fhrd
Semplicemente
io...
Continuo
a guardare questo cielo... così familiare, ma allo stesso
tempo, così distante.
Anche
star seduto all'ombra di quest'albero, mi da la stessa sensazione di
familiarità del cielo... forse perché continuo
incessantemente a pensare al mio mondo, alle persone care che ho
lasciato laggiù, e che ora, porto una dopo l'altra nel mio
cuore.
Questa
brezza leggera e i bambini che giocano vicino al ruscello, mi fanno
ritornare indietro. Certo, la mia infanzia non è stata tutta
rose e fiori, ma fino all’età di 8 anni tutto era bello...
Vivevo
felice e spensierato, come ogni bambino della mia età,
giocando, ridendo e scherzando col mio fratellino, e poi, c'era
lei... la mamma.
Io
e Al le volevamo un bene dell'anima, era il nostro punto di
riferimento, la nostra guida, c'impegnavamo tanto per non deluderla e
darle delle piccole soddisfazioni, ma soprattutto per non farla
sentire sola.
Nostro
padre ci ha lasciato… No, non è morto: un bel giorno è
partito per chissà dove, lasciando la mamma, Al in fasce e me,
soli al nostro destino ed io non l'ho mai perdonato per questo.
Continuavo
a chiedermi il perché, il motivo di quel suo inspiegabile
gesto. Perché ci aveva abbandonati, sembrava quasi che non ci
volesse bene, eppure sono sicuro che io non mi sarei comportato così:
chi ha una famiglia ha delle responsabilità, invece per lui
sembrava quasi normale andarsene e lasciarci soli.
Tante
volte, troppe, ho visto la mamma piangere, sempre e solo per colpa
sua. Io per primo ho notato questo suo stato di malessere interiore,
anche se a me ed Al, non lo dava e bere.
Mi si stringeva il cuore a vederla così,
e soprattutto, mi si lacerava l'anima... Allora, avevo promesso a me
stesso che noi avremo sostituito la figura di papà, solo per
lei, per non vederla così triste e infelice... per vivere
insieme senza guardare al passato.
Ogni
volta che Al o qualcun altro le chiedeva notizie di papà o lo
nominava, lei faceva sempre una faccia strana, ed era quello che non
mi piaceva. Soffriva in silenzio, senza parlare mai con nessuno,
senza confidarsi, senza mai aprire il suo cuore. Forse sotto certi
aspetti, ho preso proprio da lei: nemmeno io lo faccio... per non
sembrare una persona debole.
Poi
un giorno io e il mio fratellino scoprimmo un libro che c'interessò
subito... un libro di alchimia. Tentativo dopo tentativo diventammo
bravissimi un po' per avvicinarsi allo sconfinato e meraviglioso
mondo dell'alchimia, un po' per rendere la mamma orgogliosa di noi.
Infatti, quando lo scoprii, pensammo che ci avrebbe rimproverato,
invece era felice. Ricordo ancora quando ci disse “Allora
si può sapere quando vostro padre vi ha insegnato l'alchimia?”
ovviamente, noi non l'avevamo imparata da lui visto che non c'era
mai. Però da quel giorno, io e Al iniziammo a studiare
seriamente quella materia e la mamma riacquistò il buonumore,
sembrava felice, e anche noi, come lei, lo eravamo.
Ma
poi accadde la tragedia... la mamma da tempo era malata, ma non ci
aveva mai detto nulla... e a causa della sua malattia, morì
improvvisamente.
A
dire il vero, io non ci ho mai creduto, credevo che quello che la
gente diceva, erano parole senza alcun significato, ma erano solo
delle armi a doppio taglio che facevano soffrire il prossimo.
Persino
al suo funerale, non ci credevo, mi sembra solo un brutto sogno, uno
scherzo della mia mente e della mia fervida immaginazione. Invece non
era così!
Davanti
agli altri mi dimostravo forte, perché non avevo la benché
minima intenzione di farmi compatire... non dovevo e non volevo
piangere.
“Ora
che lei non c'è più, che cosa ne sarebbe stato di noi?”
Continuavo a chiedermi durante la cerimonia.
Poi
mi venne in mente quello che avevo letto sulla trasmutazione umana in
uno dei tanti libri, di quel padre degenere e dopo aver sostenuto il
più duro e terrificante tra gli addestramenti, io ed Al
tentammo, ma con un risultato che non ci aspettavamo di certo... lui
perse tutto il corpo mentre io la gamba sinistra, per riceve cosa?...
una massa di carne informe, dall'aspetto orribile.
Mi
odiavo, avevo sacrificato il mio unico fratellino, l'unica persona
cara che mi rimaneva, per un mostro... nella mia testa c'era solo il
desiderio di salvarlo, nulla di più nulla di meno, per porre
rimedio al mio errore.
