Disclaimer:
Questa storia non è mia, ma scritta dalla mia socia Robigna88.
Abbiamo deciso di pubblicarla sul mio account per motivi strategici,
trovo sia una storia molto bella, scritta bene e coinvolgente. Buona
lettura!
1.
LEBANON
- KANSAS
Allison
prese posto accanto all’uomo. Ordinò una soda e ne bevve
un lungo sorso senza mai staccare gli occhi dalle bottiglie
posizionate di fronte a lei dietro il bancone del bar.
Cole,
così si chiamava il tizio seduto accanto a lei, non si era
voltato a guardarla nemmeno una volta, ma aveva poggiato la mano sul
lato sinistro della sua giacca di pelle, scoprendo le sue carte un
po’ troppo in fretta.
Allison
pensò che qualcuno ben addestrato non avrebbe mai commesso un
simile errore, ma in fondo quel tizio, a quanto le aveva detto Sam,
era soltanto un ragazzo assetato di vendetta, per nulla pronto ad
entrare a far parte di quel mondo dentro il quale, senza saperlo,
stava per avventurarsi.
Lei
si era resa conto di avere due possibilità: poteva convincere
Cole a stare lontano da demon-Dean e da tutto il resto con le
cattive, oppure poteva parlare con lui. Decise di iniziare dalla
seconda opzione, poi avrebbe valutato come procedere.
“Chiedimelo!”
esclamò girando poco il viso per guardarlo.
“Chiederti
cosa?” replicò lui senza muoversi di un millimetro.
“Perché mi segui da almeno un’ora? Chi sei?
Risponderesti sinceramente a queste domande?”
Allison
arricciò poco la bocca scuotendo lievemente il capo in un
gesto di assenso che tradiva una lieve impazienza.
“Mi
chiamo Allison,” disse piano. “Sono una vecchia amica di
Sam Winchester, il tizio che hai rapito e pestato a sangue nel
disperato tentativo di ricevere le attenzioni di qualcuno che,
credimi, non vuoi incontrare. Non in questo momento.”
Cole
accennò una risata. “Mi dispiace di aver dovuto usare le
maniere forti su Sam. Lui era solo l’esca. Quello che voglio è”
“Dean,”
finì Allison per lui “ma credimi non è una buona
idea.”
“Perché
potrebbe uccidermi come ha fatto con mio padre tanti anni fa?”
L’uomo
si voltò a guardarla. Una smorfia di disgusto gli aveva
trasformato le labbra in una specie di linea retta, dietro quegli
occhi pieni di vita si celavano una rabbia ed un’angoscia che
Allison aveva visto diverse volte. Sentimenti che, nel mondo di cui
loro facevano parte, non avrebbero portato a nulla di buono.
“Si,
a dire la verità è proprio ciò che temo”
rispose alzandosi.
Dalla
tasca posteriore dei suoi jeans scuri tirò fuori una pen-drive
ed un foglio di carta con sopra appuntato un numero.
“Senti,
so perfettamente come ti senti. Rabbia, angoscia, furore… sono
sentimenti che ho provato molto spesso nella mia vita. Non sprecherò
il mio tempo ed il mio fiato cercando di farti cambiare idea
dicendoti quanto sono dispiaciuta per tuo padre e cercando di
convincerti che vendicarti non ti farà sentire meglio.”
gli disse. “In realtà ti farà sentire
divinamente, almeno per un po’. Dentro quella pen-drive c’è
tutto quello che ti serve sapere. Tutto ciò che riguarda i
Winchester, quello che fanno per vivere, gli affari di famiglia.
Studia tutto attentamente e a quel punto la scelta sarà tua.
Su quel pezzo di carta c’è il mio numero di telefono,
chiamami se hai delle domande e,” poggiò sul bancone un
pugnale, quello che Cole credeva ancora di avere appeso al fianco
sinistro, e sorrise “non abbassare mai la guardia. È la
regola numero uno.”
L’uomo
sgranò gli occhi sorpreso ma non le disse nulla. Semplicemente
la guardò mentre lei usciva dal bar.
Fuori,
dopo aver raggiunto l’auto, Allison tirò fuori dalla
tasca il suo cellulare. Quattro chiamate perse ed un messaggio vocale
da un numero che non conosceva e un messaggio di testo di Sam;
chiamami appena puoi. È urgente.
La
donna ascoltò prima il messaggio vocale, dopodiché si
prese un attimo per riflettere prima di richiamare il minore dei
Winchester.
