mi manca
'Ciao, bimba. Fra poco sarò a casa, spero che la giornata
sia andata bene. Ci sentiamo tra poco'.
Briareos fissò la stanza di fronte a lui dopo aver chiuso la
porta d'ingresso. Tutto era spento. Silenzioso. Osservò per
bene
per assicurarsi che non vi fossero luci accese in qualche stanza, poi
andò verso il telefono e si accorse che la spia della
segreteria
lampeggiava, segno che nessuno aveva sentito il messaggio.
Andò
in camera da letto, aprì lentamente la porta e
sbirciò
nella stanza. Una figura distesa nel letto lo
colpì,
timidamente illuminata dalla tenue luce che filtrava attraverso gli
spazi tra le tende. COntrollò con il sistema e
verificò i
parametri vitali della persona nel letto. Dormiva profondamente, il
battito lento e regolare, il respiro dolce appena percettibile. Si rese
conto che era tornato nel cuore della notte dopo una missione in Cina,
credendo che lei lo stesse aspettando. SOlitamente accadeva sempre
così, lei si faceva trovare all'Eswat o lo
attendeva a
casa anche fino a tarda ora. Nei giorni di buon umore lo raggiungeva
alla porta abbracciandolo, cosa che aveva sinceramente trovato
parecchio confortante. Si sentiva considerato, atteso. E invece, quella
notte, sembrva mancargli qualcosa.
Decise di cambiarsi nel bagno di servizio, scartando l'idea di farsi
una doccia nel bagno della loro camera, per evitare di svegliarla.
Conosceva la ragazza troppo bene per non avere domande e dubbi sulla
motivazione di quella stranezza. Lei che dormiva, lei che non aveva
sentito il messaggio, lei che non lo aveva atteso come al suo solito.
Si domandò, mentre l'acqua scorreva sulla sua pelle
artificiale,
se forse lei stava male. Inoltre, lui odiava quel bagno. Non
perchè non fosse comodo per lui, accessoriato o altro.
Semplicemente, abituato al 'loro' bagno, sentiva quella stanza
'fredda'.
Una volta rivestito con abiti puliti e abituali per stare in casa, si
preparò un sandwich in cucina con uova e tonno e lo
consumò, gustando anche una birra, fissando Olympus dalle
ampie
vetrate del salotto. Le luci degli edifici vibravano
nell'oscurità della notte e si perse nei suoi pensieri
finendo
la birra. La grande statua che troneggiava in mezzo al lago
artificiale, rischiarava la notte e anche se parecchio distante, lui
riusciva a vedere tutto con chiarezza. Finì l'ultimo boccone
osservando quel che riusciva a vedere dalla loro casa, chiedendosi se
qualcun altro stesse guardando come lui la notte, sentendosi a disagio.
Era raro per lui, tranne certe volte in cui era di pessimo umore,
restare da solo a osservare il panorama. Si chiese se nel prossimo
futuro vi sarebbero state altre missioni in cui, assegnato senza
Deunan, si sarebbe ritrovato a mangiare e riflettere da solo
nell'oscurità della notte. Il manto nero nel cielo era
puntinato
di bianco, creando scie lattee suggestive. NOn si accorse di Deunan che
si era fermata alle sue spalle e lo fissava in silenzio,
finchè
voltando la testa non la vide con gli occhi posteriori.
"Ragazzone, quando sei tornato?"
Briareos si voltò di scatto. Lei poggiava con il fianco
destro
sull'angolo che portava dal salotto al corridoio, stringendo le braccia
l'una con l'altra. Indossava una maglietta del compagno che goffamente
le cadeva da un lato, rivelando una spalla e nascondendo
metà
seno. Terminava a metà coscia ma in maniera irregolare,
seguendo
la parte caduta perchè troppo grande per lei. Sembrava
sorpresa
ma poi gli sorrise , accostandosi al muro con la testa.
"DA non molto. Non volevo svegliarti. TUtto bene?"
Deunan si avvicinò a lui allungando le braccia per
cindondarle
intorno al suo collo. Lo tenne stretto, puntandosi sui piedi e
baciandolo profondamente. Briareos la stinse con una mano, mentre
teneva nell'altra ancora la bottiglia di birra. Gli sembrava che lei
stesse bene, non avesse problemi di sorta.
"TUtto bene, credevo che tornassi domani sul tardi. Lance ci ha fatto
sgobbare con gli addestramenti e sono andata a letto presto. Se sapevo
che tornavi ora, ti avrei aspettato. Ma che ore sono?"
