Your soul smells like flowers

di No thing
(/viewuser.php?uid=342468)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


1. L’origine del tutto

 
È stupido, anzi, forse ridicolo, descrivere con esattezza l’origine delle cose, ma Tessa credeva nel destino e contraddittoriamente lo faceva coincidere col caso.

Viso struccato, jeans e scarpe larghe. Un’anima distrutta dopo un anno di soprusi, un’anima ferita, lacerata, squarciata, un cuore rattoppato con della vecchia stoffa. Un cuore che lei si ricuciva da sola ogni volta che veniva strappato da quell’uomo, che poi tanto uomo non è: ed è per questo, che lo chiameremo Il Mostro.


 Il Mostro aveva denti ingialliti ed occhi rossi annebbiati dal fumo, la faccia bucata dagli aghi e una barba incolta ed ispida. Il suo cuore era freddo, neanche l’amore incondizionato di Tessa riusciva a scaldarlo. Le mani erano lunghe e le unghie sempre sporche, le scarpe macchiate di fango: chissà perché Tessa ne era innamorata. Lo guardava con occhi di fuoco, buttava giù versi di poesie prima di addormentarsi, intagliava i loro nomi sul banco, marinava la scuola per uscire con lui. Il Mostro non aveva denaro, non aveva faccia, non aveva nulla.

Così Tessa lo aiutava ad alzarsi, facendolo poggiare su di lei. Lui l’aveva condotta su strada pericolose e sbagliate, camminavano mano nella mano con gli occhi fissi nel vuoto, sbandando e nascondendosi.

Il Mostro era lunatico, irascibile e scontroso. Con una mano poteva distruggerla e con una parola poteva rialzarla. Spingeva le sue frustrazioni nel corpo freddo ed infantile di lei, che con la faccia bagnata di lacrime e girata voleva far l’amore, non il sesso. Tessa aveva paura, stava zitta, se lui l’avesse abbandonata lei avrebbe perso tutto: aveva una sola amica, Lotte, che non riusciva mai a vedere poiché lui glielo impediva. Ogni giorno quando sorgeva il sole lei moriva, complice di quel ciclo infinito che era diventata la sua vita ed ogni notte chiudeva gli occhi, contenta di essere al sicuro in casa sua che ormai sembrava abitata da estranei. Aveva sempre avuto un buon rapporto con i suoi genitori, ma questi ultimi erano stanchi dei suoi continui comportamenti, ovviamente indotti dal Mostro, e con il tempo smisero di parlarle. Era ferita, era sola.

Tessa venne a scoprire l’ennesimo tradimento. Il Mostro stava cercando un’altra preda, ma forse era quello che le serviva. Non era la prima volta che scopriva i suoi tradimenti, però quel giorno qualcosa dentro di lei si spezzò una volta per tutte. Non aveva più neanche la forza di camminare o voce per parlare ma doveva avere il coraggio di affrontarlo e di porre fine a quello strazio. Aspettava sotto casa del Mostro, aspettava paziente, sapeva avrebbero litigato ancora. Aveva paura: avrebbe anche potuto picchiarla, ma non avrebbe fermato il suo cuore e la sua voce. Stava prendendo in mano la sua vita. Lui arrivò e ricominciarono a litigare, come al solito, urla e parolacce. Lo lasciò, decisa a sparire per sempre. Il mostro la strattonò per i polsi e la spinse violentemente contro il muro, iniziò ad urlarle contro e a riempirla di schiaffi. Un signore gentile accorse ad aiutarla e riuscì ad allontanarlo.

Tessa scappò via dal luogo in cui si era consumato il fatto, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di paura. Corse verso il centro della città chiamando la sua amica Lotte per venirla a prendere. Corse, con il costante timore di essere seguita da lui. Il telefono vibrava, lui la stava cercando. Se l’avesse trovata sarebbe stata la fine. 

Era quasi arrivata in piazza, quando vide un ragazzo, un suo vecchio conoscente dalla corporatura irrobustita dalla palestra e dallo sguardo fiero e leale. Lo fermò, lo supplicò con i suoi grandi e scuri occhi da bambina, ormai gonfi e rossi, di rimanere con lei ad aspettare l’amica che aveva appena chiamato. Il grosso ragazzo ovviamente aspettò con lei, e prima che riuscisse a chiederle qualcosa in più arrivò il Mostro. Vedendoli vicini andò su tutte le furie e iniziò ad imprecarle contro, sputando a terra, tentando di prenderla e portarla via, ma il ragazzone lo bloccava. Tessa si rifugiò dietro quelle grandi spalle, tremante ed estenuata. Era finita. Finita sul serio.

Il Mostro capì che era inutile e andò via. Sparì per sempre. 

Angolo autrice:
Ripubblico una vecchia storia che scrissi tanto tempo fa. Questa storia è in parte autobiografica ed in parte arricchita da elementi di fantasia. Molti avvenimenti sono stati cambiati per fini drammatici e letterari e sono frutto della mia immaginazione. Ad ogni modo, fatemi sapere cosa ne pensate recensendo la storia. Grazie a tutti.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3013829