La
rosa bianca.
Capitolo uno;
“Mi dispiace Dan, non sono più disposta a stare
male per una persona che si vergogna di me, del mio fisico. Ora come
ora, non distinguo me dalla mia fisicità. Se accetti me,
accetti anche lui.”
Eravamo seduti sul
pullman che percorreva la strada verso casa, l'ultima che avremmo fatto
insieme.
Quelle parole mi
erano costate così
tanto.
L'ultima cosa che
desideravo era perderlo ma era l'unico modo per non soffrire e proprio
in quei giorni mi ero resa conto che era l'unica cosa di cui
avevo bisogno.
Lui mi fissava,
attraverso quei suoi bellissimi occhi e proprio tramite essi riconobbi
il dolore che gli avevo provocato.
Quello sguardo mi trasmise un dolore lacerante allo stomaco. Lo amavo,
come potevo fargli cosi male? Eppure dovevo.
“Non
è vero..” cerco di dire, balbettando leggermente.
Lo interruppi subito.
“Non
mentirmi Daniel, allontanarti dalla mia vita mi fa così male
ma non posso. Non posso continuare ad amarti e farmi così
male, quando tu non mi accetti per quello che sono. Ho bisogno di stare
bene, di non soffrire almeno per un po'. Ho bisogno che tu non faccia
più parte della mia vita, che tu non significhi
più quello che sei ora per me. Scusami..”
In quell'istante
vidi il pullman fermarsi: ero arrivata. Gli diedi un bacio sulla
guancia mentre sentii la sua barba raspare sul mio viso per un ultima
volta e, mentre scesi pensai a quanto mi sarebbe mancata quella
bellissima sensazione.
Camminai
lentamente,cogliendo ogni particolare che mi trovavo davanti
preparandomi a custodirlo nel cuore, come testimonianza di quel giorno,
così importante e così infinitamente doloroso.
A volte esistono
rapporti che durano a lungo, per tanti anni. Spesso quei rapporti sono
privi di quel qualcosa di puro,bellissimo e intenso e allo stesso tempo
duro ed estremamente complicato che appartiene a quei rapporti che
durano qualche mese. Il nostro era uno di quei rapporti,
così complicato e fragile. Così meraviglioso,
così raro.
Fu quello che
pensai quel giorno, quando avevo buttato via un amicizia
importantissima in cui avevo creduto per tanto tempo, quando davanti a
me avevo solo un campo immenso colmo di fiori di ogni genere e di ogni
colore che mi trasmetteva sensazioni confuse e molto intense, alcune
persino indecifrabili.
Raccolsi un fiore.
Era una bellissima rosa bianca.
La guardai
attentamente.
Dicono che la rosa
bianca trasmetta purezza. Cos'è puro? Un fiore? O il
sentimento più profondo e magari più marcio e
dipendente? Penso che la purezza rappresenti l'intensa
profondità dei nostri sentimenti.
È per
questo che la raccolsi. Rappresentava ciò che io e lui
eravamo. Semplicemente Sebyn e Daniel.
La presi e la
buttai delicatamente nel fosso che scorreva accanto a quel prato
incantevole.
“ Ti
voglio bene.”
E quella per me
rappresento la fine di un tutto. Di un amicizia che era più
di ciò che il concetto esprime. Di un rapporto basato sulla
profondità e la sincerità dei sentimenti. Di una
discriminazione. Di un tutto. Qualsiasi cosa si possa intendere
parlando di “tutto.”
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