Sammy,
come lei amava chiamarlo, rispose dopo tre squilli; il suo tono
stanco ma impaziente la fece sorridere.
“Sammy,
dal tono della tua voce sembra che tu non dorma da giorni.” gli
disse.
“Mio
fratello è un dannato demone, Crowley è il suo migliore
amico, ed un cacciatore principiante vuole farlo fuori. Inoltre non
riesco a trovare Cass. Una bella dormita mi sembra quasi un miraggio
al momento.”
“Non
preoccuparti di Cole, qualcosa mi dice che non sarà un
problema. Almeno per un po’. Quanto a Cass, ha già
qualcosa di cui occuparsi, e anche io. Credi di potertela cavare da
solo per un po’?”
“Pare
che io non abbia altra scelta. Hai un nuovo caso per le mani?”
“Un
vecchio amico mi ha chiesto aiuto. Pensavo di partire adesso.”
“Dove
sei diretta?”
“New
Orleans. Cercherò di fare più in fretta che posso.
Chiamami se hai bisogno.”
“Grazie
Ally. Fai attenzione, ti voglio bene.”
“Anche
io Sammy. Fai attenzione anche tu e tienimi aggiornata.”
Allison
riattaccò e mise in moto. Il motore del suo maggiolone rosso
fece uno strano rumore, quasi come se fosse stanco di quei continui
viaggi. Lei sospirò portandosi il telefono all’orecchio.
“Era
ora!” rispose una voce impaziente.
“Anche
io sono felice di sentirti” replicò lei sarcastica. “Sto
partendo ora da Lebanon, Kansas. Sarò lì fra sedici ore
circa.”
“Guida
in fretta dolcezza, le cose stanno peggiorando molto rapidamente.”
“Quanto
velocemente?”
“Diciamo
solo che se vogliamo rivedere Elijah vivo, ogni minuto è
prezioso.”
La
donna fece un grosso respiro. “Nessuna pressione”
mormorò. “Cerca di guadagnare tempo, guiderò più
in fretta che posso.”
“Ti
invio l’indirizzo.”
“Klaus…
andrà tutto bene.”
“Spero
che tu abbia ragione.”
Allison
Morgan poggiò il cellulare sul lato del passeggero ed ingranò
la marcia. La famiglia Mikaelson non era esattamente in cima alla sua
personale e breve lista di persone che vedeva sempre con piacere, ma
Elijah… Elijah Mikaelson era tutta un’altra storia.
****
NEW
ORLEANS – LOUISIANA
Klaus
era assorto nei suoi pensieri, stringeva in mano un bicchiere di
whisky mentre rifletteva su quale fosse la mossa migliore per aiutare
suo fratello. Il grande orologio di legno poggiato alla parete
ticchettava così rumorosamente che per un attimo ebbe
l’istinto di distruggerlo.
Quel
ticchettio era come un costante e fastidioso promemoria del tempo che
scorreva mentre lui attendeva l’arrivo dei rinforzi ed Elijah
era prigioniero, succube della loro madre.
Hayley
se ne stava accanto a lui, lo sguardo perso nel vuoto, aggrappata ad
un ricordo, all’immagine di un Elijah indistruttibile,
ripetendo a se stessa che sicuramente stava bene, se la sarebbe
cavata, come sempre.
Elijah
Mikaelson era l’Originale dalla scintillante armatura, quello
con la parola giusta al momento giusto, sempre pronto a difendere
l’onore e la vita delle persone che amava, perfetto nei suoi
completi eleganti che erano oramai il suo marchio distintivo.
Pensandoci bene Hayley si rese conto di non averlo mai visto
indossare una semplice t-shirt oppure una felpa ed un comunissimo
paio di jeans. Forse, pensò abbozzando un sorriso, era meglio
così. Non sarebbe stato Elijah diversamente.
Marcel,
accanto alla finestra, notò l’estranea per primo.
“E
tu chi diavolo sei?” chiese attirando l’attenzione di
tutti e raggiungendola a passo lento. Lo sguardo minaccioso non
prometteva niente di buono, ma la donna gli sorrise comunque, quasi
incurante del pericolo.
“Calma
tigre!” esclamò lasciandosi cadere sul divano di pelle
marrone. “Ho guidato per sedici ore, non mangio da ieri sera e
il mio telefono non ha smesso per un attimo di squillare. In più
ho dovuto usare l’ultimo briciolo di energia che mi era rimasto
per convincere quei due energumeni all’entrata a lasciarmi
passare. Sono spenta, finita! Quindi rilassati e lasciami riposare un
attimo.”