Sacrificai
il mio braccio destro per portarlo indietro, ma l'unica cosa che
ottenni fu solo l'anima, che dalla disperazione legai ad un'armatura
che stava a pochi passi da me.
Speravo
che tutto quello fosse solo il frutto della mia immaginazione,
che io e lui eravamo come sempre...
invece non era così. Tutto era come, dopo quell'avvenimento.
Nella
mia mente c'era il vuoto, un enorme senso di colpa, mi odiavo per
aver fatto questo ad Al, infondo ero io quello che doveva pagare,
l'idea era stata mia, non sua. Eppure lui, era quello che soffriva di
più. Ma forse entrambi per un motivo o per un altro soffrivamo
in egual modo.
Quando
ero in convalescenza, a casa di Zia Pinako, venne a trovarmi un
tenente colonnello dell'esercito, che mi propose di diventare
un'alchimista di stato. Ci pensai su, e mi vennero in mente le parole
dell'insegnante: chiunque diventi alchimista di stato, ha accesso ai
documenti rari conservati nella biblioteca dell'esercito, testi
antichi e preziosi. Mi chiesi “Perché non tentare?”
infondo non avevo più nulla da perdere. Il mio unico desiderio
era quello di far tornare Alphonse alla normalità, tutto il
resto non contava!
I
miei amici, Rizenbul, la mia casa,
voltai le spalle a tutto e iniziai questo viaggio. Con il solo ed
unico scopo di restituire ad Al il suo aspetto umano, io sono
diventato l'alchimista d'acciaio... un cane dell'esercito.
Inizialmente...
nemmeno io sapevo come restituire all'unico membro della mia famiglia
quello che aveva perso, eppure grazie a dei libri, quest'ultimo ha
scoperto l'esistenza della pietra filosofale: un oggetto che permette
a chi lo utilizza, di eseguire trasmutazioni, senza l'ausilio del
principio dello scambio equivalente. Così con la benedizione
del mio più burbero, rompiscatole, e nuovo ''amico'' nonché
mio superiore, il colonnello Mustang, abbiamo iniziato un lungo e
faticoso cammino alla scoperta dalla pietra.
Certo,
abbiamo fallito diverse volte, ma il suo sostegno, nonostante mi
prendesse sempre perennemente in giro, era determinante. Ci ha
aiutati tantissimo, almeno per quanto mi riguarda. Sentivo
chiaramente che c'era qualcuno che credeva in me, nel mio operato, in
quello che facevo. E per questo non posso fare altro che dirle grazie
colonnello. Ma poi non c'era solo lui e sostenere la nostra causa,
anche tutti gli altri membri dell'esercito, che ormai io considero la
mia seconda famiglia. Da tempo non avvertivo più un simile
calore, e tutto questo mi rassicurava, anche se apertamente non lo
davo a vedere, tenevo tutto celato nel mio cuore.
Durante
i nostri innumerevoli viaggi, abbiamo scoperto molte notizie sulla
pietra e abbiamo conosciuto molta gente, che ci ha aiutati a
crescere e maturare.
Tutti,
ci hanno insegnato indirettamente o direttamente qualcosa, per farci
capire come gira il mondo, per avere più cura del prossimo,
per dimostrarci che lo scambio equivalente esiste, anche se qualcuno
sostiene il contrario.
Anche
nei piccoli gesti c'è uno scambio... almeno, questa è
la mia politica.
La
vita è un'enorme ruota che gira,
e noi uomini, non possiamo permetterci il lusso di interferire col
semplice e quanto già prestabilito ciclo della vita, è
questo che ho imparato quando, alla fine della mia avventura sono
riuscito a trasmutare Al... Almeno è quello che spero, perché
lui, non è qui vicino a me...
io ora sono in un'altra
dimensione, al di là del
portale, un posto del tutto identico a quello in cui vivevo, ma con
la piccola differenza che qui l'alchimia non esiste.
Sono
finito qui dopo aver trasmutato il
mio fratellino, per non perdere la mente e il corpo, l'avrò
fatto inconsciamente chi lo sa.
Speravo
che lui fosse con me, ma quando mi sono svegliato, ero da solo,
accanto a me, c'era solo mio padre... che ho ritrovato qui.
Anche
adesso sto viaggiando con un obbiettivo preciso, ritornare
nel mio mondo... ritornare da Al...
Anche
se è tutto così difficile senza l'alchimia.
Credo
che papà, con le sue parole, avesse ragione “Ormai
dovresti saperlo che non c'è niente di perfetto, il mondo
stesso è ben lungi dall'esserlo, sfortunatamente.”
Già...
credo che nulla sarà mai perfetto, la perfezione non esiste,
ma sono certo che un giorno io e Al ci rivedremo!
Salve a tutti!
Oggi ho postato due fic... che
record! XD
Premetto che, questa fan fiction
l'ho scritta per partecipare al contest “Alchemist of Characters”,
ormai già concluso...
Allora spero vi piaccia...
Un bacione
Shurei
|