Cercò con gli occhi l'orologio da muro alle sue spalle e
disse
l'orario qualsi stupita per essersi addormentata subito senza
accorgersene. Erano mezzanotte e quaranta di notte.
"Ti avevo lasciato un messaggio in segreteria, pensavo mi avessi
aspettato"
Deunan rimase sorpresa della cosa. Chiese a che ora avesse chiamato ma
Briareos la rassicurò, dicendole di non preoccuparsi. Le
chiese
se aveva impegni per il giorno, ma lei affermò che vi era
solo
una riunione la sera alle sei, riservandosi la giornata per loro. La
accompagnò a letto, si coricò con lei e rimasero
a
parlare finchè non furono stanchi da addormentarsi. Il
cinguettio degli uccelli portò Briareos ad aprire gli occhi.
Fece un respiro profondo e mise a fuoco ciò che era intorno
a
lui. La stanza ambrata dalla luce esterna, il rumore ovattato della
vita che scorreva regolare fuori da quelle mura, il tepore rassicurante
del corpo di Deunan. Lei dormiva tranquilla incuneata sul suo lato
sinistro, circondata dal suo braccio. Si sentiva davvero bene,
rilassato, tranquillo, per nulla stanco. Controllando il suo orologio
interno, constatò che era l'alba. Poche ore di sonno eppure
non
sentiva nulla. Si alzò, cercando di non svegliarla,
scivolando
via dal suo abbraccio e si recò in cucina, sgranchendosi.
Preparò il caffè ma si rese conto di non aver
voglia di
nessun tipo di colazione che avevano in casa. Decise allora di fare
qualcosa di diverso e uscì, prendendo la macchina.
Guidò
senza sforzi, data l'ora, fin in centro e si fermò di fronte
la
famosa pasticceria Delizia, la migliore e famosa di tutta Olympus.
Acquistò cosa gli interessava e fece la strada inversa,
gustandosi la città in un'ora insolita per lui in macchina.
Tornò in casa, posando l'acquisto in cucina, inebriandosi
dell'odore del caffè appena fatto. Ne gustò una
tazza ma
si rese conto di aver comunque bisogno di dormire ancora un
pò,
ma non riusciva a pensare di rimettersi a letto. Voleva riposare ma
farlo a forza sarebbe stato peggio. Si distese nella poltrona da
esterni e rimase là a rilassarsi.
SI risvegliò senza un motivo particolare, ma quasi come se
una
lieve scossa lo avesse attraversato. Strinse i braccioli in legno,
rimettendosi in posizione eretta, chiedendosi cosa fosse accaduto.
L'orologio interno indicò le nove e venti di mattina e si
alzò ancora frastornato. La casa era silenziosa, un lieve e
tenue odore di caffè lo raggiunse sulla soglia della cucina
ma
si accorse che nessuno aveva toccato cosa aveva acquistato.
Preparò tutto su un vassoio con un cartone di succo
d'arancia e
si presentò in camera da letto. Incredibilmente, Deunan
dormiva
ancora nel suo lato, ma aveva chiaramente cambiato posizione.
Briareos posò sul suo comodino il vassoio e
scostò
leggermente una delle tendine per vedere fuori, potendo godere di un
altro angolo della città, diverso dalla veranda. In quel
momento
Deunan si stiracchiò emettendo un verso gutturale e
sbadigliò. Si voltò verso il cyborg che si era
voltato
verso di lei e gli sorrise.
"Bri...già sveglio?"
"Già...eri molto stanca. Hai dormito molto. COme ti senti
adesso?"
"Davvero bene, ragazzone. Sono davvero contenta di questo giorno
libero...tu come va? Come è andata la missione in Cina?"
"Bè, come al solito. Ormai i governi mostrano facciate per
far
credere che tutto sia gestito senza problemi. Che stronzata...abbiamo
dovuto fare il culo a quindici terroristi e arrestarne altri. Non
capisco come Olympus abbia promesso sostegno ricevendo in cambio
sovvenzionamenti per la ricerca sui multigamba. Ci pensi? Ci mandano
adesso in altri paesi per ricevere denaro che utilizzano solo per la
difesa di Olympus, riservando le tasse per la città. Per
carità, è un'ottima mossa per gestire
le risorse
ma... cosa centra intromettersi nelle guerre degli altri? All'inizio,
quando siamo entrati nell'Eswat non era così..."