Marcel
corrugò la fronte volgendo lo sguardo a Klaus ed Hayley; sul
viso di lei un’espressione perplessa, su quello di lui un
sorriso divertito, per nulla preoccupato.
“Esattamente
come hai convinto i due energumeni a lasciarti entrare?”
“So
essere molto persuasiva.”
Klaus
inarcò un sopracciglio versando del vino in un calice. “Li
hai uccisi?”
“No!”
replicò lei mettendosi in piedi prima di afferrare il
bicchiere. “Anche se quel tizio dai capelli rossi era piuttosto
irritante. Dormiranno per un po’, ma staranno bene. Potrebbero
avere un po’ di mal di collo però. Ah!”
L’uomo
rise voltandosi a guardare Hayley e Marcel. Le espressioni sui loro
visi erano esattamente uguali a quella che aveva avuto lui la prima
volta che aveva incontrato quella donna. Bella, letale, a volte
fastidiosa ma a cui, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta
voce, teneva parecchio. Non poteva fare a meno, ora che lei era lì,
di pensare che tutto sarebbe andato per il verso giusto.
“Macellus,
Hayley,” disse loro. “vi presento Allison Morgan. I
nostri rinforzi.”
****
“Qual
è il piano?”
La
voce di Hayley sembrava quasi un sussurro, le mani stringevano una
tazza così forte che Allison credette si sarebbe
frantumata tra le sue lunghe dita affusolate.
Rifletté
che poteva esserci solo un motivo se sembrava più preoccupata
di tutti gli altri; era certa che quella donna provasse dei
sentimenti per l’elegante affascinante Originale.
“Tu
ed Elijah, che tipo di rapporto avete?” chiese mentre i visi i
tutti si corrucciavano in un’espressione quasi incomprensibile.
Hayley
si mise dritta sulla sedia scattando sulla difensiva. “Esattamente
questo come dovrebbe aiutarci a salvare Elijah?”
“Semplice”
replicò Allison incrociando le mani sul tavolo. “Esther
è una potente strega, non userà la forza, giocherà
d’astuzia e se vogliamo batterla dobbiamo essere più
astuti di lei. La sua specialità è giocare con i
sentimenti dei suoi nemici. Ti guarderà dentro e tirerà
fuori ogni tua emozione rivoltandotela contro. Quindi qualunque cosa
provi, spingila dentro di te nel posto più lontano ed
irraggiungibile che hai. Se non ne sei capace non disturbarti ad
unirti a noi in questa piccola missione.”
Hayley
abbozzò un sorriso nervoso e si sporse sul tavolo fissando gli
occhi dentro i suoi. “Esattamente, chi diavolo sei tu? Sei
folle se pensi che io me ne starò qui con le mani in mano.”
Allison
si alzò senza aggiungere altro, diede una rapida occhiata al
suo cellulare e sospirò volgendo lo sguardo a Marcel. “Vieni
con me” gli disse.
L’uomo
scosse lievemente il capo “Dove?”
“Devo
incontrare una persona e potrei aver bisogno di un piccolo aiuto.”
“Allison!”
intervenne Klaus e il suo tono disse molto altro. “Dove diavolo
stai andando?”
“Non
è importante che tu lo sappia al momento,” rispose lei
tirando fuori le chiavi della sua auto. “Ti basti sapere che fa
tutto parte del piano per salvare Elijah.”
“Quale
piano?” chiese Hayley scattando in piedi. Gli occhi dorati resi
luccicanti da una scintilla decisamente non umana.
Allison
sospirò legandosi i capelli in una disordinata coda di
cavallo. “Tornerò tra poco. E per allora farai meglio ad
aver ritirato gli artigli lupacchiotta; oppure avrai una chiarissima
idea di chi sono e di quanto folle posso diventare.”
Hayley
non aggiunse nulla, semplicemente guardò uno stranamente calmo
Klaus mentre la misteriosa donna lasciava la casa seguita da Marcel.
Dall'autrice:
Lasciatemi un commento se vi
va, sapere cosa ne pensate è importante per me. E vi prego, se
volete prendere in prestito scene, peronaggi o l'immagine, ditemelo e
vi darò tutto (o quasi); ma non copiate. E' demoralizzante
quando succede.
Vi adoro tutti, Roby.
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