«Robert, my son».

di Axel Knaves
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«Robert, mio figlio».

«Sei pronta?» Mi chiese Gideon appena sbucai sul tetto.
Anche se Mr. Whitman era stato smascherato, e la Loggia era riuscita a scovare tutte le talpe del Conte, io e Gideon avevamo deciso di non rivelare a nessuno la posizione del primo conografo, e di tenerlo per noi.
Quel giorno non stavamo utilizzando quel vecchio orologio prezioso per uno dei nostri viaggi romantici, ma per uno scopo molto più delicato.
«Secondo te, questo vestito va bene?» Gli chiesi. Per la missione, avevo dovuto setacciare l'intero guardaroba di mamma, finché non avevo trovato questo elegante vestito azzurro, anni ottanta.
Gideon indossava a un sobrio completo nero.
«Benissimo», mi rispose sorridendomi. «Forza andiamo».

Avevamo dovuto fare i salti mortali per uscire da casa mia senza essere troppo notati, fortunatamente quel giorno mio nonno era a casa e ci aveva dato una mano, anche se aveva iniziato a fare il terzo grado a Gideon. Ihih, che carini!
Ora finalmente eravamo alla festa. Era piena di bambini che correvano attorno alla piscina o che ci nuotavano dentro.
Senza farci troppo notare ci eravamo imbucati e ci eravamo avvicinati alla piscina. Dall'altra parte rispetto a noi il dottor White, vestito in comodi pantaloni e camicia, scherzava con gli altri genitori. Rimasi allibita a quella visione: non l'avevo mai visto così tranquillo e felice. Per poco non piansi. Robert, dai capelli biondi, correva con gli altri bambini.
«Ci pensi che tra poco, questa allegra festa, sarà teatro di un'orribile tragedia?» Mi chiese Gideon. Io lo guardai di sottecchi. Ci tenevamo a una certa distanza per poter agire con agilità, anche se questa gonna non me ne dava molta.
«Siamo qui apposta per evitarla», gli risposi raggiante. Dovevamo farcela!
«Ahhhh!» L'urlo di terrore di una bambina fu il nostro via libera. Alzammo gli occhi, ed eccola che indicava il bambino dai capelli biondi che annaspava in acqua.
Gideon scavalcò la staccionata agilmente e si tuffò in acqua, mentre io fui costretta a fare tutto il giro.
Gli adulti avevano avuto un tempo di reazione molto inferiore al nostro, e quindi, mentre Gideon tirava Robert fuori dall'acqua, loro stavano ancora correndo verso di noi.
Gideon si chinò su Robert.
«Non respira». Mi disse fissandomi, la mia espressione di puro terrore si rispecchiava nella sua.
Senza aspettare nessuna autorizzazione, iniziò a fare il massaggio cardiaco al piccolo corpicino fradicio.
Non so quanto passò, a me sembrarono anni, poi il corpo di Robert ebbe uno spasmo, si girò di lato e sputò l'acqua. Ritornò a respirare. Il dottor White si gettò sul figlio, in lacrime. Ce l'avevamo fatta!

Passò una settimana. Il dottor White era cambiato: ora scherzava con noi, ci trattava come dei ragazzi. E non si ricordava di noi, fortunatamente. A dire la verità mi mancava un po' il piccolo Robert.
Fu proprio quel giorno che accadde una cosa aspettata.
Stavamo aspettando White nella sala del drago, aveva qualcuno da presentarci.
Quando entrò accompagnato da un giovane biondo con le lentiggini, per poco non scoppiai in lacrime. Gideon sorrise dandomi un bacio sui capelli.
«Gwendolyn, Gideon», disse a poca distanza da noi, «vi vorrei presentare  Robert, mio figlio».

Angolo autrice
È la prima volta che scrivo in questa sezione e sono molto emozionata. Dato che in questi giorni sono rimasta chiusa in casa a causa del brutto tempo, ne ho approfittato per leggere un po'; così mi sono ritrovata a leggere per l'ennesima volta Red.
Mentre leggevo mi sono accorta che il piccolo Robert è morto prima della nascita di Gwen; così mi sono detta: e se Gwen salvasse Robert? Beh... Il resto lo avete letto XD
Spero che vi sia piaciuta questa piccola One-Shot, e se volete lasciare una piccola recensione ne sarò felice.

Axel Knaves




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