"Bri, se Atena ha deciso di cambiare rotta avrà i suoi
motivi. E a noi permette di mantenere il nostro lavoro...a me non
dispiace!"
"NOn avevi detto una volta che volevi lavorare in un pub, in un locale
dove poter bere e incontrare persone? COme mai adesso preferisci
rimanere lì?"
Deunan rimase a fissarlo, poggiata con la guancia sinistra sul cuscino
dopo essersi sistemata sul fianco. Sorrise al cyborg che stava
controluce davanti la finestra, gli fece segno con la mano di
avvicinarsi a lei sul letto e attese. Briareos però
allungò una mano e prese il vassoio, che lei non aveva
notato. Si sistemò con la schiena sui cuscini accanto a lei,
allungò il braccio destro e stringendola in vita,
la tirò a sè aiutandola a sistemarsi
più vicino.
" Gradisce qualcosa, signorina?"
"Mmmhh...crepe alle pesche...crostate di amarene...crostate di
albicocca...croissant..." prendendo una costata alle amarene "dove li
hai comprati?"
"All'alba..."
All'alba? Quasi due ore fa? Perchè sei uscito? "
sorpresa del fatto che fosse uscito se non lo aveva sentito "Dove sei
andato?"
"nella famosa pasticceria che ti piace tanto...quella che
anche il tappetino della macchina adora.."
Briareos scoppiò a ridere, al contrario di Deunan che fece
una smorfia arrabbiata con in bocca un pezzo di dolce. Quando
inghiottì lo fissò, chiedendogli
perchè continuava a prenderla in giro offrendogli
però un morso.
"....è così e basta..."
"Non dire stronzate Bri! E' stato un errore, può capitare a
tutti. Ho fatto pulire l'auto a mie spese, di cosa ti lamenti?"
"Oh, proprio nulla..." prendendo la sua mano e portandosi la costrata
di lei in bocca "...bimba..."
Briareos masticò con calma il morso che aveva accettato,
fissandola. Rideva, lei, mantenendo il contatto fisico mangiando cosa
restava della crostata fra le sue dita. Briareos constatò
finalmente perchè lei volesse sempre andare in quel negozio,
arrivando perfino a rischiare multe o rimproveri di Lance le volte che
avevano missioni nei paraggi. Era dannatamente buona. Burrosa, dolce,
con aroma di cannella alla fine dopo il forte sapore delle amarene in
pezzi. Era meglio di quanto lei gli aveva sempre descritto. Sul vassoio
rimanevano una crostata alle albicocche, la crepe alla pesca e due
croissant.
"Ti lascio la crepe per quando avrai fame dopo. Intanto cosa
preferisci, croissant al cioccolato bianco o nero?"
"No, voglio la crepe. Adesso. Divisa con te..."
Si portò verso le sue labbra baciandolo a intervalli,
stringendo il braccio destro intorno al collo. Lo sfiorava con le
labbra in tocchi delicati, seguendo la linea della bocca mentre, in
maniera appena percettibile, si strusciava con il busto su di
lui di pochi centimentri e mai nello stesso verso. La lasciò
fare, dandole segno di gradire con i movimenti della stessa, seguendola
nei gesti e con la mano che teneva ancora sulla sua schiena.
"Devi proprio andare stasera?"
Deunan si fermò alla domanda del compagno. Lo
fissò incerta, ma lui prese dal vassoio sulle gambe la crepe
di pesche e con entrambe le mani ne staccò un pezzo,
portandolo alle sue labbra. Lei fece cenno di assenzo con la testa e lo
accettò. Ne mangiò un pezzo anche lui,
scoprendo che era più buona della crostata.
Riuscì solo a posare sul vassoio il pezzo rimasto che lei
lo tirò a sè per baciarlo davvero,
cercando di girarsi sulla schiena, contro il materasso. Lui
sulle prime parve accettare l'idea, rispondendo con energia a quello
slancio di affetto, ma poi si rese conto di avere il vassoio sulle
gambe e nel mentre si girava per seguire lei, stava rovesciando tutto
sul lenzuolo. Lo prese di fretta ancora con la bocca su quella di
Deunan e lo posò più distante da loro, tornando
poi a occuparsi della ragazza. Si scambiarono vari baci profondi per un
pò, finchè lei non portò le mani sul
viso di Briareos, carezzandogli con le dita prima la bocca, poi il
resto.
"Ti aspettavo da ieri...e non sono rimasta in piedi a darti il
bentornato...e mi hai comprato i dolci che mi piacciono..."
"QUindi...?" guardandola in volto "qualcosa non va?"
