One Day: A Love Is Forever

di Mexperience
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Dal secondo capitolo Emma diventa protagonista e narratrice, pertanto scriverò in prima persona, per trasmettere meglio messaggi, sentimenti e le vicende che verranno narrate. (Buona lettura <3)

I giorni in Grecia volarono impercettibilmente. Il che era comprensibile dato che stavo vivendo l'esperienza più bella della mia vita e, si sa, quando le cose sono belle passano subito, minuti, ore, giorni, anni, quando hai affianco la persona giusta non importa nemmeno dove stai, il tempo scorre, incondizionato, e non sai nemmeno se ti importa più di tanto. A Dexter piacque molto la Grecia, come era ovvio, dopo tutto: una terra piena di sole, dalle acque limpide, ricche di fauna e con una storia unica ed invidiabile. Fin da bambina era stato il mio sogno vedere la famosa terra dalle mille storie, miti e guerre che a scuola avevo imparato e studiato con passione. Il sole era caldo e penetrante, ma nonostante questo la mia pelle particolarmente sensibile e bisognosa di crema protettiva non si scurì poi così tanto. Dex invece era una favola; con la pelle abbronzata i suoi occhi verdognoli spiccavano ancora di più. Quel viaggio fu una sorpresa per entrambi, non avrei mai pensato che la convivenza con lui sarebbe stata così semplice, spontanea. Non c'era niente di sensato prima. Io e Dex, intendo. Avevamo una casa, un lavoro, e delle persone che ci amavano eppure non eravamo felici, come quando fai un puzzle e non trovi l'ultimo tassello per completarlo, quello della figura principale, il più importante. Stare con Dexter aveva rimescolato i pezzi e li aveva riposti nel modo giusto.

Passammo le nostre settimane di luna di miele a fare lunghe passeggiate lungo le bianchissime spiagge della costa greca, pranzando in ristoranti del luogo, visitando nuove città e siti archeologici, e a vivere notti insonni, le notti più belle che avessimo mai assaporato.

“A cosa stai pensando Emm?” stavamo passeggiando sulla spiaggia, era ormai sera e il sole stava cedendo il suo posto per dare spazio alle stelle. “Nulla”, sorrisi e lo baciai. “Sei pensierosa, lo vedo da come cammini...sei distratta, è come se non ci fossi del tutto”. Non avevo voglia di dirgli cosa mi stesse tormentando ormai da qualche giorno, era la nostra ultima sera in Grecia e volevo passarla al meglio (anche se devo ammettere che è davvero carino quando si preoccupa). “Sto bene, davvero, pensavo solo a i bagagli da finire e a cosa manca in borsa, tutto qui”. Lo guardai intensamente e stavolta riuscii a convincerlo, credevo. “E va bene, allora dato che sei così pensierosa, ti ci vuole un bel bagno freddo.” Prima che potessi ribattere, mi prese in braccio e iniziò a correre verso le onde, “che cosa fai?!” , “lasciati andare Emm!”. Ci ritrovammo in acqua tutti e due, bagnati fradici dalla punta dei capelli fino ai piedi, l'acqua era fredda, nonostante il calore del sole che fino a qualche ora prima aveva riscaldato e illuminato questa parte di mondo. Dexter nuotava per riscaldarsi, era bravo, seppure non facesse piscina come me. A un certo punto qualcosa mi toccò la schiena e sobbalzai. Cinque dita familiari stavano percorrendo le mie spalle, poi la schiena e continuavano a scendere... “Ti sei rilassata un po'?” stavo tremando, ma evidentemente il moto dell'acqua era a mio favore e mi aiutava a nasconderlo “sì, Dex, ma potevi almeno farmi togliere i vestiti dato che tra poche ore dobbiamo partire!” dissi, ma lui sembrava divertito, “ e chi ce li ha i vestiti?!”. Mi bloccai improvvisamente e mi guardai attraverso l'acqua, col quel poco di luce che la sera concedeva; non avevo nulla a parte reggiseno e mutandine, e anche Dex era nudo. Ero così presa dai miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta quando lui me li aveva sfilati. “Non puoi spogliarmi a tuo piacimento, Dexter Mayhew!” sbottai, cercando di fingendomi stizzita, ma scoppiamo a ridere entrambi. Mi strinse forte a sé e mi cullò tra le sue braccia; eravamo soli, in mezzo al mare della Grecia, sotto una coperta di stelle, l'una avvinghiata all'altro. Sicuramente qualche angelo lassù stava protestando per questo angolo di paradiso che c'eravamo ritagliati in quel momento. I suoi baci sul collo mi accompagnarono per tutta la notte e facemmo l'amore in un modo nuovo, più intenso, come se per qualche strana ragione fossimo più vicini di quanto non eravamo, più nudi di quanto già stavamo, più legati di quanto potevamo già esserlo. E mi sentii una stupida ad essermi preoccupata di quello che stava per venire, una volta tornati a Londra, alla vita di tutti i giorni. Come se qualcosa fosse potuta cambiare, come se io avessi mai potuto decidere di lasciare l'unica persona che avessi mai amato al mondo. Dexter mi apparteneva, ed io ero sua, lo ero da sempre.

Tornammo all'appartamento 127 che era già mattino, ancora bagnati, ma talmente felici che con le nostre risate svegliammo mezzo albergo. In un' ora finimmo i bagagli e in due arrivammo in aereoporto e ci sedemmo su quel mezzo alato che poche settimane prima aveva portato due giovani ragazzi entusiasti e contemporaneamente spaventati da quello che stavano per vivere, mentre ora accoglieva un uomo e una donna, legati da un amore più maturo, più intenso.

“Ho notato che i bagagli hanno fatto in fretta a smettere di spaventarti” Dexter mi fece uscire dalla coltre dei miei pensieri, mi spostò una ciocca di capelli davanti agli occhi. “E' normale avere paura Emm, lo sono tutti appena sposati, si ha paura di quello che potrebbe essere. Noi da parte nostra ce la metteremo tutta, e vedrai che andrà tutto alla grande. Io non ti lascerò mai più andare, qualunque cosa accada, di questo puoi starne certa”. Mentre mi rassicurava, mi cinse le spalle ed io lo baciai con passione; ormai se era rimasto anche un minimo di paura per quello a cui stavamo andando incontro, era svanito nel momento in cui avevo guardato negli occhi di Dexter.

Sorrise, ed era così felice, così luminoso, baciato dalla luce del sole che penetrava dal vetro dell'aereo. “E poi”, aggiunse, “comunque vada domani, abbiamo vissuto oggi. Qualcuno mi disse così diversi anni fa...” Ora ero davvero stupita: ricordava ancora le mie parole dopo la nostra prima notte insieme, quella dopo la laurea. Eravamo solo due ragazzini... “Ti amo Dex, qualunque cosa accada, ti amo e non ho paura, non ho paura di niente finché ho te”.

L'aereo partì, lasciando alle spalle la splendida terra che aveva fatto da scenario alla nostra luna di miele. E rimanemmo abbracciati tutto il viaggio, guardando dritto, davanti al nuovo futuro che stava per arrivare.





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