Per le ampie distese di campi verdi,
risuona incantato il mio canto,
avanzando mano a mano con il vento,
che spazza via i languidi sospiri.
Le scie brune del morente giorno,
ricoprendo le guglie del cielo,
obbediscono silenziose al mio canto.
La pallida Sera zittisce il creato,
attorno alla cima invisibile del sogno comune,
ammantando la notte del suo sudario.
O canto mio che pari ad eco vai,
porta la tua nenia oltre la fragile materia,
oltre ciò che è sacro inviolabile.
Sino alle porte del sublime “Amore”. |