"Mi sento in colpa..."
"NIente che non si possa dimenticare con le tue labbra..."
Deunan rise mordicchiandosi le labbra prima di ricevere un nuovo e
forte bacio, percependo le dita di lui che si intrufolavano sotto la
sua schiena e scendevano verso il basso, sostenendosi con le gambe per
far leva e non pesare su di lei. Scese con la bocca verso il mento di
Deunan, gli passò sopra lievemente la lingua e si
insinuò nella parte dolce sotto l'orecchio, lasciandole una
scia fresca sulla mascella. Deunan lo sentì concentrarsi con
la lingua calda sul suo punto preferito e rovesciò la testa
con gemito all'indietro, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare.
Udì il cinguettare fastidioso del cercapersone dell'Eswat e
trattenendo il respiro, tirò su la testa. Briareos
continuò con il suo lavoro e lei, credendo di aver
immaginato il suono, rimase a boccheggiare stringendogli le spalle con
le dita. Spalancò gli occhi al secondo suono e
vagliò rapidamente la stanza per trovare la sua fonte.
Trillò più forte al terzo avviso e Deunan chiese
a Briareos di controllare, sentendosi rispondere un semplice 'lascialo
suonare'. AL quarto squillo, lei gli ricordò la riunione e
la regola di essere sempre rintracciabili. Briareos sbuffò,
in maniera forte e irritata, sollevando il viso di poco da quello di
lei. La baciò, scorrendo le dita dal petto alla pancia e si
girò, per alzarsi e prendere l'apparecchio.
Briareos prese uno zaino vicino la porta e lo
aprì, riversando il contenuto sul comodino di Deunan per far
prima. Trovò con due dita il cercapersone e le disse di
aspettare, andando a prendere il telefono in salotto. Lei si mise a
sedere, sentendo i suoi passi allontanarsi nel corridoio e poi si
voltò verso il comodino. QUalcosa attirò la sua
attenzione e allungò un braccio. Sorrise, rigirando
l'oggetto fra le dita e si appoggiò con le braccia sulle
ginocchia, continuando a girare cosa l'aveva interessata. La voce del
cyborg le arrivava a tratti, ma percepì perfettamente il
nome di Magus. Poi il silenzio. Avvicinò il vassoio con i
dolci e provò la crostata all'albicocca, poi il cornetto al
cioccolato bianco. Si sentì in estasi totale dopo
le attenzioni del compagno che ancora sentiva addosso e il piacere
provocato dalla bocca nell'assaggiare il dolce. Si accorse
nuovamente dei passi di lui giungere fino alla porta, vedendolo alla
fine entrare.
"Non sapevo che ancora lo tenessi con te..."
"come mai?"
"Non ci pensavo più...a lui...ma solo a quei momenti..."
"il ricordo può a volte tornare grazie a un oggetto
qualsiasi, che però era il nostro, e ci spiega chi eravamo,
cosa desideravamo e cosa detestavamo, anche. E che forse ci diceva,
allora, cose che avremmo poi capito solo molto più tardi,
quando di quell’oggetto era rimasto solo un ricordo sfocato."
"Oh...sei in vena di poesia?"
"Mah...sarà l'eta...non sono riuscito a trattenermi..."
Lei sorrise felice, fissò di nuovo cosa teneva in mano e
attese il compagno sul letto. Cosa che lui fece subito, tornando ad
abbracciarla, seduto anche lui questa volta. Deunan si buttò
all'indietro, poggiando la testa sul petto di Briareos, sorridendo
allegra.
"Cosa cè..."
"Non lo so...guardandolo...è come se vedessi noi...la nostra
storia..."
"Chi di noi non ha qualche oggetto che ritiene significativo e
importante, benché magari non abbia nessun valore reale se
non la sua storia?"
"Vuoi paragonare noi agli altri?"
"NO...ma anche noi diamo a certi oggetti importanze speciali...cosa ti
lega a lui?"
"Beh..innanzitutto è il coltello che abbiamo scelto insieme.
Lo portavamo sempre con noi quando stavamo soli...per cucinare,
lavorare, fare qualsiasi cosa...Sarà stupida ma...anche se
un normale coltello, per me ha sempre dato un senso di unione con te
proprio per il modo in cui lo abbiamo ottenuto..."
"GIà...però non è un normale
coltello...non è da te denigrare i ka-bar."
