L'aquila

di Gattorlord
(/viewuser.php?uid=808031)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il grido di quell'aquila mi svegliò; e per fortuna: non oso immaginare cosa ne sarebbe rimasto di me senza il suo aiuto.
Non è la prima volta che quell'animale mi protegge... Più volte in passato i nostri destini s'incrociarono, ma questa volta qualcosa di diverso è accaduto, come se qualcuno avesse pilotato il nostro incontro... 
Strano, strano! Sono stato salvato da un'altra persona, questo è sicuro, ma chi?
Mi tremano le ginocchia al solo pensiero che possa essere stato lui... No, no! Mi odia, almeno queste sono state le sue ultime parole, come faccio a credere a certe idiozie?! Non può essere stato lui, figurati se...
Il buio: ecco cosa vedono i miei occhi; ancora mi fischiano le orecchie... Il dolore è lancinante, come se una bomba fosse esplosa accanto a me un attimo fa... Esatto! Credo sia avvenuto proprio questo! Dolore, dolore:  l'unica cosa che ricordo è il dolore... e l'aquila.
Non so come abbia fatto quel rapace ad affezionarsi a me: fu dal primo momento che c'incontrammo, in cima alla rupe, quando mi seguì, come un predatore che insegue la succulenta preda -pensai all'inizio-, ma c'era qualcosa in più... Un non so che, il quale mi permise di accettarla.
Fu strano all'inizio, ma mi ci abituai: era una creatura mansueta, anche se nobile e fiera (superba, a dir poco), ma l'amai di quell'amore profondo e intenso che riempie il vuoto di chi ha provato eoni di solitudine... 
Il dolore ricomincia... Cazzo che male! Continuo a non vedere nulla e non capisco il perché... Mi sento più solo che mai: ho bisogno di lei.
Egli ci divise, non so per quale motivo, ma lo fece con una crudeltà inconfondibile con nessun altro sentimento. Il suo atto fu pura malvagità... Lo ricordo ancora, come se fosse ieri: entrò con una ferocia inaudita e, divellendo il recinto, mi colpì con una mazza alla tempia facendomi svenire... .... ... Le ultime cose che sentii furono delle parole piene d'odio e le sue grida grezze colme di dolore e risentimento... 
Lo stesso risentimento che tormenta i miei incubi, come un fantasma il quale ogni notte, stancandosi di umiliare le fortezze altrui, si raccapezza nella mia immaginazione per compiacersi del mio dolore...
Era insopportabile: per il mio corpo, la mia anima, il mio cuore... Non potendo resistere a questa privazione, la cercai; la trovai e ne morii.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3023430