Destiny
E’
così effimera la felicità.
Credi di averla afferrata, ma poi ti rendi
conto di non stare stringendo altro che aria.
E come puoi stringere aria?
Perduta.
Katya, la sua Katya.
Perduta nelle profondità dello spazio.
Come poteva essere accaduto?
Proprio adesso che l’aveva trovata.
Che era riuscito finalmente ad amarla.
E ora vagava all’interno di quella specie di proiettile
gigante nell’universo.
L’avrebbe mai rivista?
A volte il destino è ingiusto.
Spesso il futuro è incerto.
Quasi sempre la vita fa schifo.
E forse Pete lo sa meglio di chiunque altro.
Che senso aveva essere una delle telepati più forti sulla
terra se non era riuscita nemmeno a salvare Kitty.
Probabilmente lei ci
sarebbe riuscita.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma in segreto, una parte del
suo cuore, aveva sempre desiderato essere lei.
Bella.
Invincibile.
Fortissima.
Rispettata.
Temuta.
Amata.
Emma Frost aveva desiderato essere Jean Grey più di una
volta.
Anche se forse a conti fatti nella vita aveva avuto più
successo, direttrice dello Xavier Institute, fidanzata con Scott
Summers e
soprattutto viva.
Però l’ombra di fenice la sovrastava ancora.
La sovrastava sempre.
Lei ci sarebbe riuscita.
Lei sarebbe riuscita a salvare Kitty.
Ma Emma non era Jean.
E adesso Katherine Pryde era morta.
Zucchina.
Logan era sconvolto.
Nella sua vita, molto più lunga di quella dei comuni
mortali, aveva visto morire molte, moltissime persone che amava.
Alcune volte era stato addirittura lui a ucciderle.
Principalmente nel caso di Jean.
Ma c’erano persone che credeva non sarebbero mai morte.
Non prima di
lui.
Rogue, Ororo, Jubelee, Kitty.
La vita faceva davvero vomitare.
Era dannatamente ingiusta.
Avrebbe preferito volentieri finirci lui in quel fottuto
proiettile.
Non la sua zucchina.
Lei passava attraverso ai corpi solidi, anzi, passava
attraverso qualsiasi cosa.
Merda.
Proprio adesso che lei e Pete si erano trovati.
Sì, a volte la vita faceva davvero vomitare.
Kurt si guarda la mano aperta.
Non la sta davvero
vedendo però.
La sua Katzchen è morta.
A essere più precisi è solo dispersa nello spazio
e
nessuno può fare niente per salvarla.
Adora Kitty.
Era una delle poche persone che nella vita lo aveva
apprezzato andando al di là del suo aspetto fisico.
Kurt è blu e ha la coda.
Non che gliene importi molto.
Ai suoi amici non importa e lui ha imparato a conviverci.
Solo si chiede se riuscirà a andare avanti anche senza di
lei.
Sto morendo?
Ho perso il contatto con la realtà da un po’.
Dove sono?
Chi sono?
Ah, già, sono in quel maledetto proiettile nello spazio.
Pete, mi stai cercando?
Temo che non uscirò più da qui.
Ma non è giusto.
Avevo appena trovato la felicità, me l’ero
guadagnata.
Peter è vivo.
Perché io sto morendo?
Non è giusto.
Nulla è giusto
zucchina.
Logan ha sempre avuto ragione, forse avrei dovuto
ascoltarlo di più.
Voglio tornare a casa.
A casa mia; da Peter, Kurt, Ororo, Logan, Rogue, da tutti
gli altri.
Posso tornare?
Resisti Kitty.
Jean tu sei morta.
Onestamente sentire la tua voce è parecchio inquietante.
Non per ripetermi, ma sto morendo?
Davvero, morire adesso mi seccherebbe molto.
Hai paura Kitty?
Il mio nome è Katherine Pryde, sono una mutante.
Mi smaterializzo e attraverso i corpi solidi, anzi,
qualsiasi genere di ostacolo.
Tranne questo maledetto proiettile.
No, io non ho paura.
Mi chiamo Katherine Pryde, Kitty, Sprite, Ariel,
Shadowcat.
E sono un X-Men.
La
felicità è fatta di aria e polvere.
Puoi stringerla tra le mani.
Puoi provare ad afferrarla.
Ma non riuscirai mai a catturarla
completamente.
Ci sarà sempre nella vita un
qualcosa,
qualcosa di in calcolato e imprevisto, che te la porterà via.
Si chiama destino.
Allora, miei X-Men, lottate.
Combattete per la vostra felicità,
per le
vostre vite.
E ricordate che nulla è certo.
Nemmeno la morte.
Note dell'Autrice:
Io amo gli X-Men e soprattutto amo Kitty Pryde, quindi ve lo dico
subito, per me non è assolutamente possibile che sia morta.
Tanto qui muoiono e resuscitano tutti ogni due anni, certo non con la
frequenza di Jeannie, ma lo fanno. Le parole in corsivo, bè,
decidete voi chi è a pronunciarle. Può essere
Jean, può essere il professore, chiunque vogliate.
Ovviamente sono aperta a qualsiasi critica.
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