"Lo so...Ka-Bar... il nome popolare per il coltello americano da
combattimento di così altra qualità da essere
stato adottatao dal gruppo dei marines da sempre . Ricordo che quando
abbiamo adocchiato questo bambino, non ci abbiamo pensato due volte a
farlo nostro...usarlo solo nei nostri momenti..."
"Eh si... Ka-Bar D2 Extreme Fighting Utility, modello tutto nero
compresa la lama. L'uomo che lo teneva lo aveva appena acqusitato e gli
abbiamo proposto una scommessa. Noi mettevamo uno dei migliore whiskey
al mondo, Johnnie Walker invecchiato che avevamo preso in una
missione...abbiamo vinto per miracolo ma non ho alcuna intenzione di
ricordare in cosa avevamo scommesso...che tempi...io ero ancora umano
all'epoca..."
"..."
"Bè, questo è il passato...no?"
"...Bri..."
Briareos la guardò in viso e la vide quasi triste. La
strinse a sè e le chiese cosa la turbasse all'improvviso. Le
domandò se era per colpa del coltello, ma lei fece cenno di
no. Se era per qualcosa in particolare, lei però non
rispose. Le carezzò la schiena e lei lo fissò
negli occhi.
"Ti ricordi di quella volta in cui avevamo parlato di cosa ci mancava
del passato?"
"Mh...credo di si..."
"...quando ti ho detto che cèra qualcosa che mi mancava di
quando eri umano?..."
"..."
"....ECCO...mi è tornato in mente...adesso..."
"E quindi..?"
"quindi...non so, non ricordo se ne abbiamo parlato..."
"NOn mi sembra...possiamo parlarne ora..."
"..."
"Cosa stai pensando...dai..."
"Vuoi sapere quali sono le cose che mi mancano di quando eri umano?"
I due si fissarono, finchè lei non parlò. Lui le
offrì i dolci ma lei rifiutò, poggiandosi invece
sul suo petto, stringendogli la vita con un braccio.
"Ci sono tre cose che mi mancano di te da umano...ma non vorrei
che...tu possa rimanerci male..."
"Per quale motivo...so bene che alcune cose sono cambiate per me...se
mi dici cosa ti manca posso risolvere il problema..."
"NOn è un problema, non capire male...voglio solo dire che a
volte mi capita di pensarci..."
"Va bene...cosa ti manca?"
"..."
"Non dirmi che ti vergogni..."
"Non dire stupidaggini..."
"Allora? ...se vuoi ti dico le prime cose che mi vengono in mente che
mi mancano..."
"...di me?..."
"in generale...che riguardano te però..."
"...ok, sono curiosa..."
"ok..." ridendo, sapendo quanto fosse arrossita ma non lo voleva dare a
vedere "...vediamo... Mi manca il nostro posto speciale alla base...
Mi mancano la tua mano che cercava la mia sotto il tavolo nonostante le
persone presenti...sopratutto quando cèra tuo padre... Mi
manca quando mangi esageratamente presa da cosa hai nel piatto...
mi manca la prima sensazione che mi ha fatto capire che mi piacevi un
sacco, ti avevo visto diverse volte ma quel pomeriggio,uno dei tanti,
ti ho vista sotto una luce diversa...mi manca il sorriso che riuscivi a
farmi fare anche dopo che mi avevi fatto arrabbiare,con una sparata
stupide delle tue...mi manca andare al mare o al lago insieme come
quelle volte...mi manca il nostro silenzio in macchina ad ascoltare la
musica che
mettevano in radio e quanto mi piaceva ascoltarti fare qualche commento
su una canzone...mi manca quando mi prendevi per mano nei momenti seri
che mi davano forza, nonostante dovevamo nasconderci...mi mancano i
nostri scatti di passione improvvisa che ci portavano a far l'amore
dove e com'eravamo...mi manca fare l'amore con te,che conoscevi ogni
millimetro del mio corpo e sapevi come 'gestirlo'...mi manca baciarti
ancora e ancora sorprendendoti, visto che adesso lo facciamo senza
pensarci più come sorpresa...mi mancano quelle mattine nel
tuo alloggio,con te in pigiama a prendere il
caffè e poi 'perlustrare' la tua camerata insieme...
Mi manca il tuo corpo, vicino al mio, quando ancora eri all'inizio
della nostra intimità e arrossivi come una bambina,
divenendo impacciata..."
"davvero?"
"Si...dai, dimmi le prime cose che ti vengono in mente..."
"Sembra un gioco..."
"meglio così...non ci sono problemi a dirci le cose...no
bimba?"
