Lo spettro di un ricordo

di Larryx
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Quando si è giovani non si ha paura del tempo. Ci si lascia stupidamente sfuggire momenti idillici solo perché non ne si ha molto voglia.
Anch'io, da ragazzina ingenua, qualche volta ho preso il tempo con leggerezza, eppure, avendo posseduto una gira-tempo, avrei dovuto conoscerne bene pro e contro.
Solo ora, mentre sfoglio un vecchio album pieno di foto ingiallite, mi rendo davvero conto di quanto esso sia prezioso.
Ricordo quando Fred e George vollero aprire a tutti i costi il loro negozio, convinti che, così, avrebbero portato un po' di allegria in un periodo tanto oscuro.
Pensai: “Tiri Vispi Weasley... È una pazzia”, ma nel mio cuore ne ero orgogliosa: Voldemort era tornato, il terrore impregnava l'aria, ma quei due non si erano lasciati prendere dallo sconforto. Fred mi chiese più volte, con gli occhi pieni di eccitazione, cosa ne pensassi e qualsiasi risposta gli dessi ne era felice.
Un giorno in particolare mi trovai per caso a fermarmi davanti all'ingresso: il negozio era chiuso, le luci all'interno erano tutte spente, fatta eccezione per uno strano arnese che fluttuava lampeggiando per tutto il locale. Ero un po' delusa: segretamente avevo sperato che sarei riuscita a intravedere Fred alle prese con il suo lavoro.
Improvvisamente, un paio di mani inguantate mi coprirono gli occhi. Lì per lì mi spaventai leggermente, ma poi, nel preciso istante in cui lui mi sussurrò – Oggi vieni con me –, tutto sembrò tingersi di rosa.
Mi prese per mano e mi condusse in un laboratorio sotterraneo, pieno di libri e di ingredienti vari, al centro del quale vi era un enorme calderone.
Mi disse, felice, che l'avrei aiutato a preparare uno dei loro scherzetti, qualcosa di entusiasmante, e accettai di buon grado: dopotutto, uno scherzetto non avrebbe fatto male a nessuno.

Iniziammo a lavorare insieme.
Non ricordo di preciso quanti ingredienti mescolammo, dopo un po' ne persi il conto.
– Aggiungi un po' di bava di mollusco – La mia mano tremava, avevo timore di sbagliare qualcosa e rovinare tutto, ma Fred mi afferrò il braccio e, dolcemente, mi aiutò ad aggiungerne la giusta quantità nel calderone.
Ci guardammo negli occhi e sorridemmo. Prima che potessimo accorgercene, i nostri volti avevano iniziato ad avvicinarsi tra di loro, ma, poco prima che le nostre labbra potessero anche solo sfiorarsi, un'esplosione ci colse alla sprovvista. Disorientati, ci guardammo nuovamente e ridemmo fragorosamente. Eravamo completamente sporchi, ma non c'importava: eravamo insieme.
Conservo gelosamente quel ricordo, la nostra prima esplosione.

Ora lui non c'è più e io mi ritrovo qui, seduta su una poltrona davanti a un focolare acceso, ad aspettare di raggiungerlo pensando alla mia gioventù, a quel mio grande amore. La mia pelle non è più liscia e candida, i miei capelli castani hanno perso il loro colore, i miei occhi cercano ancora la sua esile figura in ogni anfratto.

In quel che sembra un frangente di secondo, chiudo le palpebre e spicco il volo.

La mia attesa è finita: sto arrivando, amore mio.





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