riescono solo ad ammalarsi di me. E lentamente si fanno consumare, fino a non
riuscire a mantenersi in piedi.
Così ci sono solo io. Ammazzo e scappo lontano. Come nei migliori thriller.
E magari gli altri pensano che non posso soffrire, che posso solo uccidere e
basta. Ma proprio non è così. Perché io sono forse la più disgraziata di tutti.
Ci vivreste, voi, sapendo di essere tossici?
Forse è vero che si vive per le piccole cose.
Non lo so, io vivo per ballare da sola, luci rosse accese e lo sconvolgimento
nel corpo.
Vivo perché mi piace piangere ed ingoiare la pioggia cattiva che mi sputa
addosso il cielo.
Vivo per sognare e infilarmi le schegge dei miei sogni infranti nelle dita.
Vivo per il sangue e per trascinarmi ancora un po’ sulle grate metalliche della
periferia.
Vivo per bussare alle porte delle case vuote, e godermi la certezza che nessuno
aprirà.
Vivo per un paio di baci carnali.
Magari sta qui il mio problema.
Ho vissuto davvero per questo?
Non lo so. Sento che i contorni delle cose diventano più lontani, come in un
quadro impressionista.
Ecco, ti ho raccontato tutto. Così capirai perché certe persone non le si deve
piangere, quando muoiono.
Ho voluto buttarmi dal punto più alto.
Non voglio che nessuno si disperi davanti alla foto che ho abbandonato lassù.
Voglio che tu rida per la mia stupidità e la mia arroganza.
Credevo che nel mio mondo al contrario, lanciarsi in basso volesse dire volare.
Magari è solo un’illusione ottica. Magari sto volando, o volerò dopo.
In un modo o nell’altro penso di riuscirci.
Cos’è?
Non lo sai che…
Il mondo di Greta non ha…
Non ha gravità.
Non ha gravità.
***
Note di Phan:
Ispirata dalla
canzone "Greta", dei Negrita:
http://www.youtube.com/watch?v=ejq9qcMiERQ
Lasciate un
parere, se credete che ciò che ho scritto meriti anche un minimo di attenzione.
Grazie ^^.
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