"...ok..." ridendo, strofinando la guancia sulla sua pelle
"...dunque...Mi manca il tuo maglione grigio, era morbido e profumava
di te. Lo portai con me nel periodo dell'Accademia. Ti sentivo cos'
vicino quando lo mettevo...Mi manca
la forza che mi davi anche solo sentendo la tua voce quando eravamo
lontani... Mi manca quel
pomeriggio passato a letto della nostra seconda volta e l'espressione
che avevi dopo la doccia... Mi mancano le tue battute sul
mio essere bassa, sul mio essere piccola...Mi mancano anche le tue
urla quando ti arrabbiavi! Perchè mi facevano capire che a
me tenevi, che mi aiutavi,che volevi il mio meglio... Mi manca
raccontarti i miei sogni che stranamente tutti ti
comprendevano e ancora oggi ti comprendono..." sorridendo baciandogli
la mascella "Mi manca stare le ore al telefono con te,
sentire la tua voce, stare nel letto e sapere che eri lì con
me comunque... Mi manca
essere stupida con te quando eri giù perchè ti
facevo ridere come un pazzo ed uscivano fuori delle piccole fossette
sul tuo viso che io tanto
adoravo...Mi manca quando cercavi di fare il serio ma non ci
riuscivi, perchè poi finiva tutto in risata...Mi manca anche
quando facevi finta di baciarmi e invece facevi lo
stupido allontanandoti solo perchè volevi vedermi
imbronciata, ridendo come un pazzo... Mi manca il tuo sorriso...Mi
manca il colore
dei tuoi occhi e il tuo sguardo...Mi manca il fatto che non
hai mai trovato brutte le mie cicatrici e che conosci ogni singola
parte del mio corpo... Mi manca ogni singola parte del tuo
corpo perchè ti avevo conosciuto, come uomo, come
umano...
"Accidenti, hai già pensato a tutte queste cose in generale?
OK...Mi mancano i tuoi baci nascosti, che mi davi continuamente, come
fosse la prima volta...anche dietro a tuo padre...il tuo sembrare
piccola e graziosa e invece..."
"spiritoso......io i nostri giochi nell’acqua...
Mi manca il tuo proteggermi, quasi con ossessione, perché
nessuno doveva sapere di te e di me..."
"...mi manca il tuo tentare di imitarmi, cercando di fare le cose che
ti facevo su di me...eri comica all'inizio..."
"penso solo a quelle tre cose...Io, Bri...ecco...a me mancano i tuoi
capelli, sopratutto quando li sentivo scivolare sulla pelle della
schiena...era stupendo!...le tue labbra morbide che cercavano le
mie...amavo le tue labbra...che sapevano conoscere ogni parte di me...e
i tuoi occhi chiari. Li amavo quando mi fissavi...l'unica cosa di te
umano che mi manca ancora è il tuo
naso...io...ecco...scusa..."
"No, va bene...lo so...anche a me manca baciarti come in quegli anni.
Poter giocare con le tue labbra e la tua bocca. Ora non mi è
più possibile e questo mi dispiace, bimba. Idem per il
naso...per i capelli, non provare a tirar fuori il fatto del
parrucchino, e spero sinceramente che quelle battute non fossero spinte
da questo..."
"Eh eh...io..." ridendo "in verità..."
"No. aspetta. So che poi mi caccerai da casa...vorrei dirti solo
qualè la cosa che non mi mancherà mai del
passato..."
"CHe cosa? Mio padre? Qualcosa in particolare?"
"Si...prima però aspetta..."
"..."
Deunan seguì con gli occhi il cyborg che prese le chiavi di
casa, lo zaino riempito con tutto il contenuto sul comodino e il
cercapersone. La baciò con passione, sussurrandole
sulle labbra che non voleva che lo odiasse ma non poteva
restare dopo averlo detto. Poi si mise poggiato allo stipite della
porta e disse con calma una sola frase.
"Te lo dico prima che scappo...scusa bimba, ma vale per il
parrucchino...ci vediamo all'Eswat..." ridendo, sperando che non lo
uccidesse "Quello che non mi manca...è la tua
Bouillabaisse!"
Deunan rimase a bocca aperta, una spallina della magliettina le scese
in basso seguita dagli occhi che li spalancò con aria
adirata. Briareos scappò da casa, raggiunto da un urlo di
Deunan che pronunciava il suo nome, che rimbimbava fin fuori
casa. Il cyborg sapeva che avrebbe pagato caro quel commento. Ma
l'amava anche per quello.
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